"Zitto tu che hai due mogli". "Taci abortista".

La verità e' volgare


Lunedi' 11 Settembre 2000

Va a finire che proprio al Barbiere tocca difendere Rutelli e Berlusconi. Sabato (9 settembre) scorso Francesco Merlo ha scritto sul Corriere della Sera un articolo di quelli che sa fare lui, tra il barocco e il crepitante, in cui presenta il conto al sindaco di Roma Francesco Rutelli, ormai lanciato verso la candidatura a premier, per aver Rutelli peccato di cattivo gusto e volgarita'.

L'aspirante premier del centro sinistra, intervenendo sulla polemicuzza tra sua moglie, la collega Barbara Palombelli, e Panorama, ha invitato i giornalisti a intervistare, piuttosto, le due mogli di SilvioBerlusconi, la prima e l'attuale, Veronica Lario. Come dire: rivolgetevi a quell'infedele divorziato e lasciate in pace un gentiluomo cattolico praticante come me. Io si' che sono una persona per bene, amo mia moglie, l'unica, e me la tengo". 

A far buon peso, Merlo ricorda quel vezzo un po' ipocrita di Rutelli di usare il romanaccio per le sue battute a effetto con i mass media, forse retaggio della campagna elettorale che per due volte lo ha portato sulla poltrona di primo cittadino della capitale.

Ma si', siamo tutti un po' scandalizzati del fatto che in campagna elettorale rispettabili candidati al governo del Paese usino simili argomenti contro gli avversari. Come sarebbe bello se i contendenti si sfidassero soltanto sulla debolezza dell'euro e sulla crisi petrolifera, sulla distribuzione del bonus fiscale e su come combattere la prostituzione senza spingere al suicidio i poveretti che comprano una serata di amore, sulle ispirazioni gobettiane e sturziane.

In realta', come state forse pensando in questo momento, una simile campagna elettorale, non solo manderebbe in rovina le case farmaceutiche che producono sonniferi, ma sarebbe soprattutto falsa e ingannevole per gli elettori.

Proviamo a vedere le cose dal punto di vista dei giornalisti. Innanzi tutto, Merlo (e con lui tutti noi) si dovrebbe rallegrare delle volgarita' rutelliane, non foss'altro perché gli offrono la nota giusta per scrivere un bel pezzo da prima pagina, e gli consentono di divertirsi un po'. Altrettanto felici dovremmo essere di sentir Berlusconi che replica, con la ben nota levita' di pensiero. "zitto tu che sei stato un abortista". Ricordiamocelo sempre: piu' casino c'e', almeno in politica, e piu' i giornalisti si divertono.

Ma non e' questo il punto vero. Se il compito dei giornalisti e' quello, in un aspro scontro politico che dovra' decidere la leadership del Paese, di spiegare ai lettori chi sono davvero i candidati in corsa, cosa c'e' di meglio della volgarita' autentica, quella generata dall'istinto e dal cuore, per capire chi sono coloro che ci vogliono governare? 

L'accenno alle due mogli di Berlusconi, ci dice su Rutelli molto di piu' delle sue interviste in cui dimostra di voler fare le scarpe a Giuliano Amato senza dirlo apertamente. Ci dice per esempio che abbiamo a che fare con un tipo che non va tanto per il sottile, che e' capace di colpire i punti deboli dell'avversario (abilita'? cinismo? o forse uno scatto d'ira?), un personaggio che non teme i colpi sotto la cintura nella lotta politica (sicurezza? determinazione?).

E Berlusconi? Quanto ci piace il leader di Forza Italia quando strepita contro i comunisti a San Pietro. La sua insistenza su questa stupidaggine e' davvero seducente. Anche qui siamo alla volgarita' politica e questa volgarita' ci spiega molte cose: per esempio che Berlusconi, con i suoi sondaggi in tasca, e' convinto che questa irreale parola d'ordine lo portera' al trionfo (ipocrisia? amore per la propaganda piu' che per la politica?. Se un giornalista chiedesse a Berlusconi: "Ma lei e' sicuro che Rutelli non abbia qualche zio comunista?". Potremmo  probabilmente aspettarci una risposta del tipo: "Con Rutelli non si puo' esser mai sicuri di niente".

Candidati, per decidere chi votare, aspetteremo il vostro colpo piu' volgare, che rivela l'assoluta mancanza di scrupoli, quello basso e in contropiede, che ci dira' quanto siete agili e furbi, quello piu' violento, che ci permetttera' di valutare la vostra determinazione, quello piu' scemo, che ci fara' capire quanto siete intelligenti, quello piu' sottile e insinuante. Chi sopravvivera' a questa nobile gara avra' certo il sistema nervoso giusto per governare l'Italia.

Quanto all'euro in picchiata, parliamone un'altra volta.

Figaro


Ma il Conte d'Almaviva non e' d'accordo

Lunedì, giorno di chiusura della bottega, Figaro deve aver bevuto troppo limoncello. Gliel'ho detto tante volte: l'aroma è accattivante ma ingannevole, e questo liquore dolce non aiuta affatto a digerire. Insomma, capo, come ti è venuto in mente di scrivere quel "La verità è volgare"?

Dici che una campagna elettorale fondata sui problemi veri, e sulle ricette alternative per risolverli, sarebbe non solo soporifera, ma falsa e ingannevole per i lettori. E cosa deve essere, invece, un Carosello? Un "miss Italia" con Fabrizio Frizzi che, prima del verdetto che incoronerà Tania Zamparo, annuncia giulivamente "dopo questo voto nulla sarà come
prima"? (Beninteso, i giulivi siamo noi, perché il buon Frizzi per quattro serate di scemenze ha intascato più di 500 milioni).

Non mi interessa quante mogli abbia avuto Berlusconi e quanto sia cattolico Rutelli, e fatti suoi se si è sposato BarbaraPalombelli. Non mi interessa neppure sapere se Pecoraro Scanio sia o no bisessuale: complimenti per aver avuto il coraggio di gridarlo al mondo, ma io voglio solo giudicarlo per quello che
ha realizzato in politica. Attenzione alla sindrome americana, ai periscopi infilati nella sfera privata dei candidati. Il problema, piuttosto, è di avere dei giornalisti che siano in grado di fare questo "controllo di qualità" e, in campagna elettorale, di produrre le domande giuste, intelligenti, tali persino da spiazzare il candidato. 

Ma non basta che vi siano giornalisti capaci di approfondire
specialisticamente i vari temi della società e dell'economia: è necessario che poi vengano designati loro a far domande ai politici. Nell'Italia del consociativismo mediatico dove, perché si possano produrre solo domande facili e risposte teleguidate, i cronisti politici con simpatie di sinistra
vengono messi a seguire i Ds, mentre quelli moderati o di destra, generalmente, si specializzano su An e dintorni, tutto ciò non è affatto scontato.
Se si deve andare a votare, preferisco annoiarmi un po' per qualche settimana, ma illudermi - se me lo concederanno - di aver fatto una buona scelta. 
Il Conte d'Almaviva 



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