Auguri post-elettorali.
Ora che l’alternanza si è compiuta, auguro a chi ha vinto di
contribuire a modernizzare l’Italia nei servizi, nel fisco, nelle
pensioni, nell’istruzione, nella sanità, nelle infrastrutture, nel
lavoro.
A chi ha perso di chiedersi il perché della sconfitta, assumendosene
la responsabilità – come tra persone adulte-, di liberarsi dell’invidia
sociale verso Berlusconi e soprattutto di avere fiducia nell’intelligenza
delle persone: senza intossicarle di moralismi (non avendone alcun titolo
per lo più), di falsità orrende e ridicole (sulla strage di Capaci) e
dando loro credito, fiducia, rispetto nella più genuina delle tradizioni
liberaldemocratiche.
Auguro all’opposizione di essere grande e nobile. E poi: che venga
avanti una grande sinistra per tentare di vincere la prossima volta.
Media & ricerca della verità.
Esistono almeno tre giornalisti che potrebbero scrivere di quanto sia
stato falso e orrendo affidare in una trasmissione apparentemente satirica
(aggirando l’abominio della par condicio) il messaggio di un Berlusconi
dietro la strage di Capaci: Giuseppe D’Avanzo, Francesco La Licata,
Liana Milella.
Una caratteristica del linguaggio del terrore e del fantasma totalitario
è la falsificazione di un avvenimento: è ciò cui abbiamo assistito, in
una rete pubblica e con la solidarietà di membri del Consiglio di
Amministrazione, del Presidente RAI e di molti coraggiosi esponenti del
vecchio Parlamento.
Qualcuno, a sinistra – qualcuno informato –, potrebbe fornire gli
elementi storici che aiutino i tanti italiani manipolati a non cadere
nella rete del pensiero totalitario?
L’immagine dei leader.
Nel 1994 Berlusconi cercò di imporre uno stile di
comunicazione – attraverso la sua assistente Mity Simonetto –
al mondo della comunicazione.
Un’attenzione minuziosa, spesso ossessiva: ricordo, per esperienza
diretta, la Conferenza ONU del novembre 1994 sul crimine organizzato
transnazionale. Ripercorremmo molte volte e per più giorni, con
responsabili del cerimoniale e della RAI, che avrebbe seguito l’evento-TV,
tutto il percorso interno al Palazzo Reale di Napoli.
Si dovevano definire le angolature di ripresa e soprattutto le
inquadrature del leader (mai alle spalle) nella giornata inaugurale:
quella in cui vengono ricevute le delegazioni estere ed i loro capi
(presidenti, primi ministri, ministri). L’idea che l’immagine del
capo dell’esecutivo appartenesse all’immagine nazionale e andasse
così in qualche modo presidiata – un’idea un poco gollista della
comunicazione istituzionale – suscitava perplessità e rancori nel mondo
dei media.
Forse perché la vittoria elettorale di Berlusconi (nel 1994) non mi
aveva creato né panico, né invidia e neppure disperazione ho trovato
sempre comprensibile quella proposta.
Ma cosa dire delle foto di Francesco Rutelli, "con lo
stampino", che hanno invaso i quotidiani nazionali di maggio come
parte della sua più grande campagna di comunicazione? Per intenderci
quelle con la bandiera in mano? Una sola "mano invisibile" ha
scelto per tutti l’immagine che doveva comunicare la rimonta? Come è
giusto – ed io concordo - nessuno se ne è scandalizzato.
Quiz di tolleranza politica.
Se al posto del ministro Bianco, la sera dello spoglio,
avessimo avuto un ministro di Forza Italia quanti di voi avrebbero gridato
al golpe?
Berlusconi e lo spariglio sul faccia-a-faccia.
Attaccando D’Alema a Gallipoli, l’ultima settimana di
campagna, Berlusconi ha completamente oscurato per tre giorni il
tormentone del richiesto faccia-a-faccia con Rutelli (con annesse 3
domande). Il centro-sinistra buttandosi a pesce nella polemica ha
regalato il respiro e la distrazione che Berlusconi in quel momento
cercava.
Consigli per non perdere ancora.
Evitare testimonial che – concluso appena un contratto miliardario
– parlino di anni difficili per l’Italia (Fabio Fazio il
pippicalzelunghe della sinistra). Evitare bellone-bonone cariche di soldi,
egoiste come il più incallito dei liberisti, che rammentino la loro
povera e melanconica infanzia (Ferilli-Parietti) soltanto per
rimuovere l’invidia sociale del loro ambiente. Evitare di insultare le
persone semplici se non la pensano come noi (Zanicchi).
Evitare di apparire troppo ricchi, saccenti e intelligenti e semmai
chiedersi come mai la povera gente vota Berlusconi. Che è poi la
cosa più straordinaria su cui interrogarsi ed a cui tentare di dare una
risposta. Avevo modestamente suggerito una riflessione del genere qualche
mese fa.
Domanda per Nanni Moretti (che non sa che Rifondazione non si è
presentata alla Camera).
Ma se Rifondazione avesse appoggiato Rutelli, quanti voti avrebbe perso
il centro del centro-sinistra?
Domanda conclusiva.
Visto che con Eco, Luttazzi, Santoro, Fabio Fazio, Ferilli, Moretti,
etc. si perde lo stesso. Visto che ognuno di questi pretende oltretutto di
capirci qualcosa e (senza offesa) è in genere poco informato e fa
soltanto confusione (metà campagna elettorale l’hanno fatta Luttazzi e
Santoro) perché non la smettiamo di offrire loro un palcoscenico per il
quale non hanno titolo alcuno? Scrivano delle lettere al direttore, come
ogni cittadino-elettore.
Antonio Bettanini