Press Kit
di Antonio Bettanini

 Antonio Bettanini e' un esperto "uomo comunicazione". Incorreggibile genovese, oggi Bettanini cura la comunicazione aziendale della Piaggio Aereo Industries e insegna teoria e tecnica della comunicazione. Gli abbiamo chiesto, nel nostro spazio riservato al mondo degli uffici stampa, di spedirci qualche notarella in libertà. Tonino ha gentilmente accettato e il Barbiere lo ringrazia.

24 Maggio 2001 - Che Santoro scriva lettere al direttore

Auguri post-elettorali.
Ora che l’alternanza si è compiuta, auguro a chi ha vinto di contribuire a modernizzare l’Italia nei servizi, nel fisco, nelle pensioni, nell’istruzione, nella sanità, nelle infrastrutture, nel lavoro.

A chi ha perso di chiedersi il perché della sconfitta, assumendosene la responsabilità – come tra persone adulte-, di liberarsi dell’invidia sociale verso Berlusconi e soprattutto di avere fiducia nell’intelligenza delle persone: senza intossicarle di moralismi (non avendone alcun titolo per lo più), di falsità orrende e ridicole (sulla strage di Capaci) e dando loro credito, fiducia, rispetto nella più genuina delle tradizioni liberaldemocratiche.

Auguro all’opposizione di essere grande e nobile. E poi: che venga avanti una grande sinistra per tentare di vincere la prossima volta.


Media & ricerca della verità.
Esistono almeno tre giornalisti che potrebbero scrivere di quanto sia stato falso e orrendo affidare in una trasmissione apparentemente satirica (aggirando l’abominio della par condicio) il messaggio di un Berlusconi dietro la strage di Capaci: Giuseppe D’Avanzo, Francesco La Licata, Liana Milella.

Una caratteristica del linguaggio del terrore e del fantasma totalitario è la falsificazione di un avvenimento: è ciò cui abbiamo assistito, in una rete pubblica e con la solidarietà di membri del Consiglio di Amministrazione, del Presidente RAI e di molti coraggiosi esponenti del vecchio Parlamento.
Qualcuno, a sinistra – qualcuno informato –, potrebbe fornire gli elementi storici che aiutino i tanti italiani manipolati a non cadere nella rete del pensiero totalitario?


L’immagine dei leader.
Nel 1994 Berlusconi cercò di imporre uno stile di comunicazione – attraverso la sua assistente Mity Simonetto – al mondo della comunicazione.

Un’attenzione minuziosa, spesso ossessiva: ricordo, per esperienza diretta, la Conferenza ONU del novembre 1994 sul crimine organizzato transnazionale. Ripercorremmo molte volte e per più giorni, con responsabili del cerimoniale e della RAI, che avrebbe seguito l’evento-TV, tutto il percorso interno al Palazzo Reale di Napoli.

Si dovevano definire le angolature di ripresa e soprattutto le inquadrature del leader (mai alle spalle) nella giornata inaugurale: quella in cui vengono ricevute le delegazioni estere ed i loro capi (presidenti, primi ministri, ministri). L’idea che l’immagine del capo dell’esecutivo appartenesse all’immagine nazionale e andasse così in qualche modo presidiata – un’idea un poco gollista della comunicazione istituzionale – suscitava perplessità e rancori nel mondo dei media.

Forse perché la vittoria elettorale di Berlusconi (nel 1994) non mi aveva creato né panico, né invidia e neppure disperazione ho trovato sempre comprensibile quella proposta.

Ma cosa dire delle foto di Francesco Rutelli, "con lo stampino", che hanno invaso i quotidiani nazionali di maggio come parte della sua più grande campagna di comunicazione? Per intenderci quelle con la bandiera in mano? Una sola "mano invisibile" ha scelto per tutti l’immagine che doveva comunicare la rimonta? Come è giusto – ed io concordo - nessuno se ne è scandalizzato.


Quiz di tolleranza politica.
Se al posto del ministro Bianco, la sera dello spoglio, avessimo avuto un ministro di Forza Italia quanti di voi avrebbero gridato al golpe?


Berlusconi e lo spariglio sul faccia-a-faccia.
Attaccando D’Alema a Gallipoli, l’ultima settimana di campagna, Berlusconi ha completamente oscurato per tre giorni il tormentone del richiesto faccia-a-faccia con Rutelli (con annesse 3 domande). Il centro-sinistra buttandosi a pesce nella polemica ha regalato il respiro e la distrazione che Berlusconi in quel momento cercava.


Consigli per non perdere ancora.
Evitare testimonial che – concluso appena un contratto miliardarioparlino di anni difficili per l’Italia (Fabio Fazio il pippicalzelunghe della sinistra). Evitare bellone-bonone cariche di soldi, egoiste come il più incallito dei liberisti, che rammentino la loro povera e melanconica infanzia (Ferilli-Parietti) soltanto per rimuovere l’invidia sociale del loro ambiente. Evitare di insultare le persone semplici se non la pensano come noi (Zanicchi).

Evitare di apparire troppo ricchi, saccenti e intelligenti e semmai chiedersi come mai la povera gente vota Berlusconi. Che è poi la cosa più straordinaria su cui interrogarsi ed a cui tentare di dare una risposta. Avevo modestamente suggerito una riflessione del genere qualche mese fa.


Domanda per Nanni Moretti (che non sa che Rifondazione non si è presentata alla Camera).

Ma se Rifondazione avesse appoggiato Rutelli, quanti voti avrebbe perso il centro del centro-sinistra?


Domanda conclusiva.
Visto che con Eco, Luttazzi, Santoro, Fabio Fazio, Ferilli, Moretti, etc. si perde lo stesso. Visto che ognuno di questi pretende oltretutto di capirci qualcosa e (senza offesa) è in genere poco informato e fa soltanto confusione (metà campagna elettorale l’hanno fatta Luttazzi e Santoro) perché non la smettiamo di offrire loro un palcoscenico per il quale non hanno titolo alcuno? Scrivano delle lettere al direttore, come ogni cittadino-elettore.

Antonio Bettanini


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