Mi manda Picone

Questa e' un'occasione troppo ghiotta perche' il Barbiere se la lasci sfuggire. Ci scrive un giovanotto, un certo e non meglio identificato Dag, per spiegare che lui, privo di raccomandazioni, non e' riuscito a essere ammesso in una scuola di giornalismo. Altri ragazzi, giovani praticanti o professionisti gli rispondono senza andar tanto per il sottile. Il Barbiere, un po' rimbambito per l'eta', non afferra subito l'importanza del tema e cosi' inserisce le lettere nella solita rubrica Diritto di replica. Per fortuna che il Conte d'Almaviva e' piu' sveglio. "Figaro", mi dice, "ma non vedi che qui c'e' materia da far sbudellare una generazione di giornalisti? Poffarbacco, e' proprio vero. Ecco uno spazio tutto per voi, ragazzi. E' vero che nelle scuole di giornalismo si entra solo se ti manda Picone? Coraggio, sotto a chi tocca.
27 MAGGIO 2000 - PAOLO FRAJESE
MI PERMETTETE DI FARE UN DISCORSO DA VECCHIO GIORNALISTA CHE PERÒ NEL 1960 AVEVA LE STESSE VOGLIE, ANSIE, SPERANZE, DELUSIONI CHE TANTI DI VOI HANNO OGGI? IO NON HO FATTO SCUOLE DI GIORNALISMO, HO FATTO IL "VOLONTARIO" TRA IL '61 E IL '64, E IL MIO LIMITE È DI NON CREDERE CHE LE SCUOLE DI GIORNALISMO SERVANO MOLTO AI GIOVANI CHE HANNO OGGI LA STESSA PRESUNZIONE CHE AVEVO IO ALLORA. IL NOSTRO È UN MESTIERE ARTIGIANALE CHE SI IMPARA A BOTTEGA: "RUBANDO CON LI OCCHI", COME DICEVANO I VECCHI ARTIGIANI, IL GUAIO MAGARI È CHE CI SIA POCO DA RUBARE......MA IL NON CREDERE NELLE SCUOLE DI GIORNALISMO È UN LIMITE "ANAGRAFICO", COME PROBABILMENTE LO È IL NON CREDERE CHE SIA IMPORTANTE UNA LAUREA CON 110 E LODE (FORSE PERCHÉ IO NON CE L'HO, LA LAUREA?).
INTERNET: TEMO CHE LA NOSTRA CORPORAZIONE LO STIA DEMONIZZANDO, NEL SENSO CHE È GIUSTO PRETENDERE CHE SIANO A TUTTI GLI EFFETTI GIORNALISTI QUELLI CHE SU INTERNET FANNO GIORNALISMO, MA NON QUELLI CHE DANNO GLI ORARI DEL CINEMA E DEL TRENO. TEMO CHE CI SIA LA TENDENZA A PROTEGGERE TUTTI, CON IL RISULTATO DI NON PROTEGGERE NESSUNO. MENTRE SAREBBE BELLO "INVENTARE" UN GIORNALISMO COMPLETAMENTE NUOVO: NON L'ARTICOLO O I SERVIZI RADIO E TV TRASPORTATI SU INTERNET, MA QUALCOSA DI DIVERSO. CHE COSA NON LO SO: MA IO SONO UN VECCHIO GIORNALISTA, SAREI FELICE CHE QUALCHE GIOVANE ME LO INSEGNASSE. SALUTI E AUGURI.
PAOLO FRAJESE


27 MAGGIO - VERA PAGGI
FINALMENTE AVETE INFILATO IL DITO NELLA PIAGA! CARI GIOVANI NEO O FUTURI COLLEGHI GIORNALISTI. SONO CONTENTA CHE DAQ ABBIA LANCIATO IL SASSO IN UNO STAGNO ASSOLUTAMENTE MELMOSO. NON FRAINTENDETEMI. ANCH'IO, CHE LA SCUOLA DI GIORNALISMO NON L'HO FATTA E HO SEGUITO UN ALTRO PERCORSO PER DIVENTARE PROFESSIONISTA (QUELLA CHE UNA VOLTA SI CHIAMAVA LA GAVETTA) SONO CONVINTA CHE LA RACCOMANDAZIONE ESISTE, IN LINEA GENERALE, E CHE SIA UN "MALE" TUTTO ITALIANO. MA SONO ANCHE CONVINTA CHE CHI ENTRA NELLE SCUOLE DI GIORNALISMO SIA GIUDICATO PER QUEL CHE E' E NON PER CHI LO MANDA. CHE QUESTA SIA LA REGOLA LO CONFERMANO LE TANTE LETTERE CHE AVETE MANDATO A QUESTO SITO, MA CHE LE "ECCEZIONI" DI CUI PARLA DAQ, ESISTANO E CONFERMINO TUTTAVIA LA REGOLA, SAREBBE DA BUONISTI DELL'ULTIMA ORA FAR FINTA DI NON AVERLE SENTITE. QUALCUNO, QUALCHE SCAPPATOIA PER AVERE PIU' VANTAGGI DI ALTRI, L'AVRA' ANCHE TROVATA. MA E' QUI IL PROBLEMA? VORREI CHE PROPRIO I GIOVANI E NON SOLO LORO, MA SOPRATTUTTO LA NOSTRA CATEGORIA, RIPRENDESSE A FARE QUELLA RIFLESSIONE CHE ABBIAMO LASCIATO AI TEMPI DEL REFERENDUM SULL'ABILIZIONE DELLORDINE DEI GIORNALISTI. E CIOE':  QUALE FORMAZIONE VADA PROGRAMMATA PER CHI VUOLE ACCEDERE A QUESTA PROFESSIONE, QUALI PERCORSI DEVE SEGUIRE IL PRATICANTATO. OGGI E' CAMBIATO TUTTO, TANTO IN FRETTA, CHE SIAMO QUI ALLA SCRIVANIA A DIFENDERE COI DENTI UN MESTIERE CHE UNA VOLTA COMINCIAVA NELLE REDAZIONI E CHE OGGI LE REDAZIONI NON LE SFIORA NEMMENO PIU'. MOLTI STANNO FUORI, HANNO IMPARATO IL MESTIERE BUTTANDOSI A CAPOFITTO, SENZA RETE E SENZA TUTELE, SPESSO, PURTROPPO, SENZA NEMMENO QUALCUNO, COME L'ORDINE, CAPACE DI ESSERE DAVVERO IL TUTOR DI CHI A QUESTA PROFESSIONE VUOLE ACCEDERE. LA LEGGE DEL '63 NON SOLO FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI, MA RISCHIA DI ESSERE PER LA SUA ATTUALE DEROGABILITA' PRATICATA DA MOLTI ORDINI REGIONALI, UNA LEGGE CHE DISCRIMINA QUEI GIOVANI CHE VIVONO IN REALTA' REGIONALI LONTANTE DALLA CONCENTRAZIONE DELLE GRANDI AZIENDE EDITORIALI, E DOVE DIVENTARE PROFESSIONISTI E' QUASI IMPOSSIBILE. HA RAGIONE LA RABBIA DI DAQ, ESPULSI SENZA NEANCHE AVERE COMINCIATO, SENZA PASSARE NEMMENO DA UN MINIMO ESAME, DIVERSO DA QUELLO DELLA LETTURA DI U  CURRICULUM. SE DAQ VIVESSE A MILANO, FORSE AVREBBE UN PROBLEMA IN MENO. QUI SI PUO' COLLABORARE SENZA BISOGNO DI ESSERE ISCRITTI ALL'ALBO PROFESIONALE, PERCHE' IL LAVORO NON MANCA, FUORI DALLE REDAZIONI. GLI EDITORI HANNO FAME DI IDEE A BASSO PREZZO E SENZA REGOLE. BASTA COMINCIARE. DOPO DUE ANNI E UN REDDITO NON DA FAME, SI PUO' FARE LA RICHIESTA DI ISCRIZIONE AL REGISTRO PRATICANTI. STO SEMPLIFICANDO UN PO', FORSE NON TROPPO. CHE QUESTO GARANTISCA DI TROVARE SUL MERCATO, PROFESSIONISTI CAPACI NON E' CERTO ASSODATO, MA CHE FORSE DAG SAREBBE STATO IL MIGLIORE FRA I CRONISTI, QUESTO INVECE POTREBBE ESSERE POSSIBILE. PERO' ALLA SCUOLA NON E' STATO AMMESSO. ALLORA E' DAVVERO IL MOMENTO DI DIRE CHE IL NUMERO CHIUSO, CONCEPITO COME LO E' STATO FINORA, IN VIRTU' DI UNA LEGGE CHE ANCORA OGGI LASCEREBBE SOLO AGLI EDITORI O SOLO ALLE SCUOLE RICONOSCIUTE IL DIRITTO DI SFORNARE GIORNALISTI, VA RIPENSATO. L'ALTA SCOLARIZZAZIONE E UN PERCORSO DEDICATO COME UNA LAUREA BREVE E CONCORSI PER ACCEDERE A STAGE PROFESSIONALI CHE POSSONO CONSENTIRE L'ACCESSO ALL'ESAME DI STATO POTREBBERO DIVENTARE UN PERCORSO ACCESSIBILE A TUTTI. SI ESCE DAL LICEO, SI FA LA LAUREA BREVE, SI SUPERA IL DIPLOMA, SI CONCORRE PER ENTRARE NELLE AZIENDE A STAGE DAVVERO FORMATIVI E NON IL VEICOLO DI LAVORO NERO SOTTOPAGATO E POI L'ESAME. PERCHE' NO? MA L'ORDINE E' FERMO. DA ANNI SI DISCUTE PER UNA RIFORMA DELLA LEGGE PROFESSIONALE, CHE DOPO ANNI DI DISCUSSIONE, APPUNTO, E' DI NUOVO GIA' VECCHIA. LA MAGGIORANZA CHE GUIDA L'ORDINE NAZIONALE DEI GIORNALISTI, LA RIFORMA NON LA VUOLE. CHI C'E', C'E'; CHI NON C'E' S'ARRANGI. LA RETE HA ROTTO GLI ARGINI DELL'INFORMAZIONE TRADIZIONALE, ANCHE NEI QUOTIDIANI, COME GIA' DA TEMPO AVVIENE NEI PERIODICI, NELLA STAMPA SPECIALIZZATA O DI SETTORE, NELLE RADIO E NELLE TIVU' E NON SOLO LOCALI, MIGLIAIA DI COLLABORATORI, GIOVANI E MENO GIOVANI PRODUCONO OGNI GIORNO INFORMAZIONE. VOGLIAMO PENSARE ALLA LORO, ALLA NOSTRA, FORMAZIONE? VOGLIAMO RIPENSARE QUESTA PROFESSIONE CHE E' GIA' CAMBIATA E TROVARE GLI STRUMENTI ADEGUATI PER FORMARE PROFESSIONISTI CAPACI DI STARE DENTRO, MA ANCHE FUORI DALLE REDAZIONI? IL MERCATO E' GIA' "LIBERO", MA E' ANCHE GIA' PERICOLOSAMENTE POVERO DI QUELLA CULTURA DELL'INFORMAZIONE NECESSARIA A FARE DI UN PROFESSIONISTA DELL'INFORMAZIONE UN BRAVO GIORNALISTA. ALLORA, INSISTO, LE SCUOLE DI GIORNALISMO SONO UN MOMENTO ALTO DI FORMAZIONE, MA LA RICHIESTA DI FORMAZIONE E' MOLTO PIU' AMPIA E' ORA DI TENERNE CONTO. NELL'INTERESSE DEI GIOVANI CHE VOGLIONO ACCEDERE A QUESTA PROFESSIONE, NELL'INTERESSE DEI CITTADINI-LETTORI CHE HANNO IL DIRITTO A UN'INFORMAZIONE QUALIFICATA.
VERA PAGGI


27 MAGGIO 2000 - MARIA FRANCESCA GIACINTI
A QUANTO PARE LE DELUSIONI E LA FRUSTRAZIONE FANNO BRUTTI SCHERZI: NON È IL CASO, DAG, DI PRENDERSELA TANTO PER LA "SCONFITTA" DI NON ESSERE STATO AMMESSO A UNA SCUOLA DI GIORNALISMO. TANTOMENO È IL CASO DI GETTARE DISCREDITO E FIELE SU UN ISTITUTO, QUELLO DI URBINO, CHE È LARGAMENTE STIMATO TANTO DA CHI "FA" I GIORNALI QUANTO DA CHI VORREBBE ENTRARCI. LO DICO A RAGION VEDUTA PERCHÉ, A DIFFERENZA DI TE, L'HO FREQUENTATO E HO AVUTO MODO DI CONSTATARE CHE NESSUNO DEI MIEI COLLEGHI AVEVA AVUTO IL CLASSICO CALCIO PER ENTRARE. NATURALMENTE LO STESSO VALE PER ME. COME GIÀ QUALCUNO TI HA FATTO NOTARE, LA RACCOMANDAZIONE SAREBBE STATO PIÙ INTELLIGENMTE USARLA PER ENTRARE SUBITO IN REDAZIONE, NON IN UNA SCUOLA POST-LAUREA CHE TI FORMA, SÌ, MA TI IMPONE ANCHE DEI SACRIFICI NON INDIFFERENTI PER DUE ANNI. QUANTO AL SITO INTERNET, LO ABBIAMO E COME: LO ABBIAMO CREATO NOI E SE VUOI PUOI FARCI UN GIRETTO: WWW.UNIURB.IT/GIORNALISMO IN BOCCA AL LUPO PER LA TUA PROFESSIONE.
MARIA FRANCESCA GIACINTI


27 MAGGIO 2000 - FRANCESCA CAFERRI
PER PRIMA COSA MI PRESENTO. SALVE A TUTTI, FRANCESCA CAFERRI, 28 ANNI GIORNALISTA PROFESSIONISTA DA DUE, PRATICANTATO PRESSO LIFG DI URBINO, RACCOMANDAZIONI NESSUNA.
QUESTO TANTO PER CHIARIRE CHE SECONDO ME, AL CONTRARIO DI QUANTO PENSANO LUIGI DI ROMA E IL DAG, QUANDO SI VUOLE PARLARE CON QUALCUNO O DISCUTERE, SOPRATTUTTO DI TEMI DELICATI, È BUONA NORMA FARE IL PROPRIO NOME E COGNOME.
CARO DAG, SONO SPIACENTE CHE TU NON SIA ARRIVATO ALLE SELEZIONI DI URBINO. SCUSA, MA LUNA SPIEGAZIONE CHE MI VIENE IN MENTE È CHE SULLA CARTA CI FOSSE GENTE PIÙ QUALIFICATA DI TE AD ESSERE AMMESSA: COMUNQUE, PER ESSERNE SICURO AVRESTI POTUTO CHIEDERE ALLA SEGRETERIA GLI ATTI DEL CONCORSO. SONO PUBBLICI. CI SAREBBERO ALTRE PRECISAZIONI DA FARTE, MA LO HA GIÀ FATTO ANTONIO SCIOTTO, QUINDI IO NON MI DILUNGO.
DICI CHE DALLIFG DI URBINO NON SI È DEGNATO DI RISPONDERTI. CREDO CHE SIA UNA SCELTA EDITORIALE SE LA VUOI CHIAMARE COSÌ: DIFFICILMENTE I GIORNALI RISPONDONO ALLE LETTERE ANONIME. SFIDI A DIMOSTRARE CHE NELLE SCUOLE ENTRI QUALCUNO NON RACCOMANDATO: TI SFIDIAMO NOI A DIMOSTRARE IL CONTRARIO. LO FACCIAMO CON NOME E COGNOME, CON CURRICULUM IN RETE, CON LA MASSIMA DISPONIBILITÀ A LASCIARTI INDAGARE NELLE NOSTRE CARRIERE E NELLE NOSTRE STORIE. COSA CHE TU, DIETRO AL TUO ANONIMATO, NON CI CONSENTI DI FARE.
ORA IL MIO PARERE SULLE SCUOLE: LE SCUOLE NON SONO TUTTE UGUALI, E QUESTO POCHI LO SANNO. LO SA CHI SI PRENDE IL DISTURBO DI GUARDARE DIETRO IL NOME. PERSONALMENTE POSSO DIRTI CHE SE NON AVESSI FATTO UNA SCUOLA, PROBABILMENTE NON SAREI ARRIVATA DA NESSUNA PARTE, VISTO CHE DI PICONE DIETRO LE SPALLE NON NE HO. E TI RILANCIO LA DOMANDA DI CARLO FARICCIOTTI: SE FOSSIMO STATI RACCOMANDATI PERCHÉ CI SAREMMO PRESI LA PENA DI PASSARE DUE ANNI A SCUOLA, PAGANDO UNA RETTA, SENZA GUADAGNARE E IN PIÙ IN UN LUOGO CHE TI ASSICURO NON È IL MASSIMO DELLA VITA? FORSE AVEVAMO SOLO VOGLIA CHE QUALCUNO CI DESSE UNA POSSIBILITÀ: LA SCUOLA CE LHA DATA E LA DARÀ AD ALTRE PERSONE: QUINDI, MARCO 73, PROVACILA POSSIBILITÀ CÈ PER TUTTI.
QUESTO È UN DISCORSO SU URBINO, MA POSSO ASSICURARTI CHE CONOSCO PERSONE PROVENIENTI DA MILANO E DA PERUGIA PER CUI VALE IL MEDESIMO DISCORSO. CIÒ NON SIGNIFICA CHE NELLE SCUOLE NON CI SIANO RACCOMANDATI: CE NE SARANNO PURE, MA IO NEI MIEI DUE ANNI DI URBINO NON LI HO INCONTRATI. CI CHIAMANO POLLI DA BATTERIA O GIORNALISTI DA SCUOLA: FORSE LO SIAMO. MA IL NOSTRO LAVORO LO SAPPIAMO FARE E ANCHE BENE: LO DIMOSTRANO I RISULTATI. CI MANCA LA FORMAZIONE DI STRADA: VERO, FORSE, MA GLI STAGE CERCANO DI DARCELA. E SE QUALCUNO HA UNIDEA MIGLIORE DELLE SCUOLE PER FAR POSTO NEL MONDO DEL GIORNALISMO A CHI NON HA RACCOMANDAZIONI CE LA PRESENTI. SAREMMO TUTTI MOLTI LIETI DI DISCUTERLA.
FRANCESCA CAFERRI


21 MAGGIO 2000 - DAG
FINALMENTE UNO STRUMENTO A DISPOSIZIONE DI CHI DA TEMPO VORREBBE DENUNZIARE TALUNE COSE. DA TEMPO MI CHIEDO A CHE SERVONO LE SCUOLE DI GIORNALISMO SE SONO A NUMERO CHIUSO DI CHI HA LA CLASSICA RACCOMANDAZIONE. IL MIO È UN CASO EMBLEMATICO. ANNI FA DECISI DI MANDARE LA DOMANDA DI PARTECIPAZIONE ALLA SCUOLA DI URBINO. DOMANDA DETTAGLIATA, CORREDATA DI CURRICULUM. SCARTATO!!!! NON MI HANNO NEANCHE FATTO FARE GLI ESAMI, NON RIENTRAVO FRA I PRIMI 100. I TITOLI MI AVEVANO FREGATO NONOSTANTE AVESSI UNA LAUREA, UNA TESSERA DA PUBBLICISTA, UN ATTESTATO DI CONOSCENZA DI LINGUA INGLESE RILASCIATO A LONDRA, LA DIREZIONE DI UNA EMITTENTE TELEVISIVA PRIVATA, DI UN PERIODICO SPORTIVO, LA BUONA CONOSCENZA DEI COMPUTER, UNA ESPERIENZA PLURIENNALE E COSÌ VIA. SAPETE COSA MI HA FATTO ANDARE IN BESTIA? DOPO DUE ANNI, AL GIORNALE COL QUALE CORRISPONDO ARRIVA UNA STAGISTA, CHE SCOPRO GIUNGERE DALLA SCUOLA DI URBINO E PER DI PIÙ SENZA UNO STRACCIO DI LAUREA. MORALE DELLA FAVOLA, IO SONO UN DISOCCUPATO CHE STA CERCANDO DI DIVENTARE PROFESSIONISTA. LEI OGGI LAVORA A TEMPO PIENO. EVVIVA L'ITALIA
DAG
22 MAGGIO 2000 - FRANCESCA

CARO DAG, MI DISPIACE CHE TU NON ABBIA PASSATO LE SELEZIONI PER L'IFG DI URBINO. DAVVERO. MA IO HO SUPERATO QUELLE PER L'IFG DI MILANO, X BIENNIO, SENZA UNO STRACCIO DI RACCOMANDAZIONE. NESSUN PARENTE O AMICO GIORNALISTA, NESSUN POTENTE IN FAMIGLIA (E TI SFIDO A PROVARE IL CONTRARIO). COME ME, MOLTI MIEI COLLEGHI. FORSE NON TUTTI, MA LA MAGGIOR PARTE. E COMUNQUE I "RACCOMANDATI" DELL'IFG DI MILANO (PARLO DELLE COSE CHE CONOSCO) SONO CERTAMENTE MENO DI QUELLI CHE ARRIVANO DIRETTAMENTE NEI GIORNALI, SENZA FREQUENTARE SCUOLE DI GIORNALISMO, E CON PRATICANTATO STRAPAGATO. EVITA LE GENERALIZZAZIONI E INFORMATI SULLA NOSTRA GAVETTA (DURANTE E DOPO LA SCUOLA). CORDIALMENTE,
FRANCESCA
22 MAGGIO 2000 - ANTONIO SCIOTTO

CARO DAG, MI CHIAMO ANTONIO SCIOTTO E SONO UN GIORNALISTA PRATICANTE DELLA SCUOLA DI URBINO. MI DISPIACE CHE TU NON ABBIA INDICATO NOME E COGNOME, IO LO FACCIO PERCHÉ PENSO DI NON AVERE NESSUNA MACCHIA NEL MIO CURRICULUM. MI RIFERISCO ALLA TUA ACCUSA ALLA NOSTRA SCUOLA, L'IFG DI
URBINO. SECONDO TE TUTTI NOI (O LA MAGGIOR PARTE DI NOI) SAREMMO RACCOMANDATI, AMMESSI ALLA SCUOLA SENZA ALCUN TITOLO O QUASI. DICI ANCHE DI AVER INCONTRATO IN UNA IMPRECISATA REDAZIONE, IN UN ALTRETTANTO IMPRECISATO PERIODO, UNA STAGISTA DELL'IFG DI URBINO SENZA LAUREA. TI DICO SUBITO CHE DA SEI ANNI A QUESTA PARTE, PUR ESSENDO APERTO IL BANDO ANCHE AI DIPLOMATI, LA
SCUOLA HA SELEZIONATO SOLO LAUREATI. SOLO NEI PRIMI DUE BIENNI ('90-'92 E '92-'94) SONO ENTRATI DEI DIPLOMATI: SE SONO PASSATI ALLE SELEZIONI, EVIDENTEMENTE ERANO MOLTO BRAVI.

COME MAI LO PENSO? PER IL SEMPLICE FATTO CHE NOI SIAMO ENTRATI DOPO UNA DURA SELEZIONE (I CONCORRENTI ERANO OLTRE 400), SIAMO TUTTI LAUREATI, CONOSCIAMO UNA O PIÙ LINGUE STRANIERE, CE LA CAVIAMO CON LE MODERNE TECNOLOGIE MULTIMEDIALI. E NESSUNO DI NOI HA AVUTO UNA RACCOMANDAZIONE.
CERTO, POCHI RACCOMANDATI AMMETTONO DI ESSERLO, MA TI ASSICURO CHE NESSUNO
QUI HA PARENTI IMPORTANTI. POTRESTI GUARDARE I NOSTRI NOMI SUL SITO DELLA SCUOLA (WWW.UNIURB.IT/GIORNALISMO) E INDAGARE SU NOSTRI EVENTUALI LEGAMI NELLE ALTE SFERE, SE TI VA. NON POSSO PRODURTI CERTIFICATI, MA SE SEI UN BRAVO GIORNALISTA CI POTRESTI RIUSCIRE CON FACILITÀ. INOLTRE BISOGNA SEMPRE FIRMARE I PROPRI "PEZZI", SOPRATTUTTO QUELLI PIÙ SCOMODI. E CITARE DATE E NOMI, QUANDO SI FA UN'ACCUSA. TUTTE COSE CHE TU NON HAI FATTO, E MAGARI IO MI STO DANDO TANTA PENA PER RISPONDERE SOLTANTO A UN MATTACCHIONE.
IL LETTORE PRIMA DI TUTTO HA DIRITTO AD AVERE UN RAPPORTO DI MASSIMA TRASPARENZA COL GIORNALISTA. E' QUESTA LA LEZIONE PIÙ IMPORTANTE CHE HO IMPARATO NEI MIEI DUE ANNI DI SCUOLA: OFFRIRE UN SERVIZIO ONESTO AL PUBBLICO, NON ESSERE SERVILE RISPETTO AL POTERE.

MA QUANDO SONO ARRIVATO AVEVO GIÀ UNA COSCIENZA CIVILE, E FORSE ANCHE PER QUESTO SONO PIACIUTO A CHI MI HA SELEZIONATO. E LO STESSO MI SENTO DI DIRE PER I MIEI COLLEGHI. CI SONO TANTI MANEGGIONI NELLA NOSTRA PROFESSIONE ED È A CAUSA LORO CHE LA GENTE, PUR AMMIRANDOCI PER IL LAVORO CHE FACCIAMO, RITENUTO DI PRESTIGIO, MOLTO SPESSO DIFFIDA DI NOI. IO STO CONCLUDENDO PROPRIO IN QUESTI GIORNI IL MIO BIENNIO E ADESSO MI ASPETTANO 5 MESI DI STAGE A ROMA. UN'OCCASIONE, CERTO, CHE FORSE ALTRI NON HANNO. MA TI ASSICURO CHE ME LA SONO SUDATA: SE NON MI DARÒ DA FARE, DOPO RESTERÒ A PIEDI, NON AVENDO SPINTE DI NESSUN TIPO.MI PIACE TROPPO ESSERE LIBERO, È PER QUESTO CHE HO SCELTO QUESTO MESTIERE, ANCHE SE SO CHE È DURA RESISTERE SENZA PIEGARE LA TESTA. E VISTO CHE SIAMO SULLA STESSA BARCA TI FACCIO I MIEI MIGLIORI AUGURI PER IL TUO FUTURO. CHI HA FORZA ED ENTUSIASMO NON PUÒ FALLIRE.
ANTONIO SCIOTTO 


23 MAGGIO 2000 - CARLO FARICCIOTTI
CARO DAG, CHIUNQUE TU SIA. IL FATTO CHE TU NON SIA STATO AMMESSO ALL'IFG DI URBINO (COME? SEI STATO BOCCIATO ALLE SELEZIONI? ERA FUORI DAI LIMITI D'ETA'? LE TUE SPIEGAZIONI SONO QUANTOMENO LACUNOSE) E NON TI AUTORIZZANO A BOLLARE TUTTI GLI 'SCOLASTICI' COME RACCOMANDATI O PEGGIO. IO SONO ENTRATO NELL'IFG DI MILANO (X BIENNIO) PER MERITO, NON PER RACCOMANDAZIONE: SE AVESSI AVUTO UNA RACCOMANDAZIONE MI SAREI GUARDATO BENE DALLO SCIROPPARMI DUE ANNI DI SCUOLA... SAREI ENTRATO DIRETTAMENTE IN UN GIORNALE! SIAMO STATI POLLI DI BATTERIA, GIORNALISTI D'ACCADEMIA? PU~ ESSERE, MA I RISULTATI PROFESSIONALI CHE MOLTI DEI MIEI COLLEGHI HANNO COLTO (E NON PARLO DI TUTTI GLI ALTRI ALLIEVI DELL'IFG DEGLI ALTRI BIENNI) STANNO A DIMOSTRARE CHE COMUNQUE IL TALENTO C'ERA. INFORMARSI PRIMA DI PARLARE: UNA REGOLA CHE INSEGNANO SOLO NELLE SCUOLE DI GIORNALISMO?
CARLO FARICCIOTTI - MILANO
23 MAGGIO 2000 - LUIGI - ROMA

CARO BARBIERE, VORREI AGGIUNGERE QUALCHE SPUNTO AL DIBATTITO SULLE SCUOLE DI GIORNALISMO, MA ESULANDO DAI CASI PERSONALI, CHÉ NON MI SEMBRA ELEGANTE, E SENZA FARE NOMI E COGNOMI, CHÉ QUESTO È UN DIBATTITO E NON UNA RESA DEI CONTI, NÉ UNA GUERRA TRA POVERI (CAPITO, DAG E ANTONIO SCIOTTO?). PROVENGO ANCH'IO DA UNA SCUOLA, O MEGLIO DA UN CORSO DI LAUREA RECENTEMENTE RICONOSCIUTO COME SOSTITUTIVO DEL PRATICANTATO, ANCHE SE IL MIO PRATICANTATO ERA STATO GIÀ RICONOSCIUTO D'UFFICIO; HO SVOLTO 4 STAGE, HO CONOSCIUTO TANTI COLLEGHI GIOVANI, PENSO DI POTER DIRE LA MIA INSOMMA.
VEDIAMO SE QUALCUNO CONDIVIDE QUESTE NOTERELLE SINCERE:
1. SE È VERO CHE NON TUTTI GLI ALLIEVI SONO RACCOMANDATI, È ALTRETTANTO VERO CHE ALCUNI LO SONO, E CHE ESSERLO NON GUASTA: È POSSIBILE LUCRARE UN OCCHIO DI RIGUARDO DURANTE GLI STUDI, UN MIGLIOR TRATTAMENTO NELL'ASSEGNAZIONE DEGLI STAGE, QUALCHE OPPORTUNITÀ IN PIÙ PER LAVORARE A TEMPO PIENO O COLLABORARE DOPO L'ESAME DI ABILITAZIONE PROFESSIONALE;
2. HO NOTATO SPESSO NEI RAGAZZI PROVENIENTI DALLE SCUOLE UN SENSO DI PADRETERNISMO, DI SUPERIORITÀ, COME SE TUTTO FOSSE LORO DOVUTO...SARÒ TERRIBILMENTE SFORTUNATO, MA AZZARDO UGUALMENTE: NON SARÀ CHE VIENE INSTILLATO LORO ANCHE UN MALSANO SENSO DI COMPETIZIONE?
3. IN ALCUNE SCUOLE LA FIGURA DEL TUTOR, MUTUATA - E STRAVOLTA - DALL'ORDINAMENTO ANGLOSASSONE, FINISCE PER ASSOMIGLIARE A QUELLA DI UN SANTONE CHE PUÒ DECRETARE CON LA SUA "POTENZA" L'INIZIO CARRIERA DI UN GIOVANE PIUTTOSTO CHE DI UN ALTRO, MAGARI SULLA BASE DELLE SIMPATIE PIÙ CHE DELLE CAPACITÀ; TUTOR POTENTE = CARRIERA ASSICURATA; TUTOR SFIGATO = CARRIERA SFIGATA.
IN BOCCA AL LUPO A TUTTI I (BRAVI) COLLEGHI GIOVANI.
LUIGI - ROMA
23 MAGGIO 2000 - DAG

CARO BARBIERE IL DIBATTITO MI PIACE. E NON POCO. TU SAI BENISSIMO CHI SONO E TE NE SONO GRATO DI AVER TUTELATO (PER OVVI MOTIVI) LA MIA IDENTITÀ. TI RISCRIVO PER FARE ALCUNE PRECISAZIONI. PREMETTO CHE NON MI SPIEGO COME MAI LA IFG DI URBINO NON SI SIA ANCORA "DEGNATA" DI RISPONDERE ALLA MIA LAGNANZA. FORSE HO TOCCATO UN TASTO "DELICATO"? LA PROTESTA HA FORSE TURBATO I SONNI DI QUALCUNO? OPPURE ALLA IFG DI URBINO NON SI USA INTERNET E DI CONSEGUENZA NON SI PUÒ CONSULTARE IL SITO DEL BARBIERE? PER QUANTO RIGUARDA I COLLEGHI FRANCESCA E SCIOTTO, MI DUOLE CHE ESSI SI SIANO RISENTITI A CAUSA DELLA PROTESTA. MA IO, UN'IDEA ME LA SONO FATTA. SE NON TI MANDA PICONE NON ENTRI ALLE IFG, INDIPENDENTEMENTE DAL COGNOME CHE PORTI. SCUSATEMI MA È COSÌ. E SFIDO CHIUNQUE A PROVARE IL CONTRARIO. IL MIO CASO È EMBLEMATICO. E SE QUALCUNO VUOLE POSSO DIMOSTRARE QUELLO CHE SOSTENGO FACENDO NOMI E COGNOMI. SPERO CHE QUALCOSA CAMBI ALTRIMENTI INVECE DI GIORNALISTI SI CONTINUERÀ A SFORNARE DALLE IFG PACCHI RACCOMANDATI.COLGO L'OCCASIONE PER SALUTARE TUTTI I "RACCOMANDATI" E PERCHÈ NO ANCHE I "RACCOMANDANTI". VIVA L'ITALIA.
DAG
23 MAGGIO 2000 - BABALL

SEMBRA QUASI SUPERFLUO DIRLO, MA COME SI FA A IGNORARE CHE NELLE SCUOLE DI GIORNALISMO CI SONO ANCHE I RACCOMANDATI? BASTA SFOGLIARE I COGNOMI DEGLI ALLIEVI E QUANDO LA "CASATA" DICE POCO BASTA UN PIZZICO DI MALIZIA PER FARE 2 + 2. NESSUNA ESCLUSA, LE SCUOLE PULLULANO DI GENTE PIAZZATA LÌ CON UN BEL CALCIO NEL SEDERE. ALLA SCUOLA DI PERUGIA (DELLA RAI) NEL 1998 I POSTI A DISPOSIZIONE AUMENTARONO DI 5 UNITÀ AL TERMINE DELLA TERZA E ULTIMA PROVA DI AMMISSIONE. SULLA LUISS DI ROMA QUALCUNO HA AVUTO QUALCOSA DA DIRE SULL'ULTIMO CONCORSO E L'ESPRESSO CI HA FATTO UN BELL'ARTICOLETTO. ALLA CATTOLICA DI MILANO HAI QUALCHE POSSIBILITÀ IN PIÙ DI ENTRARE SE LA LAUREA L'HAI PRESA ALLA CATTOLICA. ALL'IFG DI URBINO LA LAUREA NON È TITOLO PREFERENZIALE E LO DIMOSTRA IL FATTO CHE TRA GLI STUDENTI DEL BIENNIO IN CORSO (SI POSSONO LEGGERE I NOMI NEL SITO UFFICIALE) UNA NON CE L'HA. ALL'IFG DI MILANO I FINANZIAMENTI ARRIVANO DALLA REGIONE E QUALCUNO CHE TEMPO FA RICOPRIVA POSTI DI RESPONSABILITÀ ANCORA MORMORA. NON TUTTO È NERO; È SOLTANTO NELLA NORMA. E CI CONSOLIAMO PENSANDO CHE TRA QUALCHE FIGLIO DI PAPÀ ANCHE I FIGLI DI MAMMA RIESCE AD ANDARE AVANTI. D'ALTRA PARTE NEI GIORNALI LE COSE VANNO FORSE MEGLIO?
BABALL
24 MAGGIO 2000 - GIO BARBERA

NON MI NASCONDO DIETRO UN NOME. PERCHÈ TUTTI DOVREBBERO FARE COSÌ. MI CHIAMO GIÒ BARBERA. SONO GIORNALISTA DA DODICI ANNI. ANZI, ABUSIVO DA DODICI ANNI. NESSUN CONTRATTO UN "MARE" DI COLLABORAZIONE PER TIRARE AVANTI. HO 34 ANNI, SONO SPOSATO, (NON È IL MIO CURRICULUM PROFESSIONALE), NESSUNO MI HA ASSUNTO E NESSUNO MI HA MAI CHIESTO QUANDO È CHE DIVENTI PROFESSIONISTA?. CI SONO GIORNI CHE VORREI BUTTARE TUTTA ALL'ARIA, MA QUESTA PROFESSIONE MI APPASIONA PIÙ DI OGNI ALTRA. E QUESTA EMAIL VUOLE ANCHE STIMOLARE ALTRI CHE COME ME VORREBBERO LASCIARE TUTTO E TUTTI. MA MI CHIEDO QUANDO SARÀ IL MIO TURNO?? POTETE AIUTARMI. VI SEGUO SINO DAL PRIMO GIORNO, SIETE FANTASTICI.
PS. CI SONO DIRETTORI CHE NON SANNO NEMMENO CHE COSA VUOLE DIRE GAVETTA. CHI LEGGERÀ IL MIO NOME SA BENISSIMO CHE IO DI GAVETTA NE HO FATTA E CONTINUO A FARNE...MA LA POLITICA, FORSE QUELLA, HA SEMPRE PRECEDENZA, SULL'ESPERIENZA VERO??? CIAO E BUON LAVORO
GIÒ BARBERA
24 MAGGIO 2000 - MARCO'73

CARO DAG, SPERO DAVVERO DI NON VIVERE UN'ESPERIENZA SIMILE ALLA TUA. PERCHÈ ANCHE IO AVREI INTENZIONE DI FREQUENTARE UNA DI QUESTE SCUOLE DI GIORNALISMO. E ANCHE IO, COME TE, NON HO ALCUNA RACCOMANDAZIONE. SOLO FARINA DEL MIO SACCO CHE FINO AD OGGI MI HA FATTO INTRAVEDERE LA POSSIBILITÀ DI FARE CARRIERA NEL MONDO DEI MEDIA. SONO D'ACCORDO CON FRANCESCA: SECONDO ME NON BISOGNA GENERALIZZARE, ANCHE PERCHÈ C'È CHI CONSEGUE OTTIMI RISULTATI SOLO CON IL PROPRIO LAVORO. CREDO IL RACCOMANDATO C'È OVUNQUE, NON SOLO IN QUESTO MONDO. BISOGNA COMBATTERE NON SOLO CONTRO LA DISOCCUPAZIONE MA ANCHE CONTRO CHI INGIUSTAMENTE FINISCE DAVANTI A TE SOLO PERCHÈ CONOSCE QUESTO O QUELLO. IO SPERO DI AFFERMARMI IN UN MONDO CHE GIORNO DOPO GIORNO AMO SEMPRE PIÙ. CON UN COLLEGA PIÙ ESPERTO DI ME STO LAVORANDO PER QUESTO. CARO DA, CORAGGIO: VEDRAI CHE LA PROSSIMA VOLTA SARÀ BUONA PER TE! TE LO AUGURO. UN COLLEGA
MARCO '73
25 MAGGIO 2000 - LETTERA COLLETTIVA DALL IFG DI URBINO

CARO DAG, NON MENARE IL CAN PER L'AIA. PUOI DIMOSTRARE CON NOMI E COGNOMI CHE GLI ALLIEVI DELL'IFG (TI RICORDO CHE I STA PER ISTITUTO E QUINDI MI SEMBRA POCO SENSATO SCRIVERE LA IFG) DI URBINO SONO RACCOMANDATI? FALLO. NON ASPETTIAMO ALTRO. A PRESTO,
 GLI ALLIEVI DEL QUINTO BIENNIO, BARBARA ACQUAVITI, ANGELA CAMUSO, CINZIA CONTI, FRANCESCA CROCIANI, LAURA CUPPINI, ANNALISA CUZZOCREA, LILIANA DI DONATO, STEFANIA DIVERTITO, IRENE FIORETTI, VALENTINA FURLANETTO, ELISABETTA FUSCONI, FILOMENA GRECO, ALESSANDRA LAMANNA, SILVIA MARZIALETTI, VALENTINA MELIS, RITA MICOLI, LUIGI PERNA, FEDERICO PINI, BARBARA RIGHINI, ANTONELLO SALERNO, ANTONIO SCIOTTO, ANDREA SECCHI, CHIARA SETTINGIANO, SERENA UCCELLO, BIANCA VERDE, ILARIA VESENTINI.

25 MAGGIO 2000 - DANIELE PROTTI, RCS PERIODICI
SONO ANDATO UN PAIO DI VOLTE A URBINO, CHIAMATO A FARE QUALCHE "LEZIONE" (IN REALTÀ A RACCONTARE COME LAVORAVO) DA SILVANO RIZZA. HO AVUTO COME STAGISTE, NELL'ALLORA REDAZIONE ROMANA DE L'EUROPEO, DUE RAGAZZE PROVENIENTI DALLA SCUOLA DI URBINO. LA MIA ESPERIENZA DIRETTA É TUTTA QUI, E MI LIMITO A QUESTA, NON SONO ABITUATO A SPARARE GIUDIZI PARTENDO DALLE PREGIUDIZIALI (" IN ITALIA SENZA RACCOMANDAZIONE NON SI VA AVANTI", ECC.), ANCHE SE NON SONO TANTO INGENUO DA NON VOLER CREDERE ALL'ESISTENZA DEL FENOMENO DELLE RACCOMANDAZIONE. MA NON POSSO NON RIFERIRMI (NON HO, INSOMMA, FATTO L'INCHIESTA) SOLTANTO AI COLLOQUI AVUTI CON LE RAGAZZE E I RAGAZZI DEL CORSO, DURANTE I POCHI GIORNI DI PERMANENZA A URBINO. BENE, LA MIA IMPRESSIONE FU LARGAMENTE POSITIVA, INSOMMA NON HO AVUTO L'IMPRESSIONE DI UN BRANCO DI TONTOLONI CAPITATI LÌ PER MOTO SPINTANEO. E POI CONOSCO SILVANO RIZZA DA UNA VITA. E' UN SIGNORE CHE HA RETTO LA CRONACA DEL MESSAGGERO PER ANNI, E POI É STATO VICEDIRETTORE. ANCORA LO RIMPIANGONO, IN VIA DEL TRITONE. PERCHÉ I GRANDI PROFESSIONISTI PERIDPIÙ PERBENE SONO MERCE RARA. E L'IDEA CHE RIZZA SI INCHINI A UN PICONE QUALSIASI MI FA RIDERE. ALL'EUROPEO SONO PASSATI DIVERSI STAGISTI PROVENIENTI DA DIVERSE SCUOLE; A TUTTI CHIEDEVO: MA SEI PROPRIO SICURO/A DI VOLER FARE IL GIORNALISTA? MI GUARDAVANO CON OCCHI STRALUNATI, E IO LASCIAVO PERDERE, PERCHÉ AMMAZZARE L'ENTUSIASMO? MA PAMELA, VENIVA PROPRIO DA URBINO, INSISTETTE PER CAPIRE LA MIA DOMANDA. E LE SPIEGAI (PARLO DI UNA DECINA DI ANNI FA) CHE VEDEVO NUBI FOSCHE ALL'ORIZZONTE DI QUESTA PROFESSIONE, SOPRATTUTTO PER I CAMBIAMENTI CHE LE NUOVE TECNOLOGIE AVREBBERO PORTATO NELLA TESTA DEGLI EDITORI (O ASPIRANTI TALI). PURTROPPO NON CREDO DI AVER SBAGLIATO: CRESCE IL NUMERO DI MANAGER E SO CALLED EDITORI CONVINTI CHE DEI GIORNALISTI SI PUÒ FARE A MENO, CHE IL MONDO É TUTTO LÌ, SU INTERNET, E CHE BASTANO DEI BRAVI RAGAZZI (MODESTI, SENZA PRETESE, DISCIPLINATI E OBBEDIENTI) DA METTERE DAVANTI AL VIDEO PER ASSEMBLARE NOTIZIE. SE QUESTO É IL TREND (SOMMARIAMENTE DESCRITTO, É OVVIO), MI CHIEDO: MA COSA INSEGNANO OGGI NELLE SCUOLE DI GIORNALISMO? IL "VECCHIO" GIORNALISMO (IMPARARE A RICONOSCERE E DESCRIVERE UNA NOTIZIA, LA VERIFICA, LA CAPACITÀ DI RACCONTO, IL GUSTO PER L'APPROFONDIMENTO -NON IL COMMENTO! NO, IL COMMENTO NO!- LA "CUCINA" ECC. ECC.) OPPURE L'ABILITÀ DI SLALOMARE TRA I SITI, LA PERIZIA DI SCOPRIRE QUELLI UTILI E CURIOSI, ECC? ECCO, QUESTO SAREBBE UN DIBATTITO (CHE IN REALTÀ DIVENTA UN SERVIZIO) CHE MI PIACEREBBE LEGGERE SUL BARBIERE, PIUTTOSTO DI UNA LAMENTAZIONE SULLA PIAGA DELLE RACCOMANDAZIONI CHE É UN DEJÀ VU (RICORDATE I MINISTERIALI, LE POSTE, I PORTUALI, ECC.?). COSÌ ALMENO INTERNET PUÒ ESSERE UTILE ANCHE A UN GIORNALISTA "VECCHIA SCUOLA" COME ME.
DANIELE PROTTI

25 MAGGIO 2000 -ANTONELLO SALERNO, IFG URBINO
 CARO DAG, E CARI COLLEGHI DELLE ALTRE SCUOLE DI GIORNALISMO HO GIÀ FIRMATO UNA LETTERA COLLETTIVA CON ALTRI DELLA SCUOLA DI URBINO, MA  VOGLIO FARE QUALCHE PRECISAZIONE PERSONALE. QUANDO HO PARTECIPATO ALLE SELEZIONI PER ENTRARE A URBINO, ERO DEL TUTTO  DISILLUSO. QUANDO HANNO ACCETTATO IL MIO CRRICULUM, HO PENSATO CHE SAREI  STATO SEGATO AGLI SCRITTI. QUANDO HO SAPUTO DI AVER PASSATO GLI SCRITTI, ERO  SICURO CHE SAREBBE STATO INUTILE ANCHE SOLTANTO PRESENTARMI AGLI ORALI. POI  HO SUPERATO ANCHE QUELLI, E SONO ENTRATO TRA I TRENTA. DI RACCOMANDATI E DI  RACCOMANDANTI, PER QUANTO MI RIGUARDA, NON NE CONOSCO. LA GAVETTA DI DAG È  QUELLA CHE TUTTI NOI FACCIAMO. NON CREDO DI AVERE DEI SANTI IN PARADISO E  NON CONOSCERLI.  COMUNQUE, CARO DAG, TU SEI UN PO' TROPPO PROVOCATORIO. MI DAI L'IMPRESSIONE  DI SCRIVERE AL BARBIERE CON QUALCHE FINE PARTICOLARE, ANCHE SE NON RIESCO  ANCORA A INDIVIDUARE QUALE. SARÀ SOLO LA DELUSIONE PER NON ESSERE ENTRATO? UNA PAROLA ANCHE PER LUIGI DA ROMA: IL DELIRIO D'ONNIPOTENZA DI MOLTI  STAGISTI L'HO VISTO ANCH'IO, MA DOVE PORTANO QUESTI ATTEGGIAMENTI? SECONDO  LA MIA ESPERIENZA - DI STAGISTA - DA NESSUNA PARTE. PER CONCLUDERE UN PAIO DI DOMANDE A DAG: COME FACEVI A DIRIGERE UNA RETE  TELEVISIVA SENZA ESSERE PROFESSIONISTA? DIRETTORE ARTISTICO? DEL MARKETING?  QUANTI ANNI AVEVI QUANDO HAI FATTO LA DOMANDA? L'AVEVI GIÀ SERVITA LA  PATRIA? IL NOME PUOI ANCHE NON DIRLO, MA CERCA ALMENO DI ESSERE PRECISO! CAPISCO CHE TU TI SENTA SCORAGGIATO, MA PROPRIO PER QUESTO DOVRESTI DARTI DA  FARE, PIUTTOSTO CHE CADERE NEL VITTIMISMO. TUTTI AVREMMO UN MOTIVO PER  LAMENTARCI, E CREDERE CHE SE LE COSE NON VANNO È COLPA DI CHI NON SA  APPREZZARE LE NOSTRE - MAGARI STUPEFACENTI - CAPACITÀ.  IN BOCCA AL LUPO A DAG E A TUTTI I GIORNALISTI CHE FANNO GAVETTA PER TROVARE  UN LAVORO. I RACCOMANDATI NON NE HANNO BISOGNO.
ANTONELLO SALERNO - IFG URBINO
25 MAGGIO 2000 - GIANCARLO MOLA

MI CHIAMO GIANCARLO MOLA E HO FREQUENTATO IL BIENNIO '96-'98 DELLA SCULA DI URBINO. VENGO DA UNO SPERDUTO PAESINO DELLA PUGLIA E DA SEMPRE HO SOGNATO DI FARE IL GIORNALISTA. UN SOGNO CHE SENZA LA SCUOLA DI URBINO SICURAMENTE NON SI SAREBBE REALIZZATO: LA MIA FAMIGLIA NON È IMPORTANTE, NON AVEVO CONOSCENZE DI PRESTIGIO, DALLE MIE PARTI I GIORNALI SCARSEGGIANO. SONO ENTRATO NELLA SCUOLA SEMPLICEMENTE SUPERANDO LA SELEZIONE, GRAZIE AI MIEI TITOLI E AD ANNI DI SACRIFICIO SPESI NELLA MIA FORMAZIONE PERSONALE. DEVO DIRE CON GRANDE FRANCHEZZA CHE TRA I TANTI LUOGHI E ISTITUZIONI CHE HO CONOSCIUTO IN VITA MIA NON HO ANCORA TROVATO NIENTE DI TRASPARENTE QUANTO L'FG DI URBINO.

OVVIAMENTE DAG E COLORO CHE LA PENSANO COME LUI SONO LIBERI DI NON CREDERCI. E CONSIDERARMI UNO DEI TANTI CIALTRONI RACCOMANDATI DI CUI PARLANO. SI TRATTA DI DUE OPINIONI (UNA FIRMATA, L'ALTRA ANONIMA NON SI CAPISCE PERCHÉ) A CONFRONTO. NON CI SONO PROVE DEL NOVE. MA CI DEVE ESSERE UN MODO PER USCIRE DA QUESTA POLEMICA CHE SE VA AVANTI COSÌ, CARO BARBIERE, RISCHIA DI DIVENTARE STERILE E PRETESTUOSA. AGGIUNGO QUINDI A QUELLO CHE HANNO SCRITTO I COLLEGHI, URBINATI E NO, DUE SOLE CONSIDERAZIONI.

LA PRIMA È QUESTA: MA VI PARE CHE SE UNO HA UNA RACCOMANDAZIONE TANTO FORTE DA ENTRARE FRA I TRENTA DI URBINO, NON LA UTILIZZI PER TROVARE POSTO DIRETTAMENTE IN UN GIORNALE? I VERI RACCOMANDATI, STATENE CERTI, NON HANNO BISOGNO DI FREQUENTARE ALCUNA SCUOLA PER TROVARE LAVORO.  SECONDO: QUESTA POLEMICA MI SEMBRA RIDONDANTE. IN QUESTO PAESE SEMBRA CHE SI CONOSCA UN SOLO MODO PER RECRIMINARE SUI PROPRI INSUCCESSI: INVOCARE L'ILLEGITTIMITÀ DI CHI È CHIAMATO A GIUDICARE. SE UN IMPUTATO VIENE CONDANNATO È CORROTTA LA GIUSTIZIA, SE UN POLITICO PERDE LE ELEZIONI È PERCHÉ AL GOVERNO C'È UN REGIME, SE UNA SQUADRA PERDE IL CAMPIONATO È PERCHÉ GLI ARBITRI SONO CORNUTI E PAGATI DALL'AVVERSARIO (SALVO POI RICREDERSI QUANDO IL RISULTATO SI RIBALTA). NON SE NE ESCE PIÙ: MAI NESSUNO CHE SI SFORZI DI SINDACARE UNA DECISIONE NEL MERITO. E PORTARE ARGOMENTI SUL CASO SINGOLO. NON LO FA, E MI DISPIACE, NEMMENO DAG, CHE DÀ L'IMPRESSIONE DI GIUDICARE MARCIO UN GRAPPOLO D'UVA CHE NON GLI È RIUSCITO DI PRENDERE. NON È UN BEL VEDERE: LE SELEZIONI SI SUPERANO O NON SI SUPERANO, LE VALUTAZIONI SULLE PERSONE SONO SEMPRE OPINABILI, È NELL'ORDINE DELLE COSE. È CAPITATO A TUTTI (ME COMPRESO) DI NON SUPERARNE: MA NON PER QUESTO PENSO DI ESSERE STATO VITTIMA DI CONGIURE. E SE COMPLOTTI CI SONO VANNO DIMOSTRATI, E DAG PURTROPPO NON LO HA FATTO.  INVITO COMUNQUE DAG E GLI ALTRI A CONTATTARMI ANCHE PERSONALMENTE, PER CONTINUARE IN MODO PIÙ SERIO QUESTA DISCUSSIONE. E QUELLI CHE SOGNANO DI FARE QUESTO MESTIERE A NON PERDERE LE SPERANZE: FARCELA È DURA, MA NON IMPOSSIBILE.
GIANCARLO MOLA (G.MOLA@REPUBBLICA.IT)


25 MAGGIO 2000 - ELISA
MA COME???!!!! BABALL, TI SEI DIMENTICATO DELLA BLASONATA "SCUOLA SUPERIORE DI GIORNALISMO" DELL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA (A CUI, PERALTRO, ANCHE IO APPARTENGO)!!!!!  A PARTE GLI SCHERZI, TU E A DAG AVERE RAGIONE...SOLO IN PARTE. QUI A BOLOGNA SIAMO TUTTI LAUREATI, IL TITOLO, MEGLIO SE CON 110 E LODE, FA PARTE DEI REQUISITI PER L'AMMISSIONE ALLA SELEZIONE.  I RACCOMANDATI CI SONO OVUNQUE. MA SE NON ESISTESSERO LE SCUOLE, MOLTI DI NOI NON AVREBBERO MAI AVUTO LA POSSIBILITÀ DI AVERE IL PRATICANTATO...FORSE SAREI RIUSCITA A DIVENTARE PROFESSIONISTA SOLO FACENDO CAUSA ALLA TV PRIVATA PER CUI HO LAVORATO, O RICHIEDENDO IL PRATICANTATO D'UFFICIO ALL'ORDINE DELLA MIA REGIONE, DOPO ANNI E ANNI DI COLLABORAZIONI MAL PAGATE... E POI, SFIDO CHIUNQUE A PASSARE DUE ANNI COSTANTEMENTE IN VIAGGIO DA E PER BOLOGNA, STRAPAGANDO 10 MILIONI DI TASSE, PIÙ L'AFFITTO DI UNA STANZA, SENZA UN CENTESIMO IN TASCA PERCHÈ NON TI È PERMESSO NEMMENO DI LAVORARE CON LE COLLABORAZIONI O DI FARE QUALSIASI ALTRO LAVORO SERIO, VISTO CHE LA SCUOLA È A TEMPO PIENO.  STO CONCLUDENDO ANCHE IO I MIEI SUDATI 18 MESI, MI MANCANO 3 MESI DI STAGE A ROMA E A MILANO. IN QUESTO ANNO E MEZZO DI SCUOLA NON È STATA ASSOLUTAMENTE FOMENTATA LA COMPETIZIONE TRA NOI, ANZI, CI HANNO GIUDICATO PROPRIO IN BASE ALLA NOSTRA CAPACITÀ DI LAVORARE IN GRUPPO, DI FARE SQUADRA. SUI TUTOR...HAI RAGIONE LUIGI, ANCHE SE MI SENTO DI DIRE CHE DIPENDE DA TE FARTI DEI BUONI CONTATTI, IL TUTOR TI PUÒ AIUTARE, MA NON È CERTO IL MAGO CHE MIRACOLOSAMENTE TROVA LAVORO! E POI, DAG, PERCHÈ NON HAI PROVATO AD ENTRARE IN ALTRE SCUOLE??? C'È GENTE, TRA NOI, CHE LE HA PROVATE VERAMENTE TUTTE PRIMA DI RIUSCIRE AD ENTRARE, ALLA FINE È ANCHE QUESTIONE DI FORTUNA...E DI PERSEVERANZA! IN BOCCA AL LUPO VERAMENTE A TUTTI, SCOLASTICI E NON, RACCOMANDATI E "SELF-MADE"!
ELISA
25 MAGGIO 2000 - CHIARA BANNELLA

CARO DAG, BISOGNA IMPARARE A PERDERE! SEI STATO BOCCIATO È INUTILE  PRENDERSELA CON IL SOLITO DISCORSO DEI RACCOMANDATI! ANCHE PERCHÉ - COME  PUOI IMMAGINARE - UN RACCOMANDATO SI FA TROVARE UN POSTO DI LAVORO E NON  USA I SUOI "SANTI IN PARADISO" PER CONQUISTARE DUE ANNI DI CORSO A SUON DI  8 ORE DI LEZIONE AL GIORNO, CON ANNESSI STAGE CHE OCCUPANO L'INTERA ESTATE  E LE VACANZE DI NATALE E NON FRUTTANO NEANCHE UNA LIRA!  COME AVRAI CAPITO SONO ANCHE IO UNA EX ALLIEVA DELL'IFG DI URBINO E POSSO  GARANTIRTI CHE NEL BIENNIO CHE HO FREQUENTATO DI RACCOMANDATI DAVVERO NON  CE N'ERANO.   CERTO NON CONOSCO LA STORIA PERSONALE DI OGNUNO DEI MIEI COLLEGHI, MA SONO  SICURA AL 100% CHE LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DI LORO DI CONOSCENZE  "ALTOLOCATE" DAVVERO NON NE AVEVA, COME DIMOSTRA IL FATTO CHE OGGI - A DUE  ANNI DALLA FINE DEL CORSO - NON TUTTI HANNO TROVATO UN LAVORO STABILE E  QUELLI CHE CE L'HANNO SONO PASSATI PER MESI E MESI DI PRECARIATO NELLA  FORME PIÙ VARIE (STAGE, COLLABORAZIONI CHE PAGANO BEN POCO, ECC.).  QUINDI SE VUOI FARE IL GIORNALISTA SMETTI DI NASCONDERTI DIETRO I LUOGHI  COMUNI (IN UN ARTICOLO STONANO SEMPRE) E SOPRATTUTTO SMETTI DI ATTACCARE  LE SCUOLE DI GIORNALISMO CHE SONO OGGI FORSE L'UNICO MEZZO GRAZIE A CUI UN  ASPIRANTE GIORNALISTA NON RACCOMANDATO PUÒ ACCEDERE ALLA PROFESSIONE.  QUELLI CHE CHIEDONO DI ABOLIRLE SONO PROPRIO COLORO CHE VORREBBERO UN  SISTEMA IN CUI L'EDITORE, IL DIRETTORE O IL CAPO-REDATTORE O CHI PER LORO  SI SCEGLIE LE PERSONE CHE PIÙ GLI FANNO COMODO.  CHIARA  P.S. SE VUOI DARE UN'INFORMAZIONE CORRETTA E LANCIARE LO "SCANDALO DEI  RACCOMANDATI" DOVRESTI FARCI SAPERE QUALI ERANO TUTTI I TUOI TITOLI E  QUALI QUELLI DEI RAGAZZI CHE SONO STATI AMMESSI ALL'IFG
CHIARA BANNELLA

25 MAGGIO 2000 - CARLO FARICCIOTTI
CARO BARBIERE SCRIVE DAG: "IO, UN'IDEA ME LA SONO FATTA. SE NON TI MANDA PICONE NON ENTRI ALLE IFG, INDIPENDENTEMENTE DAL COGNOME CHE PORTI. SCUSATEMI MA É COSÍ. E SFIDO CHIUNQUE A PROVARE IL CONTRARIO. IL MIO CASO É EMBLEMATICO. E SE QUALCUNO VUOLE POSSO DIMOSTRARE QUELLO CHE SOSTENGO FACENDO NOMI E COGNOMI. SPERO CHE QUALCOSA CAMBI ALTRIMENTI INVECE DI GIORNALISTI SI CONTINUERË A SFORNARE DALLE IFG PACCHI RACCOMANDATI" ......   A QUESTO PUNTO NON HO PIU NIENTE DA DIRE, SE NON CHE "IL TROPPO SOSPIRAR NULLA RILEVA" (PETRARCA).
CARLO FARICCIOTTI - MILANO
25 MAGGIO 2000 - EFFECI

COMPLIMENTI PER L'OPERA CHE FORNITE QUOTIDIANAMENTE A NOI MALATI DELL'INFORMAZIONE, PERCHÈ NOI OLTRE AD ESSERE GIORNALISTI, SIAMO DEI VERI E PROPRI MEDIA-DIPENDENTI. VENGO AL SODO ED AL TEMA: NON È QUESTIONE DI RACCOMANDAZIONI, MA BENSÌ DI "COGNOMI." GIUDICATE VOI. PRENDETE COME ESEMPIO LA REDAZIONE DEL TG5 O QUELLA DEL TG4: CONTROLLATE I COGNOMI E POI DITEMI: TUTTO REGOLARE? IL MIO NON È UNO SFOGO: IL MIO TERRITORIO L'HO CONQUISTATO PIANO, PIANO. CERTO SE MI FOSSI CHIAMATO IN ALTRO MODO, CHISSÀ!!!!! COMUNQUE RINGRAZIO MIO PADRE.
EFFECI
25 MAGGIO 2000 - FRANCESCA FOLDA

DA UN GIORNALISTA CAPACE MI ASPETTAVO CHE COMPRENDESSE UN PRINCIPIO FONDAMENTALE: NON GENERALIZZARE. NON VALE LA PENA DI AGGIUNGERE ALTRO SUL TEMA DELLE RACCOMANDAZIONI. SULLE SCUOLE C'È TANTO DA DIRE (E DA FARE). CAPISCO ANCHE CHE POTREBBERO ESSERE MIGLIORATI I CRITERI DI SELEZIONE. FORSE BISOGNEREBBE FARE CHIAREZZA TRA SCUOLE DI GIORNALISMO PUBBLICHE E PRIVATE: PERCHÉ ALLA LUISS (ROMA) E ALLA CATTOLICA (MILANO) PRETENDONO MILIONI PER CIÒ CHE ALTRI OFFRONO PRATICAMENTE GRATIS? SI PUÒ PRETENDERE UNA MAGGIORE QUALITÀ DEGLI INSEGNANTI (NON SOLO PENSIONATI, NON SOLO DOTTI ACCADEMICI). QUALCHE STUDENTE HA BISOGNO DI LEZIONI DI UMILTÀ, È VERO. DIREI CHE GLI ALLIEVI DOVREBBERO FARE MOLTA PIÙ PRATICA. C'È CHI, ALLA FINE DEL CORSO, CI DEFINISCE PROFESSIONISTI SENZA MESTIERE. MA IMPARIAMO IN FRETTA. E DI GAVETTA, ABUSIVISMO, COLLABORAZIONI «SENZA RETE» NE SAPPIAMO MOLTO ANCHE NOI. SENZA CONTARE CHE IL TESSERINO DA PROFESSIONISTA SPESSO DIVENTA UN OSTACOLO PER CHI DEVE COMINCIARE. INSOMMA, AFFRONTIAMO IL TEMA SERIAMENTE. TUTTE QUESTE POLEMICHE RICORDANO TROPPO L'INVIDIA.
FRANCESCA FOLDA
PS: UN NOME E UN COGNOME. NON CERTO UN PACCO (RACCOMANDATO) PER LE TESTATE CON CUI HO LAVORATO.
25 MAGGIO 2000 - GIUSEPPE PERRELLI, RADIO CAPITAL

SONO GIUSEPPE PERRELLI, SONO ASSUNTO DAL 1998 A RADIO CAPITAL E HO FREQUENTATO IL BIENNIO '94-'96 DELL'IFG DI URBINO. OVVIAMENTE NON SONO STATO RACCOMANDATO (È BELLO VEDERE GLI SGUARDI CHE SI SPENGONO QUANDO MI DOMANDANO: «PARENTE DEL PERRELLI DELL'ESPRESSO?», E IO RISPONDO: «MI DISPIACE, NO!»). PRIMA DI RADIO CAPITAL, HO LAVORATO A IL TEMPO E A RADIO RAI, SEMPRE CON CONTRATTI GIORNALISTICI - UNA SOSTITUZIONE E UN ARTICOLO 2 - E MAI DIETRO RACCOMANDAZIONE (PENSA TE, IN RAI, SENZA RACCOMANDAZIONE!!! CAPITA ANCHE QUESTO!). NON MI SONO MAI SENTITO UN PADRETERNO IN REDAZIONE NÉ SONO AFFLITTO DA INSANE VOGLIE DI SMODATA COMPETIZIONE; CHIEDETENE CONFERMA AI MIEI COLLEGHI. OVVIAMENTE, QUANDO SONO STATO ASSUNTO, CHI DESIDERAVA IL MIO POSTO HA DETTO IN GIRO CHE IO ERO RACCOMANDATO E VIA DICENDO (PER IL DISCORSO COMPLETO, RIVOLGERSI A DAG). MI ARRABBIO ANCORA UN PO' PER QUESTE VOCI, MA POI CI PENSO E DICO: CHI NON CE LA FA - PER INCAPACITÀSFORTUNAMOTIVICARATTERIALIECOSIVVIA - CHE COSA PUÒ PENSARE:
1) C'È QUALCUNO CHE È RIUSCITO LADDOVE IO HO FALLITO. SEGUONO DEPRESSIONE E ANNESSI.
2) ERO IL MIGLIORE MA GLI ALTRI ERANO TUTTI RACCOMANDATI. SEGUONO MOTI D'ORGOGLIO E VOGLIA DI FARCELA. E ALLORA PENSO: MEGLIO CHE RICORRANO AL PENSIERO NUMERO 2, CHE SPARLINO DI NOI E POI SI RITIRINO UN PO' SU. IN BOCCA AL LUPO A TUTTI!
GIUSEPPE PERRELLI
25 MAGGIO 2000 - MANUELA

MI CHIAMO MANUELA. FACCIO PARTE DI UNA DELLE "5 UNITÀ" DELLA SCUOLA DI PERUGIA CHE SONO STATE RIPESCATE DOPO LA TERZA PROVA DI AMMISSIONE, COME GIUSTAMENTE RICORDA BABALL. NON SO PERCHÉ IL NUMERO DEGLI AMMESSI SIA AUMENTATO: CERTO NON È PER "MERITO" MIO. NON CONOSCO NESSUNO, NON SONO FIGLIA D'ARTE E (VERGOGNA!)NEPPURE QUI, COME AD URBINO, LA LAUREA COSTITUISCE TITOLO PREFERENZIALE: LO SCORSO ANNO, NON AVEVO ANCORA COMPIUTO 22 ANNI ED ERO AL QUARTO ANNO DI SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE. NON FACCIO L'INGENUA: LE RACCOMANDAZIONI ESISTONO, ECCOME. MA NON È GIUSTO SCORAGGIARE TUTTI STUPIDAMENTE. MI DISPIACE PER DAG: SPESSO È LA FORTUNA A DECIDERE. POSSO PERÒ GARANTIRVI CHE CHI È IN GAMBA PUÒ FARCELA. E POI, A VOLTE, I COGNOMI INGANNANO. IL MIO È PERRONE, MA NON HO NULLA A CHE FARE CON LA CELEBRE CASATA DI EDITORI...NÉ, VE LO GARANTISCO, UN LAVORO ASSICURATO UNA VOLTA USCITA DI QUI.
MANUELA


28 MAGGIO 2000 - LAURA CUPPINI
Caro Baball, io sarei la famosa non laureata iscritta all'Ifg di Urbino. Mi  dispiace distruggere in parte la tua teoria sulle scuole di giornalismo, ma  io la laurea ce l'ho (sudata), eccome! Purtroppo c'è stato un errore nella  scrittura della pagina, errore di cui io non mi ero mai accorta prima di  adesso (è già stato corretto, vai pure a verificare). Se vuoi i numeri, mi  sono laureata il 26/5/98 in lettere moderne all'Università di Urbino.  Insieme all'università ho frequentato la Scuola superiore di giornalismo  sempre a Urbino e nel dicembre '97 ho preso il diploma. Comunque ti informo, a titolo di cronaca, che per l'ammissione alle  selezioni dell'Ifg di Urbino la laurea non è un requisito necessario. Quindi  anche se fossi stata solo diplomata non ci sarebbe stato proprio niente di  male. Perchè bisogna sempre vedere del marcio dappertutto? Con affetto.
LAURA CUPPINI


30 Maggio 2000 - Mario Meliado
Chissà perché la questione delle scuole di giornalismo dev'essere ridotta - un po' banalmente, forse - a "raccomandazioni sì, raccomandazioni no". Capisco la curiosità, però... Non ho alcun giornalista in famiglia. Anni fa, ho provato all'Ifg di Milano, tra fortissime resistenze dei miei che (...giustamente) vedevano "problematica" la professione giornalistica: preso. Non ero laureato: ho superato quasi tutti i candidati laureati, e questo non dimostra granché, però la sensazione è che Frajese non dica il falso (la stessa cosa s'è ripetuta all'esame da professionista). Di più: nello stesso biennio (il IX) sono rimasti esclusi figli di colleghi dai cognomi eloquenti. Questo non vuol dire, però, che le raccomandazioni, nel giornalismo e fuori, non esistano. Chiunque ha frequentato redazioni giornalistiche se n'è accorto; ma cosa bisognerebbe dire, guardando al notariato, all'avvocatura, al mondo dell'imprenditoria e perfino al sistema del credito, dove a tanti vengono consentite facilitazioni per l'accesso al lavoro dei figli? I problemi non riguardano tanto i vari Ifg quanto l'accesso al mondo del lavoro. E gli editori che vogliono abolire l'Ordine, in modo da poter assumere comodamente chi vogliono senza restrizioni, lo sanno bene.... Ultima considerazione, su Internet. Gli editori hanno bocciato la proposta Fnsi di "marchi di qualità" ai siti informativi. La cosa si presentava complessa, è vero: ma è vero pure che difficilmente si può considerare giornalista chi digita i tamburini dei treni o dei cinema (fermo restando che in tante redazioni della carta stampata, ciò è regolarmente avvenuto per decenni).
Mario Meliadò

3 Settembre 2000 - Anonimo
Caro Barbiere della Sera, sono un giovane praticante che ha partecipato alle ultime selezioni (quelle del '99) per entrare a far parte della Scuola di Giornalismo dell'Ordine della Lombardia (comunemente detta "IFG"). Non dirò il mio nome  ma sono pronto a farlo nel caso in cui si aprisse un'inchiesta sulla regolarità degli esami. Sono praticante, dicevo, ma non perchè sia stato ammesso a frequentare l'IFG" di Milano.

Ho superato gli scritti, a cui hanno partecipato circa 600 candidati, ma non sono riuscito a superare il grottesco esame orale. Dico grottesco perchè il mio destino, nel giorno in cui la commissione mi ha interrogato, era già segnato. Perché? I venti posti messi in palio dal concorso erano già stati assegnati.

Ciò mi è apparso chiaro assistendo agli orali. La commissione, di cui fa parte un giornalista che conosco personalmente, aveva già deciso prima degli orali, chi sarebbe passato, a prescindere dall'esito degli scritti. La logica, o il buon senso, vorrebbero che i risultati degli scritti condizionino gli orali: pensavo, insomma, che un candidato ammesso agli orali per il rotto della cuffia sarebbe stato interrogato con severità, e viceversa .
Ma le cose non stanno così. I risultati degli scritti erano stati calcolati ad arte: gli ottanta candidati ammessi agli orali (20 dei quali sarebbero stati scelti a frequentare il biennio) erano distanti nella classifica per pochi centesimi di punto, in modo da non destare sospetti sugli studenti con i punteggi più alti. La selezione infatti si sarebbe fatta agli orali, in modo che fosse meno oggettivo il criterio di selezione.
 

Ho visto con i miei occhi commissari dare voti altissimi a candidati che avevano risposto non impeccabilmente alle domande della commissione, ho visto il membro esperto in economia inventarsi domande impossibili per candidati laureati in lettere, o il commissario esperto in lettere chiedere autori sconosciuti a chi voleva bocciare.

Qualcuno si ostina a sostenere che "i raccomandati entrano direttamente in un giornale senza passare per la scuola". Molto spesso, però, hanno bisogno di raccomandazione proprio quei perfetti incapaci che con due anni di scuola e formazione possono diventare giornalisti accettabili. Esiste comunque un manipolo di valorosi che ogni biennio riescono ad entrare all'IFG senza raccomandazioni, perchè sono riusciti, contrariamente a me, a superare l'esame con la loro preparazione e le loro doti, occupando quel 20 % di posti non lottizzati che la scuola ancora offre.

Sono loro, e forse quelli che ottengono il praticantato altrove grazie alla loro passione e amore per il mestiere, a difendere un concetto di giornalismo fatto di qualità e non solo di agganci. Spero non si continui a negare che l'accesso alle scuole avviene in parte per raccomandazioni, e sono comunque pronto ad offrire il mio contributo nel caso in cui qualcuno voglia indagare sulla regolarità degli esami d'ammissione.
Con stima per il bds, saluto tutti, Ifg e non.
Anonimo


27  Settembre 2000 - Cari amici Ho dato un'occhiata veloce al dibattitto su "raccomandati si, raccomandati no", alle scuole di Giornalismo. Volevo dire che è perfettamente inutile un dibattito sull' esistenza delle "raccomandazioni" nel Paese per eccellenza delle raccomandazioni! Le raccomandazioni sono una realtà storica in Italia, connaturata al nostro stesso essere italiani( non è vero!"chi è senza peccato scagli la prima pietra...").

Esistono in tutti i campi, nei condomini, dal fornaio, dal salumiere.. E poi...cchi se ne frega delle scuole di giornalismo??!!Devi scucire un sacco di soldi ma soprattutto prendono il tuo TEMPO, troppo tempo a mio avviso( due anni), preziosissimo tempo che potrebbe essere invece dedicato gia da subito al lavoro e a provare a svolgere questa professione. L'idea di una scuola di giornalismo, riconosciuta dall'Ordine dei Giornalisti e che pertanto corrisponda al praticantato necessario per accedere agli esami per professionista, è stata mutuata (malamente come sempre in Italia) dalle modalità di accesso alla professione adottate in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, gia da oltre mezzo secolo.

Ma li', inanzitutto, non esiste l'Ordine dei Giornalisti!! Non hanno idea di cosa possa essere questa cosa qua!! Esistono soltanto vari "sindacati", "unions of journalists"..La conseguenza è che lì le scuole di giornalismo(importantissime, qualificatissime, con un'antica storia) sono molte,...per cui non c'è un problema di raccomandazioni, semplicemente perche c'è posto per tutti in quelle scuole. Personalmente sono convinta che le scuole di giornalismo, (e non soltanto in Italia) non servono assolutamente a nulla se non a farti fare una gavetta ancora piu lunga di quella normalmente prevista.

Gia' è difficilissimo entrarvi, per giunta ti danno alla fine un tesserino da "professionista" che non è affatto un biglietto d'ingresso per le redazioni. Anzi, al contrario, come giustamente diceva Francesca Folda. E allora? mi chiedo ancora a cosa servono, considerato che tra il "dire" e il " fare", come in tutte le cose, c'è di mezzo il mare. Ovvero tra la bellissima e luccicante "teoria" di una scuola di giornalismo e la faticosa e sudaticcia "pratica" del giornalismo.Per cui, caro Dag, non piangerti addosso e datti da fare. Quello che ti è capitato è tipico del nostro Paese, purtroppo. Ma che vogliamo farci?? in bocca al lupo a tutti noi...
Susanna Jacona Salafia


30 Settembre 2000 - Caro anonimo, mi sento tirato per i capelli (scrivendo al Barbiere...) a rispondere alle pesanti accuse che il 3 settembre hai lanciato al metodo di selezione dell'Ifg. Io sono invece uno dei 40 (40, caro anonimo, non 20!) ammessi al biennio attuale, dopo la scrematura dell'orale cui eravamo stati ammessi in 92 (92, caro anonimo, non 80!). E francamente non mi ha raccomandato nessuno (un po' perché non conto nulla, un po' perché odio le raccomandazioni): sarò nel manipolo di valorosi?

E vedendo il livello dei miei 39 compagni, non ho avuto sospetti su nessuno di loro, di nessuno ho mai pensato che sia un "perfetto incapace" e che sia stato ammesso solo grazie a una raccomandazione. Non ho assistito al tuo esame, immagino, non so come sei andato davvero e non so se davvero qualche commissario ti ha detto quello che sostieni.

Io esami irregolari io non ne ho visti, nè il mio nè gli altri, le domande mi sembravano umane (più o meno difficili, ma questo è un'altra questione), e soprattutto il superamento degli scritti è avvenuto in forma anonima, solo dopo si abbinavano le prove migliori ai nomi dei loro autori. Se qualche raccomandato fra noi 40 c'è (e non posso escluderlo a priori, ma a priori non posso escludere neppure molte cose riguardo il sottoscritto), comunque dev'essere stato così bravo da passare gli scritti senza aiuti.

Ma a parte le mie opinioni sull'esame, leggendo il tuo scritto mi sono venuti in mente due motivi per cui all'Ifg tu non ci sei entrato. Primo, se sei stato così impreciso sulle cifre anche all'esame.: 80 promossi all'orale anziché 92, 20 ammessi all'Ifg anziché 40. Un pessimo articolo di cronaca. Le cifre sono importanti: prova a portare un pezzo con le cifre sbagliate al caposervizio o al capocronista del giornale in cui stai facendo la pratica, poi dimmi che ti rispondono.

Secondo, nel tuo intervento mancano due nomi: il tuo e quello di almeno un raccomandato. Un giornalista, se è tale davvero, ha il coraggio di quel che dice e quel che pensa, non scrive cose anonime o con preghiera di non menzionare il nome. E questo l'ho imparato sul campo, mica qui in via Filzi. Il mito del giornalista che, penna in resta, parte come un paladino medievale contro i cattivi e li sbaraglia a suon d'inchieste mi fa ridere, ma molto peggio è chi non ha il coraggio di firmarsi.

Se sai di qualche ingiustizia (o magari la subisci in prima persona) o stai zitto e ti rodi su quant'è brutto il mondo, oppure rendi noto il caso, vuoi sporgendo denuncia alle autorità giudiziarie vuoi raccontandolo pubblicamente. Ma se decidi di agire, fai i nomi, mica ti rifugi dietro l'anonimato e spari nel mucchio. Il Barbiere, intendiamoci, ha fatto bene a pubblicare comunque il tuo scritto, niente va censurato, e lui il tuo nome lo saprà, immagino. L'errore è stato tuo, non suo. Perché se al tuo anonimato unisco gli errori sulle cifre, che dovrebbero essere ben chiare a chi ha sostenuto l'esame, mi vien da pensare che questa sia tutta una bufala. E a pensare male si fa peccato ma ci si azzecca, come dice uno di cui tutti hanno sempre pensato male. Se invece sei davvero un giornalista, complimenti per il praticantato (merce rara oggi, io dopo anni di lavoro l'ho trovato solo all'Ifg, non in una redazione) e auguri per la carriera. Ne avrai bisogno.
Luigi Bolognini


2 Ottobre 2000 - Cari colleghi che fate proclami contro le scuole di giornalismo, fustigatori dell'italico malcostume della <raccomandazione>, perché vi ostinate a ad arrampicarvi sugli specchi? Se avete fatto l'esame per l'ammissione a una scuola di giornalismo e siete stati bocciati, perché continuare con la lagna dei concorsi truccati? Perché prendervela con gli altri per i vostri fallimenti?

In fondo la vostra carriera non credo che possa trarne giovamento. Personalmente ho frequentato l'Ifg di Milano, sono entrata senza raccomandazioni e dopo aver fatto scritto e orale nella norma. Perché? Probabilmente perché io, come buona parte dei colleghi che con me hanno frequentato l'Ifg, sono dotato di una certa elasticità mentale. Cosa che voi, che continuate ad imputare le vostre mancanze sempre e costantemente a fattori esterni, forse non avete. Ho scelto di fare la scuola dopo cinque anni, dico 5, da abusivo nelle redazioni, avrei potuto ottenere il praticantato facendo causa ma ho preferito tentare la strada della scuola: è andata bene.

E' vero, non bastano due anni di scuola per essere giornalisti, bisogna fare tanta gavetta ed esperienza e alla fine magari non lo si diventa neppure, ma questo non significa che nelle scuole di giornalismo ci siano solo dei presuntuosi incapaci. Visto che, a vostro dire, le scuole sono piene di raccomandati e che voi che avete fatto anni di fatica a gavetta avete grandi capacità giornalistiche al contrario di noi, poveri studentelli, perchè non fate una bella INCHIESTA GIORNALISTICA sulle scuole e non portate a galla le brutture di questo ambiente così losco?

Magari fate un colpaccio e vi assumono! Comunque, prima di chiudere, voglio precisare al collega Anonimo (non offenderti se mi permetto di chiamarti collega) bocciato all'esame del '99, che gli ammessi all'orale erano 90 e i posti disponibili 40. Se questa è la tua precisione giornalistica, allora forse ti serve un po' di scuola. Con affetto
Cherubino


5 Ottobre 2000 - 
Miei cari tutti, ho appena concluso le selezioni all' Ifg di Urbino è stato un percorso impegnativo ma utile alla fine mi sono piazzata al trentatreesimo posto, peccato che ci fosse posto solo per trenta persone, spero ancora in un fortunato ripescaggio, ma vedremo. Ho superato la selezione per titoli, la prova scritta, ma all'orale evidentemente c'è stato qualcuno più bravo di me.

Vi sembrerò un po' ingenua, forse, ma mi sembra più onesto pensarla in questi termini piuttosto che in quelli di raccomandazione e/o sfortuna. Durante l'ultima parte della selezione ho avuto modo di conoscere altri ragazzi e di constatare la loro preparazione e la loro serietà. Magari alcuni mi sono sembrati un po' spocchiosi ma questo non significa raccomandati, incapaci o "tontoloni". Non ho le prove per dire se ci fossero o meno dei raccomandati, forse non le avrò mai, nè ho mai conosciuto qualcuno che ammettesse di aver ricevuto un "aiutino". Sono però fermamente convinta che se una persona è brava, preparata e motivata alla fine ce la fa, senza bisogno di raccomandazioni. Per quanto mi riguarda anche se non sono entrata ad Urbino continuerò a provare, c'è Perugia, poi Bologna e poi ci sono altre strade.

Non mi sembra corretto nè rispettoso lanciare accuse a caso e, ritengo, solo perchè si è stati esclusi. Pensi, caro Dag che avresti detto le stesse cose e lanciato le stesse accuse se tu fossi riuscito ad entrare in una delle scuole di giornalismo? Buona fortuna a tutti (anche a me!)
Misa Grassi - Perugia


9 Ottobre 2000 - Facciamo tutti come Gad Lerner
Caro barbiere, vedo che il dibattito sulle scuole si amplia e allora vorrei esprimere il mio modesto parere. Vi chiedo quindi ancora ospitalità. Innanzitutto ritengo che serva a poco discutere se nelle scuole si entra con o senza raccomandazioni. Sia ben chiaro: ritengo che se qualcuno ha avuto sentore di domande fasulle agli esami o di comportamenti scorretti è opportuno che si rivolga alla magistratura.

Bene ha fatto Gad Lerner per esempio a denunciare quello che ha denunciato. Se c'è un malcostume è giusto che questo cambi altrimenti questo Paese farà sempre più schifo. Ma a mio parere il problema è un'altro. L'informazione è un potere "altro" rispetto a quelli costituiti. Il ruolo del giornalista è lontano dagli altri poteri e deve essere completamente autonomo.

Allora vi pare giusto che giornalista si possa diventare a scuola? Siete sicuri che il mestiere possa esservi dato da lezioni? E' come se per diventare politici o per diventare religiosi esistesse una scuola gestita dallo Stato. Non è casuale che nella Costituzione in pratica si stabilisce che tutti possano, di fatto, essere giornalisti. Io ritengo che sarebbe molto giusto che si stabilisse un momento di formazione continua anche per i giornalisti: per esempio mi sarebbe piaciuto fare esperienza (anche pagando) all'estero, oppure imparare ad usare meglio le nuove tecnologie, o ancora a riqualificarmi dal punto di vista normativo o imparare a creare una nuova impresa di comunicazione.

Ma su questi temi l'Ordine, il sindacato, lo Stato, non mi sembrano che nutrano interesse (o interessi). Io ho 33 anni, sono professionista (attualmente con un contratto a tempo determinato), e non mi ritengo "vecchio". Invece si è pensato "solo" alle scuole per garantire l'accesso. A me le scuole appaiono solo un modo per chiudere la "casta" e far entrare alcune classi sociali (tra l'altro io non sarei contrario al fatto che il sindacato, come in tutti i mestieri, fosse un pò più attento agli ingressi, ai percorsi di formazione e alla salvaguardia occupazionale: nessuna categoria di professionisti conta il 20% di disoccupati).

Attenti non è un discorso "comunista" il mio: anche Einaudi, mi risulta, era contro l'istituzione delle scuole. Inoltre mi piacerebbe sapere a quali fasce di reddito appartengono le famiglie degli studenti di queste scuole? E ancora come è possibile che i giornali, pur in crisi, accettino sempre volentieri di avere studenti delle scuole invece che professionisti disoccupati? Sarà mica perchè con la scusa degli stage hanno gente a costo zero nelle redazioni? E mi sembra che la bella e significativa testimonianza di Paolo Frajese che apre questo spazio dia il senso del reale punto della situazione. Ma nella società odierna del consenso globalizzato, della Cnn e delle Agenzie monopoliste, dei giornali fotocopia e dell'informazione impersonale e a-professionale di Internet, servono ancora i Giornalisti? Lucky


9 Ottobre 2000 - Un po' di consecutio temporum non guasterebbe
Caro Barbiere, con deplorevole ritardo apprendo che, tra uno shampoo e una lozione, un bravo giovine "Anonimo" ha affermato nel tuo cyberspazio di essere stato bocciato nell'ultima sessione di ammissione all'IFG di Milano, dopo aver superato la prova scritta, perché gli orali sarebbero stati - a suo anonimo giudizio - una grottesca pastetta.

Non ho titoli per parlare in nome della commissione esaminatrice, che dispone di un presidente e un vicepresidente eccellentissimi, ed a tutela della quale si è già espresso, in italiano e in latino, Franco Abruzzo. Ma facendone parte anche io, invoco il diritto a qualche legittima ancorché leggera rasoiata.

La vibro ringraziando il bravo giovine "Anonimo" del probante documento che ci offre. E' difatti la sua stessa prosa a dimostrare, involontariamente, che l'esame di ammissione all'IFG di Milano è una delle poche cose serie che sopravvivono nel nostro allegro paese. All'IFG di Milano non poteva essere ammesso un illetterato che scrive: "La logica, o il buon senso, vorrebbero...", invece di "vorrebbe", confondendo il soggetto collettivo col soggetto alternativo. E che continua così la frase: "...vorrebbero che i risultati degli scritti condizionino gli orali", invece di "condizionassero", come la concordanza temporale impone.

Non so come abbia fatto il bravo giovine "Anonimo" a superare la prova scritta, ma conforta che la commissione esaminatrice abbia posto fulmineo riparo all'orale evitando che, tra i quaranta ottimi praticanti del biennio in corso all'IFG di
Milano, se ne intrufolasse uno afflitto da così gravi tare in fatto di grammatica, sintassi e "consecutio temporum".
Grazie anche a te, caro Barbiere, dello spazio e buona insaponata.
Gianni de Felice
gdefel@tin.it


9 Ottobre 2000 - Raccomandazioni? Meglio farci il callo
Caro Barbiere, voglio dire a Dag quello che penso riguardo al problema che ha - opportunamente - sollevato. Anni fa ho frequentato anch'io una scuola di giornalismo piuttosto importante (che oggi ha avuto il riconoscimento del praticantato ma allora non lo aveva). Ho fatto e superato le selezioni senza alcun aiuto esterno ma mi sono iscritta solo ai corsi che mi interessavano, ho seguito e fatto gli esami solo per quelle materie e ho avuto (come tutti gli iscritti) lo stage alla fine dei 2 anni del corso.

Ti dirò francamente che per imparare l'abc del mestiere mi è servita più l'esperienza di lavoro che quanto studiato sui banchi di scuola. Non voglio innescare polemiche dicendo che le scuole non insegnano nulla. Ho imparato molto ma spesso si sopravvaluta questa fase. Ogni lavoro è a sé e il nostro lo è ancora di più! Voglio dire che la realtà è in continuo movimento, i flussi delle notizie sono sempre più numerosi e i ritmi più veloci. E dunque solo la pratica sul campo può spingerti a trovare il giusto adeguamento a questo stato di cose. Certo, occorre una buona preparazione di base (una laurea, buone letture o approfondimenti personali è lo stesso).

Ma perchè credere che solo una scuola apra la strada per diventare un buon giornalista? Se così fosse, non lo sarebbero tanti nomi, più grandi di noi (anche di età!) che la scuola non l'hanno fatta. Quanto alle raccomandazioni, sarà meglio farci il callo: ci sono sempre state e in tutti i mestieri. Trovarsela o accettarla è una decisione individuale. E mi sembra che non sia questo l'unico compromesso che ci troviamo davanti nel lavoro. Nelle scuole e nei giornali ci sono i raccomandati e i non raccomandati. Personalmente non ho accettato questa via (e infatti non ho ancora un contratto serio!). Ma ho costruito pazientemente e, più di una volta, mi sono fatta coraggio e ho chiesto (quello che non avrei pensato di riuscire a chiedere!). Credo sia proprio la qualità del lavoro che, alla lunga, fa la differenza: il raccomandato arriva prima, sale prima...ma dura di meno!
Francesca


16 Ottobre 2000 - Le scuole? Valgono quel che valgono, cioe' poco
Il problema delle scuole e accademie di giornalismo (con relativo seguito sul tema delle raccomandazioni) è che queste scuole non dovrebbero mai rappresentare delle vie previlegiate per l'accesso alla professione, ma solo ed esclusivamente delle fonti di apprendimento teorico, di cui ciascuno -editori compresi- può liberamente avere l'opinione o la considerazione che vuole.
Considero una vergogna per tutti il fatto che delle scuole (che non possono che essere discutibili sul piano della effettiva preparazione professionale, non essendo dei luoghi di lavoro giornalistico) siano o vogliano essere l'unica via di accesso ad una professione che come massimo presupposto ha dei principi operativi, deontologici, creativi ben poco compatibili con l'accademismo dedicato. Tutto questo, ovviamente, senza nulla togliere al concetto di preparazione culturale del giornalista: che però, intendiamoci, è tutto un altro discorso rispetto alle scuole di giornalismo. Cordiali saluti.
Giacomo Carioti 
17 Ottobre 2000 - Questo lavoro si impara solo per strada
Caro Barbiere, sono un giornalista pubblicista siciliano che da anni vive e lavora a Milano. Sono contento dell'intervento sulle scuole di giornalismo, anche perché pur avendo quasi 32 anni sono della vecchia idea che questo mestiere s'impara solo in strada. Tutti poi sono liberi di fare stage, prendersi anche tre lauree o vendere la propria dignità. Il punto è che ancora una volta si vuole creare una casta nella casta, nonché innescare un business economico non indifferente.

Per esperienza posso confermare che i ragazzi della scuola hanno sicuramente un accesso agevolato al mondo del lavoro, ma non perché siano bravi, bensì grazie alla potente lobby della scuola (una fra le tante). E' anche vero che conosco e stimo degli ottimi colleghi che escono dalla scuola di giornalismo.

In Sicilia era già difficilissimo diventare pubblicista senza santi protettori, figuriamoci professionista. Le cose a Milano non sono molto diverse, anzi quando si vuole si riesce a fare diventare giornalista professionista qualsiasi organismo pluricellulare vivente. Senza santi, però, è un vero calvario. Ho un gran rispetto per l' Ordine, l'Inpgi ed il sindacato, ma nonostante le lettere e le mille note inviate non ho mai avuto risposte su molti dubbi personali, uno fra tutti: per quale ragione si tutelano solo gli interessi degli editori e dei vecchi colleghi vicino alla pensione?

Quando ho chiesto aiuto, i responsabili con cui ho parlato mi hanno solo complicato la vita. Ed io che sono grande, vaccinato e con famiglia soffro a vedere centinaia di bambocci che non sanno scrivere diventare professionisti e/o essere assunti a tempo indeterminato solo perché raccomandati, perché hanno fatto la scuola o perché sono figli di genitori influenti. E' una vecchia storia, ma le percentuali di raccomandati sono sempre più alte: forse anche per questo motivo oramai anche in prestigiose testate cartacee e televisive gli errori giornalieri non si contano più. In sintonia con molti colleghi che hanno scritto (qualcuno lo conosco) sono consapevole delle mie capacità e dei miei limiti, ma per vivere chi non ha santi in paradiso è costretto, anche nella capitale dell'editoria (ex Milano da bere), ad accettare condizioni umilianti, (o accetti subito o il bamboccio ti sostituisce prima del tempo per soddisfare la logica "poca spesa molta resa"). Baciamo le mani
D.L.


20 Ottobre 2000 - Torna in campo l'Anonimo del 3 settembre
Ringrazio gli amici dell'IFG per l'attenzione concessami e Gianni De Felice per il suo tempo prezioso. Vorrei solo far presente al "professore" che proprio lui ha promosso all'orale uno sgrammaticato come me, dato che avevo svolto il tema di sport.

Ricorda, il maestro di giornalismo, cosa disse a uno studente pugliese che aveva svolto una tesi di laurea sulla sentenza Bosman, dopo averlo interrogato? Non gli ha forse assicurato l'ammissione alla scuola, dopo un orale così brillante? E non ha forse contribuito al buon esito dell'orale, monopolizzandolo con domande di calcio, sapendo che il candidato per anni si era occupato di questo sport? Non si è forse intrattenuto con il suddetto studente parlando amabilmente di calcio, giornalismo e questione meridionale sull'uscio della scuola?

E non ricorda il professore con quale freddezza si è invece rivolto ad altri candidati, a cui ha rivolto domande di diritto forse meno accessibili di quelle sul "modulo di Fascetti"? Prima di darmi lezioni di giornalismo vorrei che Gianni De Felice mi desse lezioni di serietà e professionalità.

Quanto al buon Luigi Bolognini, che fino a qualche anno fa non avrebbe potuto iscriversi alle selezioni per superato limite d'età, mi scuso per averlo "tirato per i capelli" nella mia futile polemica. Ma a uno che su quaranta alunni dell'IFG non riconosce nemmeno un raccomandato posso solo consigliare di tornare a Bolzano a fare le radiocronache di calcio, sperando che almeno riconosca uno fra i 22 giocatori in campo.

Se non ce la dovesse fare può chiedere una mano al "maestro" Gianni De Felice, che di calciatori, oltre che di latino, se ne intende. Ringrazio ancora il Barbiere per avermi ospitato e per avermi permesso di esprimere le mie opinioni, visto che in un paese libero qualcuno vorrebbe censurare persino quelle. Sulle imprecisioni, prego i soloni di andare a leggere sul bando di concorso il numero degli ammessi agli orali. Se trovassero scritto 92 vorrebbe dire che gli orali non sono l'unica cosa a essere manomessa in quella scuola. Sui 20 ammessi credo di avere scritto nella prima versione che "su 40 ammessi alla scuola 20 lo sono per meriti terreni, 20 per meriti divini".

Forse nel taglio della mia lunghissima e-mail sono sfuggiti 20 ammessi. Spero non si siano offesi. Quanto all'anonimato, me ne scuso vivamente, ma essendo i miei capiredattori dell'IFG, ed essendo io iscritto all'Ordine, ho temuto ritorsioni. Se qualche escluso volesse fare ricorso, sarò pronto a testimoniare in forma non anonima. Infine, breve distinzione di generi, questo non è un articolo di giornale, ma una lettera aperta ad un sito, e come tale andrebbe giudicata. Per i contenuti, non per la forma.
L'anonimo del 3 settembre


23 Ottobre 2000 - E che possono fare quelli che non vanno a scuola?
Come non essere d'accordo con quello che scrive D.L. giornalista di origini siciliane ? Il suo quadro dello scenario è puntuale. Anche per quanto riguarda la preparazione fornita dalle scuole. E cosa rimane da fare a chi alle scuole non può accedere per vari motivi, ma si 'limita' a lavorare dal 1994 saltuariamente ma retribuita, ed è in possesso 'appena' di una laurea un materie umanistiche presa con il massimo dei voti ?
 

Io sono convinta che per tutelare i lettori e ridare dignità alla categoria, pur nel rispetto della libertà di espressione, non si deve permettere a chiunque di pubblicare senza criterio notizie, magari scritte in linguaggio sgrammaticato e tese solo a fare scoop. Possibile che il sindacato sia impotente di fronte a slogan del tipo 'Poca spesa molta resa' ? Parlo perchè mi sono sottratta a certi ricatti e sto cercando di lavorare on line, quindi per esperienza personale.
Mariantonietta da Salerno


23 Ottobre 2000 - Siete una delle ultime caste, una famigliastra chiusa
Carissimo Barbiere, sono una clandestina o, se preferisci, un'imbucata nella vostra cittadella di giornalisti. Spero di poter dire la mia anche senza documenti. Mi stupisce tutto il can can suscitato dalle "presunte" raccomandazioni non solo nel vostro ambiente..Sì, perché la cosa gravissima non é tanto il fatto che per entrare nelle scuole ci sia bisogno dell' aiutino, quanto la constatazione che nella maggior parte dei casi si ereditino vocazione e capacità.

Nelle redazioni importanti c'é un tale pullulare di nomi noti, di figli di giornalisti o di cosiddetti vip, da far pensare che il giornalista sia un predestinato, perché nel suo codice genetico e nel suo sangue (spesso blu) c'é tutto quello che occorre per permettergli di iniziare la carriera dal Corriere o dal TG5. Come vedi, di fronte a questo, la questione raccomandazioni-scuole diventa ben poca cosa.

I Vip del TG5 di spinte non ne hanno certo avuto bisogno, tantomeno di scuole: in certi casi basta la parola (il COGNOME). La cosa grave, però é che non solo nelle redazioni importanti vige questo sistema di reclutamento: persino a Radio Popolare, temo, si viene presi se si é amici o figli di amici o parenti di amici. Ed ho citato il posto più pulito e più "aperto".
Insomma, per assumere giornalisti non si é mai visto un annuncio pubblico e questo vorrà pur dire qualcosa...
Forse sono troppo lontana dal vostro ambiente per poter giudicare, ma, questa é l'impressione che date all'esterno. Siete una delle ultime Caste, insieme ai medici, ai notai ecc...Una famigliastra chiusa in cui tutti si odiano, ma non se lo confessano e si difendono corporativamente dagli attacchi esterni.

Non credete che, al di là dell'etica,un tale sistema di reclutamento mini fortemente la credibilità della categoria?? Come fate ad indignarvi per lo scandalo dei concorsi, quando per voi la raccomandazione é addirittura superflua perché giornalisti o si nasce o non si é?? E con quale faccia potete scagliarvi contro tangentari e corruttori????
Me lo chiedo da un pezzo. Ringrazio il Barbiere se mi darà l'opportunità di una risposta...
BACI KI
misski@altavista.it


25 Ottobre 2000 - Ero raccomandato e non lo sapevo
Caro Barbiere ed esimi Lettori  dunque l'Anonimo Insider dell'IFG colpisce ancora. E colpisce bene? Non mi sembra. "Quanto a Bolognini (...) Ma a uno che su quaranta alunni dell'IFG non riconosce nemmeno un raccomandato posso solo consigliare di tornare a Bolzano a fare le radiocronache di calcio, sperando che almeno riconosca uno fra i 22 giocatori in campo": l'ex collega (di redazione, non di Scuola) Bolognini si è fatto le ossa sui campi di calcio (e non di Bolzano) azzeccando ben più che 22 giocatori, come ben sa chiunque abbia avuto occasione di lavorarci assieme.

Dura gavetta sul campo + Scuola = una formula che caratterizza la maggior parte degli allievi della Scuola, dagli inizi. Ma l'Anonimo, come Bruto, è un uomo d'onore... Quanto alle accuse a De Felice, ritengo che egli stesso saprà rispondere al meglio. Parlando per esperienza personale, mi limiterò a dire che al mio esame orale (prima volta che lo incontravo) mi fece una domanda di Cinema, dopo che mi ero proclamato 'cultore (appassionato) della materia'... boh, forse ero raccomandato senza saperlo...   Grazie per l'ospitalità
Carlo Faricciotti, ex allievo IFG (X biennio)


31 Ottobre 2000 - Ci ho ripensato e il giornalista non lo faccio piu'
Cercavo delle informazioni sulla scuola di giornalismo di Bologna e per puro CASO mi sono imbattuto nel CAOS di un forum dal nome strano e dai contenuti scottanti. Premetto che non sono riuscito a trovare quello che cercavo, per lo meno attraverso i canali ufficiali, ma una rapida lettura degli interventi presenti nella "tenzone telematica" mi ha sufficientemente scoraggiato a tentare di partecipare alla selezione di accesso ad una qualunque di queste scuole.

Cercando di mantenermi imparziale e critico, per quanto le mie aspirazioni a diventare "veicolo deambulante d'informazione" me lo consentano, prendo atto del fatto incontestabile che si sono create inesorabilmente due fazioni; l'una stretta attorno l'elite dei "miracolati", a difenderne, in tipico stile corporativistico di sapore manzoniano, gli "interessi legittimi"; l'altra a propugnare, senza andare troppo per il sottile e in classico stile partigiano, i loro (chiedo scusa al sommo De Felice sin da ora per l'inosservanza di talune regole di scrittura, manifestando con ciò il mio dissenso dal suo stupido e classista intervento) "diritti soggettivi".

Cedere insomma all'indirizzo tutto italiano di analizzare un problema o presunto tale, non senza essersi schierati ne aver espresso un giudizio di condanna delle opinioni o percezioni altrui. Finisco col dire, e ringrazio quanti mi abbiano onorato della loro attenzione, che non ho più nessuna intenzione di assecondare le mie aspirazioni e attitudini, perchè potrei un giorno trovarmi, spalla a spalla, a fianco ad una snob giornalista del c..aso, una self made woman, una che s'è fatta... da se' e adesso si trova dove si trova perchè esiste la meritocrazia etc. etc. che incalza un povero sventurato che come tanti non c'è la fatta, ma se capace garantisco che ce la farà, con argomentazioni stupide about il suo anonimato. Allego alla presente nome, cognome,codice fiscale,codice carta di credito ed ogni altra coordinata mi si chiederà per esprimere un'opinione, non un giudizio.
Peppe Polimeni


8 Novembre 2000 -  Balle, e' tutto un do ut des...
Da questo lunghissimo dibattito emergono almeno due aspetti:

a)- nelle scuole di giornalismo italiane non esistono raccomandati;

b)- il povero Dag deve essere per forza un incapace, dato che chi vuole può liberamente essere ammesso a frequentare questi corsi. Avrà certamente più possibilità se è un figlio di nessuno, povero (ma ricco dentro) e proveniente da uno sperduto paesino del Sud.
Sarebbe bello, come nelle favole, ma la realtà (ci vuole una bella faccia da culo per sostenere il contrario, attraverso decine di interventi in un dibattito che poteva essere anche anonimo; questo è l'abisso nel quale siamo tutti finiti, in una collettiva paranoia da grande fratello) è ben diversa.
Di esempi non mancano di certo. Naturalmente questi vanno in netta controtendenza con quasi tutto quello che è stato detto finora. Povero Dag! Comprendiamo la sua indignazione a tal proposito e condanniamo (se questo è possibile) l'ipocrisia ridicola del dibattito.
Nel prossimo intervento aspettatevi grosse novità con tanto di luoghi e persone che tengono in piedi questo sistema. E' tutto un "do ut des".
Linus


27 Novembre 2000 - Essere giornalisti e' uno stato d'animo
Abbiamo letto oggi per la prima volta il dibattito sulle scuole di giornalismo e abbiamo avuto un senso di profondo e commosso orgoglio nel vedere i tanti interventi di chi si è formato proprio allIfg di Urbino, la stessa scuola in cui noi abbiamo vissuto il secondo biennio.

Unesperienza così profonda, appassionante e arricchente, che bisognerebbe quanto meno cercare di conoscere prima di sputarci sopra delle sentenze preconcette. Ricordiamo infatti ai colleghi e agli aspiranti tali che essere giornalisti perché si è giornalisti, non si fa il giornalista, dato che come ha avuto modo di scrivere Vittorio Zucconi diversi anni fa, essere giornalisti è uno stato danimo e non una funzione contrattuale significa lavorare con passione e pazienza seguendo, come ci ha insegnato un grande Maestro come Silvano Rizza, laspirazione alla verità, che non lascia spazio ai pregiudizi.

E proprio il ricordo di Rizza lo abbiamo ritrovato non solo nelle parole di Daniele Protti ma anche in quelle di FrancescaCaferri, che evidentemente a distanza di anni ha avuto la nostra stessa fortuna: imparare ancora da chi non accetta compromessi, da chi ha trasmesso a generazioni di nuovi giornalisti un senso talmente alto delletica della professione da far sentire molti altri al nostro cospetto in stato di assenza di ossigeno e in preda alle vertigini.
E proprio in questottica non abbiamo certo timore di assumerci la responsabilità di quanto affermiamo e quindi di fare il nostro nome e cognome: LINDA MARZOCCHINI e MICHELE MISURACA.
Facciamo parte del secondo biennio dellIfg di Urbino, quello che si svolse dal 92 al 94, e ne faremo sempre parte perché è una cosa che, per fortuna, ti porti dentro. Abbiamo vissuto le difficoltà del mercato editoriale forse in uno dei momenti peggiori della storia del giornalismo italiano ma se oggi siamo dei validi professionisti, rispettati anche quando "rompiamo le palle", è perché abbiamo avuto una formazione che oggi nelle redazioni nessuno ha il tempo, e in molti casi la voglia, di darti.

E di questo non potremo che essere sempre grati ai tanti colleghi più anziani di noi, alcuni se ne sono andati ma noi ne conserviamo il ricordo, che in questa scuola hanno creduto e investito per un futuro migliore di una professione che in tanti amiamo per la vita che ci offre. Tra questi il primo è e sarà sempre Silvano Rizza.
Un saluto affettuoso a tutti coloro che ci hanno preceduto o seguito in questo stesso cammino, in quella stessa città, e che fanno sì che ancora si possa essere orgogliosi di unesperienza pulita.
Linda Marzocchini e Michele Misuraca


Per essere dei pessimi giornalisti (e soprattutto dei pessimi colleghi) l'importante partire col piede giusto (???). Esempi, certamente, non mancano in tutt'Italia e in tutti i media, giusto che non facciano eccezione le scuole di giornalismo.
5 Febbraio 2001 - Sempre in guardia contro l'arrampicatrice folle

Le scuole di giornalismo non sono formate esclusivamente da raccomandati (ma questa una vecchia polemica che non mi va di riaprire), ma, accanto a "fancazzisti" nati e (udite udite!) giovani volenterosi che si adoperano per imparare il mestiere, difficilmente manca un'altra figura: quella dell'arrampicatore/trice folle.

Un personaggio il cui livello di cinismo travalica iperbolicamente quello (facciamo minimo, va') di cui chiunque voglia cimentarsi con questo mestiere deve essere dotato. Sarebbe capace di uccidere uno o pi colleghi e non per lo scoop del secolo, ma per la pi infima scemenza che, ai suoi occhi, appare come un miliardesimo di punto guadagnato a scapito degli altri.

Questa figura non manca, ovviamente, neanche nella scuola di giornalismo che frequento. D'ora in poi la chiamer per brevita "l'arrampicatrice" omettendo, (solo per brevit!!!) ogni volta la fastidiosa ripetizione del termine per entrambi i sessi. Lei qui perch dalla sua realt locale vuole passare ad agire a livello nazionale. Cercher di aggiornarvi sulle sue prodezze, magari, se un giorno ve la beccate (o se ne conoscete una simile) potete essere un po' pi preparati.
ifreundeg



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