COME MAI LO PENSO? PER IL SEMPLICE FATTO CHE NOI SIAMO ENTRATI DOPO
UNA DURA SELEZIONE (I CONCORRENTI ERANO OLTRE 400), SIAMO TUTTI LAUREATI,
CONOSCIAMO UNA O PIÙ LINGUE STRANIERE, CE LA CAVIAMO CON LE MODERNE
TECNOLOGIE MULTIMEDIALI. E NESSUNO DI NOI HA AVUTO UNA RACCOMANDAZIONE.
CERTO, POCHI RACCOMANDATI AMMETTONO DI ESSERLO, MA TI ASSICURO
CHE NESSUNO
QUI HA PARENTI IMPORTANTI. POTRESTI GUARDARE I NOSTRI NOMI SUL
SITO DELLA SCUOLA (WWW.UNIURB.IT/GIORNALISMO)
E INDAGARE SU NOSTRI EVENTUALI LEGAMI NELLE ALTE SFERE, SE TI VA. NON POSSO
PRODURTI CERTIFICATI, MA SE SEI UN BRAVO GIORNALISTA CI POTRESTI RIUSCIRE
CON FACILITÀ. INOLTRE BISOGNA SEMPRE FIRMARE I PROPRI "PEZZI", SOPRATTUTTO
QUELLI PIÙ SCOMODI. E CITARE DATE E NOMI, QUANDO SI FA UN'ACCUSA.
TUTTE COSE CHE TU NON HAI FATTO, E MAGARI IO MI STO DANDO TANTA PENA PER
RISPONDERE SOLTANTO A UN MATTACCHIONE.
IL LETTORE PRIMA DI TUTTO HA DIRITTO AD AVERE UN RAPPORTO DI MASSIMA
TRASPARENZA COL GIORNALISTA. E' QUESTA LA LEZIONE PIÙ IMPORTANTE
CHE HO IMPARATO NEI MIEI DUE ANNI DI SCUOLA: OFFRIRE UN SERVIZIO ONESTO
AL PUBBLICO, NON ESSERE SERVILE RISPETTO AL POTERE.
MA QUANDO SONO ARRIVATO AVEVO GIÀ UNA COSCIENZA CIVILE, E
FORSE ANCHE PER QUESTO SONO PIACIUTO A CHI MI HA SELEZIONATO. E LO STESSO
MI SENTO DI DIRE PER I MIEI COLLEGHI. CI SONO TANTI MANEGGIONI NELLA NOSTRA
PROFESSIONE ED È A CAUSA LORO CHE LA GENTE, PUR AMMIRANDOCI PER
IL LAVORO CHE FACCIAMO, RITENUTO DI PRESTIGIO, MOLTO SPESSO DIFFIDA DI
NOI. IO STO CONCLUDENDO PROPRIO IN QUESTI GIORNI IL MIO BIENNIO E ADESSO
MI ASPETTANO 5 MESI DI STAGE A ROMA. UN'OCCASIONE, CERTO, CHE FORSE ALTRI
NON HANNO. MA TI ASSICURO CHE ME LA SONO SUDATA: SE NON MI DARÒ
DA FARE, DOPO RESTERÒ A PIEDI, NON AVENDO SPINTE DI NESSUN TIPO.MI
PIACE TROPPO ESSERE LIBERO, È PER QUESTO CHE HO SCELTO QUESTO MESTIERE,
ANCHE SE SO CHE È DURA RESISTERE SENZA PIEGARE LA TESTA. E VISTO
CHE SIAMO SULLA STESSA BARCA TI FACCIO I MIEI MIGLIORI AUGURI PER IL TUO
FUTURO. CHI HA FORZA ED ENTUSIASMO NON PUÒ FALLIRE.
ANTONIO SCIOTTO
23 MAGGIO 2000 - CARLO FARICCIOTTI
CARO DAG, CHIUNQUE TU SIA. IL FATTO CHE TU NON
SIA STATO AMMESSO ALL'IFG DI URBINO (COME? SEI STATO BOCCIATO ALLE SELEZIONI?
ERA FUORI DAI LIMITI D'ETA'? LE TUE SPIEGAZIONI SONO QUANTOMENO LACUNOSE)
E NON TI AUTORIZZANO A BOLLARE TUTTI GLI 'SCOLASTICI' COME RACCOMANDATI
O PEGGIO. IO SONO ENTRATO NELL'IFG DI MILANO (X BIENNIO) PER MERITO, NON
PER RACCOMANDAZIONE: SE AVESSI AVUTO UNA RACCOMANDAZIONE MI SAREI GUARDATO
BENE DALLO SCIROPPARMI DUE ANNI DI SCUOLA... SAREI ENTRATO DIRETTAMENTE
IN UN GIORNALE! SIAMO STATI POLLI DI BATTERIA, GIORNALISTI D'ACCADEMIA?
PU~ ESSERE, MA I RISULTATI PROFESSIONALI CHE MOLTI DEI MIEI COLLEGHI HANNO
COLTO (E NON PARLO DI TUTTI GLI ALTRI ALLIEVI DELL'IFG DEGLI ALTRI BIENNI)
STANNO A DIMOSTRARE CHE COMUNQUE IL TALENTO C'ERA. INFORMARSI PRIMA DI
PARLARE: UNA REGOLA CHE INSEGNANO SOLO NELLE SCUOLE DI GIORNALISMO?
CARLO FARICCIOTTI - MILANO
23 MAGGIO 2000 - LUIGI - ROMA
CARO BARBIERE, VORREI AGGIUNGERE QUALCHE SPUNTO AL DIBATTITO SULLE
SCUOLE DI GIORNALISMO, MA ESULANDO DAI CASI PERSONALI, CHÉ NON MI
SEMBRA ELEGANTE, E SENZA FARE NOMI E COGNOMI, CHÉ QUESTO È
UN DIBATTITO E NON UNA RESA DEI CONTI, NÉ UNA GUERRA TRA POVERI
(CAPITO, DAG E ANTONIO SCIOTTO?). PROVENGO ANCH'IO DA UNA SCUOLA, O MEGLIO
DA UN CORSO DI LAUREA RECENTEMENTE RICONOSCIUTO COME SOSTITUTIVO DEL PRATICANTATO,
ANCHE SE IL MIO PRATICANTATO ERA STATO GIÀ RICONOSCIUTO D'UFFICIO;
HO SVOLTO 4 STAGE, HO CONOSCIUTO TANTI COLLEGHI GIOVANI, PENSO DI POTER
DIRE LA MIA INSOMMA.
VEDIAMO SE QUALCUNO CONDIVIDE QUESTE NOTERELLE SINCERE:
1. SE È VERO CHE NON TUTTI GLI ALLIEVI SONO RACCOMANDATI,
È ALTRETTANTO VERO CHE ALCUNI LO SONO, E CHE ESSERLO NON GUASTA:
È POSSIBILE LUCRARE UN OCCHIO DI RIGUARDO DURANTE GLI STUDI, UN
MIGLIOR TRATTAMENTO NELL'ASSEGNAZIONE DEGLI STAGE, QUALCHE OPPORTUNITÀ
IN PIÙ PER LAVORARE A TEMPO PIENO O COLLABORARE DOPO L'ESAME DI
ABILITAZIONE PROFESSIONALE;
2. HO NOTATO SPESSO NEI RAGAZZI PROVENIENTI DALLE SCUOLE UN SENSO
DI PADRETERNISMO, DI SUPERIORITÀ, COME SE TUTTO FOSSE LORO DOVUTO...SARÒ
TERRIBILMENTE SFORTUNATO, MA AZZARDO UGUALMENTE: NON SARÀ CHE VIENE
INSTILLATO LORO ANCHE UN MALSANO SENSO DI COMPETIZIONE?
3. IN ALCUNE SCUOLE LA FIGURA DEL TUTOR, MUTUATA - E STRAVOLTA
- DALL'ORDINAMENTO ANGLOSASSONE, FINISCE PER ASSOMIGLIARE A QUELLA DI UN
SANTONE CHE PUÒ DECRETARE CON LA SUA "POTENZA" L'INIZIO CARRIERA
DI UN GIOVANE PIUTTOSTO CHE DI UN ALTRO, MAGARI SULLA BASE DELLE SIMPATIE
PIÙ CHE DELLE CAPACITÀ; TUTOR POTENTE = CARRIERA ASSICURATA;
TUTOR SFIGATO = CARRIERA SFIGATA.
IN BOCCA AL LUPO A TUTTI I (BRAVI) COLLEGHI GIOVANI.
LUIGI - ROMA
23 MAGGIO 2000 - DAG
CARO BARBIERE IL DIBATTITO MI PIACE. E NON POCO. TU SAI BENISSIMO
CHI SONO E TE NE SONO GRATO DI AVER TUTELATO (PER OVVI MOTIVI) LA MIA IDENTITÀ.
TI RISCRIVO PER FARE ALCUNE PRECISAZIONI. PREMETTO CHE NON MI SPIEGO COME
MAI LA IFG DI URBINO NON SI SIA ANCORA "DEGNATA" DI RISPONDERE ALLA MIA
LAGNANZA. FORSE HO TOCCATO UN TASTO "DELICATO"? LA PROTESTA HA FORSE TURBATO
I SONNI DI QUALCUNO? OPPURE ALLA IFG DI URBINO NON SI USA INTERNET E DI
CONSEGUENZA NON SI PUÒ CONSULTARE IL SITO DEL BARBIERE? PER QUANTO
RIGUARDA I COLLEGHI FRANCESCA E SCIOTTO, MI DUOLE CHE ESSI SI SIANO RISENTITI
A CAUSA DELLA PROTESTA. MA IO, UN'IDEA ME LA SONO FATTA. SE NON TI MANDA
PICONE NON ENTRI ALLE IFG, INDIPENDENTEMENTE DAL COGNOME CHE PORTI. SCUSATEMI
MA È COSÌ. E SFIDO CHIUNQUE A PROVARE IL CONTRARIO. IL MIO
CASO È EMBLEMATICO. E SE QUALCUNO VUOLE POSSO DIMOSTRARE QUELLO
CHE SOSTENGO FACENDO NOMI E COGNOMI. SPERO CHE QUALCOSA CAMBI ALTRIMENTI
INVECE DI GIORNALISTI SI CONTINUERÀ A SFORNARE DALLE IFG PACCHI
RACCOMANDATI.COLGO L'OCCASIONE PER SALUTARE TUTTI I "RACCOMANDATI" E PERCHÈ
NO ANCHE I "RACCOMANDANTI". VIVA L'ITALIA.
DAG
23 MAGGIO 2000 - BABALL
SEMBRA QUASI SUPERFLUO DIRLO, MA COME SI FA A IGNORARE CHE NELLE
SCUOLE DI GIORNALISMO CI SONO ANCHE I RACCOMANDATI? BASTA SFOGLIARE I COGNOMI
DEGLI ALLIEVI E QUANDO LA "CASATA" DICE POCO BASTA UN PIZZICO DI MALIZIA
PER FARE 2 + 2. NESSUNA ESCLUSA, LE SCUOLE PULLULANO DI GENTE PIAZZATA
LÌ CON UN BEL CALCIO NEL SEDERE. ALLA SCUOLA DI PERUGIA (DELLA RAI)
NEL 1998 I POSTI A DISPOSIZIONE AUMENTARONO DI 5 UNITÀ AL TERMINE
DELLA TERZA E ULTIMA PROVA DI AMMISSIONE. SULLA LUISS DI ROMA QUALCUNO
HA AVUTO QUALCOSA DA DIRE SULL'ULTIMO CONCORSO E L'ESPRESSO CI HA FATTO
UN BELL'ARTICOLETTO. ALLA CATTOLICA DI MILANO HAI QUALCHE POSSIBILITÀ
IN PIÙ DI ENTRARE SE LA LAUREA L'HAI PRESA ALLA CATTOLICA. ALL'IFG
DI URBINO LA LAUREA NON È TITOLO PREFERENZIALE E LO DIMOSTRA IL
FATTO CHE TRA GLI STUDENTI DEL BIENNIO IN CORSO (SI POSSONO LEGGERE I NOMI
NEL SITO UFFICIALE) UNA NON CE L'HA. ALL'IFG DI MILANO I FINANZIAMENTI
ARRIVANO DALLA REGIONE E QUALCUNO CHE TEMPO FA RICOPRIVA POSTI DI RESPONSABILITÀ
ANCORA MORMORA. NON TUTTO È NERO; È SOLTANTO NELLA NORMA.
E CI CONSOLIAMO PENSANDO CHE TRA QUALCHE FIGLIO DI PAPÀ ANCHE I
FIGLI DI MAMMA RIESCE AD ANDARE AVANTI. D'ALTRA PARTE NEI GIORNALI LE COSE
VANNO FORSE MEGLIO?
BABALL
24 MAGGIO 2000 - GIO BARBERA
NON MI NASCONDO DIETRO UN NOME. PERCHÈ TUTTI DOVREBBERO
FARE COSÌ. MI CHIAMO GIÒ BARBERA. SONO GIORNALISTA DA DODICI
ANNI. ANZI, ABUSIVO DA DODICI ANNI. NESSUN CONTRATTO UN "MARE" DI COLLABORAZIONE
PER TIRARE AVANTI. HO 34 ANNI, SONO SPOSATO, (NON È IL MIO CURRICULUM
PROFESSIONALE), NESSUNO MI HA ASSUNTO E NESSUNO MI HA MAI CHIESTO QUANDO
È CHE DIVENTI PROFESSIONISTA?. CI SONO GIORNI CHE VORREI BUTTARE
TUTTA ALL'ARIA, MA QUESTA PROFESSIONE MI APPASIONA PIÙ DI OGNI ALTRA.
E QUESTA EMAIL VUOLE ANCHE STIMOLARE ALTRI CHE COME ME VORREBBERO LASCIARE
TUTTO E TUTTI. MA MI CHIEDO QUANDO SARÀ IL MIO TURNO?? POTETE AIUTARMI.
VI SEGUO SINO DAL PRIMO GIORNO, SIETE FANTASTICI.
PS. CI SONO DIRETTORI CHE NON SANNO NEMMENO CHE COSA VUOLE DIRE
GAVETTA. CHI LEGGERÀ IL MIO NOME SA BENISSIMO CHE IO DI GAVETTA
NE HO FATTA E CONTINUO A FARNE...MA LA POLITICA, FORSE QUELLA, HA SEMPRE
PRECEDENZA, SULL'ESPERIENZA VERO??? CIAO E BUON LAVORO
GIÒ BARBERA
24 MAGGIO 2000 - MARCO'73
CARO DAG, SPERO DAVVERO DI NON VIVERE UN'ESPERIENZA
SIMILE ALLA TUA. PERCHÈ ANCHE IO AVREI INTENZIONE DI FREQUENTARE
UNA DI QUESTE SCUOLE DI GIORNALISMO. E ANCHE IO, COME TE, NON HO ALCUNA
RACCOMANDAZIONE. SOLO FARINA DEL MIO SACCO CHE FINO AD OGGI MI HA FATTO
INTRAVEDERE LA POSSIBILITÀ DI FARE CARRIERA NEL MONDO DEI MEDIA.
SONO D'ACCORDO CON FRANCESCA: SECONDO ME NON BISOGNA GENERALIZZARE, ANCHE
PERCHÈ C'È CHI CONSEGUE OTTIMI RISULTATI SOLO CON IL PROPRIO
LAVORO. CREDO IL RACCOMANDATO C'È OVUNQUE, NON SOLO IN QUESTO MONDO.
BISOGNA COMBATTERE NON SOLO CONTRO LA DISOCCUPAZIONE MA ANCHE CONTRO CHI
INGIUSTAMENTE FINISCE DAVANTI A TE SOLO PERCHÈ CONOSCE QUESTO O
QUELLO. IO SPERO DI AFFERMARMI IN UN MONDO CHE GIORNO DOPO GIORNO AMO SEMPRE
PIÙ. CON UN COLLEGA PIÙ ESPERTO DI ME STO LAVORANDO PER QUESTO.
CARO DA, CORAGGIO: VEDRAI CHE LA PROSSIMA VOLTA SARÀ BUONA PER TE!
TE LO AUGURO. UN COLLEGA
MARCO '73
25 MAGGIO 2000 -
LETTERA COLLETTIVA DALL IFG DI URBINO
CARO DAG, NON MENARE IL CAN PER L'AIA. PUOI
DIMOSTRARE CON NOMI E COGNOMI CHE GLI ALLIEVI DELL'IFG (TI RICORDO CHE
I STA PER ISTITUTO E QUINDI MI SEMBRA POCO SENSATO SCRIVERE LA IFG) DI
URBINO SONO RACCOMANDATI? FALLO. NON ASPETTIAMO ALTRO. A PRESTO,
GLI ALLIEVI DEL QUINTO BIENNIO, BARBARA ACQUAVITI, ANGELA
CAMUSO, CINZIA CONTI, FRANCESCA CROCIANI, LAURA CUPPINI, ANNALISA CUZZOCREA,
LILIANA DI DONATO, STEFANIA DIVERTITO, IRENE FIORETTI, VALENTINA FURLANETTO,
ELISABETTA FUSCONI, FILOMENA GRECO, ALESSANDRA LAMANNA, SILVIA MARZIALETTI,
VALENTINA MELIS, RITA MICOLI, LUIGI PERNA, FEDERICO PINI, BARBARA RIGHINI,
ANTONELLO SALERNO, ANTONIO SCIOTTO, ANDREA SECCHI, CHIARA SETTINGIANO,
SERENA UCCELLO, BIANCA VERDE, ILARIA VESENTINI.
OVVIAMENTE DAG E COLORO CHE LA PENSANO COME LUI SONO LIBERI DI NON CREDERCI. E CONSIDERARMI UNO DEI TANTI CIALTRONI RACCOMANDATI DI CUI PARLANO. SI TRATTA DI DUE OPINIONI (UNA FIRMATA, L'ALTRA ANONIMA NON SI CAPISCE PERCHÉ) A CONFRONTO. NON CI SONO PROVE DEL NOVE. MA CI DEVE ESSERE UN MODO PER USCIRE DA QUESTA POLEMICA CHE SE VA AVANTI COSÌ, CARO BARBIERE, RISCHIA DI DIVENTARE STERILE E PRETESTUOSA. AGGIUNGO QUINDI A QUELLO CHE HANNO SCRITTO I COLLEGHI, URBINATI E NO, DUE SOLE CONSIDERAZIONI.
LA PRIMA È QUESTA: MA VI PARE CHE SE UNO HA UNA RACCOMANDAZIONE
TANTO FORTE DA ENTRARE FRA I TRENTA DI URBINO, NON LA UTILIZZI PER TROVARE
POSTO DIRETTAMENTE IN UN GIORNALE? I VERI RACCOMANDATI, STATENE CERTI,
NON HANNO BISOGNO DI FREQUENTARE ALCUNA SCUOLA PER TROVARE LAVORO.
SECONDO: QUESTA POLEMICA MI SEMBRA RIDONDANTE. IN QUESTO PAESE SEMBRA CHE
SI CONOSCA UN SOLO MODO PER RECRIMINARE SUI PROPRI INSUCCESSI: INVOCARE
L'ILLEGITTIMITÀ DI CHI È CHIAMATO A GIUDICARE. SE UN IMPUTATO
VIENE CONDANNATO È CORROTTA LA GIUSTIZIA, SE UN POLITICO PERDE LE
ELEZIONI È PERCHÉ AL GOVERNO C'È UN REGIME, SE UNA
SQUADRA PERDE IL CAMPIONATO È PERCHÉ GLI ARBITRI SONO CORNUTI
E PAGATI DALL'AVVERSARIO (SALVO POI RICREDERSI QUANDO IL RISULTATO SI RIBALTA).
NON SE NE ESCE PIÙ: MAI NESSUNO CHE SI SFORZI DI SINDACARE UNA DECISIONE
NEL MERITO. E PORTARE ARGOMENTI SUL CASO SINGOLO. NON LO FA, E MI DISPIACE,
NEMMENO DAG, CHE DÀ L'IMPRESSIONE DI GIUDICARE MARCIO UN GRAPPOLO
D'UVA CHE NON GLI È RIUSCITO DI PRENDERE. NON È UN BEL VEDERE:
LE SELEZIONI SI SUPERANO O NON SI SUPERANO, LE VALUTAZIONI SULLE PERSONE
SONO SEMPRE OPINABILI, È NELL'ORDINE DELLE COSE. È CAPITATO
A TUTTI (ME COMPRESO) DI NON SUPERARNE: MA NON PER QUESTO PENSO DI ESSERE
STATO VITTIMA DI CONGIURE. E SE COMPLOTTI CI SONO VANNO DIMOSTRATI, E DAG
PURTROPPO NON LO HA FATTO. INVITO COMUNQUE DAG E GLI ALTRI A CONTATTARMI
ANCHE PERSONALMENTE, PER CONTINUARE IN MODO PIÙ SERIO QUESTA DISCUSSIONE.
E QUELLI CHE SOGNANO DI FARE QUESTO MESTIERE A NON PERDERE LE SPERANZE:
FARCELA È DURA, MA NON IMPOSSIBILE.
GIANCARLO MOLA (G.MOLA@REPUBBLICA.IT)
25 MAGGIO 2000 - ELISA
MA COME???!!!! BABALL, TI SEI DIMENTICATO
DELLA BLASONATA "SCUOLA SUPERIORE DI GIORNALISMO" DELL'UNIVERSITÀ
DI BOLOGNA (A CUI, PERALTRO, ANCHE IO APPARTENGO)!!!!! A PARTE GLI
SCHERZI, TU E A DAG AVERE RAGIONE...SOLO IN PARTE. QUI A BOLOGNA SIAMO
TUTTI LAUREATI, IL TITOLO, MEGLIO SE CON 110 E LODE, FA PARTE DEI REQUISITI
PER L'AMMISSIONE ALLA SELEZIONE. I RACCOMANDATI CI SONO OVUNQUE.
MA SE NON ESISTESSERO LE SCUOLE, MOLTI DI NOI NON AVREBBERO MAI AVUTO LA
POSSIBILITÀ DI AVERE IL PRATICANTATO...FORSE SAREI RIUSCITA A DIVENTARE
PROFESSIONISTA SOLO FACENDO CAUSA ALLA TV PRIVATA PER CUI HO LAVORATO,
O RICHIEDENDO IL PRATICANTATO D'UFFICIO ALL'ORDINE DELLA MIA REGIONE, DOPO
ANNI E ANNI DI COLLABORAZIONI MAL PAGATE... E POI, SFIDO CHIUNQUE A PASSARE
DUE ANNI COSTANTEMENTE IN VIAGGIO DA E PER BOLOGNA, STRAPAGANDO 10 MILIONI
DI TASSE, PIÙ L'AFFITTO DI UNA STANZA, SENZA UN CENTESIMO IN TASCA
PERCHÈ NON TI È PERMESSO NEMMENO DI LAVORARE CON LE COLLABORAZIONI
O DI FARE QUALSIASI ALTRO LAVORO SERIO, VISTO CHE LA SCUOLA È A
TEMPO PIENO. STO CONCLUDENDO ANCHE IO I MIEI SUDATI 18 MESI, MI MANCANO
3 MESI DI STAGE A ROMA E A MILANO. IN QUESTO ANNO E MEZZO DI SCUOLA NON
È STATA ASSOLUTAMENTE FOMENTATA LA COMPETIZIONE TRA NOI, ANZI, CI
HANNO GIUDICATO PROPRIO IN BASE ALLA NOSTRA CAPACITÀ DI LAVORARE
IN GRUPPO, DI FARE SQUADRA. SUI TUTOR...HAI RAGIONE LUIGI, ANCHE SE MI
SENTO DI DIRE CHE DIPENDE DA TE FARTI DEI BUONI CONTATTI, IL TUTOR TI PUÒ
AIUTARE, MA NON È CERTO IL MAGO CHE MIRACOLOSAMENTE TROVA LAVORO!
E POI, DAG, PERCHÈ NON HAI PROVATO AD ENTRARE IN ALTRE SCUOLE???
C'È GENTE, TRA NOI, CHE LE HA PROVATE VERAMENTE TUTTE PRIMA DI RIUSCIRE
AD ENTRARE, ALLA FINE È ANCHE QUESTIONE DI FORTUNA...E DI PERSEVERANZA!
IN BOCCA AL LUPO VERAMENTE A TUTTI, SCOLASTICI E NON, RACCOMANDATI E "SELF-MADE"!
ELISA
25 MAGGIO 2000 - CHIARA BANNELLA
CARO DAG, BISOGNA IMPARARE A PERDERE! SEI STATO
BOCCIATO È INUTILE PRENDERSELA CON IL SOLITO DISCORSO DEI
RACCOMANDATI! ANCHE PERCHÉ - COME PUOI IMMAGINARE - UN RACCOMANDATO
SI FA TROVARE UN POSTO DI LAVORO E NON USA I SUOI "SANTI IN PARADISO"
PER CONQUISTARE DUE ANNI DI CORSO A SUON DI 8 ORE DI LEZIONE AL GIORNO,
CON ANNESSI STAGE CHE OCCUPANO L'INTERA ESTATE E LE VACANZE DI NATALE
E NON FRUTTANO NEANCHE UNA LIRA! COME AVRAI CAPITO SONO ANCHE IO
UNA EX ALLIEVA DELL'IFG DI URBINO E POSSO GARANTIRTI CHE NEL BIENNIO
CHE HO FREQUENTATO DI RACCOMANDATI DAVVERO NON CE N'ERANO.
CERTO NON CONOSCO LA STORIA PERSONALE DI OGNUNO DEI MIEI COLLEGHI, MA SONO
SICURA AL 100% CHE LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DI LORO DI CONOSCENZE
"ALTOLOCATE" DAVVERO NON NE AVEVA, COME DIMOSTRA IL FATTO CHE OGGI - A
DUE ANNI DALLA FINE DEL CORSO - NON TUTTI HANNO TROVATO UN LAVORO
STABILE E QUELLI CHE CE L'HANNO SONO PASSATI PER MESI E MESI DI PRECARIATO
NELLA FORME PIÙ VARIE (STAGE, COLLABORAZIONI CHE PAGANO BEN
POCO, ECC.). QUINDI SE VUOI FARE IL GIORNALISTA SMETTI DI NASCONDERTI
DIETRO I LUOGHI COMUNI (IN UN ARTICOLO STONANO SEMPRE) E SOPRATTUTTO
SMETTI DI ATTACCARE LE SCUOLE DI GIORNALISMO CHE SONO OGGI FORSE
L'UNICO MEZZO GRAZIE A CUI UN ASPIRANTE GIORNALISTA NON RACCOMANDATO
PUÒ ACCEDERE ALLA PROFESSIONE. QUELLI CHE CHIEDONO DI ABOLIRLE
SONO PROPRIO COLORO CHE VORREBBERO UN SISTEMA IN CUI L'EDITORE, IL
DIRETTORE O IL CAPO-REDATTORE O CHI PER LORO SI SCEGLIE LE PERSONE
CHE PIÙ GLI FANNO COMODO. CHIARA P.S. SE VUOI DARE UN'INFORMAZIONE
CORRETTA E LANCIARE LO "SCANDALO DEI RACCOMANDATI" DOVRESTI FARCI
SAPERE QUALI ERANO TUTTI I TUOI TITOLI E QUALI QUELLI DEI RAGAZZI
CHE SONO STATI AMMESSI ALL'IFG
CHIARA BANNELLA
Ho superato gli scritti, a cui hanno partecipato circa 600 candidati, ma non sono riuscito a superare il grottesco esame orale. Dico grottesco perchè il mio destino, nel giorno in cui la commissione mi ha interrogato, era già segnato. Perché? I venti posti messi in palio dal concorso erano già stati assegnati.
Ciò mi è apparso chiaro assistendo agli orali. La
commissione, di cui fa parte un giornalista che conosco personalmente,
aveva già deciso prima degli orali, chi sarebbe passato, a prescindere
dall'esito degli scritti. La logica, o il buon senso, vorrebbero che i
risultati degli scritti condizionino gli orali: pensavo, insomma, che un
candidato ammesso agli orali per il rotto della cuffia sarebbe stato interrogato
con severità, e viceversa .
Ma le cose non stanno così. I risultati degli scritti erano
stati calcolati ad arte: gli ottanta candidati ammessi agli orali (20 dei
quali sarebbero stati scelti a frequentare il biennio) erano distanti nella
classifica per pochi centesimi di punto, in modo da non destare sospetti
sugli studenti con i punteggi più alti. La selezione infatti si
sarebbe fatta agli orali, in modo che fosse meno oggettivo il criterio
di selezione.
Ho visto con i miei occhi commissari dare voti altissimi a candidati che avevano risposto non impeccabilmente alle domande della commissione, ho visto il membro esperto in economia inventarsi domande impossibili per candidati laureati in lettere, o il commissario esperto in lettere chiedere autori sconosciuti a chi voleva bocciare.
Qualcuno si ostina a sostenere che "i raccomandati entrano direttamente in un giornale senza passare per la scuola". Molto spesso, però, hanno bisogno di raccomandazione proprio quei perfetti incapaci che con due anni di scuola e formazione possono diventare giornalisti accettabili. Esiste comunque un manipolo di valorosi che ogni biennio riescono ad entrare all'IFG senza raccomandazioni, perchè sono riusciti, contrariamente a me, a superare l'esame con la loro preparazione e le loro doti, occupando quel 20 % di posti non lottizzati che la scuola ancora offre.
Sono loro, e forse quelli che ottengono il praticantato altrove
grazie alla loro passione e amore per il mestiere, a difendere un concetto
di giornalismo fatto di qualità e non solo di agganci. Spero non
si continui a negare che l'accesso alle scuole avviene in parte per raccomandazioni,
e sono comunque pronto ad offrire il mio contributo nel caso in cui qualcuno
voglia indagare sulla regolarità degli esami d'ammissione.
Con stima per il bds, saluto tutti, Ifg e non.
Anonimo
27 Settembre 2000 - Cari amici
Ho dato un'occhiata veloce al dibattitto su "raccomandati si, raccomandati
no", alle scuole di Giornalismo. Volevo dire che è perfettamente
inutile un dibattito sull' esistenza delle "raccomandazioni" nel Paese
per eccellenza delle raccomandazioni! Le raccomandazioni sono una realtà
storica in Italia, connaturata al nostro stesso essere italiani( non è
vero!"chi è senza peccato scagli la prima pietra...").
Esistono in tutti i campi, nei condomini, dal fornaio, dal salumiere.. E poi...cchi se ne frega delle scuole di giornalismo??!!Devi scucire un sacco di soldi ma soprattutto prendono il tuo TEMPO, troppo tempo a mio avviso( due anni), preziosissimo tempo che potrebbe essere invece dedicato gia da subito al lavoro e a provare a svolgere questa professione. L'idea di una scuola di giornalismo, riconosciuta dall'Ordine dei Giornalisti e che pertanto corrisponda al praticantato necessario per accedere agli esami per professionista, è stata mutuata (malamente come sempre in Italia) dalle modalità di accesso alla professione adottate in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, gia da oltre mezzo secolo.
Ma li', inanzitutto, non esiste l'Ordine dei Giornalisti!! Non hanno idea di cosa possa essere questa cosa qua!! Esistono soltanto vari "sindacati", "unions of journalists"..La conseguenza è che lì le scuole di giornalismo(importantissime, qualificatissime, con un'antica storia) sono molte,...per cui non c'è un problema di raccomandazioni, semplicemente perche c'è posto per tutti in quelle scuole. Personalmente sono convinta che le scuole di giornalismo, (e non soltanto in Italia) non servono assolutamente a nulla se non a farti fare una gavetta ancora piu lunga di quella normalmente prevista.
Gia' è difficilissimo entrarvi, per giunta ti danno alla
fine un tesserino da "professionista" che non è affatto un biglietto
d'ingresso per le redazioni. Anzi, al contrario, come giustamente diceva
Francesca
Folda. E allora? mi chiedo ancora a cosa servono, considerato che tra
il "dire" e il " fare", come in tutte le cose, c'è di mezzo il mare.
Ovvero tra la bellissima e luccicante "teoria" di una scuola di giornalismo
e la faticosa e sudaticcia "pratica" del giornalismo.Per cui, caro Dag,
non piangerti addosso e datti da fare. Quello che ti è capitato
è tipico del nostro Paese, purtroppo. Ma che vogliamo farci?? in
bocca al lupo a tutti noi...
Susanna Jacona Salafia
30 Settembre 2000 - Caro
anonimo, mi sento tirato per i capelli (scrivendo al Barbiere...) a rispondere
alle pesanti accuse che il 3 settembre hai lanciato
al metodo di selezione dell'Ifg. Io sono invece uno dei 40 (40, caro
anonimo, non 20!) ammessi al biennio attuale, dopo la scrematura dell'orale
cui eravamo stati ammessi in 92 (92, caro anonimo, non 80!). E francamente
non mi ha raccomandato nessuno (un po' perché non conto nulla, un
po' perché odio le raccomandazioni): sarò nel manipolo di
valorosi?
E vedendo il livello dei miei 39 compagni, non ho avuto sospetti su nessuno di loro, di nessuno ho mai pensato che sia un "perfetto incapace" e che sia stato ammesso solo grazie a una raccomandazione. Non ho assistito al tuo esame, immagino, non so come sei andato davvero e non so se davvero qualche commissario ti ha detto quello che sostieni.
Io esami irregolari io non ne ho visti, nè il mio nè gli altri, le domande mi sembravano umane (più o meno difficili, ma questo è un'altra questione), e soprattutto il superamento degli scritti è avvenuto in forma anonima, solo dopo si abbinavano le prove migliori ai nomi dei loro autori. Se qualche raccomandato fra noi 40 c'è (e non posso escluderlo a priori, ma a priori non posso escludere neppure molte cose riguardo il sottoscritto), comunque dev'essere stato così bravo da passare gli scritti senza aiuti.
Ma a parte le mie opinioni sull'esame, leggendo il tuo scritto mi sono venuti in mente due motivi per cui all'Ifg tu non ci sei entrato. Primo, se sei stato così impreciso sulle cifre anche all'esame.: 80 promossi all'orale anziché 92, 20 ammessi all'Ifg anziché 40. Un pessimo articolo di cronaca. Le cifre sono importanti: prova a portare un pezzo con le cifre sbagliate al caposervizio o al capocronista del giornale in cui stai facendo la pratica, poi dimmi che ti rispondono.
Secondo, nel tuo intervento mancano due nomi: il tuo e quello di almeno un raccomandato. Un giornalista, se è tale davvero, ha il coraggio di quel che dice e quel che pensa, non scrive cose anonime o con preghiera di non menzionare il nome. E questo l'ho imparato sul campo, mica qui in via Filzi. Il mito del giornalista che, penna in resta, parte come un paladino medievale contro i cattivi e li sbaraglia a suon d'inchieste mi fa ridere, ma molto peggio è chi non ha il coraggio di firmarsi.
Se sai di qualche ingiustizia (o magari la subisci in prima persona)
o stai zitto e ti rodi su quant'è brutto il mondo, oppure rendi
noto il caso, vuoi sporgendo denuncia alle autorità giudiziarie
vuoi raccontandolo pubblicamente. Ma se decidi di agire, fai i nomi, mica
ti rifugi dietro l'anonimato e spari nel mucchio. Il Barbiere, intendiamoci,
ha fatto bene a pubblicare comunque il tuo scritto, niente va censurato,
e lui il tuo nome lo saprà, immagino. L'errore è stato tuo,
non suo. Perché se al tuo anonimato unisco gli errori sulle cifre,
che dovrebbero essere ben chiare a chi ha sostenuto l'esame, mi vien da
pensare che questa sia tutta una bufala. E a pensare male si fa peccato
ma ci si azzecca, come dice uno di cui tutti hanno sempre pensato male.
Se invece sei davvero un giornalista, complimenti per il praticantato (merce
rara oggi, io dopo anni di lavoro l'ho trovato solo all'Ifg, non in una
redazione) e auguri per la carriera. Ne avrai bisogno.
Luigi Bolognini
2 Ottobre 2000 - Cari colleghi
che fate proclami contro le scuole di giornalismo, fustigatori dell'italico
malcostume della <raccomandazione>, perché vi ostinate a ad arrampicarvi
sugli specchi? Se avete fatto l'esame per l'ammissione a una scuola di
giornalismo e siete stati bocciati, perché continuare con la lagna
dei concorsi truccati? Perché prendervela con gli altri per i vostri
fallimenti?
In fondo la vostra carriera non credo che possa trarne giovamento. Personalmente ho frequentato l'Ifg di Milano, sono entrata senza raccomandazioni e dopo aver fatto scritto e orale nella norma. Perché? Probabilmente perché io, come buona parte dei colleghi che con me hanno frequentato l'Ifg, sono dotato di una certa elasticità mentale. Cosa che voi, che continuate ad imputare le vostre mancanze sempre e costantemente a fattori esterni, forse non avete. Ho scelto di fare la scuola dopo cinque anni, dico 5, da abusivo nelle redazioni, avrei potuto ottenere il praticantato facendo causa ma ho preferito tentare la strada della scuola: è andata bene.
E' vero, non bastano due anni di scuola per essere giornalisti, bisogna fare tanta gavetta ed esperienza e alla fine magari non lo si diventa neppure, ma questo non significa che nelle scuole di giornalismo ci siano solo dei presuntuosi incapaci. Visto che, a vostro dire, le scuole sono piene di raccomandati e che voi che avete fatto anni di fatica a gavetta avete grandi capacità giornalistiche al contrario di noi, poveri studentelli, perchè non fate una bella INCHIESTA GIORNALISTICA sulle scuole e non portate a galla le brutture di questo ambiente così losco?
Magari fate un colpaccio e vi assumono! Comunque, prima di chiudere,
voglio precisare al collega Anonimo (non offenderti se mi permetto di chiamarti
collega) bocciato all'esame del '99, che gli ammessi all'orale erano 90
e i posti disponibili 40. Se questa è la tua precisione giornalistica,
allora forse ti serve un po' di scuola. Con affetto
Cherubino
Vi sembrerò un po' ingenua, forse, ma mi sembra più onesto pensarla in questi termini piuttosto che in quelli di raccomandazione e/o sfortuna. Durante l'ultima parte della selezione ho avuto modo di conoscere altri ragazzi e di constatare la loro preparazione e la loro serietà. Magari alcuni mi sono sembrati un po' spocchiosi ma questo non significa raccomandati, incapaci o "tontoloni". Non ho le prove per dire se ci fossero o meno dei raccomandati, forse non le avrò mai, nè ho mai conosciuto qualcuno che ammettesse di aver ricevuto un "aiutino". Sono però fermamente convinta che se una persona è brava, preparata e motivata alla fine ce la fa, senza bisogno di raccomandazioni. Per quanto mi riguarda anche se non sono entrata ad Urbino continuerò a provare, c'è Perugia, poi Bologna e poi ci sono altre strade.
Non mi sembra corretto nè rispettoso lanciare accuse a caso
e, ritengo, solo perchè si è stati esclusi. Pensi, caro Dag
che avresti detto le stesse cose e lanciato le stesse accuse se tu fossi
riuscito ad entrare in una delle scuole di giornalismo? Buona fortuna a
tutti (anche a me!)
Misa Grassi - Perugia
9 Ottobre 2000 - Facciamo tutti come Gad Lerner |
Bene ha fatto Gad Lerner per esempio a denunciare quello che ha denunciato. Se c'è un malcostume è giusto che questo cambi altrimenti questo Paese farà sempre più schifo. Ma a mio parere il problema è un'altro. L'informazione è un potere "altro" rispetto a quelli costituiti. Il ruolo del giornalista è lontano dagli altri poteri e deve essere completamente autonomo.
Allora vi pare giusto che giornalista si possa diventare a scuola? Siete sicuri che il mestiere possa esservi dato da lezioni? E' come se per diventare politici o per diventare religiosi esistesse una scuola gestita dallo Stato. Non è casuale che nella Costituzione in pratica si stabilisce che tutti possano, di fatto, essere giornalisti. Io ritengo che sarebbe molto giusto che si stabilisse un momento di formazione continua anche per i giornalisti: per esempio mi sarebbe piaciuto fare esperienza (anche pagando) all'estero, oppure imparare ad usare meglio le nuove tecnologie, o ancora a riqualificarmi dal punto di vista normativo o imparare a creare una nuova impresa di comunicazione.
Ma su questi temi l'Ordine, il sindacato, lo Stato, non mi sembrano che nutrano interesse (o interessi). Io ho 33 anni, sono professionista (attualmente con un contratto a tempo determinato), e non mi ritengo "vecchio". Invece si è pensato "solo" alle scuole per garantire l'accesso. A me le scuole appaiono solo un modo per chiudere la "casta" e far entrare alcune classi sociali (tra l'altro io non sarei contrario al fatto che il sindacato, come in tutti i mestieri, fosse un pò più attento agli ingressi, ai percorsi di formazione e alla salvaguardia occupazionale: nessuna categoria di professionisti conta il 20% di disoccupati).
Attenti non è un discorso "comunista" il mio: anche Einaudi, mi risulta, era contro l'istituzione delle scuole. Inoltre mi piacerebbe sapere a quali fasce di reddito appartengono le famiglie degli studenti di queste scuole? E ancora come è possibile che i giornali, pur in crisi, accettino sempre volentieri di avere studenti delle scuole invece che professionisti disoccupati? Sarà mica perchè con la scusa degli stage hanno gente a costo zero nelle redazioni? E mi sembra che la bella e significativa testimonianza di Paolo Frajese che apre questo spazio dia il senso del reale punto della situazione. Ma nella società odierna del consenso globalizzato, della Cnn e delle Agenzie monopoliste, dei giornali fotocopia e dell'informazione impersonale e a-professionale di Internet, servono ancora i Giornalisti? Lucky
9 Ottobre 2000 - Un po' di consecutio temporum non guasterebbe |
Non ho titoli per parlare in nome della commissione esaminatrice, che dispone di un presidente e un vicepresidente eccellentissimi, ed a tutela della quale si è già espresso, in italiano e in latino, Franco Abruzzo. Ma facendone parte anche io, invoco il diritto a qualche legittima ancorché leggera rasoiata.
La vibro ringraziando il bravo giovine "Anonimo" del probante documento che ci offre. E' difatti la sua stessa prosa a dimostrare, involontariamente, che l'esame di ammissione all'IFG di Milano è una delle poche cose serie che sopravvivono nel nostro allegro paese. All'IFG di Milano non poteva essere ammesso un illetterato che scrive: "La logica, o il buon senso, vorrebbero...", invece di "vorrebbe", confondendo il soggetto collettivo col soggetto alternativo. E che continua così la frase: "...vorrebbero che i risultati degli scritti condizionino gli orali", invece di "condizionassero", come la concordanza temporale impone.
Non so come abbia fatto il bravo giovine "Anonimo" a superare la
prova scritta, ma conforta che la commissione esaminatrice abbia posto
fulmineo riparo all'orale evitando che, tra i quaranta ottimi praticanti
del biennio in corso all'IFG di
Milano, se ne intrufolasse uno afflitto da così gravi tare
in fatto di grammatica, sintassi e "consecutio temporum".
Grazie anche a te, caro Barbiere, dello spazio e buona insaponata.
Gianni de Felice
gdefel@tin.it
9 Ottobre 2000 - Raccomandazioni? Meglio farci il callo |
Ti dirò francamente che per imparare l'abc del mestiere mi è servita più l'esperienza di lavoro che quanto studiato sui banchi di scuola. Non voglio innescare polemiche dicendo che le scuole non insegnano nulla. Ho imparato molto ma spesso si sopravvaluta questa fase. Ogni lavoro è a sé e il nostro lo è ancora di più! Voglio dire che la realtà è in continuo movimento, i flussi delle notizie sono sempre più numerosi e i ritmi più veloci. E dunque solo la pratica sul campo può spingerti a trovare il giusto adeguamento a questo stato di cose. Certo, occorre una buona preparazione di base (una laurea, buone letture o approfondimenti personali è lo stesso).
Ma perchè credere che solo una scuola apra la strada per
diventare un buon giornalista? Se così fosse, non lo sarebbero tanti
nomi, più grandi di noi (anche di età!) che la scuola non
l'hanno fatta. Quanto alle raccomandazioni, sarà meglio farci il
callo: ci sono sempre state e in tutti i mestieri. Trovarsela o accettarla
è una decisione individuale. E mi sembra che non sia questo l'unico
compromesso che ci troviamo davanti nel lavoro. Nelle scuole e nei giornali
ci sono i raccomandati e i non raccomandati. Personalmente non ho accettato
questa via (e infatti non ho ancora un contratto serio!). Ma ho costruito
pazientemente e, più di una volta, mi sono fatta coraggio e ho chiesto
(quello che non avrei pensato di riuscire a chiedere!). Credo sia proprio
la qualità del lavoro che, alla lunga, fa la differenza: il raccomandato
arriva prima, sale prima...ma dura di meno!
Francesca
16 Ottobre 2000 - Le scuole? Valgono quel che valgono, cioe' poco |
17 Ottobre 2000 - Questo lavoro si impara solo per strada |
Per esperienza posso confermare che i ragazzi della scuola hanno sicuramente un accesso agevolato al mondo del lavoro, ma non perché siano bravi, bensì grazie alla potente lobby della scuola (una fra le tante). E' anche vero che conosco e stimo degli ottimi colleghi che escono dalla scuola di giornalismo.
In Sicilia era già difficilissimo diventare pubblicista senza santi protettori, figuriamoci professionista. Le cose a Milano non sono molto diverse, anzi quando si vuole si riesce a fare diventare giornalista professionista qualsiasi organismo pluricellulare vivente. Senza santi, però, è un vero calvario. Ho un gran rispetto per l' Ordine, l'Inpgi ed il sindacato, ma nonostante le lettere e le mille note inviate non ho mai avuto risposte su molti dubbi personali, uno fra tutti: per quale ragione si tutelano solo gli interessi degli editori e dei vecchi colleghi vicino alla pensione?
Quando ho chiesto aiuto, i responsabili con cui ho parlato mi hanno
solo complicato la vita. Ed io che sono grande, vaccinato e con famiglia
soffro a vedere centinaia di bambocci che non sanno scrivere diventare
professionisti e/o essere assunti a tempo indeterminato solo perché
raccomandati, perché hanno fatto la scuola o perché sono
figli di genitori influenti. E' una vecchia storia, ma le percentuali di
raccomandati sono sempre più alte: forse anche per questo motivo
oramai anche in prestigiose testate cartacee e televisive gli errori giornalieri
non si contano più. In sintonia con molti colleghi che hanno scritto
(qualcuno lo conosco) sono consapevole delle mie capacità e dei
miei limiti, ma per vivere chi non ha santi in paradiso è costretto,
anche nella capitale dell'editoria (ex Milano da bere), ad accettare condizioni
umilianti, (o accetti subito o il bamboccio ti sostituisce prima del tempo
per soddisfare la logica "poca spesa molta resa"). Baciamo le mani
D.L.
20 Ottobre 2000 - Torna in campo l'Anonimo del 3 settembre |
Ricorda, il maestro di giornalismo, cosa disse a uno studente pugliese che aveva svolto una tesi di laurea sulla sentenza Bosman, dopo averlo interrogato? Non gli ha forse assicurato l'ammissione alla scuola, dopo un orale così brillante? E non ha forse contribuito al buon esito dell'orale, monopolizzandolo con domande di calcio, sapendo che il candidato per anni si era occupato di questo sport? Non si è forse intrattenuto con il suddetto studente parlando amabilmente di calcio, giornalismo e questione meridionale sull'uscio della scuola?
E non ricorda il professore con quale freddezza si è invece rivolto ad altri candidati, a cui ha rivolto domande di diritto forse meno accessibili di quelle sul "modulo di Fascetti"? Prima di darmi lezioni di giornalismo vorrei che Gianni De Felice mi desse lezioni di serietà e professionalità.
Quanto al buon Luigi Bolognini, che fino a qualche anno fa non avrebbe potuto iscriversi alle selezioni per superato limite d'età, mi scuso per averlo "tirato per i capelli" nella mia futile polemica. Ma a uno che su quaranta alunni dell'IFG non riconosce nemmeno un raccomandato posso solo consigliare di tornare a Bolzano a fare le radiocronache di calcio, sperando che almeno riconosca uno fra i 22 giocatori in campo.
Se non ce la dovesse fare può chiedere una mano al "maestro" Gianni De Felice, che di calciatori, oltre che di latino, se ne intende. Ringrazio ancora il Barbiere per avermi ospitato e per avermi permesso di esprimere le mie opinioni, visto che in un paese libero qualcuno vorrebbe censurare persino quelle. Sulle imprecisioni, prego i soloni di andare a leggere sul bando di concorso il numero degli ammessi agli orali. Se trovassero scritto 92 vorrebbe dire che gli orali non sono l'unica cosa a essere manomessa in quella scuola. Sui 20 ammessi credo di avere scritto nella prima versione che "su 40 ammessi alla scuola 20 lo sono per meriti terreni, 20 per meriti divini".
Forse nel taglio della mia lunghissima e-mail sono sfuggiti 20 ammessi.
Spero non si siano offesi. Quanto all'anonimato, me ne scuso vivamente,
ma essendo i miei capiredattori dell'IFG, ed essendo io iscritto
all'Ordine, ho temuto ritorsioni. Se qualche escluso volesse fare
ricorso, sarò pronto a testimoniare in forma non anonima.
Infine, breve distinzione di generi, questo non è un articolo di
giornale, ma una lettera aperta ad un sito, e come tale andrebbe giudicata.
Per i contenuti, non per la forma.
L'anonimo del 3 settembre
23 Ottobre 2000 - E che possono fare quelli che non vanno a scuola? |
Io sono convinta che per tutelare i lettori e ridare dignità
alla categoria, pur nel rispetto della libertà di espressione, non
si deve permettere a chiunque di pubblicare senza criterio notizie, magari
scritte in linguaggio sgrammaticato e tese solo a fare scoop. Possibile
che il sindacato sia impotente di fronte a slogan del tipo 'Poca spesa
molta resa' ? Parlo perchè mi sono sottratta a certi ricatti
e sto cercando di lavorare on line, quindi per esperienza personale.
Mariantonietta da Salerno
23 Ottobre 2000 - Siete una delle ultime caste, una famigliastra chiusa |
Nelle redazioni importanti c'é un tale pullulare di nomi noti, di figli di giornalisti o di cosiddetti vip, da far pensare che il giornalista sia un predestinato, perché nel suo codice genetico e nel suo sangue (spesso blu) c'é tutto quello che occorre per permettergli di iniziare la carriera dal Corriere o dal TG5. Come vedi, di fronte a questo, la questione raccomandazioni-scuole diventa ben poca cosa.
I Vip del TG5 di spinte non ne hanno certo avuto bisogno, tantomeno
di scuole: in certi casi basta la parola (il COGNOME). La cosa grave, però
é che non solo nelle redazioni importanti vige questo sistema di
reclutamento: persino a Radio Popolare, temo, si viene presi se
si é amici o figli di amici o parenti di amici. Ed ho citato il
posto più pulito e più "aperto".
Insomma, per assumere giornalisti non si é mai visto un
annuncio pubblico e questo vorrà pur dire qualcosa...
Forse sono troppo lontana dal vostro ambiente per poter giudicare,
ma, questa é l'impressione che date all'esterno. Siete una delle
ultime Caste, insieme ai medici, ai notai ecc...Una famigliastra chiusa
in cui tutti si odiano, ma non se lo confessano e si difendono corporativamente
dagli attacchi esterni.
Non credete che, al di là dell'etica,un tale sistema di reclutamento
mini fortemente la credibilità della categoria?? Come fate ad indignarvi
per lo scandalo dei concorsi, quando per voi la raccomandazione é
addirittura superflua perché giornalisti o si nasce o non si é??
E con quale faccia potete scagliarvi contro tangentari e corruttori????
Me lo chiedo da un pezzo. Ringrazio il Barbiere se mi darà
l'opportunità di una risposta...
BACI KI
misski@altavista.it
25 Ottobre 2000 - Ero raccomandato e non lo sapevo |
Dura gavetta sul campo + Scuola = una formula che caratterizza la
maggior parte degli allievi della Scuola, dagli inizi. Ma l'Anonimo,
come
Bruto, è un uomo d'onore... Quanto alle accuse a De
Felice, ritengo che egli stesso saprà rispondere al meglio. Parlando
per esperienza personale, mi limiterò a dire che al mio esame orale
(prima volta che lo incontravo) mi fece una domanda di Cinema, dopo
che mi ero proclamato 'cultore (appassionato) della materia'... boh, forse
ero raccomandato senza saperlo... Grazie per l'ospitalità
Carlo Faricciotti, ex allievo IFG (X biennio)
31 Ottobre 2000 - Ci ho ripensato e il giornalista non lo faccio piu' |
Cercando di mantenermi imparziale e critico, per quanto le mie aspirazioni a diventare "veicolo deambulante d'informazione" me lo consentano, prendo atto del fatto incontestabile che si sono create inesorabilmente due fazioni; l'una stretta attorno l'elite dei "miracolati", a difenderne, in tipico stile corporativistico di sapore manzoniano, gli "interessi legittimi"; l'altra a propugnare, senza andare troppo per il sottile e in classico stile partigiano, i loro (chiedo scusa al sommo De Felice sin da ora per l'inosservanza di talune regole di scrittura, manifestando con ciò il mio dissenso dal suo stupido e classista intervento) "diritti soggettivi".
Cedere insomma all'indirizzo tutto italiano di analizzare un problema
o presunto tale, non senza essersi schierati ne aver espresso un giudizio
di condanna delle opinioni o percezioni altrui. Finisco col dire, e ringrazio
quanti mi abbiano onorato della loro attenzione, che non ho più
nessuna intenzione di assecondare le mie aspirazioni e attitudini, perchè
potrei un giorno trovarmi, spalla a spalla, a fianco ad una snob giornalista
del c..aso, una self made woman, una che s'è fatta... da
se' e adesso si trova dove si trova perchè esiste la meritocrazia
etc. etc. che incalza un povero sventurato che come tanti non c'è
la fatta, ma se capace garantisco che ce la farà, con argomentazioni
stupide about il suo anonimato. Allego alla presente nome, cognome,codice
fiscale,codice carta di credito ed ogni altra coordinata mi si chiederà
per esprimere un'opinione, non un giudizio.
Peppe Polimeni
8 Novembre 2000 - Balle, e' tutto un do ut des... |
a)- nelle scuole di giornalismo italiane non esistono raccomandati;
b)- il povero Dag deve essere per forza un incapace,
dato che chi vuole può liberamente essere ammesso a frequentare
questi corsi. Avrà certamente più possibilità se è
un figlio di nessuno, povero (ma ricco dentro) e proveniente da uno sperduto
paesino del Sud.
Sarebbe bello, come nelle favole, ma la realtà (ci vuole
una bella faccia da culo per sostenere il contrario, attraverso decine
di interventi in un dibattito che poteva essere anche anonimo; questo è
l'abisso nel quale siamo tutti finiti, in una collettiva paranoia da grande
fratello) è ben diversa.
Di esempi non mancano di certo. Naturalmente questi vanno in netta
controtendenza con quasi tutto quello che è stato detto finora.
Povero Dag! Comprendiamo la sua indignazione a tal proposito e condanniamo
(se questo è possibile) l'ipocrisia ridicola del dibattito.
Nel prossimo intervento aspettatevi grosse novità con tanto
di luoghi e persone che tengono in piedi questo sistema. E' tutto un "do
ut des".
Linus
27 Novembre 2000 - Essere giornalisti e' uno stato d'animo |
Unesperienza così profonda, appassionante e arricchente, che bisognerebbe quanto meno cercare di conoscere prima di sputarci sopra delle sentenze preconcette. Ricordiamo infatti ai colleghi e agli aspiranti tali che essere giornalisti perché si è giornalisti, non si fa il giornalista, dato che come ha avuto modo di scrivere Vittorio Zucconi diversi anni fa, essere giornalisti è uno stato danimo e non una funzione contrattuale significa lavorare con passione e pazienza seguendo, come ci ha insegnato un grande Maestro come Silvano Rizza, laspirazione alla verità, che non lascia spazio ai pregiudizi.
E proprio il ricordo di Rizza lo abbiamo ritrovato non solo
nelle parole di Daniele Protti ma anche in quelle di FrancescaCaferri,
che evidentemente a distanza di anni ha avuto la nostra stessa fortuna:
imparare ancora da chi non accetta compromessi, da chi ha trasmesso a generazioni
di nuovi giornalisti un senso talmente alto delletica della professione
da far sentire molti altri al nostro cospetto in stato di assenza di ossigeno
e in preda alle vertigini.
E proprio in questottica non abbiamo certo timore di assumerci
la responsabilità di quanto affermiamo e quindi di fare il nostro
nome e cognome: LINDA MARZOCCHINI e MICHELE MISURACA.
Facciamo parte del secondo biennio dellIfg di Urbino, quello che
si svolse dal 92 al 94, e ne faremo sempre parte perché è
una cosa che, per fortuna, ti porti dentro. Abbiamo vissuto le difficoltà
del mercato editoriale forse in uno dei momenti peggiori della storia del
giornalismo italiano ma se oggi siamo dei validi professionisti, rispettati
anche quando "rompiamo le palle", è perché abbiamo avuto
una formazione che oggi nelle redazioni nessuno ha il tempo, e in molti
casi la voglia, di darti.
E di questo non potremo che essere sempre grati ai tanti colleghi
più anziani di noi, alcuni se ne sono andati ma noi ne conserviamo
il ricordo, che in questa scuola hanno creduto e investito per un futuro
migliore di una professione che in tanti amiamo per la vita che ci offre.
Tra questi il primo è e sarà sempre Silvano Rizza.
Un saluto affettuoso a tutti coloro che ci hanno preceduto o seguito
in questo stesso cammino, in quella stessa città, e che fanno sì
che ancora si possa essere orgogliosi di unesperienza pulita.
Linda Marzocchini e Michele Misuraca
5 Febbraio 2001 - Sempre in guardia contro l'arrampicatrice folle |
Le scuole di giornalismo non sono formate esclusivamente
da raccomandati (ma questa una vecchia polemica che
non mi va di riaprire), ma, accanto a "fancazzisti"
nati e (udite udite!) giovani volenterosi che si adoperano
per imparare il mestiere, difficilmente manca un'altra
figura: quella dell'arrampicatore/trice folle.
Un personaggio il cui livello di cinismo travalica
iperbolicamente quello (facciamo minimo, va')
di cui chiunque voglia cimentarsi con questo mestiere
deve essere dotato. Sarebbe capace di uccidere uno o pi
colleghi e non per lo scoop del secolo, ma per la pi
infima scemenza che, ai suoi occhi, appare come un miliardesimo
di punto guadagnato a scapito degli altri.
Questa figura non manca, ovviamente, neanche nella scuola
di giornalismo che frequento. D'ora in poi la chiamer
per brevita "l'arrampicatrice" omettendo,
(solo per brevit!!!) ogni volta la fastidiosa ripetizione
del termine per entrambi i sessi. Lei qui perch dalla
sua realt locale vuole passare ad agire a livello
nazionale. Cercher di aggiornarvi sulle sue prodezze,
magari, se un giorno ve la beccate (o se ne conoscete
una simile) potete essere un po' pi preparati.
ifreundeg