Livelli retributivi ADEGUATI? Per chi lavora nella tv, 3milioni49mila lire lorde mensili sono pari a 42 milioni 700mila lire lorde l'anno (mi auguro al netto della contingenza). Detratta un'Irpef (con aliquote ante Finanziaria 2001 ma al lordo dell'addizionale regionale) di 11 milioni 4.500 lire, abbiamo la cifra esaltante di 31 milioni 695mila lire (ritocchiamo a 31,7 milioni). Dunque dunque, 31,7 milioni "spalmati" su 13,5 mensilità (arrotondo, mica sono un consulente del lavoro io!) danno 2 milioni 348mila lire e spiccioli... C'è di che sguazzare nell'oro! Quanto poi al campo di applicazione del contratto, considerato che servono più di cinque teleradiogiornalisti (quindi almeno sei), siamo certi che le 1.200 imprese dell'Aer-Anti-Corallo siano tutte ricomprese? Quanto sono quelle sotto i sei teleradiogiornalisti dove il contratto non si applica? Lungimirante lo "sganciamento" tra inquadramento contrattuale e qualifica professionale: SE NON E' UN HARAKIRI QUESTO... A cosa serve l'Ordine? a che pro tenere aperte le scuole di giornalismo? Cosa distingue un giornalista da un impiegato (senza offesa per l'impiegato!)? Da oggi, grazie a questa mossa geniale, le radiotv locali che aderiscono ad Aer-Anti-Corallo (e c'è da scommettere che le imprese aderenti cresceranno) escono automaticamente dal mirino occupazionale di tutti coloro che si sono smazzati anni e anni di gavetta per ottenere un praticantato! Fantastico il passaggio "Il giornalista può utilizzare tutti i mezzi tecnici e informatici anche senza la presenza di personale tecnico". Diciamo ciao con la manina a cameramen montatori registi e a tutti i lavoratori dell'"indotto"! D'ora in avanti i servizi si girano, riversano, montano, trasmettono DA SOLI, in regìa andrà il "coordinatore redazionale", dove già non succede, beninteso! Solo che con questa mossa geniale lo si sancisce e statuisce nero su bianco, alla faccia di qualunque rivendicazione, ora e per sempre. E che dire della norma secondo cui "La cessione di servizi in sinergia non dà luogo a maggiorazioni del compenso dovuto al teleradiogiornalista"? Basterà fare tante piccole redazioni locali e coprire il territorio sarà un gioco da ragazzi: tu dai un servizio a me, io lo do a te, e al teleradiogiornalista ciccia: zitto e ai remi! C'è di che restare stupefatti! FORZA FNSI! Diteci chi è il genio che guida le trattative, chi dobbiamo ringraziare! Per fortuna c'è chi ancora ragiona.... GIORNALISTI: ASSOSTAMPA SICILIA, NO A CONTRATTO DEPOTENZIATO (V. «GIORNALISTI: FIRMATO CONTRATTO NAZIONALE...»DELLE 13:17) (ANSA) - CATANIA, 3 OTT - L' Associazione siciliana della stampa, «anche a nome dei colleghi che operano nell' emittenza privata regionale», ribadisce «le perplessità e le riserve da sempre espresse ed emerse in modo chiaro in seno la consiglio nazionale della Fnsi, sull' opportunità di firmare un contratto depotenziato per il settore radiotelevisivo privato». In una nota il segretario regionale, Luigi Ronsivalle, ricorda che la «la stessa approvazione a maggioranza del testo contrattuale, con il voto contrario dell' intera delegazione siciliana nel rispetto del mandato a suo tempo ricevuto, doveva servire a comprendere come - nel pieno di una ben più vasta e complessa stagione contrattuale - un' ulteriore pausa di riflessione prima della firma tra le parti avrebbe potuto contribuire a dissolvere dubbi incertezze e perplessità». «Resta intesa tuttavia - sottolinea l' Assostampa siciliana - la valenza sperimentale e temporalmente limitata di un contratto che non può avere effetti retroattivi e che, allo stato, riguarda solo le emittenti associate ad Aer, Anti, e Corallo: ne restano quindi escluse le aziende comunque collegate ad editori di giornali».(ANSA). COM-TR 03-OTT-00 14:31 NNN F Forza ragazzi, continuiamo così! Al prossimo contratto propongo
alla delegazione Fnsi di accludere la "clausola vaselina", con il patto
esplicito che deve essere acquistata a spese del lavoratore dipendente,
con tanto di trattenuta in busta paga.
Ieri, lavorando, ho notato una quindicina di lanci di agenzia tra Ansa e Agi (e altre) sul contratto nazionale firmato dalla Fnsi con le emittenti radio e tv locali dell'AER-Anti-Corallo (che il Bds ha pure ripreso). Le ho lette, ma occupandomi d'altro non le ho degnate di particolare attenzione, convinto anche di trovarle oggi su tutti i quotidiani, con dovizia di particolari e dibattito sulla questione. Invece oggi, dopo aver sfogliato una ventina di quotidiani tra nazionali e di provincia, ho preso atto che solo Avvenire e Il Sole 24 Ore hanno dato una colonnina di notizia, mentre va rimarcata l'eccezione di Italia Oggi che ha pubblicato addirittura il testo completo del contratto. E tutti gli altri, grandi e piccoli? Eppure si tratta di un contratto
importante: visto che per la prima volta la Fnsi firma un contratto collettivo
di lavoro con un soggetto che non sia la Fieg. Al di là dei giudizi
di merito, non mi sembra proprio di esagerare dicendo che questa è
a tutti gli effetti una NOTIZIA. Purtroppo penso che la deontologia
in questo frangente abbia lasciato il campo ad un esemplare slancio di
spontaneo e praticamente totalitario corporativismo: nessuno ha dato spazio
alla notizia. Bisogna prendere atto che la paura che il contratto Fnsi/Fieg
non sia più un dogma e che si possa avere un contratto tagliato
ad hoc per determinate condizioni ha causato la CENSURA della notizia.
E la deontologia? E la missione di informare i cittadini su TUTTO quello
che accade nel paese? E tutto il resto che si impara a scuola e nei manuali
di giornalismo? C'è qualcun altro che, magari beccandosi del fesso
o dell'ingenuo, la pensa come me?
In sintesi, ma non troppo: 1- Federico lamenta l'omertoso atteggiamento dei colleghi toccati negli affetti più cari (il portafoglio) e così facendo stuzzica Zioproto, il quale però.. e l'ho letta più volte, alla fine mica dice perchè sia giusto tacere una notizia (mi pare che la firma di quel contratto lo sia, certo più delle notizie che prannunciano gli scioperi di categoria). Questo, francamente, non mi è sembrato bello... 2- dai toni immagino Federico giovanotto e Ziproto in età: infatti quest'ultimo si scandalizza all'idea che un giornalista prenda la telecamera e vada a farsi le riprese da solo. Se stiamo tutti qui in rete, stiamo usando un pc... ma mi pare che la storia dei linotipisti & co, ancorchè dignitosissima e spesso epica, sia, appunto, storia.... senza scandalo, peraltro. 3- il passaggio che trovo più frizzante di zio è quello in cui parla di spiccioli e 2.348.00 lire al mese x 13, 5 mensilità come fossero cacchina.. e qui mi sorge possente il dubbio: ma sarà mica che l'adorato sia appartenga alla schiera dei (beati loro) art. 1 presso aziende solide e floride che si possono permettere signori stipendi? Perchè se così fosse, allora lo pregherei di trovarmi un posto come il suo da lui, ovunque egli lavori... altrimenti tengo a ricordargli che il mercato editoriale, tolti i grossi gruppi, è una fossa dei leoni dove la realtà è fatta di abusivi, lavoro nero e freelansaggio.. e Dio volesse che si cominciasse a ipotizzare qualche soluzione alternativa, tale da creare posti di lavoro professionalmente dignitosi (anche se con meno di 4 milioni al mese di stipendio) per riassorbire una buona parte di questi paria 4- zio, forse, teme solo che questa sia una crepa nella diga del suo laghetto tranquillo e pescoso. Mica che non lo capisca, sia chiaro... ma tra capirlo e seguirlo, ce ne corre. 5- zio parla molto e legge distrattamente (ahi ahi ahi... un giornalista non dovrebbe) ed equivoca: 5 giornalisti è il numero minimo per avere rappresentanze sindacali e non per applicare il ccnl in questione (che -in effetti l'ho appreso da Italia Oggi - si applica anche ad un solo giornalista). Insomma: zio in una cosa ha pienamente ragione: "c'è ancora chi ragiona!" già... quelli come lui e a modo suo, che si sono piazzati, che magari hanno già fatto qualche solido progettino professionale per qualche figliolo o nipotino e che inorridiscono all'idea che il salottino in velluto rosso possa essere invaso da un nutrito numero di poveracci da 2.348.000 e spiccioli al mese... Ti dirò... per quanto mi riguarda farò il possibile
per profittare di questa misera, indecorosa, concreta opportunità
di passare dalla giungla alla città (ancorchè in periferia)
del mestiere. Anche dovessi trovarmi a fare servizi armato, me misero,
di una telecamerina e tutto solo faccia a faccia con qualche notizia...
a proposito, caro Barbiere, profitto della sala affollata: se qualche
tv o radio locale cercasse un ex-giovane, ormai esperto, ma ancora di belle
speranze, offrendo uno scarno, ma onesto contratto aer-anti- corallo/fnsi
mi può contattare a:
uanto alla questione delle rappresentanze sindacali, è vero: mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa, ho letto male (troppa fretta) il lancio Ansa. Non è vero che il contratto si applica solo nelle imprese con più di 5 videogiornalisti, è la rappresentanza sindacale che scatta a quelle condizioni. Caro Canto Libero, no, non sono in età: ho poco più di trent'anni. Lavoro in una media testata ma vengo da oltre dieci anni di "gavetta": due trascorsi in uno degli Istituti di formazione al giornalismo, gli gli altri in testate locali. Ho vissuto da vicino la realtà dei "collaboratori" che si smazzano dodici ore al giorno in redazione, degli abusivi, dei freelance: non considero nessuno un "paria" (per citare un'espressione tua, Canto Libero). Soprattutto conosco bene l'ansia di chi non è certo dell'accredito dello stipendio (lauto o misero che sia) a fine mese. Non ho figli. Se li avrò spero intraprendano tutt'altra professione. Ammesso - e non concesso - che a quel tempo questa professione, così come la intendo, esista ancora. Non ho prebende né "laghi" o "laghetti", tantomeno "pescosi", da cintare e difendere, né per me Nè per nessuno. So invece cosa sia la competizione. Ce l'ho messa tutta per avere un articolo 1 e dopo 10 anni ce l'ho fatta (cosa per la quale ringrazio Dio), senza santi in paradiso, solo facendomi un mazzo così. Forse Canto Libero crede di avere a che fare con uno dei tanti senza arte né parte (ma con qualche possente calcio in culo) che hanno intrapreso la nostra professione perché (come ricorda la rubrica di Figaro) è "sempre meglio che lavorare". Non è così. Un paio di cose però non posso accettare. La prima è di passare per il classico snob che guarda i colleghi dall'alto in basso. Non ho mai detto che i 2,3 milioni mensili previsti dall'intesa siano "spiccioli". Ho usato quel termine solo per indicare le ultime cifre del calcolo dello stipendio netto mensile: se Canto Libero ritiene l'epressione offensiva sono molto dispiaciuto, poiché l'effetto del termine è stato del tutto preterintenzionale. Ho lavorato anche io per molto meno di quella somma e non mi sono mai ritenuto un poveraccio (il termine è di Canto Libero) in base alla cifra guadagnata. Poveraccio è chi non ha il coraggio di fare i conti, non in banca, ma con la propria coscienza. La seconda. Non ho criticato questo contratto tanto per l'importo in sé, quanto per il fatto che questa somma è stata descritta come "adeguata". Adeguata a cosa? Se in una testata locale - secondo la mia modesta esperienza - si raggiungono spesso le 60 ore settimanali, ciò significa che alla fine del mese si ha una remunerazione netta oraria di 10mila lire. D'accordo: è sempre meglio che niente: ma vogliamo paragonare questa somma con altri contratti collettivi nazionali di lavoro (per non parlare delle parcelle di altri professionisti)? E vogliamo paragonare la professionalità e la responsabilità richiesta da altri contratti con quelle necessarie a fare il nostro lavoro? Possiamo poi discutere all'infinito se depotenziare i contratti sia "la" strada per recuperare sacche di lavoro nero e di disoccupazione. Solo per citare un esempio, l'esperienza quadriennale dei cosidetti "contratti di emersione" applicati ad altri settori dell'industria nel Mezzogiorno ha dato risultati assolutamente negativi. Canto Libero, scusami se te lo dico, ma io non ritengo che questa sia la strada corretta per uscire dalla situazione di disoccupazione o di sottoccupazione di tanti e tanti colleghi. Non credo purtroppo che esistano soluzioni facili al problema occupazionale della nostra professione. Ma se esistono non penso passino dall'aumento della pressione sui colleghi (e parallelamente dei margini di discrezionalità per gli editori). Depotenziare (non tanto del punto di vista dello stipendio, quanto della flessibilità produttiva), a mio avviso, significherà soltanto costringere chi è "dentro" il contratto di lavoro a caricarsi ancora di più di competenze, di funzioni, di responsbailità. Non si creeranno nuovi posti per chi è "fuori" dal contratto, temo, almeno non così. Certamente non per le figure professionali complementari a quella dei giornalisti, ma nemmeno per i reporter. Un'ultima nota. Ritengo che la firma del contratto Aer-Anti-Corallo metterà presto la Fnsi in grandissima difficoltà nel difendere di fronte i paletti posti alla propria piattaforma contrattuale con la Fieg. Ma come, chiederanno gli editori, a loro avete concesso tanto e con noi fate "i duri" sulle nuove tecnologie, su Internet, sulle qualifiche professionali? Ma come, c'è da giurare che chiederanno, anche un pubblicista può diventare teleradiogiornalista, mentre noi dobbiamo assumere praticanti? O c'è qualcuno che pensa il contrario? A meno che non si voglia fare i massimalisti, "un contratto qualsiasi per tutti o per nessuno". Personalmente soluzioni non ne vedo. Forse solo una: quella di puntare
sulla qualità del prodotto del nostro lavoro. Occorre rompere
la spirale (che ci è stata suggerita) secondo la quale non
importa se l'informazione che produciamo sia di qualità alta
media o bassa perché (ci si dice) tanto il lettore/ascoltatore
"beve" tutto. Occorre dimostrare agli editori che solo una informazione
di qualità "rende". Ma per fare questo bisogna puntare sulla
preparazione e sulla selezione dei giornalisti. Altrimenti non si esce
dalla spirale perversa dequalificazione/ depotenziazione/ disoccupazione.
Il
che significa partire dalla qualità delle grandi testate (in molte
solo apparentemente "minori" a volte si fa molta più attenzione
alla qualità che non nelle "corazzate"). Canto libero,
spero che non vorrai leggere altri motivi di polemica dove non ce
ne sono. In amicizia
La tristezza mi assale quando leggo l'intervento di "canto libero", che se la prende con zioproto perché ha commentato severamente l'abbassamento di tutele normative e di livelli salariali introdotto nel contratto per le emittenti private. Tristezza, perché vedo fino a che punto ha stuprato le nostre menti l'idea che le garanzie contrattuali e i privilegi salariali di alcuni siano la causa della precarietà quando non della disoccupazione di altri. E' vero il contrario: l'abbassamento delle tutele salariali rende conveniente licenziare o prepensionare i "vecchi" garantiti (che possono anche essere più giovani del collega "canto libero", ma avere un contratto giornalistico) e assumere forze nuove alle quali applicare i nuovi contratti che costano meno e assegnano poteri maggiori alle imprese. Caro barbiere, ricordi lo slogan dei giovani francesi "papà, ho trovato un posto di lavoro: è il tuo"? Naturalmente capisco bene che avere un brutto contratto è sempre meglio che non averne nessuno, ma dal punto di vista dei posti di lavoro l'operazione è sempre a somma zero; non lo è, è ovvio, per il portafoglio dell'editore. Viene in mio soccorso il sorriso, però, quando penso a quanto zelo ha messo la categoria nel suo complesso a spiegarci, dalle colonne dei giornali o dagli studi delle radio e delle tv, la necessità impellente per l'Italia di liberarsi delle pastoie contrattual-sindacali per navigare nel moderno mare della flessibilità. Allora penso che forse c'è davvero una giustizia a questo mondo. Magari non è colpa di Zioproto, ma lui dov'era? A proposito, Zioproto, hai ragione, i giornalisti diventano
tecnici e impiegati: ma non sono già diventati, in parte, grafici
e tipografi con l'arrivo dei computer? E avere accettato di usare macchine
al posto di persone non ha già svilito la professione inchiodando
tanti di noi alla scrivania (ah, Internet...) e massacrando, per salvare
il posto a qualche giornalista, intere categorie di lavoratori?
Orbene, con il famigerato contratto per le piccole emittenti firmato
dalla Fnsi alcune centinaia di nuovi contribuenti faranno il proprio
ingresso all'Inpgi. Ed è un bene. Perché se non cambia
l'andamento demografico zioproto può stare certo: aumenteranno
i contributi (l'Inpgi lo ha già chiesto, lo sapevate?), oppure nel
tempo sarà inevitabile ritoccare le prestazioni.
Massimo Caro Massimo, il contratto basta chiederlo alla Federazione.
Non appena avremo un attimo di tempo, comunque, lo pubblicheremo. A meno
che un lettore non ce lo spedisca prima per email.
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