Non a caso da allora la stampa di guerra è sempre stata imbavagliata e racconta solo quello che i comandi militari vogliono. Da noi bisogna affidare gli scoop a Striscia la notizia, che lo fa con metodi non giornalistici e soprattutto con l'unico scopo di fare audience (e quindi sponsor), sparando a zero nel mucchio, talvolta colpendo, talvolta no. E se un paese si deve affidare al Gabibbo per scoprire e denunciare storture politiche anziché ai giornalisti professionisti mi viene il dubbio che questi o siano imbavagliati o non sappiano fare il loro mestiere.
E, lo ripeto, a me Striscia non piace. E parliamone di Striscia, un mostro sacro che nessuno vuole attaccare. Perche? Perchè attaccare Striscia significa attaccare una audience pesantissima, e nessuno, in paese con molti giornali chiaramente schiavi della pubblicità, si vuole mettere contro tale audience. Perchè nessuno vuol dire, chiaro e tondo, che Striscia non è una tribuna di difesa dei cittadini, ma un semplice show commerciale, che ha come scopo non quello di difendere appunto i cittadini, ma semplicemente di fare audience, e quindi aumentare gli sponsor.
Possibile che nessun TG sappia fare servizi Anti-Striscia?
Possibile che non ci sia qualcuno che denunci un giornalismo da quattro
soldi di parte, scoopistico e da scandaletto? Possibile, per contro, che
alcuni veri scoop di Striscia non riescano ai giornalisti blasonati? Possibile
che nessuno, Rai in testa, sia in grado di mettere su un programma
antiStriscia, con qualche giornalista cazzuto, che fa le pulci a Ricci,
che dia voce agli intervistati di Striscia che non vengono fatti parlare,
alle montagne di smentite che Striscia non pubblica mai, all'altra campana,
che Striscia evita accuratamente, perché forse la trasmissione sarebbe
più equilibrata, e quindi meno appetibile da un pubblico buono solo
per gli sponsor?
Striscia la Notizia non è solo furbetta, ma ipocrita. Qualche
tempo fa la Rai mandò in onda in orario non notturno un film western,
con signorine molto scollacciate. Striscia, come altri, ci andò
a nozze, sbeffeggiando la Rai per aver messo in vetrina cotanta bella
carne. Ma Striscia dimentica che esibire culi e tette è una sua
prerogativa da anni, che differenza c'è tra la pornografia esplicita
dei filmetti e quella mascherata delle veline, che hanno l'esclusivo
ruolo di aumentare l'audience, e quindi le offerte degli sponsor?
Enrico M. Ferrari, e.ferrari@mclink.it
Il mio amico era disperato poichè non trovava nessuno che osasse pubblicare quella notizia. "Il Giornale" di Feltri? Figuriamoci. Già era andato da lui qualcuno con un malloppone riguardante le case della CARIPLO (tra cui quella di Everardo Dalla Noce in corso Vercelli), ed era stato messo alla porta.
Beh, consigliai al mio amico di mandare tutti i documenti a "Striscia", esortandolo: "Vedrai, loro sono liberi, non guardano in faccia nessuno, non hanno paura di niente". Il mio amico scrisse anche una sorta di story-board: il Gabibbo, davanti alle telecamere, suonava il campanello di casa del famoso magistrato (c'era il nome per esteso...), intervistava il portinaio dello stabile, faceva vedere giardini e box, e poi mostrava il contratto: venti milioni per l'acquisto di un sei camere da 120 metriquadri, compreso il box. E venti milioni anche per l'altro appartamento e per l'altro box. C'erano gli atti notarili, i certificati catastali, le volture, i contratti, le piantine disegnate, la graduatoria dello IACP, l'elenco degli inquilini eccellenti.
Tutto documentato, tutto controllato e controllabile. Il coraggioso
Ricci secondo voi ha fatto fare quel servizio oppure no? E, nel caso non
lo abbia fatto, si è censurato da solo oppure ha chiesto prima al
padrone il permesso se quel servizio si poteva fare oppure no? E dunque
prima di mettere sul piedistallo certa gente bisogna metterla alla prova.
Fatelo anche voi. Quante notizie che non si possono dare, vi sono capitate
nel corso della vostra carriera? Beh, la prossima volta, giratele al "libero"
Ricci e guardate che succede. Prima che nascesse il Barbiere della Sera,
Ricci poteva farla franca poichè nessuno era in grado di "denunciarlo"
e di far conoscere che anch'egli è come gli altri, o forse peggio,
poichè fa credere di non esserlo, di essere l'unico libero, buono,
coraggioso, vergine e privo di legami. Mettetelo alla prova, dunque. E
dopo, solo dopo, fatevi un'opinione su di lui.
Il cugino di Beppe Grillo
1 Giugno 2000 - Enrico M.Ferrari
Caro Barbiere, ricevo, a firma del Gabibbo, la seguente
lettera, che commento punto per punto. Si tratta della replica alla
mia "si può parlar male di Striscia?". Non so se si tratti del Gabibbo
in persona, ma la lettera viene da Mediaset. Eccola.
Gabibbo - La provocazione di Striscia è proprio quella di sfottere i giornalisti blasonati utilizzando una compagnia di giro di cialtroni, pupazzi, pseudo cabarettisti, gente con un rapporto problematico con i congiuntivi (ma vedo che anche tu lo hai).
Ferrari - Sfottere i giornalisti è giusto e sacrosanto
e, come avrai letto dalla mia lettera, sono il primo a riconoscere che
se bisogna affidarsi a Striscia per denunciare un torto allora vuol
dire che noi giornalisti non siamo bravi a fare il nostro mestiere. E riconosco,
lo ripeto, a Striscia molti scoop che avrebbero dovuto essere sul TG5
e sul Tg1. Perché loro non sono stati capaci di farlo? Su
questo siete bravi, lo riconosco, darei oro per poter fare scoop così,
mi prostituirei con chiunque per far parte della redazione di Striscia
in casi come quelli.
Ma voi avete il problema che andate in onda ogni giorno, ed ogni
giorno "dovete" proporre qualche cosa che faccia colpo, ne va della logica
della vostra trasmissione e del vostro sponsor. Ogni tanto ci prendete,
ma ogni tanto no, perché ogni giorno non ci può essere uno
scoop. Questo è il vostro limite, voi sareste una trasmissione perfetta
se andaste in onda in maniera casuale, solo quando c’è il vero scoop
o la vera notizia. Ragazzi , che telegiornale fantastico che sareste, senza
essere costretti alla diretta quotidiana, ma in onda solo quando serve!
Detto questo cerchiamo di capirci: Striscia è uno show o
una trasmissione giornalistica? Una commistione dei generi? Perché
secondo me non si può fare del giornalismo con metodi da cabaret.
Per quanto cialtroni, noi giornalisti siamo e dobbiamo rimanere un filtro
indispensabile tra la notizia e il pubblico, la "ggente" come direbbe Funari.
Anche Internet ha dimostrato che l’informazione, se non mediata dai professionisti,
non è informazione, ma semplicemente merce di scambio, come la carne
od il pane. E come la carne ed il pane Striscia la tratta, affiancandola
infatti allo sponsor di turno, che sia il telefonino o che si tratti di
una birra.
Voi siete bravissimi a fare lo show, ma quando mandate gli inviati
a fare le domande e a rispondersi da soli non state prendendo in giro i
giornalisti, ma il pubblico. Quello vuole essere uno show od una inchiesta
giornalistica? Quando accade? Quando l’inviato intervista il malcapitato
di turno e chiede "dica la verità, su’", come a dire "cari telespettatori,
questo qui vi prende per il culo, ve lo dico io". Che magari è pure
vero, ma non è questo il modo con cui va fatto.
Quando entrate nelle carceri nuove per denunciare lo scandalo
delle carceri piene quando ce ne sono di vuote e mai utilizzate, perché
chiudete il servizio lì invece di andare a chiederne motivo ai responsabili?
Ma non assaltando il Ministro di turno, ma andando alla Regione o chiedendo
ai responsabili locali. E senza tecnica dell’agguato, ma , come farebbe
un giornalista blasonato, risalendo i canali istituzionali. Nel caso si
facessero negare, in quel caso sì fateci vedere l’orrore della burocrazia
per reperire un responsabile al quale chiedere informazioni. Ma voi prima
tirate il sasso e poi aspettate che qualcuno si lamenti, mi sembra scorretto:
voi costringete i vostri accusati a difendersi "dopo", dopo che il servizio
è andato in onda, dopo che sono stati sputtanati, ecc. un consiglio:
fate 5 minuti di denuncia e 5 minuti di diritto di replica, ad armi pari,
non in piazza (la ggente! La ggente!) o sulle scale di casa, ma con il
classico e vecchio dibattito.
Voglio dire: il vostro sistema di mettere in difficoltà
l’interlocutore può anche andare bene, con qualche potente che se
lo merita, ma non può essere la regola, voi andate lì con
una telecamera sparata e con l’esperienza di chi fa da anni TV e pretendete
che uno risponda bene? Ma via, quello può solo farci la figura del
fesso, chiunque di noi non della tv farebbe una figuraccia. E’ un trucco
che diverte anche me ma che mi spaventa, se finissi io nelle vostre grinfie
non avrei alcun modo di replicare in maniera decente, soccomberei. Parlare
in TV significa morire sotto i ferri, se non sei del ramo, parlo con cognizione
di chi è passato come ospite in una importante trasmissione Mediaset.
Perché non si vede mai un dibattito in studio, 1 a 1, senza ggente,
senza piazza, senza telecamera sparata sotto al naso? Troppo noioso? Paura
di perdere audience?
Gabibbo - Non è vero che il nostro problema è semplicemente di fare audience e quindi aumentare gli sponsor, il nostro problema è piuttosto quello di avere troppi telespettatori e quindi danneggiare Retequattro ed Italia 1. Gli sponsor non pagano di più una trasmissione che fa più ascolti, ma pagano meno se l’ascolto che gli è stato garantito sulle altre reti non viene mantenuto.
Ferrari - Perdonami, ma non ci credo. Vedo che sei molto ferrato in fatto di sponsor, auditel ed ascolti, segno che il tuo primo pensiero, la mattina, è dare una scorsa ai tabulati Auditel. E la sera vi premurate sempre di dichiarare che siete stati i più visti. Questo, concedimi, mi sembra in contrasto con l’immagine di paladini della giustizia ad ogni costo che volete propagandare. Caro Gabibbo, voi non volete avere in mano la spada della giustizia, ma i tabulati dell’Auditel! Quanto a R4 e Italia1, sono sicuro che voi ed i vostri sponsor non ve ne preoccupiate più di tanto:"cavoli loro se non riescono a fare audience"sono sicuro che direte, quando mai una trasmissione si preoccupa di levare pubblico ad un’altra, seppure sotto la stessa stella? Davvero vuoi farmi credere che vengono da voi i direttori di rete accusandovi, e pretendendo di aver ragione, che è colpa vostra se loro, LORO, hanno meno ascolti di voi? In questo caso mi scuso io, la logica delle TV commerciali è ancora più folle e Auditelcentrica di quello che pensavo.
Gabibbo - Non mi risulta che ci siano montagne di smentite che Striscia non pubblica, anzi una caratteristica della trasmissione è proprio quella di dare voce "all’altra campana".
Ferrari - Quando e se pare a voi: dopo la tirata di Grillo
su Omnitel non mi è parso di aver visto nella stessa puntata, e
dedicandogli uguale spazio, alcuna intervista ai dirigenti Omnitel.
Ma potrei sbagliarmi, non ricordo la puntata: facciamo così,
chiediamo al Barbiere di ospitare un osservatorio sul Gabibbo, dove si
possano elencare da una parte "accusa" e dall’altra "difesa", e cronometriamone
i tempi, ci stai?
Già che ci siamo: a quando le veline col cappotto?
Oppure anche loro sono una "provocazione"? Se lo fossero non starebbero
lì a mostrare culo e tette come in tutti gli altri show che si vedono
su Rai e Fininvest, non trovi? Non è forse pornografia subliminale
(mica tanto visti i vestitini che si mettono)?
Un caro saluto da un giornalista comunque invidioso (me lo dico
da solo, prima che mi venga rivolta come accusa) del vostro successo.
Enrico M. Ferrari
1 Giugno 2000 - Tex
Caro Barbiere, vorrei intervenire sulla questione Striscia la Notizia,
sollevata dal collega Enrico Ferrari. Ho intervistato di recente Antonio
Ricci (Max numero di marzo), mi aspettavo un uomo antipatico, presupponente,
scostante. Ho trovato un signore gentile, intelligente, disponibile. Avete
presente quando durante un'intervista l'interlocutore (soprattutto se arriva
dalla televisione, dal cinema o dallo spettacolo in genere) guarda mille
volte l'orologio, parla con il suo agente e risponde al telefonino? Beh,
quello non è Ricci. Ha spento il telefono, ha risposto in maniera
esauriente a tutte le domande, non ho dovuto cavargli di bocca concetti
e risposte. Insomma, uno con cui si parla volentieri. Volevo capire anch'io
che cosa è Striscia.
Intrattenimento, una sequenza di arroganti servizi filmati o (innorridite) un programma d'informazione? Credo di avere capito che non è nulla di tutto questo. E' una trasmissione che raccoglie milioni di persone che non guardano un telegiornale, che si schifano di quello che noi diciamo o scriviamo, che non leggono un quotidiano nemmeno se lo trovano al posto della carta igienica.
La colpa è di Ricci? Lui si arroga un diritto che non ha?
Vogliamo dire che non è un giornalista, non lo sono i suoi inviati
e nemmeno i conduttori? Uno è addirittura un pupazzo. Suvvia. Da
Pippo Baudo in poi l'hanno fatto tutti. La questione invece è che
10 milioni di persone capiscono Striscia e non i telegiornali. E ancora
meno quello che si scrive su molti giornali. Il fruttivendolo sotto casa
mia ha aperto un sito Internet. Vuol vendere di più? Ma quale verdura,
mi ha risposto che finalmente potrà scrivere le notizie che interessano
davvero la gente. Questa è la rete. Perchè Ricci ha più
audience del Tg1 e il fruttivendolo è convinto di poter fare informazione
migliore della nostra? Credo siano queste la domande che dovremo farci
in futuro. Se proprio vogliamo. Saluti,
Tex.
31 Maggio 2000 - Pietro Suber
Carissimi basta con i complimenti che altrimenti vi montate la
testa. Volevo associarmi in toto con la lettera di Ferrari
su Striscia la Notizia. Da tempo sento commenti entusiastici
sui bravissimi colleghi di Striscia e sui contenuti dei loro presunti
scoop: "sono rimasti solo loro a fare le inchieste...", "sono gli
unici che vanno a fondo...", ecc. Ebbene senza nulla togliere alle
divertenti prese per i fondelli dei cosiddetti giornalisti d'assalto
della squadra di Ricci, siamo veramente alla frutta.
A parte il fatto che i pezzi di Striscia, due su tre almeno,
sono ripresi da articoli o servizi gia' usciti su giornali o Tv in
precedenza, e che, come sottolinea giustamente Ferrari, tra veline
e Gabibbi il diritto di replica conta quanto il due di picche,
e' possibile mai che non si riesca, parlo in primo luogo per la mia
parrocchia, a fare nulla di meglio, a fare un tipo di informazione
non totalmente schiava dell'audience, delle promozioni commerciali
e delle tante, troppe finte prese per il culo. Possibile che ci siamo
tutti bevuti il cervello? A domanda retorica, risposta scontata: e'
possibile, ad iniziare chiaramente dal sottoscritto!
Pietro Suber Tg5
2 Giugno 2000 - Serena Iannicelli,
Rai
Ricci e' un genio. Il genio dell'ovvio televisivo, ma pur sempre
un genio. La ricetta e' banale, ma come in ogni piatto, sono le dosi e
la qualita' degli ingredienti a contare. Dunque: soffritto base di comicita',
pizzico di voyerismo innocuo e perfino familiare (quei calzoncini delle
veline...ah, poterli portare!), mozione degli affetti, una rimescolata
al robin hood che sonnecchia in ogni spettatore sbracato davanti alla tv
e, pur tenendo alta la fiamma dell'indignazione senza impegno, controllare
sempre che l'italico senso di rivalsa contro chiunque abbia un piccolo
o grande (e' un dettaglio, e anche il campo) potere non si attacchi sul
fondo.
Questa storia degli scoop, per Striscia e' lo scoop stesso. Non
e' informazione completa. Sono "notizie abbaglianti" e quindi fanno il
loro mestiere: abbagliano. Ma non hanno seguito, spessore, progetto di
soluzione.
Non confondiamo: fare scoop non e' fare giornalismo. Che e' invece
una roba quotidiana, certosina, di faticoso buon senso, spesso noiosa.
Nelle redazioni non ci sono veline (eppure migliorerebbe assai il morale
sottotraccia di tanti colleghi, con beneficio anche nostro), ne' giocosi
mattacchioni valturiani.
E poi a volte Striscia e' volgare. E' eticamente volgare non dare
adeguato diritto di replica. E' volgare mostrare qualcuno in palese imbarazzo
e parlargli addosso. E' volgare ripetere a tormentone la stessa domanda
anche se la persona ha magari gia' chiesto scusa, come e' successo con
il ministro Bianco. Volgare il teatrale fiatone di Salvi. Volgare cercare
di farsi trattar male (non ce l'ho col povero Staffelli...). Volgari gli
inseguimenti nel traffico..Ma che vuoi che ti risponda uno, nel traffico?
Oltretutto se si mostra gioviale, i conduttori in studio dicono che non
doveva esserlo visto quello che ha combinato, se e' scontroso dicono che
non doveva esserlo se voleva farsi perdonare quello che ha combinato, se
non risponde dicono che sarebbe stato almeno decente avesse risposto, visto
quello che ha combinato...Comunque e' a rischio sbertulamento. E, ripeto:
mettere una persona, qualsiasi persona, in quest'imbarazzo, e' volgare.
E non ha niente a che fare col giornalismo. Una cosa e' incalzare
qualcuno per sapere, conoscere, valutare e poi chiedere ancora, un'altra
e' partire da un giudizio e su questo giudizio fatto a padella da caldarroste
far sedere le persone. Detto questo, a me Striscia piace, la guardo tutte
le sere e mi diverto pure. La satira, poi, e' santa e martire, con diritto
di santificare e martirizzare. Vorrei solo che i confini tra intrattenimento
e giornalismo fossero meno nebbiosi.
Serena Iannicelli
2 Giugno 2000 - Enrico Ferrari, Kataweb
Ma di giornalisti bravi ce ne sono e fanno anche inchieste serie.
Solo che le trasmettono ad ore assurde. Un plauso quindi a "Report"
di Ratire, mercoledì notte, www.report.rai.it, con ottime
inchieste, approfondimenti e contradditori. Bravi, siete molto, ma
molto meglio di Striscia, e non avete la testa montata come loro.
Enrico Ferrari
2 Giugno 2000 - Mimosa Martini Tg5
Non resisto e intervengo anch'io nel dibattito su Striscia , un
po' surrealmente trasferendo la discussione con Pietro Suber dalla nostra
stanza in redazione alle pagine del Barbiere.Tutto in gran parte gia' detto,tutto
in gran parte vero : io per prima da tanto tempo vado esclamando ad ogni
"scooppino" di Striscia :"Questo avremmo dovuto farlo noi giornalisti".E
mi riferisco alle piccole denunce (penso per esempio alle scale antincendio
irraggiungibili in una certa scuola, alla cabina del telefono piazzata
aldila' di un cancello...).E quante volte -e non sono certo la sola- mi
e' uscito dallo stomaco un grido liberatorio del tipo "Ah ,se lavorassi
a Striscia........".E qui vengo al nocciolone. Perche' credo ci sia una
ambiguita' di fondo che deve emergere: a Striscia non sono piu' bravi,
sono solo piu' liberi. E che non si fraintenda :sono liberi di non rispettare
alcuna regola,che sia scritta oppure no. Possono per esempio manipolare
ad arte -e non - le immagini. Possono farti vedere che so' , l'auto di
Scalfaro con il tapirone sul tetto, il corpo di un politico con la testa
di un altro. Tutto,o quasi si puo' fare con le immagini. E anzi ,loro lo
fanno piuttosto grossolanamente. Ah se noi ,giornalisti televisivi, potessimo
fare altrettanto: quanti sassoloni dalle scarpe ci toglieremmo, quanti
"scoopponi" su personaggi noti, quante vendettine incrociate e soprattutto:
quante risate! Ma noi facciamo altro :e se ci dedichiamo al giornalismo
di denuncia locale (le scale antincendio, ecc),non possiamo guardare solo
dietro l'angolo di casa, dobbiamo costruirci su' un'inchiesta,e sentire
anche il sindaco, l'assessore, il preside ecc.. ecc. Perche' cosi' vuole
la correttezza dell'informazione. Che e' altro dalla satira ,con o senza
virgolette. Il problema piuttosto e' che quando non rispettiamo queste
regole ,come nel caso -scandalosissimo delle due gemelline siamesi- non
facciamo neppure ridere !
Con affetto ,
Mimosa Martini Tg5
4 Giugno 2000 -Len
Vero, striscia non fà altro che manipolare le immagini a
proprio uso. Un presentatore allunga una mano: lo si trasforma in un satiro
che tocca anche se nessuno vede nulla (tanto lo dice il commentatore) Ai
tempi del Cermis si mostra un aereo dicendo che vola raso terra: balle,
è solo un effetto tele ma tanto nessuno lo capisce. La lista sarebbe
lunga
ciao,
Len
5 Giugno 2000 - Renato Forlani, REPORT ON LINE (sito in
allestimento)
IL MIO PENSIERO E' CHE STRISCIA NON SIA ALTRO CHE UNA PARTE NON
SECONDARIA DELL' ARMAMENTARIO MESSO IN CAMPO DAL CAVALIERE BERLUSCONI PER
IL SOSTEGNO DELLE SUE ATTIVITA', DICIAMO COSI', POLITICHE.
COMPRENSIBILE QUINDI E CERTAMENTE CONDIVISIBILE, IL PENSIERO DI FERRARI
ED ANCHE IL MODO GARBATO CON IL QUALE HA ESPOSTO IL SUO PUNTO DI VISTA;
MENO OVVIO E ANZI VERAMENTE POCO ADATTO, LO STILE DELLE REPLICHE ALLE PREVEDIBILI
E CONSUETE PROVOCAZIONI ED ALLE STUPIDAGGINI DEL GABIBBO CHE SI E' ESPRESSO
IN PERFETTA SINTONIA CON IL PERSONAGGIO DI STRISCIA. FORSE CHE QUEL TIMORE
OSCURO CUI FERRARI HA ACCENNATO HA PRESO ANCHE LUI? SE COSI' FOSSE NON
CI SAREBBE DA MERAVIGLIARSI, L'IMPOSTAZIONE DI STRISCIA INFATTI E' QUELLA
CLASSICA DI CERTI FOGLIACCI, CHE TRAGGONO LINFA ED OCCASIONE PER RIGIRARE
IL COLTELLO NELLA FERITA CHE HANNO INFERTO, PROPRIO NEL CASO DI REAZIONE
DI CHI MALAUGURATAMENTE DIVIENE A QUALSIASI TITOLO OGGETTO DELLA LORO ATTENZIONE,
NATURALMENTE PROPRIO GRAZIE ALLA PRATICA ( FINORA ) IMPOSSIBILITA' DI REPLICA
.
RENATO FORLANI
5 Giugno 2000 - Segator
Seguo il vostro sito dalle origini (quanti anni fa?) e lo vedo
crescere, giorno dopo giorno, come un torello, che incorna a destra e a
manca (purtroppo, senza produrre ancora, salvo qualche graffietto, morti
e feriti). A proposito, perchè sono stato censurato sull'ultima
trasmissione di "Circus"? Tra di voi c'è qualche amico di Michele?
Non parlo del bel Cucuzza. Non si è salvata, di recente, neppure
"Striscia la notizia" di Antonio Ricci, che è stata assunta ormai
nell'olimpo delle glorie nazionali (Pantheon o Santa Croce?). Il problema
non è come costruire un antiStriscia, made in RAI, come proposto
da qualche simpatico frequentatore della vostra barberia, quanto spiegare
a tutti i retroscena (le vere ragioni..strategiche) delle scelte satiriche
di Ricci&Co.. Si può sperare soltanto, magari con una rubrica
ad hoc, dal titolo " I segreti di Striscia", nel torello, quando (si spera
presto), diventato toro, farà scorrere sangue a fiumi (in senso
metaforico), giornalistico e non.
SEGATOR