Ragazzo Spazzola
Sia le Olimpiadi sia la Lazio, infatti, hanno abitualmente effetti negativi sulle vendite dei due giornali, in particolare per quello edito a Roma, che ormai da parecchio tempo paga un altissimo prezzo diffusionale alla supremazia cittadina esercitata dalla società di Sergio Cragnotti nei confronti di quella di Franco Sensi. Lo scudetto biancazzurro, poi, è stato un vero e proprio bagno di sangue, reso ancor più cruento dal fatto che le contromosse filogiallorosse studiate dal direttore Mario Sconcerti sono servite soltanto a scontentare anche la minoranza laziale dei lettori. Non che le cose siano andate molto meglio per La Gazzetta dello Sport, più "nazionale" rispetto al Corriere ma pur sempre molto legata alle fortune delle squadre milanesi e a quelle dell’unica vera "fidanzata d’Italia", la Juventus. Diverso è il caso del terzo quotidiano sportivo nazionale, il torinese Tuttosport, concepito soltanto per una clientela juventin-torinista e che dunque conta su uno zoccolo duro di lettori fedelissimi. E’ comunque divertente notare che Tuttosport – il cui editore Amodei è lo stesso del Corriere dello Sport - ha di recente guadagnato qualche copia su Roma ereditando una frazione dei laziali in fuga dal giornale della loro città. Anche il 2000 ha comunque confermato che l’evento sportivo che ha i più benefici influssi sulla diffusione della stampa sportiva è il calciomercato dell’estate. I sogni fanno vendere più della realtà. Le Olimpiadi non hanno dato una copia (emblematico, ancora una volta, il fatto che lunedì 25 ottobre, nonostante la pioggia di medaglie a Sydney, Il Corriere dello Sport abbia aperto la prima pagina con due righe di titolo a 7 colonne – "Inferno a Trigoria" – dedicate alla contestazione dei tifosi della Roma alla loro squadra, rea di essere stata eliminata dalla Coppa Italia). Soltanto la Ferrari, quando vince, riesce a stimolare le vendite, in particolare quelle della Gazzetta. Se la Lazio campione d’Italia dovesse confermare la flessione apparentemente in atto, dunque, nel mondo dell’editoria non piangerebbe nessuno. Mentre molte lacrime, già da qualche anno, sta costando la crisi permanente dell’Inter, che ha disamorato anche i suoi tifosi meno critici. Nonostante la sua presidenza si stia rivelando una delle più negative nella storia della società nerazzurra, il presidente Massimo Moratti sembra conservare intatto il prestigio di cui gode presso i giornalisti sportivi più influenti d’Italia, il direttore della Gazzetta Candido Cannavò e l’opinionista del Corriere della Sera e della Domenica Sportiva Giorgio Tosatti. A pagare il conto per tutti, così, e' Marcello Lippi. Ormai e' certo che Lippi diventera' il nono allenatore licenziato dalla societa' nerazzurra nel giro di cinque anni. |