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Questa costellazione fu dedicata dai Greci al gigante cacciatore di nome Orione, che secondo il mito fu il più imponente e il più bello tra gli uomini. Numerose leggende narrano la sua esistenza.
Secondo i racconti mitologici, egli si vantò con Artemide (Diana), dea della luna e della caccia, e la madre di lei di essere il più abile cacciatore e di poter uccidere qualsiasi bestia sulla terra. Allora Gea (la Terra) indignata per la sua presunzione fremette e da una spaccatura del terreno fece uscire uno scorpione che lo punse facendolo morire.
Un'altra leggenda racconta invece che Apollo, il fratello gemello di Artemide, ostile all'amore della dea per il gigante, suo compagno di caccia, e poichè lei, a causa di questa passione, trascurava il compito d'illuminare il cielo notturno, vedendolo un giorno allontanarsi nel mare, finse di mettere alla prova l'abilità della sorella chiedendole di colpire con una freccia quello che tra le onde sembrava solo un punto remoto.
La dea accettò la sfida e scagliò una delle sue infallibili frecce, colpendo il bersaglio. Solo più tardi, quando la corrente marina portò a riva il corpo esanime di Orione, la dea si accorse dell’errore e pianse inconsolabile e la sua pena spiega perché la Luna sia così triste e fredda. Zeus (Giove) impietositosi mutò il cacciatore in costellazione insieme ai suoi cani accanto alle Pleiadi nella costellazione del Toro.
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