Il W3C stabilisce che il contenuto di un sito web è accessibile "quando può essere usato da qualcuno che ha una disabilità"; cioè rendere accessibile un sito significa rendere i contenuti disponibili alla più vasta tipologia di persone e dispositivi; questo comporta adottare una serie di misure e di accorgimenti per cui le persone con disabilità di vario tipo (motorie, sensoriali ecc.) e che sono costrette ad usare software ed hardware particolari (anche di vecchio tipo) non siano penalizzate nell'uso della Rete. In un suo recente libro (L'architettura del nuovo web, Feltrinelli 2001), Tim Berners-Lee afferma che il web "deve consentire un accesso paritario a chi si trova in una situazione economica e politica differente, a chi ha handicap fisici o cognitivi, a chi appartiene a una cultura diversa e a chi usa lingue diverse con caratteri diversi che si leggono in diverse direzioni sulla pagina"; questa affermazione estende il concetto di accessibilità fino a comprendere tutti quei soggetti che rischiano di essere esclusi dalle trasformazioni in atto nella società.
Il termine accessibilità non va confuso con quello di usabilità; i due concetti pur essendo relazionati tra loro non si sovrappongono perché l'accessibilità non si occupa di contenuti bensì degli aspetti tecnici che consentono la navigazione ai disabili.
Secondo le stime attuali, solo in Italia vi sono circa 2 milioni 824mila disabili e nel Mondo una persona su cinque ha una forma di disabilità, sono quindi milioni i disabili che quotidianemente navigano su Internet per utilizzare, come ogni altro tipo di utente, i più disparati servizi che la Rete offre. Questi numeri ci fanno comprendere come in tutto il mondo stia aumentando la sensibilità verso le tematiche legate all'accessibilità dei siti Web; ne sono testimonianza le stesse direttive adottate dalle istituzioni italiane (Criteri e strumenti per migliorare l'accessibilità dei siti web e delle applicazioni informatiche a persone disabili- CIRCOLARE 6 settembre 2001, n. AIPA/CR/32) e straniere (la sezione 508 americana) per favorire un accesso senza barriere alle risorse di Internet.
Uno degli strumenti operativi più importanti in tema di accessibilità risale al 1999 quando il W3C (World Wide Web Consortium), l'ente internazionale che ha il compito di fissare gli standard del Web, ha creato la Web Accessibility Initiative, un documento che fornisce una serie di informazioni utili a coloro che volessero garantire la piena accessibilità ai propri siti Internet. L'iniziativa WAI consiste nello sviluppare soluzioni per Internet destinate alle persone colpite da handicap visivi, uditivi, fisici, mentali, cognitivi o neurologici, ma queste raccomandazioni sono un vantaggio anche per tutti gli altri utenti della Rete.
Come accennato anche nell'introduzione di questa ricerca, esistono delle precise Linee guida per l'accessibilità ai contenuti del Web definite dal W3Consortium che propongono una standardizzazione dei criteri di accessibilità; in questo documento si afferma che "seguendo [le Linee guida], si otterrà il risultato di rendere i contenuti Web più facilmente fruibili da tutti gli utenti, a prescindere dal particolare interprete in uso (ad es., browser normali, browser basati su dispositivi di sintesi vocale, telefoni cellulari, personal computer per automobili, ecc.) o da eventuali limitazioni a cui essi possono essere costretti (ad es., ambienti rumorosi, stanze sottoilluminate o sovrailluminate, ambienti in cui occorra avere in qualunque momento le mani libere , ecc.). Queste linee guida non invitano gli sviluppatori di contenuti a non utilizzare immagini, video, ecc., suggeriscono invece come rendere i contenuti multimediali accessibili a un pubblico più vasto". Le direttive WAI definiscono tre livelli di accessibilità dei siti che sono identificati da norme sempre più restrittive sulle caratteristiche tecniche dei siti stessi.
Le linee guida sono pensate per i tecnici di Internet (siano essi creatori di siti Web o sviluppatori di strumenti di authoring) quindi affrontano numerosi aspetti non comprensibili per chi non ha una conoscenza di base dell'HTML e di altri linguaggi di programmazione; bisogna però capire che esse vertono principalmente su due concetti principali: il primo fa leva sulla capacità di trasformazione dei documenti secondo le caratteristiche proprie del browser o fissate dall'autore per la lettura; il secondo sulla facilità di orientamento, di navigazione e di comprensione all'interno dei documenti.
Un ruolo di primo piano è giocato dagli equivalenti testuali; gli equivalenti testuali devono essere scritti in modo da veicolare l'intero contenuto essenziale cioè, per una persona con una disabilità, l'equivalente deve svolgere essenzialmente la stessa funzione che il contenuto principale svolge nei confronti di una persona non disabile. Le aree di problemi risolvibili con queste alternative equivalenti riguardano principalmente le immagini, i colori, le tabelle, i form, gli oggetti multimediali.
L'uso di alcune linee guida verra approfondito nel corso della ricerca quando, nella seconda parte, analizzerò alcuni siti della Pubblica Amministrazione; per chi fosse interessato ad un'approfondimento degli aspetti tecnici delle Linee guida consiglio la lettura di Accessibilità di siti web - Problematiche reali e soluzioni tecniche (a cura di Laura Burzagli e Paolo Graziani), e del tutorial di Html.it Accessibilità dei siti web.
In questa sede mi preme sottolineare, sopratutto, quali sono gli ulteriori vantaggi che derivano dal rispetto dei criteri di accessibilità; inanzitutto le Linee guida permettono a piattaforme operative, software e applicazioni molto diverse di avere uguale accesso alle informazioni condivise in Rete; permettono di avere una migliore indicizzazione delle pagine da parte dei motori di ricerca (i testi alternativi delle immagini sono altre informazioni testuali da dare in pasto agli spider); infine, è importante sottolineare che se realizzo una pagina web che si vede facilmente per una persona disabile allora sarà una pagina che si vede ancora piu' facilmente per una persona normodotata.
Con la circolare 6 settembre 2001, n. 32, l'Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione ha specificato i criteri da rispettare nella progettazione e manutenzione dei sistemi informatici pubblici, per favorire l'accessibilità ai siti web che mettono a disposizione di cittadini e imprese informazioni e servizi interattivi mediante tecnologie e protocolli Internet. Nel documento vengono definite "tecnologie assistive" le soluzioni tecniche, hardware e software, che permettono di superare o ridurre le condizioni di svantaggio dovute a una specifica disabilità e di conseguire il grado più elevato di accessibilità, attuando il principio della "progettazione universale", secondo il quale ogni attività di progettazione deve tenere conto della varietà di esigenze di tutti i potenziali utilizzatori. Il processo di informatizzazione degli uffici pubblici ha determinato, infatti, il sorgere di due ordini di problematiche: l'una connessa al fatto che sempre più spesso i dipendenti pubblici disabili devono utilizzare strumenti informatici e telematici per svolgere il proprio lavoro, l'altra connessa all'utilizzo dei siti Web da parte di cittadini disabili, per le esigenze della vita di ogni giorno. In entrambi i casi, la piena accessibilità dei siti presenterebbe vantaggi indubbi per i soggetti disabili, sia in qualità di lavoratori che di utenti della rete.
L'AIPA ha, perciò, elaborato alcune regole fondamentali che tutte le amministrazioni pubbliche dovranno rispettare per garantire laccessibilità dei siti Internet e dei software. Il requisito dellaccessibilità dei siti Internet - si legge nel documento - "sarà tanto più facilmente soddisfatto quanto più la progettazione si sia basata sulla separazione dei contenuti dalle modalità di presentazione". Per ulteriori approfondimenti è possibile leggere i contributi di Zuliani, Batini e De Vanna al libro "I disabili nella società dell'informazione- Norme e tecnologie"; il volume, realizzato dai componenti del gruppo di lavoro dell'AIPA, ricostruendo l'attività che ha portato all'emanzione dei Criteri e strumenti per migliorare l'accessibilità dei siti Web e delle applicazioni informatiche a persone disabili "intende fornire un significativo contributo nell'affrontare le difficoltà che i disabili incontrano, come utenti e come attori, nel loro rapporto con le nuove tecnologie".