Il tema dell'usabilità è un'aspetto imprescindibile nello sviluppo di un sito web; la presente ricerca si propone però di affrontare il tema dell'accessibilità che, come spiegato in precedenza, è cosa ben diversa dal punto di vista concettuale pur presentando aspetti comuni che verranno però approfonditi in altra sede. Qui mi preme di dare soltanto alcune indicazioni di carattere generale sull'usabilità e fornire una serie di link ai siti web, molto numerosi in rete, che approfondiscono maggiormente questo aspetto. Un sito assolutamente imperdibile, ad esempio, che può fornire un'utile e concreta base di riferimento per chi è interessato all'usabilità è www.webusabile.it; in queste pagine è possibile trovare, infatti, diversi articoli che ne illustrano i principi e le tecniche, le novità in libreria oltre a un'esaustiva serie di link italiani e stranieri.
Secondo la definizione data dalla norma ISO 9241, l'usabilità è il "grado in cui un prodotto può essere usato da particolari utenti per raggiungere certi obiettivi con efficacia, efficienza e soddisfazione in uno specifico contesto d'uso". Quindi per progettare e sviluppare un sito usabile si dovrebbe rispondere alle seguenti fondamentali domande: a cosa serve un determinato sito web? Chi lo userà e cosa si aspetterà di trovarci? Una prima risposta ce la fornisce Daniele Ziggiotto che, nell'introduzione del suo corso sull'usabilità (http://www.hyperlabs.net/ergonomia/ziggiotto/introduzione.html), afferma: "L'utente tipico mostra, nell'uso del Web, impazienza e desiderio di soddisfazione immediata. Se non viene messo nelle condizioni di interpretarne con facilità il contenuto, l'utente abbandona rapidamente il sito, e difficilmente vi fa ritorno. L'usabilità diventa quindi il primo obiettivo di un sito Web e vede nel processo di valutazione il momento fondamentale della progettazione centrata sull'utente...". Questo significa che per valutare la buona riuscita di un sito web bisogna considerare il contenuto del sito, il servizio offerto, la capacità di fornire facilmente l'informazione che l'utente richiede, o ancora la struttura del sito stesso, che deve rendere agevole la navigazione. Michele Visciola (http://www.webusabile.it) approfondisce quest'aspetto legando il concetto dell'usabilità ai bisogni dell'utente: "Un sito Web è usabile quando soddisfa i bisogni informativi dell'utente finale che lo sta visitando e interrogandolo, fornendogli facilità di accesso e navigabilità e consentendo un adeguato livello di comprensione dei contenuti. Un sito Web deve cercare di soddisfare al meglio uno o più bisogni mettendo l'utente in posizione dominante e preferenziale". Non possiamo che concludere questa breve rassegna di contributi sul tema dell'usabilità con le parole d Jackob Nielsen, guru dell'usabilità, che sostiene che i siti Web debbano essere chiari e coerenti, debbano permettere una navigazione semplice ed efficace, debbano mantenere quello che promettono evitando ogni tipo di ambiguità e di ridondanza del messaggio poiché "l'obiettivo principale della maggioranza dei progetti Web dovrebbe essere il rendere semplice per le persone (o per i clienti) lo svolgimento di attività che hanno un qualche fine pratico" (J. Nielsen, Web Usability, Apogeo).
Franco "Bifo" Berardi nell'articolo Dissociare il webdesign dall'usabilità (dall'esplicativo sottotitolo Il rischio che la Rete diventi un supermercato in cui la bellezza e l'intelligenza siano vietate) ci mette però in guardia da alcuni rischi insiti in questo discorso sottolinenado che un'esasperazione di questo concetto possa appiattire la ricerca di nuovi linguaggi espressivi che continuamente la rete offre; egli afferma che sul tema dell'usabilità "si gioca una partita decisiva per il futuro della rete e in generale delle tecnologie di comunicazione. Quel che è in gioco, infatti, è il problema della produzione di significato e delle modalità di interpretazione sociale. L'idea che si afferma attraverso la definizione di criteri di web-usability è quella dell'automatizzazione dei processi di interpretazione e di navigazione. Dietro la semplificazione della navigazione si intravede la trasformazione della rete in una sorta di percorso prestabilito che segue strade precostituite verso destinazioni che poi sono facilmente intuibili: comprare, comprare comprare. Making things easy (facilitare le cose) è il principio guida per la trasformazione della rete in un sistema di potere economico e politico rigido, automatico, inevitabile. Se riduciamo Internet a un sistema pavloviano di domande prevedibili e di risposte precostituite, la rete diverrà un congegno di produzione e distribuzione di merce e di potere". Bifo conclude questo "manifesto della creatività" con una domanda che chiunque, navigatore o sviluppatore di siti web, il disabile o il Nielsen di turno, dovrebbe porsi: "Come possiamo allora parlare della bellezza, dell'estetica, della polisemanticità del messaggio che circola attraverso la rete?". In un'altro intervento al partecipato forum di discussione da lui stesso lanciato l'anno scorso sul sito di MediaMente, Bifo rincara la dose affermando che: "la rete tende a diventare un ambiente primario di comunicazione, e dunque tende a modellare il linguaggio sociale. Vogliamo ridurre il linguaggio a mera usabilità? Vogliamo progressivamente espungere dalla comunicazione ogni ironia ogni ambiguità, ogni polisemanticità? Ma quello è il linguaggio del lager, magari un lager che si chiama e-commerce". Maurizio Bosarol condivide in un suo articolo questa lettura e afferma che "semplificare la scrittura vuol dire anche semplificare il pensiero e semplificare il pensiero significa imboccare in modo del tutto inoffensivo (offendere, ossia colpire, stimolare) il nostro lettore". (Maurizio Bosacarol)
Questa lunga citazione di Bifo dovrebbe chiarire bene i termini di una questione che, a mio avviso, diventerà sempre più centrale nel dibattito sullo sviluppo del web! Franco-Saverio Caccavella, a cui rimando per un'approfondimento (Le insidie dell'usabilità), ha fatto il punto su questo dibattito proprio a partire dall'interessante forum proposto da Bifo dichiarando che questi argomenti, pur validi, vanno certamente calibrati; nella conclusione del suo articolo però anch'egli ci mette in guardia sottolinenando che "l'usabilità, spaziando dalla grafica alla scrittura, dall'architettura alle scelte tecnologiche, è un concetto che sembra posto lì come un macigno ad indicarci la strada della semplicità e della facilità. Costruire il futuro linguaggio del Web su queste basi così minimaliste può essere una iattura di cui preoccuparci. Il minimo sforzo produce quasi sempre minimi risultati".