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Le parole della Bibbia
A cura di Alessandro Tarli
«Trentotto anni fa (allora ne avevo 17) mi misi a studiare lebraico
perché volevo capire da me, per quanto possibile senza mediazioni, quello che cera
scritto nella Bibbia.
Il greco già lo stavo studiando e la ricchezza che scaturiva da
questa possibilità di leggere il Nuovo Testamento nella lingua originale
mi richiedeva di tendere a completare il quadro.
Poi ho studiato anche qualcosa
di altre lingue semitiche, perché una lingua si afferra meglio se se ne conoscono i
collegamenti con quelle simili.
Del resto, già nellAntico Testamento ci
sono dei pezzetti di aramaico, una lingua che per diversi secoli fu la
lingua di comunicazione del medio oriente, come per noi oggi linglese.
Ovviamente non è stato uno studio a tempo pieno, per cui il
livello delle conoscenze non è eccelso. Mi contento di essere in grado di usare e
valutare gli strumenti disponibili sullargomento (libri, riviste, materiale
informatico).
E cosa ne ricavo da questo?
Intanto è uno spazio per pensare. Quando cincischio nello scrivere quelle poche righe per
la rubrica del giornalino, ricercando nelle letture della domenica un termine
significativo da commentare, il pensiero cerca, scava, corre in tutte le direzioni,
mettendo a nudo idee gratuite e consuetudini automatiche, ma anche rafforzando la
speranza.
Poi è anche un modo per
relativizzare tanti modi canonici di tradurre e leggere la Bibbia, che
per non scandalizzare i piccoli di fatto distolgono dalla comprensione.
E questo un aspetto del
tradimento delle traduzioni, che agli orecchi del grande pubblico arriva solo
quando viene puntato il dito sul modo disinvolto con cui la Bibbia presenta la realtà
sessuale. Ma questo è già un fatto secondario.
Per esempio dai vocaboli che indicano Dio si
capisce come anche allinterno del popolo ebraico ci sia stato un lavoro di
integrazione e fusione con le culture dei popoli vicini, per cui quel monoteismo che noi
diamo per scontato era in realtà qualcosa in continuo confronto e in continua evoluzione.
E poi la relazione tra fede e
uguaglianza, tra fede e violenza, e tante altre cose.
E vero che cè il pericolo di rimanere turbati, ma è
anche vero che cè la possibilità di aprire sempre di più gli occhi, di essere
sempre di più liberi e consapevoli.
E allora perché non dedicare un po di tempo
per imparare lebraico?
Qui a Castello
(Firenze), dopo unesperienza di sette anni di corso elementare di ebraico, abbiamo
la dimostrazione che una persona motivata, e quindi paziente e tenace, di cultura
equivalente a una licenza di scuola media, è in grado di afferrare la struttura della lingua
ebraica dopo un paio danni di incontri a settimane alterne, cioè circa due
al mese, della durata di unora e mezzo ciascuno, con uno studio casalingo
trascurabile». |
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AàV, amare
ACH,
fratello
ADàM, uomo
ADONàI, Signore
AVRAàM, Abramo
AV, Padre
èVEN, Pietra
òEL, tenda
OR, luce
OTH, segno
HAVÀSC, Fasciare
SACÀR, Ricompensa
SÈMER,
Lana
LEUÌ,
Levi
HAVÀL, Legare
Altre parole ebraiche sul sito web
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