I GRANDI LIBRI DELLA LETTERATURA
CALVINO: IL CAVALIERE INESISTENTE


 

Luigi De Bellis

 


 

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IL CAVALIERE INESISTENTE

Trama

Il cavaliere inesistente narra la storia di Agilulfo, un cavaliere al servizio di Carlo Magno. Come dice il titolo stesso, questo cavaliere è inesistente; infatti lo si riconosce semplicemente dalla corazza candida che indossa. Una guerriera di nome Bradamante si è innamorata di Agilulfo, al seguito del quale vi è Gurdulù, lo scudiero personale del Cavaliere Inesistente; un uomo che prima di fare lo scudiero era un vagabondo ed è stato raccolto dai paladini di Carlo Magno sul cammino per la guerra. Durante un banchetto sorge una discussione tra Agilulfo e Torrismondo, un altro cavaliere. Il primo inizialmente critica le opinioni dei commensali e il secondo, invece, critica il fatto che Agilulfo sia diventato cavaliere senza meritarselo. Torrismondo, infatti, sostiene che la vergine, di nome Sofronia, che ha salvato Agilulfo da due Briganti, in realtà non era una vergine, bensì sua madre. Secondo Torrismondo, infatti, lui è figlio di un cavaliere del Santo Graal poiché sua madre era stata messa incinta da un cavaliere del celebre ordine. D'ora in poi i due cavalieri sono impegnati a dimostrare ognuno la verità delle proprie origini. Dall'esercito di Carlo Magno si staccano i due cavalieri per la loro missione seguiti da altre due partenze; Bradamente che insegue il suo amato e Rambaldo, un soldato amico di Agilulfo e innamorato di Bradamante. Agilulfo, tra mille peripezie, riesce a trarre in salvo Sofronia da un sultano che l'aveva fatta prigioniera e la porta in Gran Bretagna al sicuro. Mentre il cavaliere sta conducendo Carlo Magno da Sofronia, giunge Torrismondo, il quale si innamora della donna senza riconoscerla. Arrivato sul posto con il re, Agilulfo fugge credendo che Torrismondo fosse realmente il figlio di Sofronia; quest'ultimo, però, fugge anche lui dopo aver scoperto la vera identità della donna. In seguito la donna chiarisce ogni equivoco e rende noto che è la sorellastra di Torrismondo. Risolto ogni problema vengono cercati i due fuggitivi; Torrismondo ritorna e sposa Sofronia, mentre Agilulfo, credendo di non essere degno della sua carica si era tolto la corazza, ed era diventato "inesistente". Il romanzo si conclude con il fidanzamento di Rambaldo e Bradamante, inoltre il lettore si rende conto che quest'ultima è la vera narratrice delle vicende.


Ambiente

Per la maggior parte del romanzo le vicende sono ambientate in Francia. Vi sono però alcuni viaggi compiuti dai vari personaggi che spostano l'ambiente in Gran Bretagna e in Marocco. Non vi sono descrizioni del paesaggio, l'autore lascia intendere che il paesaggio circostante sia principalmente rurale.

Protagonista 

Il protagonista del romanzo è chiaramente il cavaliere inesistente. Agilulfo è caratterizzato dalla sua candida corazza che è l'elemento che lo rende visibile. Inoltre la sua splendida armatura lo distingue dagli altri cavalieri di Carlo Magno. Dal punto di vista del carattere è molto rigoroso e preciso in ogni suo comportamento. In battaglia è estremamente abile e attento in ogni sua azione e spesso redarguisce i compagni quando, umanamente, sbagliano. Essi sono infastiditi da questo suo atteggiamento critico e Agilulfo si rende ogni giorno più antipatico. Come in molti racconti di Calvino ogni personaggio rappresenta una tipologia umana; in questo caso il cavaliere inesistente raffigura l'uomo moderno, che sembra essere privo di ogni genere di sentimento, non ha infatti caratteristiche umane. Inoltre Agilulfo aveva vissuto tutta la vita da cavaliere e quando perde la sua carica si toglie la corazza e non è più nessuno; similmente l'uomo moderno quando perde la sua posizione nella società sparisce e nessuno lo riconosce più.

Altri personaggi e relazione col protagonista

Un personaggio secondario, ma in stretta relazione col protagonista e Gurdulù, il suo scudiero. La sua figura si contrappone chiaramente a Agilfo. Infatti lo scudiero, pur essendo un uomo fisicamente "normale", è mentalmente assente; inizialmente si presenta al lettore come un vagabondo, ma anche diventando lo scudiero di un cavaliere del re, non cambia minimamente il suo carattere.
Bradamante, il guerriero - donna, è uno dei pochi personaggi che si trova bene col protagonista. Anche lei rappresenta una tipologia umana. Indubbiamente Calvino vuole fare portavoce dei diritti della donna proprio Bradamante che essendo guerriera, sicuramente inconsueto nel medioevo per una donna, dimostra così di essere uguale all'uomo. 
Anche Rambaldo è un personaggio che stima il protagonista. Egli si dimostra molto rispettoso nei confronti di Agilulfo e non nutre nemmeno un po' di gelosia sapendo che Bradamante, sua amata, ama a sua volta il cavaliere inesistente. Rambalo è di carattere molto volonteroso e tenace; infatti pur essendo giovane e da poco nell'esercito, si dimostra subito desideroso di combattere e di diventare uno tra i migliori paladini del re.

Messaggio dell'autore

L'autore in questo romanzo ha voluto trasportare alcuni "tipi" della società moderna nei tempi passati. Calvino ha scritto questo testo in modo che possa essere letto a sue livelli di significato: come un semplice romanzo fantastico ambientato nel medioevo, oppure come una trasposizione della società moderna nel tempo di Carlo Magno.

Il cavaliere inesistente (seconda scheda libro) 

La vita dell'uomo odierno, nel suo pragmatismo e nella sua totale assenza di un qualsiasi sfogo mistico, appare come la più vuota ed insoddisfacente, nonostante sia fondata sulle basi concrete del materialismo, ed è ampiamente diffusa la domanda su cosa rimanga di un individuo sotto la scorza di convenzioni sociali ed apparenze con cui si tenta di esorcizzare il generale senso di vanità; di tale argomento tratta il libro di Calvino "Il cavaliere inesistente", ultimo della trilogia degli antenati, il quale si ambienta come i due precedenti in un passato appena tratteggiato, in questo caso nell'epoca dell'epopea dei cavalieri di Carlo Magno, i cui valori completamente trascendenti si contrappongono funzionalmente, riflettendoli, ai ritmi ed alle abitudini della vita minuziosa e meccanica del nostro tempo.
Il protagonista è Agilulfo, un paladino che, sotto le placche della propria armatura, semplicemente non esiste, nonostante resti convinto del contrario, e sopravvive unicamente nel rigore con cui conduce la giornata sin nei minimi particolari, dai pasti, a cui partecipa con atteggiamento impeccabile pur non consumando niente, alle esercitazioni guerresche, nelle quali la perfezione della sua idealità si riflette nell'accuratezza e precisione dei gesti praticamente infallibili; soltanto nel momento in cui il titolo, da lui acquisito per aver salvato una vergine, viene messo in discussione insieme alla castità della donna, essendo stata proprio tale nomea la sua origine e la sua vera essenza, il cavaliere entra in crisi e, dopo una lunga serie di peripezie al termine delle quali si scopre impossibile accertare l'onore del paladino, questi scompare definitivamente, insieme ai valori di cui era l'espressione.
All'esatto opposto di Agilulfo , vi è il personaggio di Gurdulì, il quale, di contro al protagonista, pur essendo concreto e di carne, ignora del tutto la propria esistenza e si tramuta negli oggetti, animali ed uomini che incontra di volta in volta: e mentre il protagonista, composto solo di idee, appare vuoto e grottesco, soprattutto per la sua invidia nei confronti degli altri esseri, questi altri si propone come alternativa alla vita rigidamente impostata del primo fondata sulle gioie e piaceri della concretezza e semplicità di un'esistenza condotta senza regole e costrizioni.
Il libro, come emerge dalla lettura e dalla caratterizzazione dei due personaggi principali, si presenta la parodia di quei valori cavallereschi riflesso, come si è detto, di quelli della civiltà contemporanea, che privilegiano l'uomo in quanto marionetta di una società non adatta a lui e che pur accetta come traspare con evidenza nell'episodio dei Cavalieri del Santo Graal, i quali, in preda alle loro estasi mistiche, non disdegnano la strage nei confronti di contadini indifesi e pure rassegnati; inoltre si fa anche riferimento al tema dell'apparenza come fondamento dei rapporti sociali quando si narra dell'amore della virtuosa Bradamante per Agilulfo, amore che finirà per essere rivolto ad un altro personaggio del libro nel momento in cui si impossesserà della lucente armatura del paladino d'aria. 
Alessandro. 

2001 © Luigi De Bellis - letteratura@tin.it