I GRANDI LIBRI DELLA LETTERATURA
CALVINO: IL VISCONTE DIMEZZATO


 

Luigi De Bellis

 


 

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IL VISCONTE DIMEZZATO

Trama

L'idea del Bene come fine assoluto cui l'umanità tende e cui la morale, religiosa o laica che sia, ha da essere subordinata, nel mondo contemporaneo, ormai è scomparsa, sia per il valore relativo che ad essa si è attribuito, sia, soprattutto per il gusto diffuso che privilegia l'anticonformismo e considera il male come alternativa alla convenzionalità: ed è per questo che non si potrà mai confondere il lettore nel riconoscere l'impronta novecentesca nel romanzo di Italo Calvino "Il visconte dimezzato", nel quale, assumendo le sembianze di una fiaba morale, si narrano le vicende di un nobiluomo ligure che, in seguito ad una battaglia, rimane diviso in due metà, l'una malvagia, l'altra proba sino all'inverosimile, entrambe ingombranti per il loro carattere estremo e nessuna completa di per sé.
Ed è l'incompletezza di ciascuno dei due atteggiamenti il tema centrale di questa novella, la quale, se da un lato ribadisce tutta la perversità e negatività del male, senza però negargli una certa grandezza ed un irresistibile potere d'attrazione, dall'altro non risparmia nemmeno di mettere in luce la goffaggine e presunzione della bontà, che in un mondo dominato dall'equilibrio delle due forze contrapposte non può che risultare in sovrappeso. Infatti, nel racconto, si alternano alle facezie dell'uno, odiose, o repellenti, o grandiose che si voglia definirle, i tentativi di risanare lo spirito e salvare le anime dell'altro che, però, disturbano, o più banalmente tediano gli abitanti del villaggio, tanto da non fargliene aver meno risentimenti che non rispetto alla parte malvagia: solo l'unione, o "ricucitura", delle due metà riporterà la giusta armonia nella comunità, senza più ansie per la paura dell'uno né sospiri per la pedanteria dell'altro.
Si tratta dunque di un'idea propria del mondo moderno, quando si parla di morale, quella che preferisce alla mera benignità un equilibrio tra le due parti, venendo così a soddisfare sia le esigenze di una società che non potrebbe che basarsi sull'altruismo, sia a quelle individuali egoistiche tanto care agli uomini contemporanei come a quelli antichi, se non di più. 

2001 © Luigi De Bellis - letteratura@tin.it