Romanzo pubblicato
prima in appendice al «Corriere di Napoli» e poi nel 1892 in
volume. Strutturato come una narrazione in prima persona del
protagonista, il romanzo è incentrato sulle vicende del "multanime"
Tullio Hermil e della moglie Giuliana. A lei, ammalata, Tullio si
dedica in modo modo particolare con una sorta di volontaristica
pratica di "bontà", malgrado sia attratto e legato
dall'amante Teresa Raffo. Ma proprio quando si libera da questo
legame, crede di scoprire gli indizi di una relazione della moglie
con lo scrittore Filippo Arborio. Nella pace della campagna tuttavia
sembra che i due coniugi ritrovino una pienezza affettiva, ma la
notizia che Giuliana è incinta fa riemergere i sospetti, complica i
rapporti fra i due, fa sorgere nella loro mente un progetto
delittuoso: sopprimere il nascituro, testimonianza di una fugace
colpa, ostacolo alla realizzazione del loro "sublime"
amore. E' Tullio che, esponendo al freddo invernale il bambino, l'"innocente",
compie il delitto. Dal quale deriva nell'anima dei personaggi un
cupo senso di desolazione e di fallimento. L'Innocente contribuì
notevolmente all'affermazione di D'Annunzio: tradotto in Francia
già nel 1893, prima del concludersi del secolo venne pubblicato in
otto paesi europei e negli Stati Uniti. |