Romanzo pubblicato
prima, parzialmente e a puntate, sulla «Tribuna illustrata» e sul
«Mattino» di Napoli, e poi in volume nei 1894. L'opera ha una
debole struttura narrativa ed è articolata in sei parti
("libri") . È incentrata sul rapporto contraddittorio ed
ambiguo di Giorgio Aurispa con l'amante Ippolita Sanzio, ma su
questo tema di fondo si innestano o si sovrappongono altri motivi e
argomenti: il ritorno dei protagonista alla sua casa natale in
Abruzzo - richiamato dalla madre perché distolga il padre da una
vita scandalosa - è il pretesto per ampie descrizioni (nella
seconda, terza e quarta parte} del paesaggio, del folklore e del
lavoro delle genti d'Abruzzo. Giorgio in una confusa contaminazione
tra superomismo (il romanzo ha come significativa epigrafe,
all'inizio, un passo di Nietzsche) e velleità mistiche aspira a
realizzare una vita nuova (è il titolo del quarto libro), una
perfezione di vita spirituale che si fondi sull'autodominio e
sull'autosufficienza, e vive il rapporto con l'amante come
limitazione, come ostacolo per la forza irresistibile della sua
fascinazione erotica, Ippolita Sanzio è sentita come la
"nemica", primigenia forza della natura che rende schiavo
il maschio. Solo con la morte la si libererà da tale condizione: si
uccide con Ippolita, che avvince a sé, precipitandosi da uno
scoglio. |