Raccolta
di meditazioni e ricordi, in forma di prosa, redatta nel 1916
durante il periodo di immobilitą e cecitą al quale il D'Annunzio
fu costretto in seguito ad un incedente aereo. D'Annunzio le compose
scrivendo su cartigli, su strisce di carta (circa 10.000, pare) che
in seguito vennero messi in ordine dalla figlia. La prima edizione
č del 1916, senza il diretto controllo dell'autore; quella
definitiva č del 1921.
Ferito tra feriti
Il Notturno ha una particolare fisionomia nel panorama della
produzione dannunziana: é il testo in cui in modo particolare
risultano evidenti una componente riflessiva e meditativa, il
superamento della tensione superomistica che pervade quasi tutte le
altre opere di D'Annunzio, l'esperienza del dolore vissuta come
occasione di bilancio della propria vita e di scoperta degli altri.
Confrontata con i moduli abituali del D'Annunzio prosatore questa
pagina (e, nel complesso, tutto il Notturno) si distingue per la
snellezza e l'essenzialitą del periodare, per il prevalere
dell'andamento paratattico, per il quasi costante ricorso al tempo
presente, che conferisce alla scrittura l'immediatezza di
un'esperienza nel suo farsi, e comunica un'impressione di
contemporaneitą fra enunciato e vissuto.
A spiegare questo superamento dei moduli narrativi precedenti non
bastano le motivazioni di ordine pratico (privo della vista,
D'Annunzio doveva scrivere su sottili strisce di carta); vale
piuttosto la pena di ricordare che dopo i romanzi, gią nelle prime
Faville del maglio egli si era orientato verso una prosa meno
sofisticata, tutta nutrita di memorie e di impressioni; ed inoltre
non sono da sottovalutare eventuali suggestioni esercitate su di lui
da talune esperienze delle giovani generazioni: ad esempio, certo
impressionismo dei vociani e la pubblicazione del Porto sepolto di
Ungaretti. |