Il percorso
creativo di Proust può configurarsi come un'ascesa e quasi come
un'ascesi, un passaggio dall'apertura a una raffinata mondanità
allo scavo verticale in direzione dei più fondi valori interiori.
Nato ad Auteuil, elegante sobborgo di Parigi, il 10 luglio 1871 in
una famiglia dell'alta borghesia (il padre, Adrien, è un noto ed
apprezzato medico, la madre, Jeanne Weil, è figlia di un agente di
cambio israelita), sofferente fin da bambino del male, l'asma, che
causerà la costante precarietà della sua salute e la sua perenne
condizione di infermo, Marcel gioisce tuttavia, nei suoi primi anni,
delle premurose cure della madre e della nonna; entrambe lo
circonderanno di un'atmosfera di tenerezza di cui rimarrà nella
Recherche un'indelebile e commossa traccia. In particolare, fu
profondissimo in lui l'affetto per la madre: quando qualcuno gli
chiese (aveva 13 anni) quale fosse per lui la più dolorosa
sventura, rispose: «essere separato da maman». Anche alla nonna
materna, Adèle Weil, fu molto legato; la sua morte, nel 1890, lo
colpì dolorosamente e fu all'origine della famosa pagina del
romanzo sulle «intermittenze del cuore».
Da ragazzo, trascorse spesso l'estate ad Illiers, presso Chartres,
luogo d'origine della famiglia paterna (la Combray del romanzo). Nel
1882 cominciò a frequentare il liceo Condorcet, dove fece buoni
studi e stabili solide amicizie con giovani che poi lasceranno un
nome nel panorama letterario del loro tempo: Fernand Gregh, Daniel
Halévy, Daniel de Flers. Nel 1889-90 fu ad Orléans per il servizio
militare: sono gli anni della sua calda amicizia per Gaston de
Caillavet. Poi, tornato a Parigi, frequentò i corsi di Albert Sorel
all'Ecole des sciences politiques e quelli di Henri Bergson, che da
poco aveva pubblicato la sua tesi sui Dati immediati della
coscienza, alla Sorbona; gli uni e gli altri lasceranno in lui una
traccia durevole. Laureato in lettere nel 1892, si recherà di
frequente, d'estate, sulle spiagge normanne, Trouville e soprattutto
Cabourg, che diventerà nel romanzo Balbec.
Inizierà intanto, ai livelli per ora di una salottiera, raffinata e
decadente eleganza, la sua attività di scrittore; collaboratore di
giornali come « Le Gaulois» e di riviste come « Le Banquet» e «
La Revue Blanche» (vi scrive cronache mondane e articoli
d'occasione in cui però già affiora, di tanto in tanto, il primo
accenno dei grandi temi futuri), praticamente sempre assente dalla
biblioteca Mazarine dove è stato assunto nel 1895 come addetto non
retribuito, Proust vive adesso la sua fervida stagione mondana,
avvicina scrittori e dandies, artisti e gran dame, la principessa
Matilde e la contessa Greffulhe, Robert de Montesquiou, arbiter
elegantiarum nella buona società parigina di quegli anni, e
Reynaldo Hahn, musicista che metterà in musica alcune sue poesie e
diverrà, nel romanzo, l'ispiratore del personaggio di Vinteuil, il
pittore Blanche che fa il suo ritratto e l'acquarellista Madeleine
Lemaire che illustra lussuosamente il suo primo volume, I piaceri e
giorni, uscito nel 1896 con prefazione di Anatole France, raffinata
raccolta di racconti, memorie, ritratti, schizzi, studi. Avvicina
anche Oscar Wilde, di passaggio a Parigi, e perde un amico inglese
molto caro, Willie Heath. Di quegli anni è anche l'inizio del primo
romanzo autobiografico, Jean Santeuil, che uscirà, postumo, solo
nel 1952. Sono gli anni di una stagione mondana che Proust vive, per
altro, a Parigi o altrove (nel 1896 frequenta alcune stazioni
termali) affinando il suo sguardo di osservatore e indagatore;
intanto, la lettura delle Memorie d'Oltretomba di Chateaubriand
forse già sollecita la sua idea di un grande affresco
storico-sociale.
Giungono così, con la fine del secolo e l'inizio del nuovo, gli
anni della prima maturità. Tra il '96 e il '97 uno scrittore
decadente e anch'egli omosessuale, Jean Lorrain, attaccò Proust,
con astiose critiche e volgari allusioni, in un paio di articoli; lo
definiva «uno di quei giovanottini del bel mondo che patiscono di
letteratura» e definiva I piaceri e i giorni «eleganti e squisiti
piccoli nulla, vanità, flirts per procura».
Ne nacque un duello alla pistola, fortunatamente incruento:
probabilmente i due contendenti spararono in aria; ma tutti
elogiarono la freddezza, la fermezza e il coraggio di Marcel.
Importanti eventi inducono intanto lo scrittore a una riflessione più
approfondita su grandi temi che già urgono alla sua mente. Nel 1894
era scoppiato il caso Dreyfus: un ufficiale ebreo era stato
ingiustamente accusato di tradimento e condannato, contro di lui si
era levata una grande ondata di nazionalismo e di razzismo, il paese
si era diviso in due schieramenti contrapposti. Emile Zola, com'è
noto, prese la difesa dell'innocente. nel 1898-99 si celebrò il suo
processo e Dreyfus. finalmente, fu liberato e riabilitato. Proust,
dreyfusard, visse quegli eventi con profonda partecipazione e ne
trasse nuovi motivi di riflessione etica e sociopolitica.
Nel 1900 si recò a Venezia e a Padova, dove gli affreschi di Giotto
lo colpirono profondamente. Traduceva, intanto, con l'aiuto della
madre, diverse opere dell'inglese Ruskin (La Bibbia d'Amiens, Sesamo
e i Gigli; tali traduzioni usciranno nel 1904, e nel 1906) ed
affinava il suo gusto estetico precisandone l'orientamento in alcuni
scritti critici, come le prefazioni e i commenti alle stesse opere
ruskiniane. Nel 1902 compie altri viaggi; visita le cattedrali
francesi, si reca in Belgio e in Olanda con l'amico Bertrand de Fénelon;
nel 1904, con un altro amico, fa una crociera lungo le coste di
Normandia e di Bretagna. Tra il 1903 e il 1905 muoiono,
successivamente, il padre e la madre. Proust vive i due eventi con
profonda angoscia, ma trova in essi, anche, l'occasione per dar più
spazio a una più libera manifestazione di sé, il modo fra l'altro
di far cadere le ultime remore che finora l'hanno spinto a tener
nascosti i suoi costumi eterodossi ed omosessuali.
Così, sullo sfondo mobile di multiformi esperienze, Proust viene
maturando il grande progetto della sua opera. La sua salute è
precaria, egli deve di tanto in tanto sottoporsi ad assidue cure
(nel 1905, ad esempio, è ricoverato per un mese in una clinica di
Boulogne-sur-Seine) e tuttavia, nel suo appartamento di boulevard
Haussmann, dove si trasferisce nel 1906, poi in quello di rue
Hamelin, chiuso ermeticamente in una stanza che fa imbottire di
sughero per sottrarsi ai rumori e che quasi diventa l'immagine di
una serrata e scavata interiorità, Proust, se da un lato continua a
scrivere per il «Figaro» le sue cronache mondane, dall'altro già
si dedica febbrilmente al suo grande romanzo; nel contempo, mette a
punto le sue idee critiche sull'arte e la letteratura, in un
notevole saggio Sulla lettura apparso sulla rivista « Renaissance
latine» e in una serie di appunti che vedranno la luce postumi col
titolo di Contro Sainte-Beuve (1954). La sua riflessione sull'arte e
la letteratura è anche all'origine dei suoi fortunati pastiches,
scritti penetranti e arguti in cui imita alla perfezione lo stile di
alcuni scrittori prediletti: anch'essi escono sul «Figaro», come
altri articoli in cui racconta, ad esempio, i suoi spostamenti in
automobile con l'autista e poi segretario ed amico Alfred
Agostinelli (che morrà nel ' 14 in un incidente aereo).
Nel '13, l'editore Grasset annunzia l'uscita di Dalla parte di Swann,
di cui già qualche estratto è uscito sul «Figaro»: è il primo
pannello di un'opera che gradualmente va acquistando, nelle
intenzioni dell'autore, dimensioni sempre più estese rispetto al
primitivo progetto. Il libro esce a spese dell'autore; altri
editori, anche importanti, hanno rifiutato di stamparlo. Non mancano
per altro gli amici, Léon e Lucien Daudet, Paul Souday, Henri Ghéon
e anche Jacques Rivière, col quale l'autore della Recherche ha in
questi anni un fecondo scambio di lettere: sicuri del talento di
Proust, essi non esitano a difenderlo e ad appoggiarlo; nel '16,
vari estratti del secondo volume appaiono così su un prestigioso
periodico, la «Nouvelle Revue Francaise» dell'editore Gallimard,
il quale nel '17 accetta di ripubblicare il libro uscito da Grasset.
Subito dopo la guerra, nel '19, appaiono la raccolta di Pastiches et
Mélanges e il secondo volume del romanzo, All'ombra delle fanciulle
in fiore, e questa volta il successo arride allo scrittore: il libro
ottiene il premio dell'Accademia Goncourt. Incoraggiato da tale ambìto
riconoscimento, Proust dedica i suoi ultimi due anni ad una gara
disperata con la morte; minato dal male, raccoglie tutte le sue
ultime energie, freneticamente sollecitato da una strenua,
straordinaria volontà di creazione e scrittura. Tra il 1920 e il
1922 escono La parte di Guermantes e Sodoma e Gomorra. Escono anche
alcuni importanti saggi di critica e di poetica: Osservazioni sullo
stile, A proposito dello stile di Flaubert, A proposito di
Baudelaire. Più tardi, tra il 1923 e il 1927, appariranno gli
ultimi volumi del ciclo narrativo che ha da tempo un titolo
d'insieme: Alla ricerca del tempo perduto: si tratta dei romanzi La
prigioniera, Albertina scomparsa (La fuggitiva) e IL tempo
ritrovato, alcuni capitoli dei quali sono già apparsi in rivista.
Ma nel frattempo, il 18 novembre 1922, in seguito a una bronchite
che ha improvvisamente aggravato il suo antico male, lo scrittore è
spirato. Ha scritto da poco la parola "fine" in calce alla
sua ultima pagina.
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