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FONTANELLE RICORDA LE COOPERATIVE

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Stendardi del movimento cooperativo di Roccabianca.1919

Luigi Musini, ispiratore delle prime esperienze del cooperativismo socialista nel circondario di Borgo San Donnino, all'epoca dell'elezione al parlamento

Dopo i durissimi scontri avvenuti nelle campagne del Polesine e del Mantovano, dove i braccianti avevano affrontato le truppe esasperati dalla miseria e dai bassi salari, il clima sociale si era fortemente inasprito anche nei poderi della bassa parmense. L'eventualità che il movimento di lotta potesse investire anche la riva del Po appariva vicina e produceva ovunque una febbrile agitazione. Nelle cascine, nelle mescite, sulle piazze di paese, i contadini si riunivano rispondendo all'appello dei giovani attivisti musiniani che gandavano il mutuo soccorso, le casse di resistenza 1'obiettivo della paga giornaliera a 2 lire. A Gennaio una delegazione del Circolo Democratico di Fontanelle aveva partecipato ad un banchetto della Società Operaia di Roccabianca in onore del sto neo-eletto Luigi Musini. Il documento politico approvato in quell'occasione conteneva un nuovo orientamento per gli organismi di classe: la Società Operaria avrebbe dovuto «farsi imprenditrice di operai per assicurare lavoro e congrua mercede operai, facendo per tal modo guerra ad ingordi e speculatori". L'indicazione, ripresa in due successive riunioni a Zibello (22 gennaio) ed a Soragna nei primi giorni di febbraio, dimostrava chiaramente 1'influenza esercitata sul gruppo musiniano dalle positive esperienze cooperativistiche già in corso nel Mantovano ed a Ravenna. L'idea della cooperazione concepita dai musiniani era ovviamente assai primitiva, finalizzata per buona parte a sostenere il costo degli scioperi ritenuti imminenti; eppure essa conteneva già 1'intuizione del futuro, quando la cooperativa sarebbe diventata una nuova agenzia di lavoro per i braccianti disoccupati nella stagione invernale.
Nella bassa parmense i primi tentativi di cooperazione caddero frustrati dall'incalzare dell'agitazione agraria, cominciata nel mese di aprile e conclusasi con una sostanziale sconfitta dei lavoratori nel giugno. Fontanelle vi ebbe una parte di rilievo ospitando il più grande raduno di massa di quell'intensa stagione: oltre 3000 contadini confluirono nel piccolo centro la domenica del 19 aprile ad applaudire il Musini che illustrò i criteri organizzativi dello sciopero.

La suggestione di questa prima e sfortunata battaglia agì potentemente, al dilà dell'insuccesso, sui sentimenti collettivi del mondo contadino. Il 1885 aveva infranto le illusorie solidarietà che il vincolo della terra, lungo magari una vita, creava tra padrone e salariato. Le campagne della pianura parmense uscivano dall'incanto di una tranquillità fittizia e venivano inscritte nel sistema di sorveglianza riservato alle aree della turbolenza sociale. Per il movimento cooperativo di Fontanelle la predicazione di Musini e gli acerbi fermenti che essa aveva sparso avrebbero fornito 1'impulso essenziale al primo tirocinio.
Nell'ultimo scorcio degli anni ottanta due eventi di rilievo nazionale accelerarono i processi costitutivi della cooperazione anche nel Parmense: sul finire del 1886 veniva fondata la Federazione Nazionale delle Cooperative; tre anni più tardi il parlamento varava la legge che attribuiva alle cooperative la facoltà di appaltare senza intermediari (come avveniva in passato) commesse di lavori pubblici. L'effetto positivo che ne derivò è testimoniato dalle discrete adesioni all'atto di costituzione della Camera del lavoro raccolte nel 1893 tra le cooperative: la braccianti, la terraiuoli, la muratori e affini entrarono da subito nel neonato organismo camerale e 1'anno seguente si aggiungevano la cooperativa dei marmisti, quelle dei cassonieri e dei librai. Questa prese a della cooperazione di lavoro appare tanto più significativa se la si rapporta al difficile momento che le organizzazioni operaie avevano attraversato dopo la sonora sconfitta elettorale subita nel 1886 dai candidati socialisti presenti nella lista democratica. Nella bassa borghigiana il contraccolpo era stato avvertito soprattutto dai circoli politici di matrice musiniana; tra essi anche quello di Fontanelle che «continuò ad esistere, certo non sempre di vita rigogliosa» almeno fino al 1892, poi venne disciolto «e la sua bandiera andò a far compagnia alle ragnatele di un solaio».

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