L'incoraggiante
debutto della cooperativa di lavoro accompagnava ai costanti
progressi di quella di consumo che, nel settembre 1910, aveva
assunto il nome di «Casa dei socialisti di Fontanelle», estendendo le proprie attività dal pubblico smercio di generi alimentari e di generi vari alla produzione diretta di alcuni di essi. Tra le ragioni sociali dichiarate nell'atto costitutivo vi era anche quella di assumere affittanze agricole, proposito questo che avrebbe trovato attuazione solo nel
1914. La nuova azienda partiva con un capitale sociale di oltre 8500 lire e fondi di riserva pari a 5000 lire circa (nell'insieme qualcosa come 21 milioni e mezzo di lire 1980), accumulati dalla preesistente cooperativa di consumo. Ad essi si aggiungeva il gruppo di fabbricati acquistato in Fontanelle, posto all'angolo di via Andrea Costa con la via Balestrieri, costituito da diversi corpi contigui con cortile comune e comprendente negozi, locali per ammazzatoio, casello, magazzino, porcile, portico, stalla, rimessa e abitazione per il cascinaio: il tutto con un valore che superava le 31.000
lire.
Così irrobustita, la cooperazione socialista di Fontanelle si apprestò a sostenere 1'inevitabile scontro elettorale con lo schieramento conservatore che aveva sin qui guidato 1'amministrazione comunale di Roccabianca. Le organizzazioni operaie vi si erano preparate da lungo tempo, traendo insegnamento dalle due esperienze precedenti quando - nel 1904 - avevano mancato per tre voti 1'elezione del proprio candidato e successivamente - nel 1909 - avevano perso 1'occasione di ottenere addirittura la
maggioranza. Da allora i socialisti avevano condotto tra i braccianti un capillare lavoro di propaganda accompagnato da un'intensa campagna per 1'alfabetizzazione: avevano curato I'iscrizione nelle
liste elettorali dei contadini e degli operai organizzati. E fra costoro ve n'era buon numero che aveva conquistato i1 diritto di voto piegando la mano, adusata al solo lavoro della vanga o de1 martello, a1 maneggio della penna e forzando la mente, col cominciare anche dal sillabario, ad apprendere le nozioni culturali che gli venivano impartite, dopo una giornata di duro lavoro, nella scuola elementare
serale. Questa sensibilità al bisogno di elevazione culturale del proletariato agricolo, espressa ricorrentemente negli statuti delle società cooperative fin dagli albori, aveva trovato un'amplificazione nella pratica dei Fontanelliani che già nel 1910 decidevano di costituire «con il concorso finanziario di tutte le locali organizzazioni ed i proventi di una lotteria... la Biblioteca Edmondo De-Amicis, per lo sviluppo della istruzione dei
lavoratori.
Con queste premesse si arrivò al confronto dell'inverno tra il 1910 ed il 1911, quando la giunta comunale di Roccabianca
deliberò i nuovi aumenti dei canoni daziari sui generi di consumo. L'intento politico del provvedimento, motivato dal grave deficit del bilancio del comune, risultava fin troppo chiaro dal momento che «una quarta parte soltanto dell'aumento in parola ricadeva sopra la generalità degli esercenti ed il resto a carico della
cooperativa» la cui tassa passava da 800 a 2000 lire annue. Nelle settimane che seguirono la protesta dei lavoratori di Fontanelle si allargò a tutta la campagna della bassa borghigiana. L'agitazione assunse presto toni roventi: alle sedute del consiglio comunale «partecipavano in massa, con le loro donne, i lavorari di Fontanelle unitamente a quelli di tutte le altre
frazioni». |