ERNICI

Le loro origini sono avvolte nel mistero come quelle degli Etruschi poiché della loro lingua conosciamo soltanto due parole: 'buttuti' e 'samentum'. I "buttuti" erano cantilene femminili usate durante i riti religiosi, il samentum era un brano di pelle di una vittima sacrificale indossata dal sacerdote. 

Il poeta Virgilio racconta che gli Ernici erano bravissimi a lanciare frecce, che andavano in guerra con il piede sinistro nudo e il destro coperto da un calzare chiamato "pero" e che erano tiratori infallibili, miravano e colpivano con precisione i bersagli, lanciando le frecce con il piede destro avanti e il sinistro dietro. Alcuni storici sostengono che provenissero dalle lontane terre dell'Asia minore, altri invece, ritengono che appartenessero alla grande famiglia delle popolazioni Osco-Sabelliche, fra le quali c'erano i Sabini, i Marsi ed altri popoli italici, tanto che lo stesso Festo afferma che il nome "Ernici" derivi dalla parola Herne che i Marsi usavano per indicare i sassi. Fra le poche notizie che gli antichi ci tramandarono attorno al popolo ernico vi è quella dataci da Ovidio secondo la quale presso di loro il mese di marzo sarebbe stato il sesto, quindi per gli ernici l'anno cominciava nel mese di ottobre, come per gli Spartani e per i Fenici. Tale affermazione avvalora la tesi dei sostenitori dell'origine semitica di molti popoli italiani, fra cui quello ernico. Per quanto riguarda la città di Anagni, spiega che Ananés in greco significa Re, pertanto Anagni doveva essere, con ogni probabilità, l'insediamento più importante degli Ernici. Un altro scrittore,  sostiene che il nome "Anagnia" derivi da quello della tribù ernica Annia, che erercitava, rispetto alle altre, un ruolo predominante da un punto di vista culturale, religioso ed economico.

Nell'età del ferro (VII secolo) andò ultimandosi sui monti Lepini lo stanziamento delle popolazioni del nord. Queste genti forti e bellicose sono note con il nome di Ernici, che in lingua sabina sta a significare: roccia, rupe. Verso la fine del VI secolo Alatri costituiva la Lega Ernica (insieme a Veroli, Ferentino e Anagni) e la sua roccaforte assunse un ruolo strategico fondamentale per contrastare la poderosa pressione dei Volsci e dei Sanniti verso nord. 

Constatata la pericolosità dei nemici comuni gli Ernici intorno al 485 a.C. strinsero con i Romani un'alleanza, che tra un tradimento e l'altro, durò cento anni. Gli Ernici in coalizione con i Volsci e i Latini approfittandosi della vulnerabilità di Roma impegnata a combattere contro gli Etruschi nel 386 a.C. gli rivoltarono contro i propri eserciti, ma l'impresa fu vana. Battuti si ritirarono pacificamente sulle loro montagne fino a quando i Romani non decisero di sottometterli definitivamente. Sconfitti nel 361 e persa Ferentino, scesero a patti con i vincitori, aiutandoli a combattere i Latini e a tenere a bada i Sanniti. Temendo per la loro indipendenza le città Erniche nel 306 ripresero le armi contro Roma, questa volta furono duramente punite: Anagni venne conquistata e costretta a subire senza condizioni la cittadinanza Romana (perché ritenuta la vera responsabile della ribellione). Alatri venne sollecitata ad accettare un compromesso che le avrebbe garantito la libera cittadinanza. 

Furono uno dei primi esempi di sterminio di massa. Furono spesso in rivolta con i Romani e parteciparono con forze alle guerre civile e sociale, uscendone sconfitti.

 

LE GUERRE DEGLI  ERNICI

 

LE CITTA' ITALICHE

Le città Erniche

ALATRIUM

ANAGNIA

FERENTINUM

VERULAE

 

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