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"E sotto le querce, quando
la natura si scatenava e il gregge si metteva al riparo, ora non ascoltavo
più il suo linguaggio che un tempo mi aveva parlato a lungo. Ora, la
natura, la lasciavo parlare per conto suo. Non rispondevo più ai suoi
dialetti. E tutto preso da quella dolce ansia che la musica aveva acceso
dentro di me, mi mettevo a solfeggiare. Il gelo non lo sentivo più preso
dalla mia passione, ceppo acceso che scoppiettava e scintillava sotto
l'acqua."
(da Padre padrone. L'educazione di un pastore)
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"Padre padrone" narra in chiave autobiografica la storia di
Gavino Ledda,dalle sue esperienze di quando era un bambino di 6 anni sino
ai ventiquattro anni compiuti. Il 7 gennaio 1944 Gavino comincia la scuola
,ma dopo solo un mese,il padre lo strappa alla maestra per portarlo a
governare le pecore. Da quel giorno la sua scuola è quella pastorale di
Baddevrustana. A Siligo, suo paese natale, egli torna sempre meno; durante
queste fughe incontra i sempre minori amici con cui si diverte per un
brevissimo tempo: A Baddevrustana sta a volte con il giovane pastore
Nicolau. Insieme essi giocavano e cantavano dimenticando entrambi il
proprio lavoro. Nel '49,a causa delle critiche di tutti, il padre decise
di ritornare all'antico e riportare la famiglia all'ovile. Ora Gavino non
è più solo.Il fratello gli subentra nella custodia delle pecore mentre
lui si dedica alla vigna, a zappare,ad arare. A 18 anni Gavino convince il
padre a lasciargli studiare musica da thiù Gellòn. Nel '57 dopo un
tentativo fallito di emigrare in Olanda,Gavino decide di entrare
nell'esercito. Poichè occorre la licenza di terza media, gli ritorna la
voglia di studiare che lo porta sino alla V Ginnasio. Durante un ritorno a
casa del '62 Gavino per la prima volta si ribella al padre provocandone il
definitivo allontanamento e su consiglio di un amico parte per insegnare
in una scuola a Salerno. Questo testo tratta attraverso la forma
autobiografica degli usi e costumi della Sardegna del secondo dopoguerra e
propone un'analisi sociale e psicologica del rapporto padre-figlio come
padrone-servitore. Più di una volta per esempio il padre utilizza
espressioni del tipo "è mio" come se il figlio fosse un
oggetto. E' consigliabile leggerlo con calma per assaporarne tutti gli
aspetti,anche quelli più difficili.
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