Barisone
re di Torres scrisse una lettera a Desiderio, abate di Montecassino,
chiedendogli di inviare nel regno Turritano i suoi monaci.
Desiderio
accolse la richiesta di Barisone che gli donò Monte Santo e gran parte
del territorio ai piedi del monte, compresa la chiesa di Nostra Signora di
Mesumundu.
I
monaci benedettini nel 1064 costruirono sul piano del monte un piccolo
monastero, pare sulle rovine di un antico castello e una chiesetta con due
altari: uno dedicato a Sant'Elia e uno dedicato a Sant'Eliseo (alcuni
studiosi affermano che la chiesa esistesse già, costruita dagli
Anacoreti).
Ripristinarono
e ampliarono la chiesa di Mesumundu e si dedicarono a quelle che erano le
loro pratiche religiose e di lavoro.
Tra
la fitta foresta di Monte Santo si nascondevano bande di ladroni che
terrorizzavano gli abitanti del territorio circostante.
Assalivano
le carrozze che transitavano sulle strade di Alghero, Olbia,
Sassari, Cagliari depredando, bastonando e spesso uccidendo i passeggeri.
Durante
le famose "bardane" anche il paesino Villanova Montesanto(villaggio
scomparso che sorgeva dove ora si trova la chiesa di San Vincenzo) era
oggetto di prepotenza da parte di questi banditi che sottoponevano gli
abitanti a ogni sorta di violenza .
Il
Fara dice che il villaggio si sa ancora abitato nel 1584.Non poté però
sussistere gran tempo perché fu distrutto dai briganti, secondo Ongius,
verso il 1650.
Vi
furono tentativi di ricostruire il villaggio nel 1744 e nel 1751, ma
risultarono, completamente inutili.
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