GUIDA ALL'APPRENDIMENTO DELLA NOSTRA LINGUA
a cura del prof. Antonio Margherini

CONCETTI PRELIMINARI

 

Luigi De Bellis

 
 
 

INDICE

Introduzione
Concetti preliminari
Le lettere
Le sillabe
Le parole
Le parti del discorso
Elisione e troncamento
La punteggiatura
La proposizione
I complementi
Il periodo
Lo stile
Il linguaggio figurato
I linguaggi settoriali
 
Esercitazioni
 
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Per parlare e scrivere correttamente è chiaro che bisogna conoscere bene la propria LINGUA nella sua struttura (grammatica) e nel suo materiale (lessico). Quanti più vocaboli conosciamo -anche nelle diverse sfumature che differenziano parole di significato apparentemente simile- tanta più possibilità abbiamo di esprimere compiutamente il nostro pensiero.
Quindi è indispensabile sapere, ad esempio, che la parola "accanto" può assumere, dal punto di vista della grammatica, funzioni diverse:

Non aveva nessuno accanto che gli desse una mano (avverbio)
Accanto a me non voglio nessuno (preposizione)
Distrattamente ho bussato alla porta accanto (aggett. indeclin.)

Ma è altrettanto indispensabile sapere che le parole "allegrezza" e "allegria", che apparentemente sembrano esprimere la stessa cosa, in effetti sono ben diverse tra loro in quanto la prima esprime uno stato d'animo di gioia soggettivo, intimo, interno alla persona che lo prova, mentre la seconda esprime la manifestazione esterna di quello stato d'animo.

Tuttavia non ci dimentichiamo una cosa essenziale: che la lingua serve per comunicare ad altri i nostri sentimenti, le nostre riflessioni, i nostri giudizi sul mondo materiale e spirituale in cui viviamo e che è perciò necessario usare bene gli strumenti che abbiamo per conoscere la realtà che ci circonda. Primi fra tutti i cinque sensi che madre Natura ci ha dato: la vista, l'udito, l'olfatto,
il gusto ed il tatto. Questo per un primo corretto approccio col mondo. Poi dobbiamo bene coltivare il senso morale, il senso sociale, il senso storico, il senso critico, il senso estetico, ecc.
Altrimenti faremmo come uno che, pur sapendo suonare alla perfezione, dal punto di vista tecnico, uno strumento musicale, non avesse però alcuna sensibilità musicale e non conoscesse alcun brano d'autore.
In questa sede ci interessa l'aspetto tecnico del problema della comunicazione, cioè l'uso della lingua. Per il resto rimandiamo ad un eventuale successivo corso di... composizione.
Ciò premesso, soffermiamoci su alcuni concetti fondamentali:

LINGUAGGIO

E' la facoltà -esclusiva del genere umano- di esprimere sensazioni, sentimenti, riflessioni, giudizi, ecc., o di narrare fatti, situazioni, circostanze, ecc., o di descrive re aspetti particolari della realtà naturale (ad es. un pae saggio) o civile (usi e costumi) mediante un mezzo di comunicazione (lingua, pittura, scultura, musica, ecc.).

LINGUA

E' lo strumento maggiormente usato nella comunicazione umana. Essa è costituita da un < sistema organico di suoni arti colati distintivi (fonemi), di forme grammaticali (morfemi) e di elementi lessicali (lessemi) e strutture sintattiche (sintagmi) convenzionalmente significanti, accettato, tramandato e attuato come mezzo collettivo di comunicazione e di espressione linguistica da tutti i membri di una comunità etnica, politica o culturale» (De Felice-Duro). Cerchiamo di essere più chiari. L'uomo, per parlare, usa gli strumenti vocali che trasmetto no suoni. Questi suoni li ha poi rappresentati graficamen te per la scrittura: a - b - c - d - au - ra - ba - cio - ecc.
Questi sono i Fonemi che, combinandosi tra loro, formano le parole con cui indichiamo persone, animali, cose, qualità, azioni, ecc.
Per esempio, mettendo insieme i fonemi bam - bi - no, formiamo la parola bambino con cui indichiamo un essere umano non adulto.
Però possiamo anche dire bambina - bambini - bambine, parole che hanno una parte in comune (bambin-) ed una parte diversa (o-a-i-e). Ebbene, la prima parte che costituisce un insieme articolato di suoni per esprimere un essere (o una qualità o un'azione, ecc.) si chiama Lessema, mentre la seconda parte che ci fa capire, nel nostro caso, se si tratta di uno o più maschi, di una o più femmine, si dice Morfema.
Però per esprimere un pensiero non basta una parola; bisogna usarne più d'una, singolarmente o in gruppi, con funzioni logiche diverse ma collegate razionalmente tra loro: dobbiamo cioè costruire una proposizione, che è l'elemento fondamentale del discorso.
Ogni parte della proposizione costituisce un Sintagma

Mario = Sintagma con funzione di soggetto (formato da una              parola)

mangia = Sintagma con funzione di predicato (formato da una                parola)

la mela = Sintagma con funzione di complemento (formato da                due parole)
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DIALETTO

E' un sistema linguistico usato in un ambito geografico ristretto e riservato, per lo più, ai rapporti familiari o amicali.

GERGO

E' un linguaggio convenzionale usato all'interno di un gruppo sociale (criminali, studenti, ecc.) o professionale (marinai, agricoltori, ecc.), o per tradizione o per non farsi comprendere dagli estranei.

NOMENCLATURA E' costituita da elenchi di vocaboli, sistematicamente raccolti, che si riferiscono a singole discipline (botanica, zoologia), arti, mestieri, ecc.

SINONIMI


E

CONTRARI

Sono vocaboli di significato affine -ma con sfumature diverse- ad altri.


Sono vocaboli di significato opposto ad un altro.
Per esempio, sono sinonimi del vocabolo "gioia"
allegrezza - contentezza - esultanza felicità - giocondità - diletto
mentre sono suoi contrari: afflizione - dolore - mestizia - malinconia
GRAMMATICA E' la scienza che studia e descrive la struttura di una lin gua ed è costituita da tre branche fondamentali: 
la fonologia (studio dei "suoni" ) 
la morfologia (studio delle "forme") 
la sintassi (studio dei "costrutti").

                                  Quanti gemelli!

Io non àltero mai i fatti: sono troppo altèro per farlo!

Nell'àmbito della letteratura italiana, il "Premio Strega" è un riconoscimento molto ambìto

Per la verità sono molto benèfici verso gli estranei, ma non ricordano mai i benefìci che hanno ricevuto dai parenti.

Cesare ha molto intùito e perciò ha subito intuìto le intenzioni della sua ragazza.

Mi ha chiesto se pàgano bene. Ma come possono farlo se sono i diretti discendenti dell'egoismo pagàno e ignorano finanche l'esistenza del cristianesimo?

I prìncipi del Rinascimento erano affatto privi di princìpi morali.

Si è messo a sedére in poltrona, ma prima ha dovuto dare un calcione nel sedére di quel gattaccio.

E' giunto finalmente in ufficio il ministro col suo séguito di portaborse, seguìto come al solito dalla scorta armata. Io me ne frego e séguito a leggere il giornale.

Ho subìto un altro affronto da quel verme, ma mi sono sùbito vendicato.

Sono aviatore e quindi vòlo, ma il mio vòlo non sarà mai libero come quello degli uccelli.

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2001 © Luigi De Bellis