GUIDA ALL'APPRENDIMENTO DELLA NOSTRA LINGUA
a cura del prof. Antonio Margherini

I LINGUAGGI SETTORIALI

 

Luigi De Bellis

 
 
 

INDICE

Introduzione
Concetti preliminari
Le lettere
Le sillabe
Le parole
Le parti del discorso
Elisione e troncamento
La punteggiatura
La proposizione
I complementi
Il periodo
Lo stile
Il linguaggio figurato
I linguaggi settoriali
 
Esercitazioni
 
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Se un tuo compagno ti dicesse a bruciapelo: «Bisogna cambiare le candele», ovviamente resteresti interdetto, non sapendo a che cosa si riferisca il compagno. Ma se la stessa frase te la dicesse il tuo parroco, allora capiresti subito, senza ombra di equivoco, che egli allude alle candele di cera che si accendono sull'altare durante le funzioni religiose. Ugualmente capiresti subito se la stessa frase te la dicesse un elettrauto, anche se è chiaro che questi non si riferirebbe certamente alle candele dell'altare.
Se poi tu ti azzardassi a dire al professore di matematica che due rette parallele possono anche convergere tra di loro in un punto x, metteresti quel poveretto in un bel casino, dovendo egli impegnarsi ad appurare se si trova di fronte ad un genio a livello di Einstein o di fronte ad un asino matricolato. Eppure in un altro campo un grande statista italiano (Aldo Moro, quello che nel 1978 fu vittima delle Brigate Rosse), teorizzò appunto le "convergenze parallele", volendo dire che due ideologie opposte tra di loro, come quella cattolica e quella marxista, che rappresentano l'una la negazione dell'altra, pur non potendosi mai incontrare ed assimilare reciprocamente nel corso della storia, possono comunque avere dei punti in comune relativamente ai quali -e solo relativamente ai quali- i loro rispettivi sostenitori potrebbero trovare un'intesa operativa in campo sociale e politico.
E ancora, se un radiocronista sportivo dice che Baggio ha tentato un "tunnel" senza fortuna, tu capisci a volo che quel cronista non si sta riferendo al tunnel rimasto incompiuto sulla tangenziale di Benevento, ma a un tentativo del giocatore di calcio Baggio di far passare il pallone fra le gambe di un avversario, tentativo andato a vuoto a tutto danno degli Juventini.
Come vedi, i vari settori in cui si esplica la vita umana, hanno ciascuno un linguaggio ed uno stile particolari che, pur impiegando a volte vocaboli in comune, esprimono in effetti concetti affatto diversi ed estranei tra loro. Nascono così i linguaggi settoriali, ognuno dei quali ha una tradizione sua propria. La palestra ideale in cui essi esprimono il meglio di sé è data dai giornali, che costituiscono lo strumento principe dei mass-media.
Per renderti conto della varietà dei linguaggi settoriali, non devi far altro, quindi, che dedicarti per qualche giorno alla lettura di quotidiani -preferibilmente diversi- e confrontarne la scrittura dei vari servizi, da quelli dedicati alla politica a quelli dedicati allo sport, alla cultura, alla cronaca nera, ecc.
Questo consiglio (che noi ci auguriamo tu voglia rispettare nel tuo interesse) ci esime dal riportare un certo numero di esempi tratti dai giornali (che non sarebbero mai attuali per te e servirebbero solo ad aumentare il peso del libro).

Piuttosto sarebbe opportuno darti qualche esemplare di "domanda", che è lo strumento con cui il cittadino si rivolge alle Autorità costituite per chiedere un'autorizzazione, un nulla-osta, un permesso, una licenza per fare qualcosa che la legge gli consente (per es. impiantare un esercizio pubblico) o esimersi dal farne un'altra che la legge gli impone (per es. il servizio militare). Ma anche questa fatica sarebbe sprecata dato che tutti gli uffici pubblici forniscono il cittadino di modelli di domanda già stampati sui quali il richiedente deve limitarsi ad indicare i dati richiesti dall'ufficio.
Ed allora noi ci limiteremo a darti degli esemplari di domanda che ti possono essere utili proprio nell'ambito della scuola.
Tieni comunque presente che le domande possono essere stilate in prima persona ("lo sottoscritto...; Noi sottoscritti...") o in terza persona ("Il sottoscritto...; I sottoscritti..."). Naturalmente, una volta scelta la formula, bisogna poi rispettarla in tutto il testo scritto e non fare come quegli sprovveduti che iniziano con "lo sottoscritto..." e concludono con "...chiede alla S.V." (= Signoria Vostra, un modo burocratico di rivolgersi all'Autorità con rispetto e che, ovviamente, si può usare solo se l'autorità è rappresentata da una persona, come il sindaco, il prefetto, il preside), oppure che iniziano con "I sottoscritti..." e finiscono con "...chiediamo alla S.V.".

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2001 © Luigi De Bellis