GUIDA ALL'APPRENDIMENTO DELLA NOSTRA LINGUA
a cura del prof. Antonio Margherini

LE PAROLE

 

Luigi De Bellis

 
 
 

INDICE

Introduzione
Concetti preliminari
Le lettere
Le sillabe
Le parole
Le parti del discorso
Elisione e troncamento
La punteggiatura
La proposizione
I complementi
Il periodo
Lo stile
Il linguaggio figurato
I linguaggi settoriali
 
Esercitazioni
 
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                              LE PAROLE (= cellule)

1.

Una o più sillabe raggruppate formano le PAROLE (o "vocaboli"). Queste, nel loro insieme, costituiscono il "lessico".

2.

Le parole hanno origini e funzioni diverse nell'uso della lingua, ma di ciò tratteremo nel capitolo dedicato alle "parti del discorso". Secondo il "Devoto-Oli", la parola corrisponde ad una "immagine" di una nozione o di una azione (amore, amare) nel caso di parole "principali", oppure ad un "rapporto" nel caso di parole "accessorie" (sovente, durante, sebbene).

3.

Per ora ci basti sapere:
a) che il vocabolario della lingua italiana registra oltre 50.000 voci, senza contare le innumerevoli flessioni cui molte di esse -ad esempio i verbi sono sottoposte;
b) che tra queste voci si incontrano arcaismi, cioè parole cadute in disuso ed usate qualche volta per motivi particolari ("vossignoria"); neologismi, cioè parole di nuovo conio necessarie al linguaggio scientifico in continua evoluzione ed espansione ("dragaggio") o voluttuarie nel senso che, per motivi di estetica linguistica, tentano l'avventura di soppiantarne altre consolidate dalla tradizione (per esempio si registra la tendenza sempre più frequente a soppiantare il termine tradizionale dilucidazione (= "chiarimento, spiegazione"), sostituendolo col termine delucidazione, facendo perdere a questo il suo significato originario indicante il procedimento usato nell'industria tessile per eliminare il lucido di tessuti di lana, operazione che si definisce anche coi termini tecnici "decatissaggio" e "decatizzazione"); e barbarismi, cioè parole prese in prestito da altre lingue o per mancanza nella nostra di un esatto equivalente (com'è il caso del vocabolo inglese "flirt" o per gusto o per moda o per spirito di un malinteso cosmopolitismo (com'è il caso del vocabolo francese "reportage" che spesso si usa in luogo di "cronaca" o di "servizio giornalistico");
c) che le parole si distinguono in monosillabe (se formate da una sola sillaba), bisillabe (da due), trisillabe (da tre), quadrisillabe (da quattro), polisillabe (da più di quattro): la parola più lunga in italiano, creata per scherzo da un poeta del Seicento, è precipitevolissimevolmente,
di undici sillabe.

               ANTOLOGIA STORICA DELLA LINGUA ITALIANA

ANONIMO (Sex. XI)

          Ave color vini clari, 
          ave sapor sine pari, 
          tua nos inebriari - digneris potentia.

          O quam felix creatura 
          quam produxit vitis pura, 
          omnis mensa fit secura - in tua presentia.

                                                          (Canto goliardico)

Traduzione:

Salve, o colore del vino bianco, salve o sapore senza pari, dégnati di inebriarci con la tua forza. O quanto felice creatura, che la pura vite produsse, ogni mensa è senza tristezza. in tua presenza.

I "goliardi" erano poeti stravaganti, spesso studenti, che esaltavano i piaceri della vita, ma facevano anche satira anticlericale. Molti loro canti furono raccolti nel sec. XIII col titolo di "Carmina burana".

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2001 © Luigi De Bellis