GUIDA ALL'APPRENDIMENTO DELLA NOSTRA LINGUA
a cura del prof. Antonio Margherini

LA PUNTEGGIATURA

 

Luigi De Bellis

 
 
 

INDICE

Introduzione
Concetti preliminari
Le lettere
Le sillabe
Le parole
Le parti del discorso
Elisione e troncamento
La punteggiatura
La proposizione
Il periodo
Lo stile
Il linguaggio figurato
I linguaggi settoriali
 
Esercitazioni
 
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A che serve la segnaletica stradale? Lo sai benissimo! Serve a regolare il traffico dei veicoli (e dei pedoni) nelle strade pubbliche, ad evitare ingorghi, scongiurare pericoli di incidenti, snellire la circolazione, ecc.; a dare indicazioni di strade, uffici principali, musei, monumenti, ecc. Serve insomma ad orientare gli utenti della strada salvaguardandone l'incolumità. Ah, se tutti l'osservassero scrupolosamente!
La segnaletica stradale ti dice quando puoi e quando invece devi svoltare in una determinata direzione; quando devi rallentare, quando puoi accelerare, quando ti devi obbligatoriamente fermare; dove puoi sostare e dove no, ecc.
Ebbene la punteggiatura svolge lo stesso ruolo nel "discorso": regola il traffico delle idee per snellirne la lettura e facilitarne la comprensione; per evitare equivoci, fraintendimenti; per distinguere l'idea principale da quelle secondarie o accessorie; per far capire se uno deve ridere o piangere di quel che legge...
E come la segnaletica stradale, se collocata alla carlona, genera caos nella circolazione ed ottiene l'effetto contrario rispetto a quello per cui è stata creata, così la punteggiatura, se adoperata senza criterio, ostacola, anziché facilitare, la comprensione di un testo.
Facciamo un esempio. Se dico: "Gli alunni che avevano partecipato allo sciopero furono sospesi dalle lezioni per tre giorni", è chiaro che mi riferisco solo agli alunni implicati nello sciopero; ma se dico: "Gli alunni, che avevano partecipato allo sciopero, furono sospesi dalle lezioni per tre giorni", voglio invece dire che tutti gli alunni, avendo fatto sciopero, furono sospesi.
Vedi come due virgole possono radicalmente cambiare il senso di una frase? Naturalmente, se io voglio esprimere il primo concetto e adopero le virgole, oppure voglio esprimere il secondo concetto e faccio a meno di usare le virgole, finisco col far capire una cosa diversa da quella che intendo dire.
Un altro esempio per dimostrare l'importante funzione della punteggiatura: "Che dici ?" significa pressappoco: "Non ho capito bene, ti dispiace ripetere?"; invece "Che dici!" vuol dire: "Possibile una cosa del genere? Non ci credo".
Quindi la punteggiatura è una cosa seria e va perciò usata con discernimento. Essa non solo serve alla chiarezza del discorso, ma dà anche un tono alla pagina scritta.
Vediamo come una diversa punteggiatura può modificare il tono di una frase:

"La vita è una cosa meravigliosa". 
"La vita... è una cosa meravigliosa". 
"La vita? E' una cosa meravigliosa".

Nel primo caso enuncio con determinazione una mia idea sulla vita; nel secondo caso faccio la medesima enunciazione ma denunziando un lieve imbarazzo nella scelta della definizione da dare alla vita; nel terzo caso affermo il mio pensiero presupponendo una ipotetica domanda rivoltami sul significato della vita.
Alcune buone letture, fatte con la mente attenta alla punteggiatura, e una serie di esercitazioni scritte, miranti a saggiare l'effetto che i tuoi scritti producono nella comprensione degli altri, possono bastare a darti una cognizione esatta sull'uso dei segni di interpunzione. L'esperienza ti consentirà poi un naturale progresso.
Qui basta elencare i vari segni di interpunzione con qualche breve dilucidazione.

PROSPETTO

La virgola (,) indica una pausa breve e serve a staccare gli elementi di una proposizione o le varie proposizioni di un periodo o a separare una frase incidentale dal contesto ("Il libro, il quaderno, la penna sono strumenti indispensabili allo studente"; "Non ho più visto quel tale, che venne a casa, per vendermi l'enciclopedia"; "Oggi, come tutti sanno, è una realtà la parità fra uomo e donna").

Il punto e virgola (;) indica una pausa leggermente più lunga di quella richiesta per la virgola e serve soprattutto a raggruppare in serie le numerose proposizioni di un periodo assai complesso ("Gli alunni sanno bene che a scuola si va non solo per studiare, ma soprattutto per educarsi alla vita civile, per acquisire una moralità sociale, che consenta loro di vivere con dignità nel proprio Paese; che non è lecito andarvi sprovvisti dei necessari strumenti scolastici, vestiti in modo frivolo e più disposti allo scherzo che all'impegno; che il profitto scolastico è direttamente proporzionale all'interesse che ciascuno di loro prova per la materia di studio").

Il punto (.) indica una pausa maggiore e serve a chiudere i singoli periodi e perciò anche l'intero discorso.

Il punto interrogativo (?) indica una proposizione interrogativa diretta ("Che cosa ti ha detto il professore?").

Il punto esclamativo (!) indica una proposizione esclamativa ("Che noia assistere ad uno spettacolo del genere!").

I due punti (:) precedono un elenco, o le parole d'altri che si intendono riferire testualmente, o una precisazione su quanto detto, o la conclusione del discorso fatto ("Ecco i nomi dei fortunati vincitori dei tre premi messi in palio: 1 ° - Bruna Bassi, 2° - Lucca Maddalena, 3° - De Bellis Luigi". - "Disse proprio così: «Non mi seccate!»" - "Non potemmo chiedergli nessuna spiegazione: appariva troppo imbarazzato". - "Da quanto abbiamo riferito una cosa appare chiara: che a questo mondo occorre sempre un pizzico di fortuna!").

I punti sospensivi (...) -che sono tre, non due né quattro- indicano una reticenza da parte di chi scrive, che omette di dire qualcosa per timore o pudore o perché facilmente intuibile ("Ti sei comportato malissimo, da vero... Ma non voglio usare parole grosse che... Lascio a te di giudicarti").

Le virgolette («xxxxxxx» / "xxxxxxx" / 'xxxxxxx') servono per riferire testualmente le parole di un altro o per mettere in evidenza una parola nella proposizione ("Mi disse chiaro e tondo: «Non voglio più andare a scuola»" - "Mi diede del `cretino', ma gliel'ho fatta pagare").

La lineetta (_) serve per distinguere in un dialogo le frasi dei vari interlocutori e, di solito, va collocata all'inizio del rigo ("Si affrontarono al Bar dello Sport i due acerrimi... amici:

  _  Ti va stretta la netta sconfitta per 2 a 0? Fa' come me, bevici su. Io       brindo alle maggiori fortune della mia squadra.
  _  Perché non brindi invece alla salute dell'arbitro che vi ha concesso un       rigore inesistente?
  _  Inesistente un corno! Il nostro centravanti sta all'ospedale e ne avrà       per venti giorni a causa di quel bastardo del tuo terzino").

Il trattino (-), leggermente più breve della lineetta, serve a staccare le sillabe di una parola (specialmente a fine rigo) o ad unire due parole che devono esprimere un unico concetto:
   ("Pre-ci pi-te-vo-lis-si-me-vol-men-te è una parola di undici sillabe, la più lunga nella lingua italiana". - "La maglietta rosso-nera del Milan mi piace più di quella viola della Fiorentina").

Le parentesi tonde ( ) servono a racchiudere una frase incidentale necessaria alla comprensione o alla completezza del discorso ma che non si vuole considerare parte integrante del discorso stesso ("Mi rincorsero e (me lo avevano più volte promesso) me le diedero di santa ragione").

L'asterisco (*) serve a richiamare una nota di commento posta in fondo alla pagina. Se le note di un testo sono due o tre, la seconda va richiamata con due asterischi (**) e la terza con tre (***); se sono in numero maggiore di solito si richiamano con numeretti arabi posti in alto alla fine della parola interessata alla nota.

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2001 © Luigi De Bellis