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ACCURATEZZA DELLA COPIATURA DEI TESTI SACRI

La Bibbia fu copiata a mano molto più accuratamente degli altri testi che hanno beneficiato anche di più moderni mezzi di stampa.

Bernard Ramm specifica che i manoscritti ebraici biblici sono stati preservati dagli ebrei come mai nessun altro manoscritto: "Con le loro 'massora' (parva, magna e finalis) tenevano il conto di ogni lettera, sillaba, parola e paragrafo. Avevano delle categorie speciali di uomini all'interno della loro cultura il cui solo dovere era quello di preservare e trasmettere questi documenti con praticamente perfetta fedeltà - scribi, avvocati, massoreti. Chi ha mai contato le lettere e sillabe e parole di Platone od Aristotele? Cicerone o Seneca?" (B. Ramm, "Protestant Christian Evidences", Chicago 1957 - Moody Press - pp. 230-231). Risulta sorprendente inoltre che, confrontando per esempio il testo biblico con gli scritti di Shakespeare, la Bibbia fu copiata a mano molto più accuratamente degli altri testi che hanno beneficiato anche di più moderni mezzi di stampa.

 

Attendibilità dei Testi Sacri: I materiali da scritture più usati nell'antichità erano: papiro, pergamena, vello (pelle di vitello, spesso colorata in rosso, su cui si scriveva in oro/argento), ostraca (ceramica non smaltata), tavolette di argilla e di cera...

Antico Testamento: Gli autori classici scrissero su rotoli di papiro fino a circa il terzo secolo d.C. I più antichi manoscritti biblici erano scritti su papiro, che era particolarmente fragile e deperibile, per cui non durarono a lungo, salvo che in condizioni davvero eccezionali come nel clima molto secco delle grotte di Qumran, sul Mar Morto. Proprio lì, infatti, nel 1947 avvenne la scoperta di numerosi manoscritti che ancora oggi in parte devono essere pubblicati. Prima di tale scoperta il manoscritto ebraico più antico era datato intorno al 900 d.C., e cioè dopo circa 1300 anni dal completamento dell'Antico Testamento (il cui canone fu completato circa nel 400 a.C.). Tuttavia, rispetto ad altri testi antichi extra biblici, non appariva fuori dalla norma. Ma la scoperta dei manoscritti del Mar Morto da parte di alcuni beduini (40.000 frammenti scritti da cui furono ricostruiti 500 libri; vi sono brani di quasi tutti i libri dell'Antico Testamento) ha portato una vera rivoluzione, in quanto sono stati trovati dei manoscritti databili addirittura prima di Cristo, e cioè circa 1.000 anni prima del preesistente manoscritto più antico! In particolare due copie del libro del profeta Isaia provenienti dalla caverna N° 1, si rivelarono identiche al testo del 980 d.C. nella misura del 95%. Il restante 5% era costituito da variazioni di tipo filologico/ fonetico o da alcune ovvie banalità di copiatura. Nessun punto di fede era minimamente coinvolto.

"Essere scettici circa il testo attuale dei libri del Nuovo Testamento, significa permettere che tutta l'antichità classica scivoli nell'oscurità, poiché nessun documento del periodo antico è altrettanto ben attestato bibliograficamente del Nuovo Testamento." (John Warwick Montgomery)

Le grotte di Qumran

Un testo ebraico (caratteri ebraici vocalizzati e accentati), munito di note marginali in aramaico.

Nuovo Testamento: Per quanto riguarda il Nuovo Testamento, il canone fu stabilito in base a diversi criteri, tra i quali uno dei più importanti fu il legame dei testi con gli apostoli e l'autorità del loro insegnamento. In realtà i 27 libri del Nuovo Testamento non hanno trovato opposizione significativa e sia protestanti che cattolici li riconoscono come ispirati. I manoscritti oggi disponibili del Nuovo Testamento sono più di 24.000, compresi i frammenti: 10.000 in latino, 5.300 in greco, 9.300 in altre versioni. Se si pensa che i manoscritti dell'Iliade di Omero oggi sono 643 in totale e rappresentano il numero più elevato di manoscritti esistenti di un testo antico, dopo la Bibbia, e se teniamo conto che il primo testo completo di Omero è del XIII secolo d.C., appare evidente che, come dice Montgomery: "Essere scettici circa il testo attuale dei libri del Nuovo Testamento, significa permettere che tutta l'antichità classica scivoli nell'oscurità, poiché nessun documento del periodo antico è altrettanto ben attestato bibliograficamente del Nuovo Testamento." (John Warwick Montgomery, "History and Christianity" - Inter-Varsity Press, 1971 - p. 29). Sir Fredric G. Kenyon, che è stato direttore e bibliotecario principale del British Museum di Londra ed è un'autorità in materia di manoscritti, dice: "In nessun altro caso l'intervallo di tempo tra la composizione di un libro e la data del più antico manoscritto esistente è così breve come nel caso del Nuovo Testamento... I libri del Nuovo Testamento furono scritti nell'ultima parte del I secolo d.C.; i manoscritti più antichi esistenti (a parte frammenti poco significativi) sono del IV secolo - diciamo da 250 a 300 anni più tardi. Può sembrare come un intervallo considerevole, ma è nulla in confronto a quello che separa i grandi autori classici dai loro manoscritti più antichi. Noi crediamo di avere nell'essenziale, un testo accurato dei sette drammi di Sofocle; tuttavia il manoscritto più significativo su cui si basano fu scritto più di 1400 anni dopo la morte del poeta." (F. Kenyon, "Handbook to the Textual Criticism of the New Testament", Londra 1901 - MacMillan and Co. - p. 4). Un ulteriore confronto con altre opere dell'antichità ha portato Greenlee a scrivere che "I manoscritti più antichi conosciuti della maggior parte degli autori classici sono datati 1.000 anni o più dopo la morte degli autori. L'intervallo di tempo per gli autori latini è forse un po' inferiore, variando fino ad un minimo di tre secoli nel caso di Virgilio. Nel caso del Nuovo Testamento, tuttavia, due dei più importanti manoscritti furono redatti entro 300 anni... ed alcuni libri del Nuovo Testamento praticamente completi, come pure ampi manoscritti frammentari... sono databili ad un secolo dopo gli scritti originali... Poiché gli studiosi accettano come generalmente affidabili gli scritti degli antichi classici, sebbene i manoscritti più antichi siano stati redatti così tanto tempo dopo gli originali ed il numero di questi manoscritti esistenti in molti casi sia così piccolo, è chiaro che l'attendibilità del testo del Nuovo Testamento appare analogamente attestata." (J. Harold Greenlee, "Introduction to New Testament Textual Criticism", Grand Rapids 1964 - William B. Eerdmans Publishing Co. - p. 16)
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