BIBBIA E ARCHEOLOGIA |
I
progressi fantastici degli ultimi decenni, nel campo della ricerca
archeologica hanno sistematicamente smentito ogni contestazione
sull'attendibilità storica della Bibbia. |
Della
Bibbia è stato davvero contestato tutto il contestabile!
Sotto l'aspetto storico, sono stati definiti come mitici
molti luoghi e personaggi citati, ma i progressi
fantastici degli ultimi decenni, nel campo della ricerca
archeologica hanno sistematicamente smentito ogni
contestazione. Un esempio fra i tanti possibili: i critici sostenevano e ribadivano l'inesistenza della cittadina di Nazareth, quando da anni era esposta nel Museo di Gerusalemme una targa in pietra con il nome "Nazareth" inciso sopra, praticamente un cartello stradale che contraddiceva i pregiudizi ignoranti di quegli studiosi. Archeologicamente parlando, viviamo in un tempo eccitante. Nella storia moderna non c'è mai stato tanto materiale per illuminare e difendere la Scrittura come oggi. Ecco alcuni argomenti di approfondimento: L'epoca dei patriarchi Sodoma e Gomorra Scoperte varie
Oggi per esempio sappiamo che i nomi dei patriarchi ebrei e dei loro antenati non sono affatto, come avevano preteso certi critici della generazione precedente, i nomi di figure leggendarie o di fantomatiche divinità cananee. L'emigrazione di Abramo in Canaan dev'essere avvenuta nel primo scorcio del II millennio a.C. Su questo oggi concordano la maggioranza degli studiosi. Ad analoghe conclusioni sono pervenuti molti altri studiosi che non menzioneremo per amore di brevità. I documenti antichi a cui si è fatto riferimento, ed altri ancora che non sono stati menzionati, hanno rivelato molte altre cose di estremo interesse che trovano sorprendenti parallelismi nella prassi sociale e giuridica dei patriarchi.
Durante l'assedio di Gerusalemme, nell'anno 70 d.C., il generale romano Tito - così narra la leggenda - condannò a morte alcuni schiavi. Dopo un processo sommario, li fece legare con catene e gettare nel mare presso i monti di Moab. Ma i condannati non annegarono. Ogni volta che venivano gettati in mare, essi erano spinti come sugheri verso terra. Il fatto inspiegabile impressionò Tito a tal punto che egli graziò i poveri peccatori. Giuseppe Flavio, lo storiografo dell'ebraismo che passò l'ultima parte della sua vita a Roma, menziona ripetutamente un "lago d'asfalto". I greci parlarono di gas venefici, che, secondo loro, si sprigionavano da quel mare. E gli arabi riferivano che in tempi lontani gli uccelli non potevano raggiungere la riva opposta perché, sorvolando la superficie dell'acqua, improvvisamente precipitavano nel mare. Queste ed altre simili storie di carattere leggendario erano bensì note, ma mancava una conoscenza più precisa del singolare e misterioso mare di Palestina. Nessuno scienziato l'aveva mai visto ed esplorato fino alla spedizione del geologo W.F. Lynch nel 1848. Dal rapporto della spedizione il mondo apprende per la prima volta due fatti stupefacenti: 1. Il Mar Morto ha 400 metri di profondità e il fondo marino giace a circa 800 metri sotto il livello del Mediterraneo. 2. L'acqua del Mar Morto contiene il 25% di componenti solidi, per la maggior parte cloruro di sodio, cioè sale comune. Gli oceani invece contengono dal 4 al 6% di sale. Il Giordano e molti fiumi minori sboccano nel lago, che è lungo 76 km. e largo 17 e che non presenta nessuno scarico. Sotto il sole ardente evaporano ogni giorno dalla sua superficie otto milioni di metri cubi d'acqua. Le sostanze chimiche che gli affluenti portano con sè si depositano sul fondo del lago che ha una superficie di 1292 km². All'inizio del nostro secolo, in seguito agli scavi già effettuati in Palestina, l'interesse si rivolge anche a Sodoma e Gomorra. Esploratori si mettono alla ricerca delle città scomparse che nei tempi biblici dovevano trovarsi nella valle di Siddim. All'estrema punta sud-est del Mar Morto vengono scoperte le rovine di un vasto abitato. Gli arabi chiamano la località, anche oggi, col nome di Zoar. Gli esploratori esultano perché Zoar (Segor) era una delle cinque ricche città della valle di Siddim che avevano rifiutato il pagamento del tributo ai quattro re stranieri citati in Genesi cap. 14 (al cap. 19:17-23, si precisa che a Lot, nipote di Abramo, fu concesso di rifugiarsi nella piccola città di Tsoar, che fu risparmiata per amor suo, prima che sopraggiungesse il disastro). Ma gli scavi di prova subito iniziati procurano solo delusioni. Oggi possiamo dire con certezza che qualsiasi ricerca si voglia fare in avvenire di Sodoma e Gomorra sarà completamente inutile, perché l'enigma della distruzione delle due città è stato risolto. La penisola el-Lisan, sulla sponda orientale del Mar Morto, forma una lingua di terra nelle sue acque. Remando in una barca verso la punta meridionale del mare salato col sole in posizione favorevole, si può osservare qualcosa di sbalorditivo: a una certa distanza dalla sponda, sotto lo specchio dell'acqua, si stagliano chiari i contorni di boschi conservati dall'elevatissimo contenuto di sale delle acque. I tronchi e i resti degli alberi nelle profondità verdastre devono essere antichissimi. Quando fiorivano, quando il verde fogliame ornava i loro rami, le greggi di Lot avranno forse pascolato sotto di essi. Quella parte piana, così singolare del Mar Morto, dalla penisola di el-Lisan alla punta meridionale, era la valle di Siddim! La Bibbia stessa lo dice con molta chiarezza: "Tutti questi (re) convennero nella valle detta dei boschi (valle di Siddim), dove è ora il mare di sale" (Genesi 14:3 - L). I geologi aggiunsero a queste scoperte e osservazioni prove conclusive che spiegano la causa e il fondamento del racconto biblico della distruzione di Sodoma e Gomorra. "La distruzione catastrofica di Sodoma e Gomorra avvenne verosimilmente intorno al 1900 a.C. - scrive nel 1951 lo scienziato americano Jack Finegan - Un minuzioso esame dei documenti letterari, geologici ed archeologici porta alla conclusione che la scomparsa terra di quella regione (Genesi 19:29) era situata nel territorio attualmente sommerso sotto le acque che vanno lentamente crescendo nella parte meridionale del Mar Morto, e che la causa della distruzione fu un grande terremoto, probabilmente accompagnato da esplosioni e da fulmini, dallo sprigionamento di gas e da fenomeni ignei.". Intorno al 1900 a.C.: l'epoca di Abramo!
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"La
lista delle 'cinque città della pianura', Sodoma,
Gomorra, Adma, Tseboim e Bela (vedi Genesi 14:2), è ripetuta
in un testo di Ebla e i nomi appaiono nello stesso
ordine." ("Scientific American" - sett. 1977) |
Siegfried H. Horn, professore di archeologia e storia dell'antichità alla Andrews University (università avventista nel Michigan, U.S.A.) elenca alcune importanti conferme: 1. La scoperta di diverse stele biografiche di Tirhaka in Nubia indicano che il re Sennacherib di Assiria doveva aver condotto due campagne contro Ezechia di Giuda (vedi II Re cap. 18-19/II Cronache cap. 32/Isaia cap. 37-37). |
2. La scoperta di alcune tavolette in cuneiforme contenenti la cronaca dei primi anni di regno di Nabucodonosor getta luce sugli ultimi anni dell'esistenza dello stato di Giuda. Esse si riferiscono alla presa di Gerusalemme sotto il re Joiakin, alla sua cattività e all'intronamento di Sedekia, l'ultimo re di Giuda, il 16/17 marzo del 697 a.C. (riferito al nostro calendario). Dal momento che sugli eventi di questo tempo si conosceva molto poco da fonti non bibliche e l'attendibilità dei racconti biblici connessi con la cattività babilonese era molto discussa dagli studiosi liberali, questa scoperta è stata veramente di aiuto per gli studiosi conservatori della Bibbia (vedi II Re cap. 24-25). 3. Gli scavi della biblica Sichem (ai quali partecipò lo stesso Horn, come membro di un'équipe) presentarono nel 1960 nuove prove a favore di una data per il regno del re Abimelec, il figlio del giudeo Gedeone. Quando si scavò il tempio di Baalberith a Sichem, menzionato in Giudici cap. 9, gli archeologi furono in grado di datare la distruzione di quel tempio da parte di Abimelec. Tale data era in accordo con quella del breve regno di tre anni di Abimelec che era già stata pubblicata nel "Seventh Day Adventist Bible Dictionary", data a cui si era arrivati esclusivamente sulla base dei dati cronologici trovati nella Bibbia. |
4. La scoperta di un grosso altare di pietra fornito di corna, negli scavi di Beer-Seba nel 1973 fece luce su due versetti del libro del profeta Amos (5:5 e 8:14) che sembravano suggerire che in quella città esistesse un santuario. 5. Durante gli scavi della biblica Heshbon sotto gli auspici della Andrews University, presso la cima dell'acropoli venne alla luce un'enorme vasca che poteva contenere oltre mille metri cubi d'acqua. Senza dubbio è una delle piscine menzionate nel Cantico di Salomone (vedi Cantico dei Cantici 7:5). 6. Un'altra scoperta interessante, fatta nel 1960, fu una lettera di un uomo povero che lavorava come dipendente e scritta su un pezzo di terraglia al tempo del re Giosia. Essa contiene una lamentela contro il suo sovrintendente per avergli preso il mantello con il pretesto di averlo scoperto in ozio, mentre in realtà si stava riposando legittimamente dopo aver completato il lavoro che gli era stato assegnato. Questa lettera, datata 630 a.C., contiene la prima menzione del sabato in documenti non biblici. 7. Nel settembre del 1977 in un numero di "Scientific American" apparve un articolo delle scoperte fatte ad Ebla. Vi si legge questa incredibile affermazione: "La lista delle "cinque città della pianura", Sodoma, Gomorra, Adma, Tseboim e Bela (vedi Genesi 14:2), è ripetuta in un testo di Ebla e i nomi appaiono nello stesso ordine". Due mesi dopo, in una conferenza, il prof. Noel Freedman, direttore dell'Istituto di Ricerca Archeologica di Gerusalemme W.F. Albright, confermò la notizia. Fu reso noto perfino il numero della tavoletta (N° 1860) che menziona le cinque città nello stesso ordine di Genesi cap. 14. Nelle tavolette era anche menzionato anche il re Birsha, lo stesso nome che il re di Gomorra aveva nel tempo di Abrahamo (Genesi 14:2). Si potrebbe dire molto di più su questa sensazionale scoperta che, via via che le tavolette sono lette dall'epigrafista, fornisce costantemente nuove rivelazioni (le tavolette ritrovate nelle rovine del palazzo di Ebla che nel 1975 erano circa 15.000, salirono poi a circa 20.000 durante gli scavi del 1976-77).
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