Il 1° gennaio 1996, l'EZLN emette la "Quarta Dichiarazione della selva Lacandona" e chiama alla formazione del Fronte Zapatista di Liberazione Nazionale (FZLN), una nuova forza politica civile e pacifica, indipendente e democratica, che lotta per la democrazia, per la libertà e la giustizia in Messico, una forza che non sia un partito politico e che non aspiri alla presa del potere.

In questo manifesto si concretizzò la proposta zapatista ormai universalmente nota: "Il mondo che vogliamo è un mondo in cui ci sia spazio per molti mondi. La patria che costruiamo è una patria in cui ci sia spazio per tutti i popoli e per tutte le lingue, su cui camminino tutti i passi, e le si sorrida, e al cui risveglio abbiano tutti contribuito".

Il 9 febbraio 1995 il presidente Zedillo ordina la cattura dei dirigenti zapatisti e lancia un'offensiva militare argomentando il bisogno di recuperare la sovranità nazionale. Migliaia di soldati occupano i villaggi indigeni e le strade di accesso alla selva e alle zone di montagna. L'esercito messicano si insedia con decine di caserme militari in tutte le regioni e decine di civili finiscono in prigione accusati di zapatismo.

In febbraio e marzo, le mobilitazioni della società civile nazionale e internazionale fermano l'offensiva del governo costringendo quest'ultimo a insistere sulla via del dialogo e del negoziato. La Quarta Dichiarazione termina con l'affermazione definitiva del valore della parola come principale arma degli zapatisti:

"Il fiore della parola non morirà.

Può morire il volto occulto di chi oggi la pronuncia,

ma la parola che venne dal fondo della storia e della terra

non potrà più essere strappata dalla superbia del potere.

…Vivremo sempre.

All'oblio torneranno solo coloro che capitolano la loro storia.

…Siamo qui. Non ci arrendiamo.

Zapata vive e, nonostante tutto,

la lotta prosegue"


 
 


Arenga de Santiago: "La revolucìon es la sola fuente de derecho; y el solo su intèrprete es el pueblo armado"