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Il culto di Sant'Antonio abate nel carrarese (Toscana)
Sant'Antonio abate, protettore degli
animali, è conosciuto anche come "Sant'Antonio dal porcello": è
infatti rappresentato iconograficamente circondato da animali, tra i quali è sempre
presente un porcellino, il cui muso spunta dalle vesti del Santo. Nella zona di Carrara il culto del Santo protettore degli animali si ricollega non solo alla cura dei campi, ma anche alla pratica, ormai superata, di trasportare a valle i blocchi di marmo su carri trainati da buoi. Secondo la leggenda, la sera della vigilia della festa il Santo passava per le stalle ed ascoltava dagli animali come erano stati trattati dai padroni; il giorno dopo il prete benediva le bestie nei recinti e la festa si concludeva con un grande pranzo. Tra i paesi a monte di Carrara, Codena ha la chiesa parrocchiale dedicata al Santo ; al suo interno, nella parte alta dell'abside, dietro l'altare maggiore, è collocata una sua grande statua. Non è raro trovare icone del Santo, in marmo o in cotto, che adornano i muri delle case o delle stalle, non solo a Codena, ma anche in altri paesi del carrarese e della Lunigiana. La diffusione del culto popolare di S.Antonio è testimoniata anche dalla seguente filastrocca, riportata da B. Gemignani, in dialetto carrarino: "Sant'Antoni po polpacion', che così traduciamo: "S. Antonio bonaccione La filastrocca fa riferimento alla pratica agricola e dell'allevamento, con esplicito richiamo ad una produzione culinaria tipica della zona di Carrara: il lardo di Colonnata, che si ottiene utilizzando, appunto, lardo di maiale. Le tradizioni ancora vive legate al culto del Santo sono due: la benedizione degli animali e l'accensione dei fuochi. Questo rito è stato introdotto al momento del passaggio dalla cultura pastorale a quella agricola: il fuoco avrebbe lo scopo magico di riscaldare la terra, e favorire così il ritorno della primavera; tale rito è oggi praticato in alcuni paesi della Lunigiana. Il rito della benedizione degli animali è diffuso in tutta la Toscana. Con piccole varianti, la tradizione resiste in varie località, segno che, alle soglie del Duemila, ci sono ancora comunità capaci di avvertire il gusto ed il richiamo delle cose semplici e genuine, la cui eco si perde nella notte dei tempi. |
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