|
« Nel passato "sovente si verificavano casi di
persone nel cui corpo albergavano spiriti di defunti grassanesi che si facevano
riconoscere attraverso la voce. Esse avevano allucinazioni, e con contorsioni muscolari e
con convulsioni si mettevano in contatto con le anime doltretomba e con i Santi,
prevedendo il futuro e riferendo la situazione in cui venivano a trovarsi le anime del
Purgatorio. Queste dicevano di voler essere suffragate con preghiere dai familiari e con
celebrazioni di messe, per abbreviare la loro permanenza in questo luogo di pena. La
credenza popolare ha sempre attribuito a simili fenomeni caratteri demoniaci
dai quali erano colpiti coloro che si mantenevano lontani dalla religione cattolica.
Molti credenti portavano al collo, per difendersi dagli spiriti malefici,
limmagine della Madonna del Carmine abbitin
che ogni anno, il 16 luglio, dopo la benedizione fatta dal sacerdote, poteva essere
ritirata dai fedeli nella chiesa del Convento.
Non erano rari i casi in cui lo spirito di un trapassato
simpossessasse duna persona. E molte volte era il demonio,
sotto altre forme e sembianze, ad impossessarsene. I contadini più vecchi del paese
ricordano ancora oggi il girovagare per le nuvole di una certa Filippodda
o la fine di un uomo che, trovandosi nottetempo vicino alla Croce, allimbocco della
strada che porta al cimitero, fu costretto a seguire il demonio il quale lo costrinse,
appena varcato il cancello del camposanto, a buttarsi nellossario della cappella
mortuaria u scorpii, già fatto trovare scoperchiato dal
diavolo. Luomo, resosi conto del gesto insano che stava per compiere, invocò
laiuto della Madonna e si salvò. Ma fu tanta la paura che, ammalatosi, mori.
Il demonio, secondo la fantasia popolare, non ha la pianta dei piedi e,
pertanto, questi risultano monchi e arrotondati i pidi tunn. Il suo
incidere è facilmente riconoscibile dal passo cupo e cadenzato. Nelloscurità e nel
silenzio della notte incute paura e rende apprensivo chi lo sente. Per lo più le dimore
stabili da lui preferite sono quelle dei dannati, cioè di coloro che imprecano
continuamente contro Dio e bestemmiano la Madonna e i Santi, tenendosi lontani dalla
Chiesa e dai suoi precetti. Nelle loro case la presenza di Satana è
viva, continua, visibile e sentita. Di notte vengono avvertiti continui rumori che
disturbano il sonno di questi bestemmiatori incalliti. Alcune volte asseriscono di averlo
visto sotto le sue vere sembianze o sotto forma di gatto nero; altre,
presentarsi sotto forma di caprone con un corpo villoso i cui peli irti
ed ispidi si attorcigliano ai suoi piedi tondi. Se queste case non vengono abitate più da
simili dannati, il diavolo continua le proprie azioni malefiche a danno dei nuovi
arrivati, ma appena si accorge di avere a che fare con persone rette, buone e religiose,
si allontana per sempre, anche perché la casa abitata dai nuovi inquilini viene fatta
benedire dal sacerdote.
Alcuni dannati, ai quali è apparso, confessano daverlo visto
presentarsi in modo orrendo, e specificatamente sotto forma di uomo deforme,
contorto, con corna e con un viso più lungo che largo. I suoi occhi, più grossi di
qualsiasi animale dalluomo conosciuto, sono sporgenti, scintillanti e fiammeggianti;
il naso è grosso e ricurvo, le orecchie spalancate; la bocca, largamente aperta, mette
allinfuori la lingua che viene continuamente mossa ed agitata; il mento si presenta
smisurato e appuntito; il collo, ora alto, ora così corto da sembrare il capo unito alle
scapole. Lunghe mani, le cui dita sono fornite di terribili unghie, completano il suo
aspetto mostruoso e spaventoso. Gli stessi asseriscono di essere stati presi da grande e
incredibile terrore per cui, a causa dellenorme paura, sono rimasti sconvolti e
profondamente turbati. Delle volte, come precedentemente detto, il demonio
simpossessava di qualche dannata e si divertiva a trasportarla per
laria e a farla girovagare tra le nuvole. Un giorno un tale, mentre era intento in
campagna a raccogliere il fieno, per un improvviso temporale, fu costretto a trovar riparo
sotto un albero di quercia, quando improvvisamente udì il fragore del fulmine e vide
piombare sullalbero una donna da una nuvola. Era Filippodda,
della quale è stato già scritto. Riconosciuta dal contadino, che inveì contro di lei
accusandola di stregoneria, la donna pregò luomo di non dire nulla agli altri,
promettendogli che non avrebbe mai osato fare del male né a lui, né ai suoi familiari.
Subito dopo lindemoniata scomparve e il temporale cessò. Luomo, sconvolto,
anche se in paese la donna era sospettata di stregoneria, temendo di
ricevere malefici e, quindi, disgrazie in famiglia, serbò per sé il fatto e non lo
divulgò. Poiché, oltre a quella sopra descritta, alcune altre donne, per lo più non
giovani, venivano viste aggirarsi in mezzo alle nubi, cè da pensare che il demonio
escludesse gli uomini da questo tipo di maleficio e prediligesse le donne, le più anziane
e brutte, che si prestavano più facilmente al gioco del diavolo per essere da lui
possedute anche materialmente. Simile concezione non è da escludere, se si pensa che
essa, a cominciare dal Medioevo, è stata sempre molto diffusa e avvalorata», brano
tratto da Domenico Bolettieri, "Grassano Ieri", Grafiche Paternoster,
Matera, 1987, pp.31-32. |
|
Gli spiriti delle
terre lucane raccontati
dallo scrittore Carlo Levi
Il
"Marranghino e il "Munachicchio",
gli spiriti burloni del passato.
Il
"lupo mannaro"
nella tradizione popolare lucana
"U cavadd
senza cap",
un mito scomparso
Scongiuri contro
il malocchio
|