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Il Santuario
di S. Antonio Abate

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La “licantropia” e   uno di quei miti che da piccoli ci hanno fatto passare delle notti insonni, destando però la nostra morbosa curiosità. Sicuramente molti si sono posti la domanda se è vero che esistono degli uomini che, come la leggenda racconta, nelle cupe notti di luna piena, subiscono delle orrende trasformazioni in esseri simili a lupi e che girano nelle campagne abbandonate in cerca di uomini o animali da poter sbranare. Una cosa è certa la licantropia (dal greco lykos, lupo, e anthropos, uomo) esiste. Essa è stata già provata scientificamente molto tempo fa ed oggi non vi è dubbio che i lupi mannari esistano veramente. Tale fenomeno viene attribuito ad una rara malattia di natura isterica: "chi ne è colpito versa in stato di delirio o di allucinazione e simula l'ululato e il comportamento del lupo", queste sono le esatte parole dell'enciclopedia medica. Nonostante gli studi fatti, non si capisce bene, da cosa essa possa essere originata, e che cosa c'entra il lupo in tutto questo.  Ma la similitudine con il lupo, essendo questo una figura che nella tradizione popolare ha rappresentato il demonio, (forse per il suo comportamento naturale che lo spinge ad uccidere), ha stimolato la fantasia di molte persone, facendo del licantropo non un malato, ma un seguace del demonio, un posseduto.
Ma la follia umana spesso ha superato la malattia dell'essere che si è trovato nelle condizioni del licantropo, e sono state commesse numerose stragi anche di innocenti perchè creduti licantropi.. A partire dalla fine del medioevo e durante il rinascimento, i lupi mannari erano considerati alla stessa stregua degli stregoni e dei maghi. Chiunque fosse sospettato dì mutarsi in lupo veniva spietatamente messo al rogo o impiccato. Questo avveniva con particolare frequenza in alcuni paesi, ad esempio in Francia e in Germania.
Nella sua opera "The Psychoses" (1970), Elton McNeil così descrive l'isteria di quest'epoca, pregna di allucinazioni collettive e di deliri mistici: "Tale tipo dì comportamento ha la sua origine in parte nella credenza che Dio renda anzitutto folli coloro che vuole punire. La follia, in quanto manifestazione della volontà divina, diviene contagiosa. La persecuzione religiosa di cui sono vittime i dementi e gli psicotici contribuisce a consolidare la fede delle anime pure e innocenti: chi denuncia i seguaci del demonio si attira la clemenza divina”. 
Anche nella tradizione popolare di Grassano troviamo traccia del mito del lupo mannaro, scrive infatti il prof. Domenico Bolettieri, nel libro Grassano ieri, che ”era credenza comune che ad essere trasformato in simile animale fosse colui il quale aveva sposato la propria figlioccia. Nelle notti di luna piena, con la bava alla bocca, col corpo ispido e con delle catene in mano, iniziava a girovagare, con passi felpati, incutendo, con questo mostruoso aspetto, paura nell’animo delle persone e seminando terrore per le strade del paese.
Alcuni contadini hanno sempre asserito di averlo personalmente visto e ne hanno descritto le sue peculiari caratteristiche, presentandolo con una personalità animale, cioè con gusti, modo di camminare e mimica proprio del lupo e non dell’uomo. Le mani, a detta di costoro, venivano impiegate per la locomozione e non per la prensione; le labbra non gli servivano niente affatto per aspirare liquidi, ma era la lingua, similmente agli animali, a compiere tale operazione; gli ululati, emessi durante la notte, identici a quelli del lupo, del quale simulava il comportamento, sostituivano i suoni articolati. Secondo la fantasia popolare, la trasformazione avveniva per intervento del diavolo. Era considerato portatore di morte e, pertanto, quando a notte inoltrata, i passanti, che si attardavano a rientrare a casa, avvertivano il rumore delle catene, atterriti, scappavano via per non fare questo brutto incontro. La “licantropia” e  uno di quei miti che da piccoli ci hanno fatto passare delle notti insonni, destando però la nostra morbosa curiosità. Sicuramente molti si sono posti la domanda se è vero che esistono degli uomini che, come la leggenda racconta, nelle cupe notti di luna piena, subiscono delle orrende trasformazioni in esseri simili a lupi e che girano nelle campagne abbandonate in cerca di uomini o animali da poter sbranare. Una cosa è certa la licantropia (dal greco lykos, lupo, e anthropos, uomo) esiste. Essa è stata già provata scientificamente molto tempo fa ed oggi non vi è dubbio che i lupi mannari esistano veramente. Tale fenomeno viene attribuito ad una rara malattia di natura isterica: "chi ne è colpito versa in stato di delirio o di allucinazione e simula l'ululato e il comportamento del lupo", queste sono le esatte parole dell'enciclopedia medica. Nonostante gli studi fatti, non si capisce bene, da cosa essa possa essere originata, e che cosa c'entra il lupo in tutto questo.  Ma la similitudine con il lupo, essendo questo una figura che nella tradizione popolare ha rappresentato il demonio, (forse per il suo comportamento naturale che lo spinge ad uccidere), ha stimolato la fantasia di molte persone, facendo del licantropo non un malato, ma un seguace del demonio, un posseduto.
Si dice che una volta un giovane, attardandosi presso una famiglia di contadini dai quali era stato invitato a mangiare un pò di salsiccia, al ritorno, anche perché aveva spesso “alzato il gomito”, non avvedendosene, si trovò quasi faccia a faccia con questo mostro della notte. […] Non appena il giovane se la diede a gambe, lo cominciò a rincorrere, ma, arrivato ad un quadrivio, per il divieto che, secondo la credenza popolare, è imposto a tutti i mostri e gli spiriti notturni di attraversarlo, non poté proseguire nella sua corsa. Stremato di forze, si buttò a terra e, verso l’alba, allo sbiadire della luna, il lupo mannaro riprese le sembianze umane e, non ricordando più nulla, ritornò a casa”.

 

 

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