:: Documenti e articoli interessanti
Servono ancora i movimenti ?
di Bruno Ricci
CHI SIAMO?
Intanto il nome: Gruppo 2 Febbraio, termine che non ha una
genesi particolarmente interessante anche se coincide (ma
questo l'avremmo saputo solo il giorno dopo) con la data dell'intervento
di Nanni Moretti a Piazza Navona.
Per noi è solo il giorno in cui il gruppo è nato essendoci
riuniti per la prima volta. La motivazione che ha spinto un
gruppo di persone di Osteria Grande, alcuni amici fra di loro,
altri solo conoscenti o colleghi e comunque ognuno proveniente
da esperienze diverse a trovarsi, è stata la voglia di riprendere
a parlare e discutere fra noi per approfondire quanto stava
accadendo nella società e nel mondo della politica e che in
qualche maniera interessava il nostro modo di vedere e vivere
le cose. Nel particolare, quello che ci diede allora la spinta
fu il livello di indipendenza e onestà intellettuale, mai
così basso secondo noi, cui era arrivata l'informazione sui
media e nei programmi televisivi.
Ci preme sottolineare che è appunto questa la motivazione
originaria che ci fece trovare fra di noi è ancor oggi, sebbene
in diversi momenti le circostanze ci abbiano fatto percorrere
strade molto diverse da quella originale, è la ragione primaria
per le riunioni del gruppo che continuano a tenersi abbastanza
regolarmente.
COSA ABBIAMO FATTO FINO AD OGGI ?
Innanzitutto la nostra partecipazione all'ormai famoso sabato
al Palavobis di Milano, dove ci siamo trovati in modo che
potremmo definire casuale, in seguito al quale abbiamo organizzato,
coinvolgendo gli altri "movimenti autoconvocati" cittadini,
il Girotondo intorno alla Sede RAI di Bologna in contemporanea
a quanto accadeva in altre città.
A parte il risultato di partecipazione, inatteso e gratificante
anche per noi, questo nostro primo girotondo (ne è infatti
seguito un altro in Piazza Maggiore in difesa della Scuola
Pubblica) ha cambiato un po' il nostro mondo, infatti oltre
a continuare a ritrovarci per discutere fra noi il nostro
impegno ha ampliato i suoi confini essendo il Gruppo 2 Febbraio
entrato a pieno titolo a far parte di un "Coordinamento dei
Movimenti" che nel frattempo ha mosso i primi passi e che
ci auguriamo continui felicemente a crescere.
A questo proposito vogliamo ricordare le riunioni tenutesi
in maggio e giugno a Bologna e alle quali erano presenti rappresentanti
dei movimenti di tredici città e nelle quali il coordinamento
ha posto le sue fondamenta (ricordiamo il documento di Ronzano)
e, nel contempo, sottolineare lo sforzo congiunto in cui attualmente
i diversi movimenti sono impegnati per la riuscita della manifestazione
del prossimo 14 settembre a Roma.
SERVONO ANCORA I MOVIMENTI ?
Più sopra abbiamo ricordato come sia stata una forma di indignazione
per quanto accadeva alla giustizia e all'informazione televisiva,
e non solo televisiva, a darci la motivazione a riunirci per
discutere di quanto stava avvenendo e di come rapportarci
a questa situazione in cui non ci riconoscevamo più.
Poiché forse non tutto il percorso risulta chiaro credo sia
utile spiegare perché da gruppo di "riflessione", anche molto
arrabbiato se vogliamo, il Gruppo 2 Febbraio si sia ritrovato
ad organizzare i girotondi: la spiegazione non riguarda però
le circostanze esterne alle quali abbiamo già accennato e
che comunque non sono state decisive nel farci prendere questa
posizione. Ci preme invece sottolineare e raccontare perché
abbiamo ritenuto giusto impegnarci in un'"attività" che non
rientrava assolutamente nei motivi per i quali ci si ritrovava
e per la quale non eravamo neppure preparati e organizzati.
Proprio nelle nostre discussioni che tutti ci siamo resi conto
con chiarezza che la situazione politica, intesa nel senso
classico di convivenza sociale, stava (e sta) degenerando:
in particolare era (ed è) in atto una sistematica demolizione
delle regole e dei diritti faticosamente conquistati dai cittadini
e tutto questo se possibile ci faceva (e ci fa) sentire molto
a disagio. A noi inoltre non sembrava che questa situazione
di continua demolizione fosse recepita nella sua gravità dai
mezzi di informazione e di conseguenza dalla stessa opinione
pubblica, inoltre ritenevamo non trovasse adeguata risposta
nell'opposizione parlamentare impegnata almeno apparentemente
in tutt'altre, chiamiamole così, faccende.
A queste riflessioni non poteva non seguire l'accettazione
entusiasta dell'impegno ad organizzare il primo girotondo
intorno alla sede RAI: è stata la volontà di testimoniare
il nostro disagio intellettuale e morale per quanto stava
accadendo e di rendere evidente a tutti la nostra convinzione,
comune ai girotondini delle altre città, che molti, moltissimi
cittadini stavano vivendo questo disagio.
Per chiarezza, e anche per rispondere a tante "analisi" non
sempre disinteressate e a tanti articoli apparsi in questi
mesi e specie all'inizio quasi mai benevoli sul nostro conto,
occorre dire che fin da quando abbiamo cominciato, nessuno
di noi ha mai pensato di poter sostituire in alcun modo i
partiti o di poterne fare le veci e tuttora siamo profondamente
convinti che non sia e non possa essere neppure in futuro
questo il nostro ruolo.
Ritenevamo allora però che se vengono fatte leggi che modificano
o abbattono i diritti di tutti sia giusto che coloro che non
sono d'accordo con chi queste leggi fa o con chi non si oppone
facendo quanto possibile per ostacolarne l'approvazione protestino
dicendo pubblicamente "non mi piace" e che lo facciano nel
modo più chiaro e visibile. Questo anche nei confronti di
un Parlamento democraticamente eletto che non per questo deve
credere di poter agire senza controllo popolare per cinque
anni.
Nei mesi successivi non sono poi mancate occasioni per altri
girotondi: continuano ad essere fatte altre leggi (se possibile
peggiori di quelle che ci avevano indignato) che non ci piacciono
e quindi si generano altri motivi per dire che noi non ci
stiamo.
Tutto questo ci ha portato a rafforzare la convinzione che
sia ancora attuale e necessario mantenere la funzione "pubblica"
nostra e di tutti i movimenti chiarendo che tale funzione
non può che essere quella di fare pressione sulla politica
"alta" per fare in modo che questa si accorga che non si può
fare impunemente qualunque cosa, che ci sono ancora cittadini
che si indignano.
Rivendichiamo insomma ancora e con forza di poter continuare
a dire tutti insieme "non ci piace e non ci stiamo", e ci
ostiniamo a credere che se questo Paese in questo periodo
non è un Paese civile può (e deve) comunque tornare ad esserlo.
E ADESSO….
Il prossimo grande e importante appuntamento dei girotondi,
il primo che ci farà ritrovare tutti insieme a livello nazionale,
è per sabato 14 settembre a Roma in Piazza
del Popolo per ribadire ancora una volta che la giustizia
deve essere uguale per tutti.
Il Gruppo 2 Febbraio ci sarà, andremo ancora una volta in
piazza perché c'è ancora in noi tutto intero il disagio che
ci ha fatto nascere come gruppo (se possibile è anzi cresciuto)
ed inoltre al disagio comincia ad accompagnarsi una viva preoccupazione
per il futuro della democrazia nel nostro Paese.
Per questo vorremmo che quel giorno in Piazza del Popolo con
noi e con gli altri girotondi ci fossero davvero più di centomila
cittadini per dire ancora una volta tutti insieme: "NON CI
PIACE E NON CI STIAMO".
Gruppo2febbraio
|
|