La Liguria è la regione
delle gioie e dei dolori per i motociclisti. Gioie, perché è
una catena montuosa di 300 km piena di passi, di vallate e di
prati dove distendersi al sole con torrenti in cui sguazzare, di
strade ben asfaltate poco o per nulla trafficate, di borghi e
paesini incantevoli, di trattorie in cui ci si farebbe
rinchiudere per degli anni, e tutto ciò confinante per tutta la
sua lunghezza con il mare; tutto, per di più, condito da un
microclima straordinario che permette il mototurismo praticamente
tutto l'anno. Dolori perché, per quanto ci si sforzi di
percorrerne quante più strade possibile, si ha comunque la
cognizione che non se ne è vista che una modesta parte.
Nei tre anni di
girovagamento in questa zona abbiamo decisamente privilegiato la
Liguria di Ponente, ovvero le province di Savona e di Imperia,
laddove poco abbiamo esplorato della provincia della Spezia e
della parte orientale di quella di Genova. Non perché
quest'ultime siano meno belle; penso sia impossibile operare una
scelta fra le due in termini di piacevolezza del paesaggio e di
qualità delle strade. Ma, come detto, purtroppo non si riesce a
fare tutto, e quando si inizia da un lato si cerca di andare più
a fondo possibile, a scapito ovviamente del lato opposto.
Per questioni di sintesi,
avendo tutto sommato un bagaglio di esperienze non propriamente
scarso, cercherò di segnalare solamente le strade
"imperdibili"; do inoltre per scontato che, salvo
diversamente indicato, i paesaggi sono sempre di prim'ordine,
quindi non ci si lasci ingannare dal fatto che la descrizione sia
soprattutto inerente la strada e non quanto la circonda. Per il
turismo propriamente detto è meglio optare per una buona guida.
Ribadendo che questa è una zona che
abbiamo approfondito poco, segnalo i tratti imperdibili che
abbiamo maggiormente apprezzato.
La strada che attira più motociclisti
da Liguria, Lombardia ed Emilia, in particolare quelli in
vena di aprire il gas, è probabilmente la SS 45 della
Val Trebbia. La strada è tecnicamente eccelsa, in gran
parte misto medio-veloce, e va detto che - in particolare
nei fine settimana - più di qualcuno si lascia forse
prendere un po' troppo la mano, mettendo in serio rischio
l'incolumità propria e quella altrui (senza voler
sembrare dei bacchettoni), a volte non avendo la
necessaria condotta del mezzo, e attuando per di più il
tipico modo di guidare ligure (vedere per credere), con
traiettorie che fanno uso di entrambe le corsie e non
solo della propria, qualunque sia l'andatura. E' dunque
buona norma, valida in tutta la Liguria, tenersi quanto
più possibile sulla propria destra; è l'unico modo di
difendersi dagli scriteriati, in macchina, moto o camion
che siano, che non hanno mai capito cosa possa mai
rappresentare quella linea a metà carreggiata. Tornando
alla SS 45, i paesaggi che si susseguono sono
assolutamente mozzafiato, in particolare percorrendo la
strada da Piacenza in direzione di Genova e fermandosi ad
ammirare i punti più belli del corso del fiume Trebbia
che forma delle gole e dei "canyons"
paragonabili a quelli nel sud-est della Francia.
Una deviazione molto interessante
dalla SS 45: poco dopo Bobbio (paese da visitare, con
bellissimo ponte medievale), provenendo da Piacenza, si
giunge a Marsaglia, da cui si diparte la strada che
risale il torrente Aveto. I panorami sono anche qui
eccellenti, e la strada è un misto stretto molto
godibile. Il meglio, dal punto di vista stradale,
arriva comunque nel tratto fra la Forcella (876 m, con
bellissima visuale sulla vallata del torrente Sturla) e
Borzonasca, dove il tracciato si fa ancora più tecnico.
Parte ancora da Marsaglia un'altra
bella deviazione: poco prima (sempre arrivando da Bobbio)
dell'incrocio precedente, si trova una altro incrocio con
una piccola strada che sale al passo del Mercatello (1053
m) e porta a Ferriere. Da qui può essere un'ottima idea
percorrere il bel tratto misto fino a Farini, verso
Piacenza, e da Farini cimentarsi nella particolare strada
che risale 500 m di dislivello in poco più di 5 km, fino
a Groppallo. Chi amasse i tornanti si troverà a casa. A
sud di Ferriere, invece, ci si dirige verso il montre
Maggiorasca (1799 m), superando in fila i tre passi di
Zovallo (1405 m), del Tomarlo (1494 m) e del Romezzano
(1399 m). Le strade in linea di massima sono in
condizioni non buone, ma per il paesaggio vale il
sacrificio. Pochi km a sud di Ferriere, sulla destra,
c'è una trattoria chiamata "Italia", autentico
patrimonio dell'umanità.
Una zona paesaggisticamente molto
bella è quella del passo del Bocco (956 m); la strada
inizia presso Carasco, nell'entroterra di Chiavari, e
porta in direzione della valle del fiume Taro, verso
Parma.
Forse LA strada per eccellenza dal
punto di vista tecnico (e con un paesaggio assolutamente
stupendo) in provincia della Spezia è quella del passo
di Cento Croci. Una zona dal vago sapore alpino, con
pendii dolci e verdi e piena di pascoli, attraversata da
un percorso misto medio-veloce semplicemente esaltante.
Si parte da Sestri Levante, salendo verso Castiglione
Chiavarese lungo un percorso mediamente veloce molto
gustoso. Si può poi scegliere fra la vecchia strada del
colle di Velva (545 m) e il traforo (di poco più d'un km
di lunghezza), e in breve si raggiunge il paese di Varese
Ligure, tipico borgo ligure conservato in maniera
esemplare. Dopo poco ha inizio la strada del passo.
Genova: un itinerario per gli sfegatati
del misto-stretto (con suggerimenti per deviazioni)
Chi si trovasse a Genova,
avesse un mezzo prurito "moderatamente corsaiolo" e
volesse provare una mezza giornata di strade miste-strette fuori
dal comune e senza traffico, può provare quanto segue:
(Premi qui per
aprire la carta stradale in un'altra finestra) Da Genova Voltri prendere la SS 456 del
passo del Turchino - un misto stretto con allunghi che
attira come le api sul miele la quasi totalità dei motards
locali i sabati e le domeniche mattina - e godersela fino
in cima. Attenzione a certe curve che non lasciano
propriamente intuire come intendano andare a finire.
Arrivati a questo punto (532 m di altitudine) è bene
sapere che la stradina che si diparte sulla sinistra è
una delle strade più panoramiche che ci siano nei
dintorni: la strada del Faiallo, che giunge a quota 1061
m... provare per credere, non mi dilungo. Ma questa era
una deviazione; torniamo dove eravamo rimasti, in cima al
Turchino. Attraversato il piccolo "traforo"
regolato da semaforo, si scende dal versante opposto per
una strada abbastanza veloce con buon asfalto e curve a
raggio costante, fino a ritrovarsi in pianura e ad
attraversare gli abitati di Masone, Campo Ligure e
Rossiglione (circa 10km di trasferimento). Da
quest'ultimo si prende la strada sulla sinistra che porta
verso Tiglieto, un ottimo misto stretto abbastanza
tecnico e vario, che culmina con un piccolo passo e dopo
il quale si torna a scendere lentamente. Segue circa una
ventina di km ameni e variegati, in cui ci si può
rilassare in vista dei seguenti tratti tecnici, che
sfociano nel paese di Sassello, noto per gli omonimi
amaretti. Qui giunti, a sinistra c'è una strada mista
con dei bei tratti stretti che conduce prima al colle del
Giovo (516 m) e poi al mare, ad Albisola; mentre è sulla
destra, in direzione di Acqui Terme, che continua il
nostro itinerario. Abbastanza divertente è già il
tratto immediatamente fuori da Sassello; dopo 7 km si
svolta a sinistra in direzione di Mioglia su un misto
pianeggiante e ricco di curve ampiamente pre-visibili
già a una certa distanza. Da Mioglia si prende poi a
destra, verso Pareto, dove inizia un tratto di strada
tecnicamente notevole, e con certi scorci panoramici
tanto interessanti che sarete costretti a fermarvi
nonostante la notevole tecnicità. Tale strada arriva
dopo 13 km circa a Spigno Monferrato, attraversando
l'abitato di Pareto (date un'occhiata al duomo). In
Particolare il tratto fra Pareto e Spigno è molto
esaltante. Giunti poi sulla SS30, la si percorre in
direzione di Savona per 1 km circa (questo per aggirare
l'abitato di Spigno, ma anche passarci non è poi una
cattiva idea), per svoltare poi a Destra, verso Serole e
Cortemilia, sul tratto forse più interessante di tutto
il percorso. Si tratta dell'ennesimo misto stretto, ma
senza confronti con gli altri. Nel giro di meno di 10 km
si passano in rassegna tre province, ciascuna ben
distinguibile dalle altre per come vengono curate le
strade; è infatti questo il "limite" di questo
tratto, visto che il tracciato migliore è accompagnato
dall'eccezionale asfalto gentilmente fornitoci dalla
provincia di Alessandria, per passare poi a quello meno
eccelso astigiano e per concludersi con quello
tutto-buchi cuneese. Il pezzo di strada fino a Serole,
comunque, vale da solo un viaggio da qualunque parte del
nord Italia. (Mi rendo conto di non aver mai scattato
fotografie da queste parti... ma penso che il motivo ne
sia chiaro.) Si arriva così a Cortemilia, la porta delle
Langhe;
La SS 29 nel tratto
che conduce da Cortemilia ad Alba è un buon misto veloce
(non proprio il terreno migliore per piccoli
bicilindrici), e saremmo degli ingrati a non segnalare
l'"Osteria della Pace", più o meno in
prossimità di Benevello, dove il rapporto
qualità/prezzo (ovvero, con un semplice processo logico,
qualità/quantità) dell'ottimo cibo è ammirevole. Qui
potrebbe concludersi il precedente itinerario per amanti
del misto-stretto nella sua forma
"programmata", lasciando spazio alla parte
"creativa" del tour. Il quadrilatero
formato dagli abitati di Cortemilia, Alba, Dogliani e
Murrazzano circoscrive una zona - altrimenti detta
"Langhe" - in cui parrebbe non esserci strada o
stradina che non sia espressamente raccomandabile ai
motociclisti, in particolare ai piccoli bicilindristi.
Anzi, arriverei a dire che lasciare da parte anche solo
un metro di una qualsiasi di queste strade è un vero
peccato, e senza timore di esagerare.
Una tappa obbligata,
sebbene sia un'arteria importante e trafficata, è la
SS28bis/SS28 del colle di Cadibona e del colle di Nava
(941 m), con tutte le varianti che queste offrono. La
strada del colle di Cadibona parte da Savona e alterna
dei bei tratti di misto medio-veloce a rettilinei
piuttosto monotoni. Nel tratto fra Savona e Millesimo,
sulla destra c'è qualche stradina non eccezionale su cui
si può svoltare in direzione delle Langhe, mentre sulla
sinistra, da ogni centro abitato, si dipartono delle
pittoresche stradine tranquille che convergono verso il
Colle di Melogno (1028 m), di cui parlerò in seguito.
Giunti infine a Ceva, le possibilità diventano
potenzialmente inesauribili: proseguendo diritti ci si
ritrova infatti sulla direttrice per le Alpi Marittime,
con tutti i benefici che ciò reca alla salute mentale
del motard. Ma, trattando qui della Liguria,
tralascerò questo punto e tornerò agli itinerari
appenninici. Sicché, da Ceva, svolteremo a sinistra
verso Bagnasco e Garessio e ci appresteremo a giungere in
vetta al col di Nava (il colle di Nava è trattato nella
parte su Savona, Cuneo e Imperia. Per leggerla
direttamente, fare "clic" qui).
Tratti imperdibili della
provincia di Savona, in ordine sparso (nonché qualcosa nella
prov. di Imperia):
Oltre alla già citata
di sfuggita (nel primo itinerario) strada del Faiallo,
che dalla zona di Urbe (SV) porta al passo del Turchino,
nella medesima zona di Urbe vale la pena di percorrere la
strada che dalla strada Tiglieto-Urbe si diparte in
prossimità del ponte sul torrente Orba (fate caso anche
al ponte pedonale medievale poco distante). Tale stradina
conduce a Olbicella e a Molare, presso Ovada; è
pittoresca perché in alcuni suoi tratti a dirupo sul
torrente Orba, di cui segue il corso, e costeggia in modo
panoramico il piccolo lago di Ortiglieto. C'è un breve
tratto sterrato di poche centinaia di metri, nulla di
preoccupante. Vi sono numerosi punti in cui è possibile
fermarsi a bordo torrente e fare il bagno (in estate,
ovvio).
(Premi qui per
aprire la carta stradale in un'altra finestra) La SS1 via Aurelia può essere un piacere se
presa nei giorni giusti (e a dosi moderate, anche se più
volte abbiamo gradito farla tutta da Genova a Ventimiglia
o viceversa in un'unica soluzione), oppure un autentico
calvario se praticata nei fine settimana da marzo-aprile
a novembre. Alcuni tratti sono comunque da registrare
come molto belli, fra questi il tratto fra Cervo e Andora
e quello molto spettacolare fra Noli e Finale Ligure. E'
proprio da Finale Ligure che inizia una bella strada, la
SS490, che si inerpica fino ai 1028 m del colle di
Melogno, proseguendo poi verso Calizzano, e fornendo
l'imbarazzo della scelta in prossimità di questo
crocevia. Si può (anzi, si dovrebbe) prendere la strada
che "svalica" e collega alla sopra descritta
SS28 del colle di Nava nell'abitato di Bagnasco: è la
strada del colle dei Giovetti (912 m), bella strada a
tornanti salendo da Calizzano e vario misto scendendo
verso Bagnasco. Altrimenti, volendo comunque raggiungere
la SS28, si può optare per la stradina che conduce
direttamente a Garessio, più tranquilla e panoramica.
Volendo invece dirigersi altrove, si può andare verso
Bardineto, da cui si diramano due strade molto belle: a
destra un misto stretto e vario che porta sulla strada
verso Albenga, in prossimità di un borgo medievale
imperdibile, Catelvecchio di Rocca Barbena; altrimenti, a
sinistra la strada conduce a Loano, oltrepassando il
Giogo di Toirano (807 m) e la Sella di Alzabecchi (693
m), un altro buon misto con tratti rettilinei. In
prossimità di quest'ultima strada ci sono le Grotte di Boissano.
Parlando di
Castelvecchio di Rocca Barbena, si può aprire un altro
piccolo capitolo che riporta sulla SS28, direttrice da
cui possono partire molte varianti. Tale bellissimo borgo
medievale è poco distante da una strada che andrebbe
messa nell'agenda di chi ha voglia di cimentarsi in
esperienze di guida abbastanza tecnica: il colle di S.
Bernardo. La SS 582 che parte da Albenga e finisce a
Garessio (e che, volendo, poi prosegue idealmente verso
Colla di Casotto - 1381 m - e Pamparato, verso le Alpi)
è un tratto di 20 km di strada (di cui 13 in salita di
eccezionale misto stretto) che richiede in misura
continuativa impegno e una certa dose di concentrazione;
raccomandato a tutti come test di guida. Poco prima di
Castelvecchio di Rocca Barbena, sulla SS582, vale la pena
di spenderequalche minuto a Zuccarello, piacevole e
pittoresco borgo medievale sul torrente Neva.
(Premi qui per
aprire la carta stradale in un'altra finestra) Ancora una diramazione, bella in estate ma
bellissima in inverno con la neve (specie nelle giornate
soleggiate e limpide di febbraio): poco prima del
suddetto paese di Zuccarello, a Martinetto, si diparte la
strada che porta a Castelbianco, Vignolo, Nasino, Alto,
fino alla cima di colle Capraùna , punto eccezionalmente panoramico a quota
1297 m. Scendendo dal versante opposto si giunge ancora
una volta sulla SS28, poco sopra il colle di Nava.
Il versante sud del colle di
Nava, verso
Imperia, è un misto abbastanza veloce molto piacevole in
entrambe le direzioni. Al momento è in costruzione una
variante che devierà gran parte del traffico veicolare
lontano da questa strada, cosa che gioverà senz'altro ai
motociclisti. Ci sono almeno due varianti lungo questa
strada, una più bella dell'altra, che segnalo: la prima
si prende presso Ponte di Nava, poco prima del colle, ed
è la strada detta "della Briga Alta" (premi qui per
aprire la carta stradale in un'altra finestra), che passa per Upega e Monesi e gira
attorno alla Cima di Piano Cavallo svalicando su un colle
sopra i 1600 m (premi qui per una insolita sequenza
fotografica). La strada fino a Upega è abbastanza
larga, bellissimo misto medio-stretto e dall'asfalto
ineccepibile, e con panorami eccelsi correndo in buona
parte lungo il torrente Negrone e Tanarello (qui nasce il
Tanaro); poi il percorso si fa più tortuoso (sebbene
interamente asfaltato), ma incantevole dal punto di vista
panoramico. Sorvolo sulle infinite possibilità che
avrebbero qui gli enduristi, lungo la enorme rete di
strade sterrate e carrarecce che si snodano in ogni
direzione (attraverso il passo di Tanarello si può
giungere sia in Francia verso il colle di Tenda e oltre,
sia dall'altra parte verso colla di Sanson e colla
Melosa, oppure ancora verso Triora e verso il Passo
Garlenda, quest'ultimo ai limiti della fattibilità anche
con un piccolo stradale nudo...), per dire due parole
sulla seconda variante: dopo il tratto interessante del
colle di Nava sopra descritto, poco dopo Pieve di Teco è
possibile deviare a destra sul vecchio percorso della
SS28, il colle di S. Bartolomeo (628 m), un bel esempio
di misto medio sportiveggiante (vi si corre una tappa del
Rally di Sanremo). Non paghi di ciò, dalla
"cima" del colle ci si può dirigere a destra,
nell'entroterra della provincia di Imperia (eccezionale
dal punto di vista paesaggistico, con il mare come
scorcio continuo) oppure a sinistra, svoltando nuovamente
a sinistra poco prima di Cesio e prendendo la strada per
Testico, impareggiabile strada di mezza costa (con tratti
sul crinale) che giunge alle spalle di Alassio. Altre
deviazioni sono descritte poco sotto.
(Premi qui per
aprire la carta stradale in un'altra finestra) Una parte molto bella dell'entroterra di
Imperia, quella della strada della Briga Alta, è
trattata nel capitoletto sul colle di Nava (fare "clic" qui). Paesaggisticamente molto
belle sono tutte le strade che si annidano attorno al
monte Ceppo (1627 m) e al monte Grande (1418 m);
arrivando dalla SS28, poco a sud di Pieve di Teco si può
svoltare in direzione di Cènova e Rezzo su una strada
ben asfaltata che conduce in vetta al passo di Teglia
(1387 m). Da qui parte una strada abbastanza sterrata,
fattibile con calma con una moto stradale, che vale
assolutamente la pena per la qualità dei panorami. I km
sterrati sono circa 8, poi la strada torna a essere
asfaltata e giunge a Molini di Triora. Svoltando verso
Triora, borgo medievale fra i più noti, si può
proseguire lungo la strada che sale asfaltata fino a
Verdeggia (ne vale la pena), dopodiché l'asfalto
sparisce e possono continuare soltanto gli enduristi, in
direzione di colla di Sanson (1696 m) e di tutta quella
già citata incredibile rete di strade sterrate e
carrarecce che si ramificano fra Ventimiglia e il colle
di Tenda. In alternativa alla strada per Triora, sulla
sinistra si può salire verso colle Langan (1127 m),
bella strada tecnica ben asfaltata nei primi km (così
almeno attorno al 1999), scendendo poi in direzione di
Pigna, Apricale, Dolceacqua, e svariati altri borghi
medievali tipici eccezionalmente ben conservati. Da
Isolabona, ad esempio, è possibile prendere la bella
strada che sale a Baiardo e al passo Ghimbegna (898 m), e
da cui ci si può dirigere in ben quattro direzioni (!):
o a nord, verso il già descritto colle Langan (alcune
carte riportano una strada non asfaltata, invece
l'asfalto c'è - e non è nemmeno malaccio); oppure verso
Vignai e Badalucco (i primi km sono gli stessi della
strada per il colle Langan, poi si svolta a destra) su
una strada strettissima; o ancora lungo il torrente Armea
in una vallata abbastanza piacevole, in direzione di
Ceriana e di Sanremo (in marzo ci sono le mimose in
fiore, è tutto giallo); o infine a sud, verso S. Romolo,
su una strada che per un breve tratto è anche
piacevolmente tecnica, di nuovo verso Sanremo.
Molto bello il tratto
di strada fra Trucco e il colle di Tenda, lungo la SS 20,
in buona parte in territorio francese, che segue il corso
del fiume Roia/Roya e attraversa vari paesini
caratteristici molto pittoreschi. E' possibile anche
deviare a sinistra, subito dopo Breil-sur-Roya (direzione
colle di Tenda), sulla strada che porta al Col de Brouis
(879 m), bel misto medio-veloce, e a Sospel. Da qui poi
si può scegliere fra il misto stretto del Col de
Castillon (707 m), che conduce poi a Menton; il tortuoso
Col de Braus (1002 m); e ancora la lunga, stupenda strada
che sale ai 1607 m del Col de Turini, portandosi in piene
Alpi Marittime e in prossimità della Vallée des
Merveilles (solo sentieri per "umani", niente
motori), il cui nome è abbastanza eloquente. Ma questo
è solo l'inizio di un argomento che dovrà essere
trattato a parte, in un altro capitolo.