Se si osserva la distribuzione territoriale dei siti thapsiani in Sicilia,
l’area del siracusano appare quella a maggiore concentrazione demografica.
Infatti,in rapporto con i porti naturali vi sono, oltre a Thapsos,gli
insediamenti costieri di Molinello
(Augusta), del Plemmirio e di Ognina (Siracusa); quello di Cozzo
del Pantano (Siracusa) a poca distanza dalla costa;quelli di Matrensa
(Siracusa) e di Floridia, forse comunicanti con il mare attraverso via
fluviale e palude costiera.Tra questi si annoverano le testimonianze della
stessa cultura rintracciate nella grotta della Chiusazza (Canicattini),
in Contrada Maiorana (Buscemi),sul colle di S.Mauro (Lentini).
Altri siti thapsiani,attestati dai reperti archeologici,si trovano nell’area
urbana di Catania,ovvero nelle grotte di Barriera (alle porte di
Catania) e Nizeti (periferia di Catania). Si pensa che in questa epoca
Catania dovette essere un attivo ed importante scalo marittimo da cui la
Cultura di Thapsos si è espansa nel retroterra.Lo testimonierebbe qualche
corredo funerario individuato a Paternò, alle falde dell’Etna.
Più a nord di Catania la cultura thapsiana è attestata a Giardini-Naxos
(Messina), località considerata un ideale punto di arrivo in Sicilia per la
navigazione costiera,che seguiva la costa ionica della Calabria.
La cuspide peloritana (Messina, Motta di Rametta e Milazzo)
rientra invece nell’orbita della vicina Cultura del Milazzese largamente
documentata nell’arcipelago oliano (Lipari, Panarea, Saline,
Filicudi,ecc.)
Un’aspetto particolarmente diverso da quello eoliano presenta invece l’isola
di Ustica (Palermo),posta a largo della costa settentrionale della
Sicilia, dove di trovano abitazioni a stanze quadrangolari confrontabili con
quelle di Thapsos;altre testimonianze thapsiane si hanno nella grotta del
Ferrarro e del Puntali(Palermo).
Molto tenui appaiono sinora le tracce thapsiane lungo la costa della Sicilia
meridionale; qualche attinenza con Thapsos si ha nell’insediamento costiero di
Capo Scolambri (Ragusa) e in alcune tombe di contrada Paraspola
(Chiaramonte Gulfi).
Secondo gli archeologi particolare importanza deve avere avuto la regione
intorno ad Agrigento,da cui proviene un vasetto miceneo,mentre
frammenti di ceramica tardo-micenea sono stati rinvenuti a Milena.Molto
più interessanti sono le ceramiche analoghe a quelle di Thapsos ,due bacili in
lamina di bronzo di origine cipriota e grandi spade rinvenuti in una tomba
portata alla luce sul monte S.Vincenzo a Caldare,sempre nell’agrigentino.
Qualche testimonianza si ha anche nella Sicilia occidentale a Castellazzo
di Ulina, in territorio di Poggioreale (Trapani),e nella grotta di
Mangiapane di Custonaci(Trapani).
Il rinvenimento di ceramiche dello stile di Thapsos e di vasellame miceneo
nei siti citati e l’eccezionale quantità recuperata nelle necropoli di Thapsos,
dimostrano agli studiosi come effettivamente Thapsos rappresentasse in
Sicilia il maggior punto di riferimento dei traffici commerciali marittimi nel
bacino centrale del Mediterraneo durante la media età del bronzo. |