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Introduzione
Nasce in Germania e in Inghilterra negli ultimi decenni del Settecento, ma diventa presto fenomeno europeo da dopo il Congresso di Vienna. Precisamente risalgono al 1798 la battaglia della rivista «Athenäum» in Germania e le Lyrical Ballads di Wordsworth e Coleridge in Inghilterra. In Francia e in Italia la discussione sul Romanticismo comincia quindici-venti anni più tardi, soprattutto per la diffusione dello scritto De l'Allemagne [La Germania] di Madame de Staël nel 1813, in cui si espongono e si esaltano le teorie romantiche.
Difficile circoscriverlo temporalmente e geograficamente. Comunque risultano comuni le tematiche negative, come l'antilluminismo, l'anticlassicismo, l'essere antisensista e antiateistico, ...
la rivoluzione francese porta nell'immaginario collettivo l'affermarsi dello sconvolgente principio della sovranità del popolo
la rivoluzione industriale, che determina rivoluzionarie dinamiche sociali, (emergono nuovi ceti) e nuovi modi di vita (nasce la città industriale, fenomeno dell'inurbamento, trasporti, ...)
la filosofia che caratterizza la prima metà dell'Ottocento è l'idealismo.
l'Illumismo vedeva nella natura niente altro che fenomeni ed eventi materiali meccanicisticamente connessi, cioè ridotti alle sole leggi della causalità fisica; la storia veniva osservata solo attraverso la categoria del progresso e della emancipazione e il trionfo dei lumi della ragione. L'idealismo riesce a cogliere l'originalità di ciascun periodo, considerandolo un irripetibile e concreto manifestarsi di un divino piano educativo dell'umanità. Di qui nasce l'interesse per i caratteri della cultura popolare, della poesia e del linguaggio, delle tradizioni e del costume religioso. Peri romantici la natura non è materia inerte, ma un organismo vivente e animato, un processo creativo di forme sempre più alte di cui l'uomo è il culmine.
la filosofia idealista tradusse in sistemi concettuali tali istanze romantiche attraverso la speculazione filosofica di J. G. Fichte, F. Schelling e G. W. F. Hegel.
in relazione alla letteratura il pensiero di Schelling è forse di maggior rilievo. Da una parte ritiene che ogni fenomeno della natura e quindi della storia sia un'incarnazione di un'idea divina, quindi presenti in sé un aspetto «ideale» nascosto dietro le realtà più concrete; dall'altra egli, interpretando le nuove tensioni del periodo, nota una profonda scissione fra l'io e il mondo, fra l'anima e la realtà sociale e materiale.Come fare per arrivare a comprendere tale carattere «ideale» nascosto e come fare per ricondurre ad unità l'io con il mondo circostante? Schelling considera la incapacità dell'uomo di ricostituire tale accordo in due modi: l'uomo un tempo era in accordo con la natura, con se stesso, con l'«ideale», ma poi, a causa dell'avvento del progresso e delle distruzioni operate dall'uomo stesso nei confronti del mondo, tale accordo si è venuto perdendo; oppure tale incapacità l'uomo l'ha sempre avuta e fa parte del suo patrimonio - per così dire - genetico e quindi si tratta di una incapacità stabile, ontologica, astorica e irreversibile. Di fronte a tale stato di cose, Schelling ipotizza però che reale e ideale non restino polarità distinte, ma siano forze dinamiche di uno sviluppo proteso alla ricostruzione di un'unità superiore. Il procedimento intuitivo dell'arte è la forma privilegiata di conoscenza, perché coglie l'unità organica di particolare e universale.
il sistema speculativo di Hegel, invece, si oppone a tale diffuso irrazionalismo. Si propone infatti di mostrare che la natura e la storia sono profondamente razionali («tutto ciò che è reale è razionale e ciò che è razionale è reale»): compito della filosofia è comprendere questa razionalità, non attraverso le scienze, ma attraverso un processo «narrativo», che segua la realtà nel suo sviluppo nelle sue opposizioni dialettiche. Hegel in definitiva (e in questo c' tutto il suo illuminismo) pretende di ridurre l'evoluzione della natura e l'intera storia dell'uomo a un sistema di idee «logiche» in cui tutto trova un senso e spiegazione.
in opposizione all'idealismo tedesco è la filosofia di Arthur Schopenhauer e del danese Sören Kierkegaard, che rifiutarono il razionalismo hegeliano, rivendicando invece il carattere irrazionale, oscuro e incomprensibile della realtà e dell'esistenza.
altra filosofia in forte opposizione ad Hegel è quella di Marx ed Engels, che si fonda sul materialismo: il processo storico è mosso dai bisogni, dagli interessi economici e dai conflitti sociali degli individui e delle classi, e non - come voleva Hegel - dal divenire spirituale delle «idee».
Il Neoclassicismo
Per motivi occasionali, quali la scoperta di città antiche come Pompei, Ercolano e Paestum, che emergevano dagli scavi archeologici della prima metà del 1700, si sviluppa una riscoperta e un'idealizzazione dell'arte greca. Grazie alle riflessioni e alle teorie estetiche di J. J. Winkelmann (1717 - 1768) l'arte greca è vista come armonica fusione di corpo e di spirito, quindi la bellezza ideale è considerata espressione di un nobile dominio sulle passioni (la cosiddetta "serenità olimpica"). Il Neoclassicismo propone quindi un'imitazione degli antichi modelli greci.
nella seconda metà del Settecento si diffondono dalle letterature francese e inglese alcune tematiche legate al patrimonio epico e mitico di quelle nazioni. Si tratta di paesaggi lunari disseminati di inquietanti rovine, visioni orride e lugubri, contemplazioni cimiteriali, riflessioni sul senso della vita e della morte.
nel panorama inglese spiccano Edward Young (1685 - 1765) e Thomas Gray (1716 - 1771) che inaugurano e dettano i canoni della poesia sepolcrale. Ma forse il più influente rappresentate di questo filone lirico è James Macpherson (1736 - 1796) con i suoi Canti di Ossian (1761 - 1765), ambientati in un medioevo fantastico, con al centro desolati paesaggi percorsi da fantasmi inquietanti.
intorno al 1770 in ambito tedesco si delinea il gruppo dello Sturm und Drang (Tempesta e impeto) guidato da J. G. Herder (1744 - 1803) e J. G. Hamann (1730 - 1788). Esponente di spicco è J. W. Goethe (1749 - 1832) con il suo testo fondamentale I dolori del giovane Werther che è del 1774.
Il Romanticismo
nel movimento romantico propriamente detto si rivaluta la spiritualità e la religiosità, intesa come bisogno di autoanalisi, di comprensione e giustificazione trascendente della sofferenza terrena; privilegia quindi un approccio irrazionale, da cui deriva naturalmente un'attenzione particolare al mondo dei sentimenti (fühlen, sentire è parola d'ordine nel Romanticismo tedesco) e degli stati irrazionali della psiche, come il sogno, il sonno, la follia, ...
al cosmopolitismo e all'universalismo settecenteschi sostituisce la coscienza della nazionalità, la religione della patria, che conducono ora alla necessità del riscatto dei popoli oppressi (fomenta in Italia il moto risorgimentale) o addirittura ad istanze egualitaristiche e democratiche;
si rifiuta la poetica classicistica precedente: essa si fondava sul principio dell'imitazione della natura, ottenuta attraverso un faticoso labor limae finalizzato alla perfezione letteraria. Questa si raggiungeva attraverso l'idealizzazione (contro la realtà concreta) e la selezione (contro ciò che non è bello).
al contrario i romantici affermano che l'arte muta con il tempo e ha valore come rappresentazione delle aspirazioni, dei valori, degli ideali, del gusto di un'epoca storica determinata. Non esistono canoni estetici validi in assoluto, ma sono soggetti a variabili individuali, geografiche e storiche.
ci si fida unicamente dell'ispirazione individuale (il genio, la manìa dei Greci) con il conseguente culto dell'originalità e della spontaneità: l'espressione deve essere immediata, prodotta dal semplice riversamento del vissuto interiore sulla pagina. Tale orientamento si concreta in un accentuato gusto per un'espressione formalmente disordinata, caotica, dissonante, contro l'euritmìa, la regolarità e la compostezza della poesia classica e classicistica. Genericamente sono polemici contro le categorie dei generi letterari e creano una letteratura in cui gli stili si accavallano e in cui si amplia la gamma di argomenti poetabili.
è proprio da questo periodo che l'arte comincia a provare un'attrazione spesso fortissima nei confronti del brutto, della disarmonia, dell'indefinito, della notte, che diventano anche soggetti della produzione pittorica e musicale del periodo.
l'artista deve tentare di sanare la scissione fra io e mondo, tendendo verso l'infinito, in virtù della propria spontaneità creatrice, capace di esprimere idealmente il mondo della natura. Si ricerca un linguaggio concentrato e intenso, analogico ed evocativo, capace di esprimere ciò che la ragione non sa comprendere. Si tende verso l'assoluto, si investiga ciò che sta oltre il sensibile, ricercando una superiore conoscenza che porti alla realizzazione esistenziale.
tale tensione verso l'infinito si esprime a livello tematico attraverso la predilezione per l'esotico nella sua accezione più ampia:
spaziale, quindi c'è il fascino per l'Oriente misterioso
temporale, il mito della Grecia antica e per l'oscuro medioevo
primitivismo, in quanto momento irrazionale della storia umana
Aspetti letterari
nella lirica del secondo Settecento si sovrappongono tendenze diverse, arcadiche, neoclassiche e 'preromantiche', anche se, almeno fino al Congresso di Vienna, sembrano prevalere quelle neoclassiche.
in tale contesto troviamo il nostro Vincenzo Monti (1754 - 1828), che appare completamente legato al gusto classicistico. Rimane un poeta eclettico e vario, che riesce a toccare numerose e fra loro differenti tematiche e tendenze letterarie. Riesce ad essere grande poeta solo quando è immerso nell'antico, ed è per questo che il suo capolavoro è la traduzione dell'Iliade di Omero, alla quale lavora negli anni 1810-1811.
alcuni poeti vivono a pieno le discordanti suggestioni del periodo, arrivando a creare opere difficilmente classificabili (il Guglielmino adotta la terminologia di poeti "neoclassici-romantici"):
in ambito tedesco troviamo
Friedrich Schiller (1759 - 1805), che, oltre ad essere un teorico del Romanticismo, scrive un famoso componimento, Gli dei della Grecia, in cui rievoca una mitica età dell'oro;
Friedrich Hölderlin (1770 - 1843), che nelle sue liriche evoca l'antica Ellade e soffre il pathos dell'Assenza degli dei e degli eroi, ma che cerca di intravedere le manifestazioni del divino nella natura.
in ambito inglese troviamo
John Keats (1795 - 1821), che nei due poemi mitologici, Endymion e Hyperion, e nella famosa Ode su un'urna greca, rievoca luoghi della Grecia arcaica, ma aspirando alla verità, all'eternità con domande sul senso dell'esistenza davanti al disordine presente.
in ambito italiano troviamo
altri poeti, soprattutto in ambito tedesco, rientrano a pieno nel contesto propriamente romantico.
in ambito tedesco troviamo
Novalis (1772 - 1797) è il maggiore dei poeti romantici, perché negli Inni alla notte e nei Canti spirituali getta le fondamenta delle tematiche principali del movimento, quali la notte, la tensione verso l'infinito, l'anelito mistico, ...
Wolfgang Goethe (1749 - 1832) è difficilmente classificabile, poiché la sua poliedrica produzione artistica attraversa molte stagioni, anche piuttosto lontane fra loro; delinea una parabola che lo porta da un vigoroso preromanticismo (a tale fase si devono ascrivere I dolori del giovane Werther del 1774) ad un complesso classicismo.
in ambito inglese
William Wordsworth (1770 - 1850) e Samuel Coleridge (1772 - 1834) danno il via al movimento con le loro Lyrical Ballads del 1798: tale opera, pur nel suo carattere variegato e sperimentale, rappresenta già un'inquieta ricerca di nuove forme espressive in direzioni inusitate. E' proprio Wordsworth ad affermare nella Prefazione che «la poesia è lo spontaneo traboccare di forti emozioni»;
Percy Bysshe Shelley (1792 - 1822) inaugura il modello di artista 'maledetto' con la sua vita sregolata e la sua opera rappresenta una significativa esperienza nella direzione della fantasia visionaria e del linguaggio analogico e irrazionale.
La narrativa
Il genere del romanzo ha uno sviluppo e un'articolazione neppure immaginabili pochi decenni prima: ad esso vengono affidati i principali messaggi che il sistema culturale ottocentesco elabora. Infatti è il genere che si presenta meno codificato e quindi costretto in una tradizione secolare: è per questo motivo che diventa uno dei generi preferiti dai letterati del periodo, accanto, ovviamente, alla lirica.
Il romanzo di introspezione
Sotto l'influsso del movimento preromantico e romantico, il romanzo imbocca una strada diversa da quella della narrativa realistico-borghese settecentesca. Si predilige ora l'effusione sentimentale, la confessione lirica.
Si cerca di mettere in scena personaggi non eccezionali, ma si mira a coglierne le vicende umane, i drammi interiori in assoluto, indebolendone i legami con un preciso ambiente storico-sociale.
E' appunto una narrativa di introspezione e più spesso di autointrospezione, che non si immerge nella realtà contemporanea, senza cogliere il romantico conflitto fra reale e ideale, ma mettendo l'accento soprattutto sull'ideale, un ideale negato, irrealizzabile.
Ricorrono i principali temi romantici, come l'esotismo, il primitivismo, la fuga nella natura, casi d'amore disperati, analisi di animi in preda all'angoscia esistenziale, storie di anime malate ... (tali figure influenzeranno la letteratura successiva fino al Decadentismo e oltre).
I modelli sono I dolori del giovane Werther di Goethe (1774, poi 1782) e Le confessioni di Rousseau. Si tratta di romanzi epistolari, in cui a parlare sono i protagonisti, che confessano le loro azioni e soprattutto i loro sentimenti.
Altri romanzi sono l'Iperione di Hölderlin (1797 - 1799), René di François-René de Chateaubriand e Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Foscolo.
Il racconto fantastico
Ci sono dei parziali antecedenti nel romanzo nero o gotico, che i era diffuso in Inghilterra fin dalla metà del Settecento. In sostanza si tratta di un romanzo d'avventura che, attraverso le tecniche narrative, l'ambientazione e le tematiche, mira ad avvincere il lettore incutendogli paura ed orrore. Le vicende si collocano per lo più su uno sfondo storico approssimativamente ricostruito (spesso il medioevo o il rinascimenti italiano). Narra vicende palesemente irreali, popolate di spettri, fantasmi, vampiri, demoni e a collocarle in luoghi desolati; non mancano consistenti componenti erotiche. Numerosi i colpi di scena, che comunque pervengono ad un lieto fine, senza spesso mancare un intento moralistico.
Fra gli autori più significativi troviamo Il castello di Otranto (1764) di Horace Walpole, L'Italiano o il confessionale dei penitenti neri (1797) dell'autrice Ann Radcliffe; c'è anche Il visionario (1789) di Schiller.
Vero caposcuola è E. T. A. Hoffmann, con il suo Gli elisir del diavolo (1815). Forse più famosi sono Mary Shelley con Frankestein o il Prometeo moderno (1818) e Edgar Allan Poe con gli straordinari Racconti del grottesco e dell'arabesco (1843).
Si intreccia perfettamente con le tematiche tipicamente romantiche e con il contesto filosofico che le genera: i romanzi neri sono espressione di un inquieto spiritualismo e anche un tentativo di scavo in terreni poco esplorati della psiche umana. Ora c'è una maggiore consapevolezza rispetto al semplice romanzo gotico settecentesco, che porta a discutere sulle reali capacità dell'uomo di capire, conoscere, sapere, ...
Il romanzo storico
Si fonda su due elementi tipicamente romantici, quali il senso della storia e quello della nazionalità.
Da una parte risolse il desiderio di evasione dal presente verso epoche ritenute quasi come epoche 'ideali' dalla riflessione romantica; dall'altra riuscì ad attualizzare momenti particolarmente significativi del passato, in funzione nazionalistica e patriottica (quest'ultima componente soprattutto in Italia, dove spesso serve per veicolare i motivi risorgimentali).
Massimo impulso fu dato dallo scozzese Walter Scott (1771 - 1832) con il suo Ivanhoe (1820). Non si limitava a celebrare il passato, ma va incontro ai gusti del pubblico (senza dimenticare il tornaconto economico ...). E' lui comunque che delinea i tratti salienti del genere: il pittoresco medioevale, gli sfondi storici e naturali di maniera (castelli, prigioni, trabocchetti, sotterranei, ruderi, ...), digressioni storiche, continuo 'movimento' narrativo fondato sull'intreccio e sulla suspense.
In Italia nel 1827, dopo le prime traduzioni scottiane, si comincia a produrre romanzi storici. Si tratta de Il castello di Trezzo di G. B. Bazzoni, La battaglia di Benevento di F. D. Guerrazzi e, naturalmente, I promessi sposi di Manzoni. Tranne quest'ultimo, la produzione italiana di romanzi storici si concentra sul modello scottiano, dando vita ad un filone di maniera, poco originale e di non elevata qualità artistica.
Se il Manzoni dei Promessi sposi, per la serietà con cui concepisce e la profondità con cui attua la ricostruzione del passato storico e per i moduli narrativi che adotta, può a buon diritto essere considerato l'iniziatore del realismo ottocentesco nell'ambito del romanzo storico, è però in Francia con Stendhal (1783 - 1842) che il realismo, trova la sua più tipica espressione.
Infatti per Manzoni il tempo in cui ambienta la vicenda è il Seicento, lontano due secoli dai contemporanei, mentre per Stendhal il tempo è il presente o il recentissimo passato.
Le opere fondamentali sono Il rosso e il nero (1830), cui seguirà La Certosa di Parma (1839). La novità rispetto al romanzo borghese settecentesco è nella serietà e nella profondità dell'indagine, nella relazione stretta fra invenzione e realtà, nell'equilibrio fra una scrupolosa ricostruzione del contesto storico-sociale e la dimensione schiettamente narrativa.
La tradizione inaugurata da Stendhal è proseguita da Honoré de Balzac (1799 - 1850), che concepisce e realizza un grandioso affresco della società francese del proprio tempo, che ne risulta una sistematica analisi.
Con questi tre autori si definisce il modulo narrativo fondato sul 'narratore esterno onniscente': il narratore racconta una storia in cui non è direttamente coinvolto e segue le vicende di svariati personaggi adottandone liberamente il punto di vista. Il narratore interviene esplicitamente a commentare in base al proprio sistema culturale e morale le vicende, le azioni e i comportamenti dei protagonisti;instaura in questo modo un ideale dialogo con il lettore, intervenendo anche a spiegare ciò che al lettore dalla semplice successione dei fatti rischia di non essere chiaro, per carenza di informazione storica o per le modalità narrative adottate. Generalmente il narratore tende ad identificarsi con la persona storica dello scrittore.
In tali romanzi è sempre forte la connessione fra i personaggi e l'ambiente: il personaggio è condizionato nel suo agire dall'ambiente e l'ambiente rispecchia la personalità del personaggio (questo vale in maniera particolare per i romanzi di Balzac). L'ambiente non è più solo fondale, ma, mantenendo un'evidenza simbolica, diventa elemento che condiziona, ostacola o determina l'agire dei vari personaggi. Per tale motivo viene descritto a volte molto minuziosamente.
Oltre il realismo troviamo Gustave Flaubert (1821 - 1880), che elabora la poetica dell'impersonalità, che influenzerà i narratori successivi. Condivide con i romantici la tensione verso l'immaginazione, le sensazioni forti, il soprannaturale, ma, a causa di tragiche esperienze personali, darà all'arte il compito di rappresentare come una creatura pervasa da ideali alti sia destinata a scontrarsi contro il grigiore della quotidianità piccolo borghese.