Dai nostri inviati | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Voci, rumori, "boatos". E qualche onesto, innocente e gustoso pettegolezzo sul mondo dei giornali. Intendiamoci subito: i malintenzionati che vogliono offrire al Barbiere non saporite notizie, ma perfide insinuazioni, saranno fermamente respinti. Chi ha qualcosa di interessante da raccontare e' invece il benvenuto. Manda dunque le tue notizie al Barbiere della Sera
L’annunciata
querela del presidente dell’Udeur Clemente Mastella, fatta in
televisione il 26 aprile, finora non ha avuto un riscontro reale.
La cifra richiesta ammonterebbe a dieci miliardi. Il querelato
è il giornalista della Stampa Augusto Minzolini, il quale, per il
momento, non ha ricevuto alcuna notifica..
La notizia è di due settimane fa. Ma tra i giornalisti della Rcs
Periodici si è diffusa solo negli ultimi giorni, dopo che il Cdr l'ha
comunicata al Consiglio dei delegati riunito per decidere il rinnovo
dell'esecutivo aziendale, costretto a rassegnare il mandato per le
dimissioni di quattro suoi membri (su sette) determinate da contrasti
interni sul voto espresso sul contratto nazionale alla Conferenza dei Cdr
del 29 marzo (anche per questo: grazie Serventi!).
Giovedì 12 aprile, ovvero il giorno successivo alla firma del contratto
nazionale al ministero del lavoro, l'editore ha convocato il Cdr per
comunicare che dal primo maggio la Rizzoli applicherà per intero e senza
sconti il nuovo contratto siglato dalla Fnsi di Paolo Serventi Longhi
& company e dalla Fieg.
Ma i nefandi effetti del contratto non si fermano certo qui. Per esempio,
l'editore non ha tralasciato di sottolineare che in base alle regole
appena entrate in vigore, una volta presentato il nuovo sistema editoriale
ci sono trenta giorni di tempo per raggiungere un accordo tra azienda e
sindacato: superato questo termine, le parti riacquistano
l'iniziativa, ovvero
possono fare quel che vogliono.
Un'eventualità non così remota, visto che è in questi giorni sotto
referendum l'ipotesi di procedere con la riforma dello statuto interno
dell'esecutivo sindacale e dei fiduciari prima di andare al rinnovo del
Comitato di redazione.
Niente male come primo atto post-firma del contratto in un gruppo
editoriale del calibro della Rizzoli. Avvenuto per di più a sole 24 ore
dalla sigla al ministero. Nei prossimi mesi, statene pur certi, ne vedremo
delle belle. E sappiamo già ora chi dovremo ringraziare.
Dopo
l'esposto di Berlusconi all'Authority
delle Telecomunicazioni, Michele
Santoro rischiava di beccarsene anche un secondo, da parte di Marco Pannella. E' così, dalla famosa puntata del Raggio Verde di
venerdì 20 aprile, quella sul diritto di replica concesso a Marcello
Dell'Utri, ha sfilato all'ultimo momento un interessante servizio di Alessandra Anzolin, che nel pomeriggio aveva fatto andare su tutte
le furie Marco Pannella. Cosa conteneva di tanto negativo, quel filmato?
Semplicemente questo: la Anzolin era andata in giro per le vie centrali e
i luoghi più chic di Milano per capire come gli elettori azzurri stessero
prendendo la candidatura di Marcello
Dell'Utri al Senato. Ma,
ecco lo scandalo, in quel "collegio 1" di Milano, con Dell'Utri
si confrontano Emma Bonino e Onofrio
Amoruso Battista. E Pannella ha invocato la par condicio: se si parla
del candidato forzista, bisogna dare
spazio anche ad Emma Bonino. Che c'azzeccava Emma con il caso Dell'Utri,
e con Rapisarda, Mangano e compagnia bella? Nulla. Ma Michele
Santoro ha preferito non rischiare, e ha fatto saltare il filmato di
Alessandra Anzolin. "Un
vero peccato - commenta il giornalista con il Barbiere della Sera -
era un servizio equilibrato e interessante. Vi comparivano elettori
che si fidano a scatola chiusa delle scelte di Berlusconi, estimatori di
Dell'Utri, e
perplessi. Pazienza. La politica è diventata così feroce che, per
proteggere il nostro lavoro, dobbiamo stare molto attenti". Il
servizio di Alessandra Anzolin, comunque, è visibile
sul sito Internet de "Il Raggio Verde", al quale si accede
attraverso il portale www.rai.it
Com'e' bella Afef Jnifen, la
modella tunisina compagna del grande boss Pirelli Marco Tronchetti
Provera. Non si puo' fare a meno di ammirare la sua eleganza dalle
pagine del Mondo, sul quale, nelle ultime pagine del settimanale
Afef tiene una rubrichetta settimanale dalla testatina "Mi piaci
cosi'". In quindici-venti righe la signorina Jnifen commenta e
giudica le scelte di abbigliamento di personaggi piu' o meno noti.
Nell'ultima puntata e' sotto esame il giornalista Guido Vergani.
E'
il secondo esposto contro la trasmissione di Michele Santoro Il
Raggio Verde, quello spedito via fax dal leader della Casa delle Liberta' Silvio
Berlusconi il 24 aprile al Garante per le Telecomunicazioni, alla Rai
e alla Guardia di Finanza. Insomma,
un nuovo trappolone preparato da Michele Santoro e dai suoi. "Dell'Utri
- lamenta Berlusconi - e' stato chiamato a partecipare alla trasmissione
non gia' per compiutamente replicare all'intervista del signor Rapisarda, proditoriamente
inserita nella trasmissione del 6 aprile, ma per difendersi, da vero e
proprio imputato da un dossier di nuove accuse predisposto dalla redazione
del programma e supportato da una pubblica accusa costituita da Santoro,
Ruotolo, Di Pietro e Lodato, nonche' dalla lettrice di atti giudiziari
Luisella".
Hanno poco da stare allegri nelle redazioni dei quotidiani Finegil,
i giornali locali del gruppo L’Espresso. Per tutti i giornalisti
italiani si apre la stagione dei contratti integrativi, ma per i colleghi
della Finegil l’integrativo è già pronto. Per l’integrativo, comunque, è già tutto deciso, in barba alla posizione dei singoli cdr che – peraltro – non sono ancora riusciti a darsi un coordinamento efficiente. "L’integrativo continuerà a essere costituito da un premio annuale, legato a risultati economici positivi e crescenti, al costo del lavoro e alle specificità aziendali. Da tali principi non sarà possibile derogare". Questo dice una circolare diffusa agli amministratori. Il premio annuale, a dire il vero, in alcuni giornali non lo hanno visto lo scorso anno. "Troppi scioperi, pochi utili", si sono sentiti dire i componenti dei cdr. Lo stesso documento, per le prospettive a medio termine indica
una situazione "molto pesante". La ricetta è sempre la stessa: tagli
e ancora tagli. A cominciare dalla foliazione dei quotidiani che dovranno
rivedere in qualche caso anche la grafica per risparmiare carta. Altre
strategie, dopo il buco nero di Kataweb, non se ne vedono.
Brevi
e sommessi lamenti si levano in queste ore dalla redazione del Tg5 che ha
appena scoperto che il direttore Enrico Mentana sta per tagliare la
corda, sedotto dalle offerte di Telemontecarlo. L'interpretazione
piu' diffusa della scelta di Mentana che circola al Tg5 e' semplicissima:
dopo nove anni Enrico non ne puo' piu' e anche la redazione,
diciamola tutta, avrebbe voglia di aria nuova, anche se a molti non
sfuggono le insidie di un cambio di direttore.
Acque
agitate al Tg2, dove Clemente Mimun
si trova a fronteggiare una inattesa mezza sommossa della redazione. Il
direttore più longevo di un telegiornale RAI, ha proceduto a sorpresa
alla vigilia di Pasqua al più
vasto movimento di redattori dei suoi sette anni di direzione, con la
concessione di 10 promozioni, 6 aumenti di merito, 7 gratifiche una tantum
e 2 trasferimenti interni: 25 colleghi interessati, un quinto
dell’organico.
Fa
finta di essere un fortunato giornalista del
Resto del Carlino, de La
Nazione, de Il Giorno. Quando l’editore, il piissimo Andrea Riffeser Monti, decide che l’omicidio della
piccola Sarah uccisa dallo Slavo
deve dare spazio ai lettori
nostalgici della legge del taglione, può succedere che si dia
disponibile Franco Cangini. Fa
finta di essere un giornalista che le ha ingoiate
tutte e per giunta in sinergia.
Fa finta di lavorare in un giornale che da più
di due anni non ti pubblica un comunicato,
nemmeno se si tratta di un necrologio del Cdr. Mettiti nei panni di quel
giornalista. Poche parole, se vuoi: l’ha detto qualcuno? ‘La pena di
morte? Sì, sì, sì’. Occhiello: ‘Dice la signora Maria di Prato’
o, al limite, ‘Sostiene il piissimo Andrea Riffeser Monti’. Virgolettato,
basterebbe un virgolettato. Che non c’è. E da Bologna a Firenze
fino Milano scatta la protesta. Scioperare
è impossibile. Le tre testate potrebbero uscire comunque in virtù di
pochi, ma sinergici scriba.
Parte dunque un comunicato: ‘Il
coordinamento dei comitati di redazione de il Resto del Carlino, de La
Nazione e de Il Giorno, al titolo che campeggiava ieri sulla prima pagina
delle tre testate: <Pena di morte? Si,sì,sì>, risponde con tre
secchi: <No>! Il primo no va a qualsiasi
campagna incivile e forcaiola che, lontana dalla linea da sempre
tenuta dai nostri giornali, inneggia a soluzioni giuridiche per fortuna estranee
alla cultura del nostro Paese e di tutta l'Europa. Il secondo no va alla
decisione dell'editore di imporre una
titolazione che, oltre ad
essere moralmente inaccettabile, è anche giornalisticamente
scorretta perchè non
rispettosa dei contenuti dei commenti e degli articoli sulla triste
vicenda dell'uccisione di Sarah. Il
direttore sinergico del QN, Giancarlo
Mazzucca, ci delizierà quest’oggi di un suo editoriale, magari
spiegandoci che si trattava di una provocazione voluta. Se ciò significa
qualcosa è che il ‘su la
testa’ dei sinergici è servito a qualcosa. Adesso tutti, mai come oggi, abbiamo bisogno di pensare (e non far finta) che esitano in una testata sinergica persone che sono anche giornalisti. Perché Sarah e la sua famiglia abbiano diritto a quel rispetto della persona umana, alla verità dei fatti, a una lealtà di comportamento, alla buona fede che evidentemente servono in maggior misura al piissimo Andrea Riffeser Monti. Editore sinergico. La ragazza del bar
Fra
le centinaia di quiz che il buon Lorenzo
Leonarduzzi propina agli aspiranti professionisti, ce n’è uno che
manda palesemente in crisi i colleghi di via Cusani: che cos’è la mazzetta? I
più brillanti azzardano che si tratta di un malcostume
assai diffuso nel Meridione, in voga anche al Nord negli anni bui di
Tangentopoli. Gli altri, semplicemente, tacciono. Perché ignorano
l’esistenza della mazzetta che ogni bravo giornalista trova (dovrebbe
trovare) sulla sua scrivania ogni mattina e che riunisce (dovrebbe
riunire) i maggiori quotidiani nazionali, i settimanali e – magari –
anche qualche mensile. I
condizionali fra parentesi sono d’obbligo, almeno all’Universo,
dove le mazzette sono un paio
(sulle scrivanie di pochi direttori “privilegiati”) più una
“collettiva” che ha una vita per così dire singolare. Compare ogni
mattina nell’ufficio di Randello. Da lui viene visionata, quindi ceduta
ai dirigenti del terzo piano. Per
finire, dopo che dirigenti e direttori di serie A e serie B hanno placato
la loro fame di notizie, le briciole vengono democraticamente gettate ai redattori, che si
litigano inserti e pagine degli spettacoli. Per
fortuna dei suddetti redattori, quotidiani e settimanali hanno preso la
piacevole abitudine di andare on line. Così, anche i giornalisti
dell’Universo possono documentarsi. Sempre che trovino libero uno dei rari
computer collegati a Internet.
La legge 62 del 7 marzo 2001, detta anche
riforma dell'editoria, al Barbiere della Sera non cambia gran che.
Parola di Vannino Chiti, sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio con delega per l'Editoria, l'uomo politico che più da vicino ha
seguito la nuova normativa.
Un giallo in via Po, sede del settimanale l’Espresso.
Quando giovedi’ 5 aprile il Comitato di redazione e’ entrato in
possesso del bilancio dell’esercizio 2000 (per averlo ha dovuto
presentarsi in assemblea degli azionisti), i giornalisti hanno scoperto
che il loro settimanale, almeno a leggere le cifre ufficiali, ha perso
nell’anno 2000 7,3 miliardi.
“Guardati la cravatta, scemo…”. Da un po’ di
tempo i dirigenti di Kataweb, la web company del gruppo Espresso
hanno imparato a controllarsi vicendevolmente il colore delle cravatte,
dei gilet, e quando serve anche dei calzini. Almeno quando vengono
convocati in via Po al cospetto dell’amministratore delegato del Gruppo Marco
Benedetto.
La
versione piu’ diffusa che circola nei corridoi di Avvenire,
il quotidiano dei vescovi italiani, e’ che Maurizio
Blondet “ha fatto una cazzata”. L’inviato del giornale della
Conferenza Episcopale, dopo un colloquio con il direttore Dino
Boffo, ha deciso per il momento di mettersi in ferie, dato che ha
circa 360 giorni di vacanze arretrate.
Il Secolo XIX si rinnova. Tra
sette giorni, il quotidiano della Liguria, offrirà ai suoi lettori il
colore: fotografie in prima pagina e sulla copertina della sezione Sport.
Ma le novita’ per il giornale diretto da Antonio Di Rosa, non si
fermano qui.
Bonacina,
direttore editoriale, e Frangi, direttore del Magazine, si mettono così a
disposizione di "10, 100, 1000 testate on line" che, con le
nuove norme sull’editoria, rischiano di chiudere.
"Una
decisione – spiegano in una nota i colleghi – presa perché la
democrazia è sinonimo di partecipazione" e per evitare che
"l’informazione in rete si trasformi in un ambito chiuso e
controllato per ‘addetti ai lavori’".
Una
trattativa svolta in gran segreto tra Mario Oriani, proprietario di
Portoria, e Peruzy che, secondo rumors, sarebbe anche interessato
all’acquisto del mensile La macchina del tempo e del periodico I
quaderni del calcio. Operazione
che vedrebbe coinvolto anche Giorgio Dell’Arti con la sua Vespina
che per Portoria cura il magazine Sorrisi e salute e che da tempo
tenta lo sbarco a Milano.
Sara’
la giornalista Vincenza Alessio
Ruffo, detta Vicky, ad aiutare nella campagna elettorale Antonio
Tajani, candidato sindaco di Roma per la Casa della Libertà. La
Alessio, redattore del servizio Economia
del Messaggero e negli anni scorsi attivissimo membro del Comitato di
redazione, si è messa in aspettativa
fino alle elezioni. A chiederle aiuto e’ stato lo stesso Tajani con cui
Vincenza ha diviso un periodo di lavoro al Giornale.
Un
giallo che si risolve in poche ore. La quindicenne viene rintracciata,
alla tv pubblica lo sanno ma scelgono che g meglio mandare in onda
il servizio, salvo poi mandare in coda alla trasmissione la notizia
che la ragazza è stata ritrovata.
Otto
redattori dovranno realizzare ventotto pagine di cronaca locale. Le altre
sedici di cronaca nazionale saranno invece prodotte a Perugia, dal Corriere
dell’Umbria. Una sfida tutta in salita anche per la raccolta
pubblicitaria affidata alla Publikompass.
Nancy
Dell’Olio, compagna dell’ex allenatore della Lazio Sven Goran
Eriksson, ha chiesto un risarcimento danni di sei miliardi
di lire al Messaggero, per la pubblicazione di un articolo a firma Salvatore
Taverna, uscito il 24 febbraio dello scorso anno. L’articolo,
secondo l’avvocato della signora Dell’Olio Gianluca Riitano,
“riporta dei fatti personalissimi, veri o non veri che siano.
C’è stata una palese violazione della privacy. L’avvocato Dell’Olio
è un privato cittadino. E’ una professionista, non un’attricetta che
ha bisogno di pubblicità. In più, per le foto pubblicate doveva essere
chiesta l’autorizzazione”. Ma
risarcimento o meno, il Messaggero un danno lo ha già subito. Dopo
la citazione in giudizio per l’articolo incriminato, nella redazione
sportiva del quotidiano di via del Tritone serpeggiava il malcontento: Eriksson
non rivolgeva più la parola ai giornalisti sportivi del Messaggero, che
alle conferenze stampa non potevano fare domande. Lo scorso 9 aprile c’è
stata un’udienza, con un rinvio al 15 ottobre 2001. La stampa
inglese, giustamente interessata al capitano della sua nazionale, non
disdegna però nemmeno la bella fidanzata italiana del mister e, poco dopo
l’udienza, l’avvocato Riitano è stato contattato da due giornalisti
inglesi interessati alla vicenda. Bds
Nei
corridoi di Avvenire non lo saluta più nessuno. Dino Boffo,
direttore del quotidiano della Cei, gliel’ha giurata. E lui, Maurizio
Blondet soprannominato l’appestato nonostante il suo mea culpa, vive
giorni difficili. La
sua colpa sta nelle cinquanta righe cinquanta siglate ‘Lutring’
che Libero ha sbattuto in prima pagina: titolo: "Ma i Vescovi
per chi votano?". Un fondo dove Lutring racconta che la redazione di
Avvenire fa il tifo per l’Ulivo. Ma anche che "al quotidiano dei
vescovi i soldi non mancano, sono le idee a scarseggiare", che Boffo
"figlio della cultura dc anni ’70 è un adoratore di Gad Lerner"
e che i lettori scarseggiano per colpa dei "troppi don
Abbondio". Per
un fax di troppo Lutring è poi stato scoperto. Così Maurizio Blondet
si è autoflagellato: "Sono io, con sventati pettegolezzi, ad aver
ispirato il fondino. La colpa e’ solo mia. Ho ceduto ad un impulso
sconsiderato, che posso spiegarmi con una depressione che mi induce a
colpi di testa emotivi". Risultato:
Lutring è sparito dalle colonne del foglio diretto da Vittorio
Feltri e Blondet – che non ha mai fatto mistero delle sue simpatie
verso l’estrema destra e il conservatorismo cattolico – è stato messo
in un angolo anche ad "Avvenire".
Col Messaggero
Veneto di Udine (Gruppo
Espresso) collaborano pubblicisti non contrattualizzati e spesso
utilizzati per produrre anche 5 o 6
pezzi al giorno. Si va dalle 7.500
lire nette a un massimo di 30.000 lorde. I pezzi
commissionati e non pubblicati non vengono pagati. Da novembre nessuno, comunque,
ha incassato una lira, a parte sporadici casi di ‘persone bisognose’ scelte dalla direzione. Incredibilmente, cinquantasette,
tra corrispondenti e collaboratori delle redazioni di Udine e Gorizia,
hanno deciso di tirar su la testa e sospendere
da giovedì ogni attività in segno di protesta per i mancati pagamenti e 'la totale
mancanza di rispetto della professionalità
manifestata da vaghe e verbali promesse, dall'assenza
di un rappresentante dei collaboratori nel comitato di redazione e dall'inesistenza di un trattamento omogeneo e chiaro per tutti'. Spiega Raffaella
Mestroni- la free lance
che è riuscita, con tenacia invidiabile, a indire la prima assemblea dei peones- che, secondo quanto affermato dalla direzione,
il passaggio de Il Piccolo e
del Messaggero Veneto
(precedentemente di proprietà di Carlo
Segre Melzi) al gruppo di
Caracciolo e la scelta di accentrare
la gestione di entrambe a Trieste
ha mandato in tilt
l’amministrazione. ‘Figuriamoci cosa avrebbero fatto si fosse
trattato di una multinazionale…’ ironizza. A complicare le cose pare sia intervenuta la Finanziaria.
Carte e carteggi di chi lavora con ritenuta d’acconto sono andate perse
nel marasma burocratico. Così da cinque mesi nessuno paga, né men che
meno qualcuno incassa (se non i summenzionati bisognosi
ad insindacabile giudizio del direttore Sergio
Baraldi o dell'amministratore
delegato Paolo Paloschi). 'Solo dopo ripetute richieste, la situazione è stata giustificata
verbalmente
dall'amministrazione, che ha spiegato le difficoltà
dovute alla fusione, cui si sono aggiunte le novità
normative per quanto riguarda i
rapporti di collaborazione' precisa una nota dei ‘campesinos del computer’ inviata all’Ansa. Ma la rivolta
pare destinata a dilagare e
estendersi ad altre testate locali del gruppo: sono infatti in corso
contatti coi sottopagati del Piccolo, quotidiano di Trieste.
Uno speciale da leggere ma anche da
annusare. Il numero di aprile di Focus dedica ai suoi lettori una
serie di odori artificiali che si possono sentire: basta strofinare il
polpastrello sulla copertina e sulle pagine. Si scoprono così aromi come
la ‘brezza marina’, la ‘pesca’ o l’essenza al formaggio.
Un’idea, quella di Focus, che sarebbe già stata proposta al
direttore di Panorama. Ma Carlo Rossella ha storto il naso.
Acque agitate al Messaggero Veneto,
quotidiano del Friuli. I collaboratori e i corrispondenti delle
redazioni di Udine e di Gorizia, da oggi hanno deciso di sospendere la
loro collaborazione. Per la prima volta in Italia. Cinquanta
persone hanno sottoscritto un documento che è stato inoltrato al
direttore del giornale Sergio Baraldi, all’amministratore
delegato Paolo Paloschi e all’amministratore delegato del
Gruppo Espresso Carlo Caracciolo, per illustrare le ragioni della
loro decisa presa di posizione. Dal mese di novembre infatti nessuno
viene pagato, senza nessuna comunicazione. Solo dopo ripetute
richieste, la situazione è stata giustificata verbalmente
dall’amministrazione che ha spiegato le difficoltà dovute alla fusione
tra le due società che gestivano il Piccolo e Il Messaggero Veneto,
a cui si sono aggiunte le novità normative per quanto riguarda i rapporti
di collaborazione. I giornalisti hanno quindi chiesto un
incontro alla direzione del giornale affinchè i rapporti di lavoro, che
pur essendo di collaborazione hanno più volte dimostrato un’elevata
professionalità, trovino un adeguato riconoscimento.
Pero', bella prova di solidarieta' nei confronti di un
collega. Questa volta i giornalisti di Repubblica meritano davvero un sette
piu'. Repubblica sciopera e domattina, venerdi' 13
aprile, non sara' in edicola. La protesta, improvvisa, e' stata votata
alla quasi unanimita' (tre contrari) da un'assemblea convocata in
tutta fretta dopo che la polizia, si' proprio la polizia, quella in
uniforme, aveva impedito l'accesso al giornale al collaboratore del
quotidiano di piazza Indipendenza Pietro d'Ottavio.
Lecce –
Stefano Mencherini, ex direttore dell’emittente salentina Canale
8, dopo aver rassegnato le proprie dimissioni per l’avvenuta censura di
un suo programma sul tema “Politica e informazione in campagna
elettorale”, ha
deciso di incatenarsi
davanti alla Prefettura di Lecce, e lì strappare il suo tesserino di
giornalista. È questo, l’estremo tentativo
di Mencherini affinché gli ordini nazionale e
regionale dei giornalisti si occupino della vicenda che nei giorni
scorsi ha riguardato lui ed il suo caporedattore Giuseppe Rolli. Nonostante, in questi giorni i
due giornalisti abbiano ricevuto la solidarietà ed il sostegno di
moltissimi colleghi e di alcuni esponenti politici (ultimi in ordine di
tempo, l’Assostampa pugliese e il sottosegretario al ministero delle Telecomunicazioni Vincenzo Vita)
Mencherini ha lamentato il totale disinteresse, per ciò che è accaduto a
Canale 8, da parte degli organi che prima di tutti avrebbero dovuto
schierarsi al suo fianco. Mencherini, inoltre, ha deciso di
svelare i nomi dei politici, che dieci giorni fa hanno intimato al suo
direttore, Fabio Cazzato, di non trasmettere il programma – dibattito,
durante il quale Michele Gambino avrebbe dovuto presentare il suo ultimo
libro: “Il cavaliere B”. Si tratterebbe del numero due di
AN, Alfredo Mantovano, del sindaco di Lecce, Adriana Poli Bortone e di Giuseppe Gallo, candidato di FI nel collegio pugliese di
Gioia del Colle. “Adesso sta a loro – ha
dichiarato Stefano Mencherini – uscire allo scoperto e rompere il
silenzio. A loro ed a tutti i politici che ritengono la libertà
d’informazione un valore insopprimibile in ogni democrazia”.
Cari amici,una brevissima integrazione sulle notizie relative a Tuttomusica
Mondadori. E' stato deciso chi sarà il nuovo direttore del
mensile. E' Patrizia Ricci, 42 anni, fino ad oggi caporedattore
alle iniziative speciali di TV Sorrisi e Canzoni. |
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4 Aprile 2001 - A Terlizzi, Rita e' inopportuna | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Gli
abitanti di Terlizzi,
provincia di Bari, avranno modo comunque
di sentire Rita Borsellino
parlare del fratello Paolo.
Ad invitarla questa volta è stato il Comune,
dopo che il dirigente scolastico dell’elementare San Giovanni Bosco, Michele Amendolagine, aveva ritenuto inopportuna la sua presenza al convegno ‘Famiglie e TV: come educare alla legalità’, partecipazione già
programmata da più di un mese. ‘Il
rifiuto ha avuto conseguenze
molto positive, visto che gli
inviti si sono moltiplicati’
racconta al Barbiere Rita
Borsellino. ‘Ne sono molto contenta perché significa che c’è
una coscienza civica ben radicata. Di questi tempi di mio fratello si
parla molto…’ ‘Diciamo che è un uomo
chiacchierato…’. ‘Forse per qualcuno oggi un uomo che ‘chiacchierava molto’. Più
difficile far parlare Fabio e Antonio Cazzato, proprietari dell’emittente leccese Canale
8. Il direttore editoriale Stefano
Mencherini –che si è visto annullare il dibattito ‘Politica e informazione in campagna elettorale’ perché uno
degli ospiti, Michele Gambino,
avrebbe parlato del nuovo libro
su Berlusconi- sostiene che i titolari ‘gli hanno detto di aver ricevuto
numerose telefonate da parte di politici del Polo che premevano per
far saltare la trasmissione’. Come ragazza
del bar ho provato a contattarli telefonicamente, con risultati nulli. Che sia un elemento in più per il dibattito
‘Il Barbiere è di destra o di sinistra?’ Sta
di fatto che Canale 8 è un’emittente esplosiva in molti sensi. Circa una settimana fa
–racconta Mencherini, preoccupato per la sicurezza sul lavoro- un
faretto è scoppiato in diretta sulla conduttrice. Due
botti in pochi giorni per i Cazzato dovevano essere veramente
troppi. Tanto più che tutti, Barbiere compreso, li
perseguitano al telefono…
Una valanga di firme. Nelle prime 24 ore, già 500 colleghi
hanno sottoscritto l'iniziativa presa da alcuni Cdr, per sollecitare la
segreteria della Fnsi ad indire un referendum sul nuovo
contratto, prima che questo venga formalmente approvato. All'Ansa sono
state raccolte 100 firme nello spazio di pochi minuti. Il Comitato di
redazione, al quale in assemblea era stato chiesto di aderire
all'iniziativa, non essendo in linea con questa posizione si è dimesso. |
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