7
Settembre 2001-
Giornalisti molto profit |
Caro
Barbiere, alcune ingenue e pubbliche domande a chi ha il tempo
(purtroppo perso) e la pazienza di leggerle o rispondere:
1.)
Perchè l'ordine nazionale dei giornalisti non vieta agli iscritti
professionisti di rivestire cariche in CdA o detenere quote azionarie
rilevanti di società che non siano editoriali o quotate, visto il
numero di "colleghi" che seguono sottobanco gli uffici stampa,
ottengono consulenze o preparano pezzi per gli house organ di
aziende, enti, istituzioni dei quali poi scrivono?
2.)
Oggi se un giornalista incassa dei soldi da persona diversa dall'editore
che l'ha assunto, secondo la legge italiana, non compie alcun
reato. Non è corruzione. Allora, come mai nessuno propone di elevare la
nostra professione al ruolo di "incaricato di pubblico
servizio". Sebbene giuridicamente improprio, non sarebbe forse
questo l'unico modo per poter perseguire penalmente i
"colleghi" che incassano soldi, oboli e quant'altro?
3.)
Esiste qualche CdR che ha mai proposto in assemblea di girare
indistintamente tutti i regali che vengono recapitati ai redattori per
Natale a qualche organizzazione no profit?
Buon
Lavoro!
Gianluigi Nuzzi
7
Settembre 2001-
Attenti ai travestiti |
Beh ragazzi, vi giuro che ho riso a
crepapelle e voglio rendervi partecipi della mia ilarità. Tg 2 flash,
martedì 4 settembre. Conduce
l’ineffabile Attilio Romita. Il quale parlando dell’ultimo
attentato in Medio Oriente dice testualmente “che il palestinese si
era travestito da ebreo”. Chissà,
forse si era fatto circoncidere per l’occasione.
Mata Hari
mata_hari@katamail.com
7
Settembre 2001-
Insegnatemi a scrivere |
Ho
27 anni, una laurea in legge appena conseguita con 110/110, una bella
presenza, buona abilità nello scrivere e un'esperienza di 4 anni nella
vendita di prodotti assicurativi e nella gestione, motivazione e
formazione di un gruppo di venditori in erba.
Dopo essermi interrogata su cosa voglio fare da grande mi sono resa
conto che ciò che mi piace davvero è scrivere. Per questo ho pensato
di cercare una valida scuola di giornalismo che mi desse le basi
necessarie per buttarmi nella grande avventura.
Oltre che temeraria sono però anche piuttosto realista, quindi avrei
bisogno di una scuola che costituisca una reale buona referenza nel
mondo del lavoro giornalistico, nel caso in cui la suddetta avventura da
"scrittrice" non producesse frutti apprezzati dal grande
pubblico.
Ecco la mia domanda: - Qual'è la scuola di giornalismo che insegna
meglio a scrivere? - Quale la più impegnata ad inserire gli studenti
nel mondo del lavoro? - E per fare giornalismo televisivo, quale scuola
(se c'è) ha "agganci" con le reti nazionali - ecco la ragione
della precisazione iniziale sulla bella presenza-? Vi ringrazio
dell'attenzione e chiedo perdono per la triplice domanda, ma talvolta ho
difficoltà a coniugare chiarezza e sintesi. Buon lavoro.
Elena Perotti
7
Settembre 2001-
Anch'io voglio andare al Corsera |
L'ambizione
segreta della maggior parte dei cronisti di provincia è di poter
scrivere, un giorno, sul Corriere della Sera. E io, che vivo in
provincia, non nascondo di cullare questo sogno.
Ma come si fa a raggiungere questo traguardo? Come si diventa
"penna" del grande Corrierone? Non lo so e vorrei che qualcuno
me lo spiegasse. Certo, sono rimasto e rimango un po' stupito quando
vedo situazioni che ritengo quanto meno anomale. situazione, credetemi,
che non sono isolate.
Nella mia zona, per esempio, arriva l'edizione della Lombardia. Bene
incaricata a coprire il vasto territorio di Sondrio e delle valli
circostanti c'è una brava, giovane e soprattutto splendida collega.
Quella stessa collega che appare in diretta quasi quotidianamente su una
delle più importanti televisioni lombarde nelle vesti di cronista,
intrattenitrice e pseudovalletta (magari proprio mentre una statale
viene chiusa a causa di una frana). Tutto ciò avviene mentre io, dal
mio piccolo paese, lotto per trovare una notizia da "vendere"
alle redazioni dei grandi giornali e sogno il grande Corrierone che...
lasciatemela passare a volte, in certi casi, diventa ahimé un
Corrierino. Viva la deontologia, viva l'ordine, viva il sindacato. Viva
chi dovrebbe tutelare la categoria!
Il solito collega curioso
7
Settembre 2001-
Perche' comprare Novella 2000? C'e' Il Nuovo
in rete |
Caro Figaro, che bello tornare dalle ferie... si trovano in
rete un sacco di notizie (pensavo)! Così, per farmi un'idea delle cose
che succedono nel mondo, vado a sfogliare un quotidiano
"virtuale".
Prendiamo - a caso - l'edizione odierna (alle 13) del
nuovo.it. E resto imbambolato!
Non capisco se sono sul sito di un quotidiano di informazione
o su quello (non me ne
vogliano i colleghi!) di Novella 2000 (o Eva 3000?) o dell'ambitissimo
Dagospia, la culla del gossip "de noartri". L'home page del Nuovo,
su una ventina di titoli, riporta nell'ordine:
Spettacoli: Kidman, una notte di fuoco
Rotocalco: Basinger, fidanzata d'America
StilNuovo: Sicilia, seduzione e moda
Vita in Due: Collezionisti di sesso su Internet
OltreTutto: Sophie Ellis Bextor dalla passerella al palco del
pop
Bellissime: Viene dagli Stati Uniti Miss Italia nel mondo
Pop-up: Le più belle in Usa
La trovata: Full Monty... nel pallone, in campo senza slip
Il caso: Finto conte terrorizza le signore-bene di Napoli
Di tutto, di più. Come diceva lo slogan del Nuovo? Perché
comprare Novella 2000 che esce una sola volta alla settimana quando la
puoi trovare in rete in tempo reale?
Kato
4
Settembre 2001-
Resisti, lavoratore del service |
Ho letto
da poco l'articolo de "Il lavoratore di un service". E visto
la condizione comune, passata e presente, anche se alleviata da un
trattamento più equo (paga puntuale al 30 del mese, più diretùr dal
volto umano), scrivo e mi levo un peso.
Prima però un invito a "il lavoratore": non mollare e
sopratutto non disperare. L'articolo del collega, dunque, la Barberia mi
consenta, cade a fagiuolo. Perchè si sta riaccendendo dopo la pausa
estiva (per chi se l'è potuta permettere) il dibattito sull'articolo 18
(do you remember?) dello Statuto (fateve spiegà che dè si nun lo
sapeste), stella non marginale del firmamento della costellazione della
Flessibilità.
Stella che per la sua luminosità ha fatto registrare peana governativi
da parte di numerose "firme" del panorama editoriale
tricolore. Così questi quarti di nobiltà hanno sparato con i pezzi da
310 dalla tolda delle loro corazzate editoriali, tutti presi a parlare
di flessibilità, licenziabilità (volentieri, dico, però prima mi devi
assumere...), con nel mirino bene in vista "i piromani
sociali" (li hai chiamati tu così, caro collega Cisnetto, già
Panorama ed Il Nuovo.it).
Peccato però che chi canta spesso la virtù ha il culo al caldo e anche
parecchio parato, visto che Giulio Anselmi in un'intervista ad Italia
Oggi a luglio dovette ammettere: L'Espresso che vorrei dovrebbe essere
più giovane, con meno incrostazioni (chi? i precari? Le Co.co? Il
service?), ma al momento non è possibile.
Non è l'unico a pensarla così. E se questo accade in una testata come
L'Espresso... Ma, e mi rivolgo al Barbiere, quale è la causa del
trattamento riservato a chi lavora nei service, o in nero in redazioni
online, della carta stampata, nell'universo magno dei programmisti tv?
Contrattuale, economica o altro?
Domande che voi potreste girare ai clienti illustri (Mentana Enrico
potrebbe essere uno di questi, vista la sua lunga esperienza lavorativa)
magari da abbinare a quest'altro quesito: perché in questo Paese non si
vede mai un bell'annuncio del genere "cercasi redattore
professionista, ambosessi, per giornale-tv- agenzia-sito, trattamento da
contratto"? rispettabilemente vostri,
Un gruppo di lavoratori dell'informazione
3
Settembre 2001-
E al Tenente Colombo prometto lo strip
alla Ferilli |
Caro Barbiere
della Sera, innanzi tutto GRAZIE per tutto lo spazio che hai concesso al
mio "delirio d'amore", quasi quasi ti voglio già bene, ti
posso chiamare papà? ...
E qui la nota dolente. Leggo oggi che Andrea Pamparana ha di meglio a
cui pensare, sportivamente auguri, davanti ad un figlio depongo le
armi...una moglie non mi ferma, una moglie con pargolo sì, non c'è
competizione...com'è giusto che sia.
Ma, certo, è dura mettersi a rispodere a "botta calda",
quando l'intervista di Pennina - grazie per aver perorato la mia causa,
adorabile messaggera d'amore! - mi ha abbastanza deluso, e non per il
mirabile lavoro fatto dalla messaggera.
Comunque, un pugno di segni mi convincono a farlo: oggi è 31 agosto, il
mese finisce; l'attenzione riservatami anche dal Tenente Colombo che,
come nel miglior copione che si rispetti, mi dà la bastonata -il Pampa
tiene famiglia - eppoi la carota - la sospirata e-mail -; l'intervista
di Pennina e il triste epilogo della storia di "Milinga";
valanghe di lettere che il Pampa ritroverà nella mail quando aprirà la
posta - ti prego buttale senza leggerle, al di là dell'ironia e del
gioco c'era un pò di me là dentro per te - il mio nuovo taglio di
capelli...tutto mi esorta all'ultimo canto a conclusione del dramma...
Ma non so nuotare, il lago lo odio, dunque non farò la fine del cigno!
Pampa non temere, non mi troverai appostata all'angolo del palazzo dove
abiti in una buia notte con l'impermeabile...certo che 'na fede te la
potevi pure mettere però, oggi una povera donna come deve fare per
capire se l'uomo per il quale decide di combattere contro altre sei
donne - la dura legge della statistica - è già stato marchiato o no?
Mariangela
Quasi
dimenticavo. Mantengo cio' che prometto. Devo al Tenente Colombo uno
streap-alla-Ferilli, mi faccia sapere quando è il suo compleanno! p.s.
non tema, se ho azzardato tanto è perchè me lo posso permettere.
Odaliscamente…
Mariangela
3
Settembre 2001-
Che male c'e' se ti raccomanda Pillitteri? |
Egregi,
ho letto l'intervista in cui Andrea Pamparana spiega che diventare
giornalista, per un figlio di giornalista, è senz'altro più semplice.
E se non si è figli di giornalisti? Ci sono altri modi. E comunque,
prima o poi, la raccomandazione ('raccomandazione' non è per forza un
termine negativo, anzi) è sempre utile.
Raccomandazione di politici, per esempio. A me risulta che Pamparana
abbia avuto un grande aiuto da Paolo Pillitteri: me l'ha detto lui (Pillitteri)
e l'ho anche scritto in un paio di libri.
Tra l'altro non ci vedo niente
di male. Ne avrei accettate anch'io, di raccomandazioni da Pillitteri,
se quando lo conobbi ne avesse avuta possibilità. Cordiali saluti, e
raccomandazioni per chi ne ha bisogno.
Filippo Facci
3
Settembre 2001-
Mollica, quand'e' che ti concederai una
stroncatura? |
Mollica
dal Festival di Venezia di informa che la Kidman non solo è molto bella
(ma dai?), ma che è anche disponibile a parlare con la "gente
normale", molto poco diva e che non vuole parlare del suo divorzio
con Cruise.
Sono notizie importanti, perbacco. Sui film schifosi in genere Mollica
si sofferma poco, ma su quelli a suo giudizio belli, il 90% di quelli di
cui ci parla, sono sempre salamelecchi, paroloni, aggettivi che vanno
dal "bellissimo" al "fantastico" ad "una grande
prova di regista/attore".
Gli attori sono sempre belli, simpatici e alla mano, la
"cornice" del Festival invariabilmente favolosa, le presenze
di "alto livello". Evviva quindi il paese di Bengodi, dove
anche nel cinema non c'è mai una cosa che sia fuori posto, mai un
attore stronzo, mai un'attrice che se la tira, mai uno che dica quanto
guadagna.
E' il Paese di Mollica, sempre uguale da dieci anni (veni?), specchio
fedele del paese delle chiappe, delle Letterine e dei telequiz. Una zona
franca dove tutto è bello, principesco, favoloso e naturalmente
"con una grande cornice".
Si dirà: ma lui parla di cinema, è materia d'evasione, cosa vuoi che
dica? L'evasione va bene, purchè non diventi evasione mentale,
sonnifero per il cervello: da quando sento Mollica in TV (anni ed anni)
di lui ricordo solo servizi con aggettivi positivi, mai una critica, mai
una incazzatura, mai una stroncatura decisa, di quelle che ti attirano i
fulmini.
A parte questo particolare trascurabile, per uno che dovrebbe essere
"critico" cinematografico e non solo "incensatore"
cinematografico, a parte questo mi chiedo davvero se non ci sia un modo
diverso di presentare divi, divette, amanti , presenzialisti e
baldracconi al seguito.
Al David Letterman Show la Kidman è stata seriamente messa in
imbarazzo:"come va il tuo divorzio? E Cruise? Avrete problemi col
figlio?" e via così, con domande non certo da premi nobel, ma che
almeno hanno messo in dfficoltà un'attrice altrimenti sempre presentata
come bellissima, favolosa, ecc.
Caro Mollicone, quand'è che vedremo anche da te domande insidiose, da
critico cinematografico? Quand'è che al paese di Bengodi/Mollica
contrapporai il paese reale? Quand'è che vedremo un attore che alle tue
domande si incazza, anzichè ridere complice delle tue banalità?
Quand'è che lascerai le "fantastiche cornici" per farci
vedere il codazzo di gente inutile, di scrocconi, di faccendieri ed
anche di incompetenti che gira nel cinema? Possibile che siano tutti
bravi, competenti, professionali? Davvero non ci sono cialtroni?
Almeno una volta, ti prego, chiedi a qualcuno dei tuoi tanti
intervistati quanto guadagnano, come fanno a fare film impegnati e poi
comprarsi la villa ad Hollywood. Chiedi almeno una volta, ti prego, se
hanno la percezione che esiste un mondo reale, al di là della
"fantastica cornice" o se veramente la realtà è fatta di
lusso, Letterine e telequiz miliardari.
Enrico M. Ferrari
31
Agosto 2001-
Vogliamo sapere chi delira |
Non
ho nessuna voglia di sfogarmi. Vi invio, invece, questa mia per chiedere
la vostra collaborazione in un caso che ha coinvolto tutta la redazione
in cui lavoro.
Io sono rappresentante del Comitato di redazione del Messaggero
Veneto di Udine e ieri ho avuto modo di leggere quella spaventosa
mail lanciata in rete sul vostro sito (intitolata Il
delirio corre in rete) e inviata, a quanto pare, da un giornalista
del Messaggero Veneto al sito Quotidiano.net
In pratica la persona in questione chiedeva al direttore del sito di non
tenere in considerazione il curriculum inviato da una persona che lavora
da noi, ma piuttosto di prendere in considerazione un'altra persona.
Il tutto condito con disgustosi apprezzamenti e critiche sui due
colleghi in questione che, avrebbero tutto il diritto di ricorrere alle
vie legali. Poichè, come è facile immaginare, la vicenda sta
sollevando molte critiche e polemiche, anche per favorire un chiarimento
e un confronto al nostro interno, vi chiederei, se possibile, ricevere
una copia dell'originale. Grazie e cordiali saluti
Chiara Carella
Cara
Chiara, come puoi immaginare, prima di pubblicare quella storia abbiamo
fatto severi controlli. Il presunto autore della mail, da noi
interpellato, e’ caduto dalle nuvole e ci siamo convinti che anche lui
e’ stato vittima di uno scherzo di cattivo gusto.
Pertanto, non riteniamo corretto rendere pubblico l’originale. Sara’
la persona in questione (che certamente leggera’ queste righe), se
vorra’, a spiegarti come sono andate le cose. Certi che capirai, ti
salutiamo.
Bds
31
Agosto 2001-
Enrico, il cornetto ti aspetta |
Lo
vogliamo chiudere, questo caso Pamparana??? Anch'io ho conquistato
Mentana (che magari in questi giorni avrà pure concepito ulteriori
figli...), ma mica gli rompo le scatole in continuazione...
Stavo per chiamarlo sul suo numero privè per sapere cosa c'è di vero
in quanto scritto da Libero (megadirettore da promoveatur ut amoveatur),
ma ho una dignità...aspetto mi chiami lui.... Enrico chiama, c'è
sempre un cornetto per te.
La ragazza del bar
31
Agosto 2001-
Ricicliamo Newsweek |
Caro Barbiere, che magnifico esempio di giornalismo
quello offerto lunedì 27 agosto dalla Repubblica. Una pagina intera di
intervista a Giorgio Armani strillata anche in prima pagina.
Peccato che si tratti di un pezzo riciclato dal settimanale americano
Newsweek. Troppo difficile per uno dei 400 giornalisti della Repubblica
alzare il telefono (o i tacchi) per intervistare Armani e offrire ai
lettori qualcosa di meno americano del pezzo di Newsweek?
Mario Rossi
28
Agosto 2001 - I Black Blockers della
notizia |
E
no, caro Figaro, almeno questa volta non
sono d'accordo con te. Un movimento di "belli, buoni e
bravi" (ragazzi, s'intende) e dei capi vuoti, ammalati di
protagonismo e inadeguati (i vari Casarini e Agnoletto)?
No, è troppo facile, così. Che colpa hanno, il medico Agnoletto e lo
"studente" Casarini? Di aver rilasciato la centesima
intervista al centesimo giornale? E cosa fa, quel giornale, nella
fattispecie?
In nessun giornale un caposervizio o un caporedattore chiama un
giornalista, un inviato, chessò, magari un semplice redattore e gli
chiede "Rossi, perché non scopriamo chi sono questi ragazzi, cosa
pensano, che posti frequentano, anche come si vestono e che musica
ascoltano, ma soprattutto che idee hanno e cosa vogliono fare, da
grandi?".
E infatti ancora non ho letto di un giornalista, dicasi uno, uno
solo, che chieda loro: ma tu, da grande, cosa vorresti fare? il missionario
postcomunista? il rivoluzionario di professione? l'agente in
missione speciale per conto della lotta alle multinazionali? l'hacker?
lo squatter? il cyberpunk? il commerciante equo e
solidale?
Oddio, certo delle mini-eccezioni le ho scovate. L'inchiesta del
"manifesto" (di parte, ma inchiesta) sulle città del Genoa -
e oramai Italy - Social Forum (Bologna, Padova, Milano, almeno quelle
che ho letto), un paio di pezzi-interviste (ma fatte bene, dando il
giusto peso all'intervistato, al Casarini di turno) di Pivetta e Sansonetti
sull'Unità, un paio di articoli-ricostruzione delle diverse e a volte
contraddittorie anime del movimento nato a Genova fatte da Ravelli su
"Repubblica".
Punto. Per il resto, un pianto. Agnoletto, ci dica, manifesterete nelle
piazze o in uno stadio, a Napoli? Casarini, la Lega e Taormina la
vogliono in galera, lei cosa risponde? Caruso, manderebbe di
nuovo dei bossoli di pallottola al ministro Scajola?
Cavoli, che domandone. Complimenti, colleghi. Continuate così,
fateci del male. E tu, Figaro, prima di attaccare il povero Casarini -
un giovanotto di 34 anni sovrappeso, ancora lontano dalla laurea e già
con la faccia del vecchio - rileggiti "la Stampa" di venerdì
20 luglio, pagine interne, articolo di taglio. Titolo, "Luca dalle
Bande Nere". Autore, Aldo Cazzullo (uno bravo, e
cazzuto, di solito).
Foto a corredo del pezzo due: Giovanni dalle Bande Nere, mica quello
vero, però, quello dell'omonimo - e bellissimo - film di Olmi, e
quella di Luca Casarini, appunto, il leader. Descritto come un'eroe medievale,
un cavaliere senza macchia né paura, un condottiero saggio e un po'
triste, raccontato persino nei particolari della vestizione che precede
la battaglia.
Bardato di scudi, casco e parastinchi, accolto con ovazioni
da stadio dai suoi cavalieri e arimigeri di ventura, colonna sonora l'overture
del Guglielmo Tell. Sòrbole. Un peana. Poi, nel pomeriggio del giorno
medesimo, c'è scappato il morto. O meglio, c'è rimasto, il morto, sul
selciato. In un lago di sangue, riverso (ma perché i morti, ai
giornalisti, scappano sempre?, come dice Sofri. Mai che restino lì,
freddi, stupefatti).
E Casarini è diventato un mostro da rinchiudere, un pazzo da
internare. Agnoletto, non ne parliamo. Un poveretto, che fa anche rima.
Potenza della grande stampa, del gran circo Barnum della notizia: oggi
negli altari, domani nella polvere.
Certo, quei due ragazzotti di Agnoletto e Casarini hanno perso
tutto, compreso l'onore, a differenza di Francesco I alla battaglia di
Pavia (chiselaricorda? chiedere, anche qui, nelle redazioni? che ne
dici, Figaro?) mentre invece i media italiani l'hanno
mantenuto, l'onore, a Genova?
Certo, dei giornalisti sono stati picchiati. Dispiace, eccome. E
gli altri, invece?
Nelle
loro comode redazioni, pronti a pontificare, a trinciare
giudizi, a promuovere e bocciare, a gettare nel fango o consacrare
sull'altare portavoci, ministri, leader di un giorno o di un movimento
intero.
Tanto che importa, oggi è Genova, domani sarà un'altra città. C'è un
altro morto? Trenta righe, in cronaca, Busdazzi. E mi
raccomando, niente commenti. Per quelli abbiamo già appaltato un bel
commento a Merlo.
Terroristi, brigatisti/ Siete nella lista dei Nuovi arrivisti. Fate
largo, sono in arrivo i black bloc della notizia. Hanno deciso di
spaccare tutto, anche la faccia (pulita o meno) di alcuni poveri cristi
che hanno il solo torto di ritrovarseli ad ogni angolo, cattivi,
affamati di sangue e di scoop, privi di scrupoli e a volte
di pensieri. Propri, s'intende.
Che di comandi - e ordini - altrui, invece, magari anche dietro lauto
compenso, hanno le tasche (e le penne) piene. Solo che, a volte, anche
le parole sono pietre.
Tersite
28
Agosto 2001 - E se fosse solo stato bravo il portiere? |
Caro
Barbiere, perchè Rigore ha chiuso?
Poteri forti? Informazione che disturbava? Poca pubblicità? Secondo me,
lettore fin dal primo numero del settimanale, Rigore ha chiuso perchè
non era più un bel giornale. Dopo i primi due mesi, il calo non è
stato fisiologico ma critico.
Conosco tanti rigoristi pentiti che avrebbero continuato a non avere
paura di tirare un calcio di Rigore se solo lo avessero trovato
interessante. Non che Teotino e soci non sappiano fare il mestiere. E'
che l'entusiasmo iniziale è andato via via scemando.
Resta un dubbio: hanno sbagliato loro a calciare o è stato bravo il
portiere?
Giuseppe Simone
giuseppesimone@yahoo.it
27
Agosto 2001 - Gia' un po' passatelle |
Buongiorno,
riporto quanto riferito in una lettera comparsa sul sito
www.italy.indymedia.org.
Ieri
notte verso mezzanotte e mezza stavo seguendo l'edicola del Tg4.
Evidentemente l'ordine "di scuderia" per i giornalisti di Fede
è quello di difendere le forze dell'ordine di fronte a tutto. Ebbene,
nel riferire delle indagini sui carabinieri che avrebbero compravenduto
delle bambine africane , fra i dodici e i quindici anni, e con le stesse
avrebbero organizzato delle orge, il giovane (ma già bene inquadrato)
giornalista si è premurato di precisare (anche se nessuno glielo aveva
chiesto) che "una cosa sono dodici anni in Italia, una cosa in
Africa: là sono già considerate delle donne mature".
Vi posso giurare che è vero. Fate girare questa storia, per favore.
Qualcuno è in grado di verificare? Segnalo, comunque, il link del sito
su cui appare questa denuncia. http://italy.indymedia.org/front.php3?article_id=16264&group=webcast.
Saluti
23
Agosto 2001 - Veditela con Tonino |
Buongiorno,
sono una studentessa di Relazioni Pubbliche dello IULM di Milano e sto
facendo una tesina per il corso "Teoria e Tecniche del Linguaggio
Giornalistico" sul comunicato stampa e sui criteri di notiziabilità,
ovvero quali caratteristiche dovrebbe avere un comunicato per essere
pubblicato.
Potete aiutarmi sull'argomento? Ho avuto delle difficoltà nel reperire
materiale sulla storia del comunicato stampa e sul meccanismo del
gatekeeping. Qualsiasi informazione e aiuto che potrete darmi sarà da
me notevolmente apprezzato.
Ringraziando
per la vostra disponibilità, porgo Cordiali Saluti
Perche’ non mandi una mail a Antonio Bettanini? bettacom@iol.it
Bds
23
Agosto 2001 - Se la cantano e se la suonano |
Giornalisti
che intervistano giornalisti. Due giornali a caso della mazzetta: sulla
Stampa Mario Baudino intervista Paolo Murialdi; sul Corriere della sera
il colmo: un giornalista (Michele Brambilla) intervista un altro
giornalista (Eugenio Scalfari) a proposito di un terzo giornalista
(Indro Montanelli). Continuiamo così, facciamoci del male.
Mario Rossi
23
Agosto 2001 - L'inglese non e' difficile |
L'inglese
non è una lingua complicata, ma a volte tende dei tranelli. Soprattutto
per chi non la conosce bene. Così oggi leggo
sul Wall Street Journal che "a Us consumer group, alarmed by a
spate of deaths and hospitalizations, is pushing federal regulators to
boots the warnings on the widely used class of cholesterol-lowering
drugs".
Il significato è chiaro:
l'associazione Public Citizens sta premendo per un'azione della Fda.
Ieri ha inviato un esposto all'organismo regolatore ed ora attende una
risposta. Ma cosa leggo su "Il Nuovo"? Che la Food and Drug
avrebbe già accolto l'istanza e avrebbe già dichiarato pericolosi i
cinque farmaci incriminati!!!
In tempo record, devo dire, a sole 24 ore di distanza dall'azione della
lobby. Peccato che sul sito della fda (www.fda.org),
il puntuale servizio stampa non dia notizia di una simile importante
decisione. L'inglese non è una lingua complicata. Basta studiarla.
Anche online si possono trovare ottimi corsi....
Un amico
23
Agosto 2001 - Il caso Milingo |
Per
la signora Milingo, una sentenza senza processo La tendenza ricorrente
in molta stampa italiana ad affrontare i problemi «sub specie
televisiva», ha spinto parecchi cronisti a parlare di una «telenovela»
a proposito della vicenda di mons. Emmanuel Milingo.
La questione è invece molto seria e drammatica, sotto vari profili. Uno
è quello ampiamente ricordato, secondo cui i timori (che hanno spinto
la Chiesa a non condannare automaticamente il monsignore e a dialogare
con lui, convincendolo a ritornare sulla retta via), sono legati a
problemi esistenti nel clero africano: rifiuto del celibato, riti più o
meno magici di guarigione.
L'altro è quello più complesso, e mai approfondito, inerente
all'interpretazione che, della vicenda stessa, è stata data circa la
validità o meno del matrimonio di monsignor Milingo. «Stricto iure»,
è un matrimonio che non esiste.
Ma ciò non significa nulla, per chi dovrebbe ricordare quanto sta
scritto: non è l'uomo fatto per la legge, ma la legge per l'uomo. In
tutta questa storia, Milingo non è solo: fidanzato (con «promessa
solenne»?) o sposato, il vescovo è finito in questo mare di guai
assieme ad una donna.
Chi ha tenuto conto della duplicità di aspetti della questione? La
macchina burocratica curiale del Vaticano ha convinto Milingo a
comportarsi diversamente da quanto lui stesso aveva dichiarato alla
stampa (sostenendo di dover ascoltare l'altra parte contraente, quella
donna che lui in quel momento riteneva di avere sposato, e che quindi
considerava sua «moglie»).
Poi l'atteggiamento di Milingo è cambiato. Alla sua libera personale
opinione (giusta o sbagliata che fosse), è subentrata l'interpretazione
ufficiale, sulla giurisdizione della volontà: tu non puoi aver scelto
di sposare «quella» donna, perciò ella non ha nulla che vedere con
te. E se il monsignore anziché sposarsi con rito considerato
illegittimo, avesse invece celebrato nozze riconosciute da qualche
Stato? Tutto sarebbe andato allo stesso modo, oppure la scomunica
sarebbe stata immediata?
La vicenda di monsignor Milingo è stata ridotta, machiavellicamente, ad
una questione di forma. Si è dimenticata la sostanza, quella realtà
che, secondo il Vangelo, dovrebbe prevalere nei giudizi; e si è
deligittimata e ridicolizzata la signora Milingo, parte soccombente in
un processo che avuto la sentenza senza alcun dibattimento: chi ha
infatti ascoltato le sue ragioni?
Tommaso Tamari
23
Agosto 2001 - Fiondarsi o non fiondarsi? |
Caro
Barbiere, sono Federico, ho 20 anni e collaboro con una testata
nazionale. La mia collaborazione consiste nell' "invio di
elaborati" via e-mail, ma il mio desiderio è quello di fare la
vita di redazione, vedermi assegnare dei compiti, naturalmente senza
pretendere di essere assunto da un giorno all'altro.
Che dite: potrei fiondarmi in redazione in qualità di collaboratore e
chiedere di poter "dare una mano"? O è meglio di no? In altre
parole: fino a quanto si può "estendere" il ruolo del
collaboratore nella redazione di un giornale? Grazie mille.
Federico capone@mbox.thunder.it
Fiondati, fiondati…
Bds
23
Agosto 2001 - Un po' di attenzione, please |
Lettera
inviata alla Repubblica il 21 agosto Scusatemi, ma non resisto più.
Ogni giorno sul vostro giornale (e anche su altri, ma sul vostro di più)
è pieno di frasi tipo "vicino Roma", "vicino
Milano". Ma lo sapete o no che in italiano - finché non cambiano
le regole - si dice e si scrive "vicino a Roma", "vicino
a Milano"?
Il colmo oggi a pagina 25 sul pezzo di Cinzia Del Maso con un
"vicino L'Aquila" nella seconda riga e in uno dei sommarietti.
Qui si doveva dire, e scrivere, "vicino all'Aquila", perché -
già che ci siamo - la preposizione diventa articolata. Non si dice,
insomma, a L'Aquila, ma all'Aquila. Già che ci siamo: scrivete spesso
anche "il pneumatico", "i pneumatici". Si dice, e si
scrive, "lo pneumatico", "gli pneumatici". Per
cortesia, un po' di attenzione.
23
Agosto 2001 - Il fantasma di Lc |
Vergogna!
Sto leggendo con interesse su Dagospia il resoconto fatto da Marco
Travaglio delle intercettazioni al telefono di Adriano Sofri subito dopo
il suo arresto. Non ne viene fuori un quadretto proprio edificante di un
mondo dell'informazione che si autodefinisce libero (ma ci crede?) e poi
si coalizza insieme a esponenti politici per organizzare la difesa di un
arrestato.
Migliaia di detenuti innocenti quanto Sofri mi pare non abbiano lo
stesso privilegio (ma poi, comunque, sarebbe giusto?). Mi stupisce
soprattutto che voi del Barbiere sempre cosi attenti a quello che
succede nella vostra professione non abbiate, insieme ai vostri lettori,
affrontato l'argomento. Forse il fantasma di L C fa paura anche in
bottega?
Cordialmente vostro
23
Agosto 2001 - Il caldo fa brutti scherzi |
E'appena
passato ferragosto. Fa caldo. Un caldo tremendo. Nonostante tutto però
trovo la forza per sfogarmi con l'amico Figaro in merito a ciò che ho
visto (incredulo!) durante il TG3 regionale del Piemonte nell'edizione
serale del 16 agosto.
Verso la fine del TG il conduttore ha lanciato un servizio così
confezionato: musica, immagini di fiumi, torrenti, rivoli, cascate,
ancora e solo musica e acqua per almeno due minuti e mezzo. Non una
frase. Non una parola. Al rientro il conduttore ha commentato: "In
questo caso l'acqua non è matrigna ma benigna. Il TG termina qui
arrivederci a domani"... Mi sono dato uno schiaffetto in faccia per
capire se ero sveglio o stessi sognando. Ero sveglio e sogno un
giornalismo diverso. Buoni scampoli d'estate a tutti,
Il solito giovane collega curioso
13
Agosto 2001 - Chi fa tardi su Internet |
Caro Barbiere, ho notato che,
abbastanza spesso, diciamo pure mediamente due sere sì e una no, la Repubblica
arriva on line, con la sua edizione nazionale, già verso l'una e mezza
di notte quando ancora, nelle città non metropolitane, non è in
edicola.
Una bella lezione ai giornali che su Internet non ci sono, come Il
Giornale e Libero, Il Corriere dello Sport e Tuttosport, i giornali che
on line arrivano solo, in maniera completa, dalle 14 (il Gazzettino di
Venezia), o da mezzogiorno, quelli del gruppo Finegil, più il
Messaggero e Il Mattino e anche a quelli che, per ragioni tecniche, on
line arrivano verso le 10.
Un lettore di giornali su Internet
8
Agosto 2001 - Foggia ha sete ma i giornalisti
non lo sanno |
Spett.le
Redazione del Barbiere della Sera, volevo sensibilizzare la vostra
opinione di giornalisti verso un problema che radio, tv e stampa stanno
praticamente ignorando: l'EMERGENZA IDRICA della Provincia di FOGGIA.
Sono
mesi ormai che siamo in ginocchio e le nostre autorità non fanno altro
che palleggiarsi il problema....Mentre le regioni a noi vicine buttano
la loro acqua in mare la provincia di Foggia è in ginocchio: riserve
PROSCIUGATE, centinaia di aziende agricole sull' orlo del FALLIMENTO....
Tutto
cio lo potrete constatare anche dall'appello che sta facendo la
provincia di Foggia in questi giorni: http://hermes.provincia.foggia.it/acqua/default.htm
Spero
vivamente che qualcuno di voi prenda a cuore il nostro problema....In
casi come questi di DISPERAZIONE solo la STAMPA puo dare voce ai nostri
problemi. Cordiali
Saluti
Michele Rampino
8
Agosto 2001 - Enzo Biagi. Sei fazioso su Fazio |
Caro Barbiere,
Quanta superficialità, quanta gratuita faziosità, quanto
stupefacente livore nello Strettamente personale di Enzo Biagi sul
Corriere della sera del 26 luglio.
Ma come si fa a ironizzare, a proposito delle parole di Fazio in
commissione alla camera sulle responsabilità dei governi della passata
legislatura in materia di politica economica, fiscale e previdenziale,
che «Il centrosinistra ha fatto soffocare l'Italia e mentre ne
soffocava il legittimo e naturale sviluppo, il dottor Fazio assisteva
sgomento, senza fare un gesto clamoroso di denuncia o di protesta.
Non dava le dimissioni perché, come avvertiva il probo Paolo Grassi,
qualche volta le accettano». I casi sono due: o il signor Biagi pensa
davvero ciò che scrive, e allora dimostra tutta la sua ignoranza
(dov'era il cronista Biagi negli ultimi sei anni, ogni 31 maggio, giorno
delle considerazioni finali del governatore, quando Fazio denunciava
aspramente le mancate riforme previdenziali, sanitarie, fiscali e
l'eccessiva spesa pubblica?
Vada, Biagi, a rileggersi i resoconti pubblicati ogni 1° giugno dal suo
giornale); oppure il signor Biagi non pensa ciò che scrive e allora,
forse, sarebbe meglio che smettesse di fare il mestiere di giornalista.
Perché piegare la realtà alle proprie convinzioni o alle proprie
convenienze del momento, e poi spacciarla ai lettori per verità
rivelata, non è affatto un bell'esempio di onestà intellettuale né di
deontologia professionale.
E poi: perché evocare le dimissioni di Fazio? Cosa c'entra la
Banca d'Italia, custode della politica monetaria e bancaria, con il
governo, artefice della politica economica e fiscale? Davvero Biagi
pensa che il governatore di Bankitalia sia una specie di ministro del
Tesoro? Cordiali saluti
Mario Rossi
8
Agosto 2001 - Un bel po' di domande senza risposta |
Accidenti!
siete tornati da più giorni e io non me ne ero accorta, impegnata
com'ero a navigare per altri siti o altri lidi, dove la discussione
ferve. un po' di aggiornamenti per recuperare:
Reporter
Sans Frontière ha
scritto una dura lettera a Berlusconi e Scajola.
Nessuna risposta. C'erano gli osservatori, a Genova,
adesso RSF, col loro lavoro e con le testimonianze, anche di medici e
avvocati, sta conducendo un'inchiesta e compilando un dossier,
è in rete e aggiornato.www.rsfitalia.org
L'International
Federation of Journalists appoggia
le proteste per il comportamento brutale delle forze di polizia delle
diverse federazioni nazionali, compresa la Federazione Nazionale
della Stampa Italiana.
L'IFJ ha consigliato ai giornalisti di non consegnare il proprio
materiale alla Procura di Genova. La FNSI ha scritto ai presidenti
di Camera e Senato e a Scajola. Nessuna
risposta. Finora è arrivata solo una risposta tutta interna,
cioè un grande scontro politico che non vorrei si fosse risolto con la
rimozione di un paio di funzionari, ha commentato Serventi Longhi. Non
pensa che il rapporto fra informazione e politica sarà facilissimo, in
questa fase. Teme che siamo solo all'inizio.
www.ifj.org
www.fnsi.it
Questa
non è un'associazione, ma un'istituzione: l'OSCE. Il
responsabile per la Libertà dei Media, Freimut Duve,
ha scritto il 27 luglio al Ministro degli Esteri Ruggiero.
Non una lettera, ma una lista di domande:
·
Why did several police officers try to misrepresent themselves as
journalists?
·
Why was a legally established alternative media centre run by
Indymedia raided during the night, with police allegedly beating up and
detaining several journalists, seizing photographs and video footage of
earlier police actions?
·
Why were several journalists assaulted by the police resulting in
bodily harm, among them two British journalists: John Elliot and Mark
Covell, who, according to BBC Radio 4, suffered a punctured lung, broken
ribs and internal bleeding and is still recovering in a hospital?
·
Why were those arrested denied counsel?
·
Why were shouts by some journalists that they represent the media
ignored by the police?
·
Mr.Duve definisce "molto serio" ciò
che è successo a Genova. Il Ministero ha telefonato all'OSCE per
confermare di aver ricevuto la missiva, per la risposta bisognerà
aspettare che ci siano elementi sufficienti. Ma almeno all'OSCE
bisognerà rispondere. www.osce.org
Non
dimentichiamo il lavoro di Amnesty International, e naturalmente il
lavoro del Genoa Social Forum.
La
ferma condanna dei pestaggi, eseguiti per la strada o in luoghi chiusi,
di cui sono numerose e drammatiche le testimonianze, del sequestro di
mezzi e materiali, del detestabile costume dei poliziotti di mascherarsi
da giornalisti, e soprattutto dell'irruzione all'Indymedia Center, è
unanime. Risposte, ancora nessuna. Ricordo
anche che c'è uno speciale di Rai 2 che ancora attende la messa in
onda, opportunamente stoppata.
Curiosa
1
Agosto 2001 - Berlusconi, c'è posta per lei |
Committee
to Protect Journalists
330 Seventh Avenue, New York, NY 10001 USA
Phone: (212) 465-1004 Fax: (212) 465-9568 Web: www.cpj.org
E-Mail: info@cpj.org
August 2, 2001
Prime Minister Silvio Berlusconi
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi
Piazza Colonna, 370
00187 Rome, Italy
Via Facsimile: (06) 6798648
Your Excellency:
The Committee to Protect Journalists (CPJ), an independent organization
dedicated to the defense of press freedom around the world,
strongly condemns the brutal attacks by police officers and
demonstrators on journalists covering the Group of Eight (G-8) summit of
the world's industrialized nations in Genoa from July 20 to July 22.
We are also gravely concerned that official Italian orders
compelling media outlets to turn over photographs and audio/video tapes
of the violence will further jeopardize the safety of journalists and
the integrity of the
profession by forcing them to act as police informants.
According to international press reports and CPJ's own research, police
officers were responsible for the greatest number of attacks on
journalists covering the anti-globalizations protests during the summit.
Police officers
beat a number of journalists on July 20:
· Sam Cole, a Rome-based producer for The Associated
Press (AP) Television News, was clubbed and suffered a head injury;
· Timothy Fadek of the GAMMA Press photo agency was
flung to the ground and beaten extensively, AP reported;
· An AP Biscom news agency journalist, whose name has not
been disclosed, was beaten even after he showed officers his press
credentials and identified himself as a member of the press.
We continue to investigate a number of reported attacks on Italian
journalists that have surfaced in the European press.
At around midnight on July 21, police raided two buildings occupied by
the Genoa Social Forum, an umbrella group of anti-globalization
organizations.
The Independent Media Center (IMC - www.indymedia.org
<http://www.indymedia.org>),
which helped many independent journalists file stories about the
demonstrations, was based in one of the buildings. The police, who were
allegedly seeking violent demonstrators, ransacked the IMC and searched
the premises for film and photographs, Agence France-Press reported.
Along with numerous activists, Italian police beat several independent
journalists and IMC members who were in the buildings at the time of the
raid.
Michael Gieser, a Belgian journalist, suffered facial cuts when he
was
beaten as he lay on the ground, and Philipp Stein, IMC
member and journalist from Berlin, was struck when he implored
officers to stop the violence, according to Agence France-Presse.
Violent demonstrators were also responsible for a number
of assaults on journalists during the summit, according to international
press reports. On July 20, for example, Jérome Delay, a
Paris-based photographer for The
Associated Press, sustained a fractured rib when a demonstrator struck
him with a metal bar. On July 21, a group of militant anarchists
attacked journalists and television crews from Germany and Japan, the
London-based
Independent reported.
CPJ has also received troubling reports that police officers masqueraded
as journalists during the summit, thereby endangering all journalists.
We strongly encourage a thorough investigation into these allegations.
Initially, Your Excellency dismissed domestic and
international calls for investigations into the incidents. But on Monday,
July 30, the Italian government agreed to open a parliamentary inquiry
into allegations of police
misconduct. In addition, British foreign secretary Jack Straw has
received confirmation "at the highest level" that the Genoa
Public Prosecutor will investigate allegations of police brutality,
according to the The Times of
London.
The Interior Ministry also opened an internal investigation, consisting
of three parts: allegations of police brutality during the protests; the
raid on the Genoa Social Forum; and alleged abuses in the detention
cells of the
Bolzaneto police station.
CPJ remains very concerned that Italian authorities have not
specifically addressed reports of police brutality against journalists.
Moreover, CPJ is troubled that prosecutors have ordered media outlets to
turn over photographs and audio/video tapes of the Genoa street violence.
Reuters, The Associated Press, Agence France-Presse, and Italy's RAI
state
television network have all received such orders during the last 10 days,
Reuters reported.
Italian law, which allows prosecutors to issue such mandates, does not
allow for appeals to the judiciary and imposes stiff penalties
on journalists who do not comply. By forcing journalists to act as
police informants, the law
severely jeopardizes journalists' safety and credibility.
As a nonpartisan organization of journalists devoted to defending press
freedom worldwide, CPJ is deeply disturbed at this arbitrary and
brutal treatment of journalists covering the Genoa summit. We call on
Your Excellency to ensure that any demonstrators and police officers
found to have attacked journalists are prosecuted to the fullest
extent of the law.
We hope you will keep us informed about the progress of the
investigations. Thank you for your attention to this urgent matter. We
await your reply.
Sincerely,
Ann K. Cooper
Executive Director
cc:
Ferdinando Salleo, Italian Ambassador to the United States
William Pope, Deputy Chief of Mission of the U.S. Embassy in Rome
American Society of Newspaper Editors
Amnesty International
Article 19 (United Kingdom)
Artikel 19 (The Netherlands)
Canadian Journalists for Free Expression
Freedom Forum
Freedom House
Human Rights Watch
Index on Censorship
International Center for Journalists
International Federation of Journalists
International PEN
International Press Institute
Lorne W. Craner, United States Assistant Secretary for Democracy, Human
Rights, and Labor
The Newspaper Guild
The North American Broadcasters Association
Overseas Press Club
Reporters Sans Frontières
Mary Robinson, United Nations High Commissioner for Human Rights
The Society of Professional Journalists
World Association of Newspapers
World Press Freedom Committee
1
Agosto 2001 - Ivan for president |
Scusate,
forse arrivo tardi.... ma vi scrivo per supplicarvi di pubblicare ancora
cose scritte da Ivan
Denisovic. Uno che scrive così non può tenersi per sè quello che
produce la sua mente... daaaaaiiiii: convincetelo..........
pleaseeeeeeeeee
Un addetto stampa sc.......ta causa caldo e causa lavoro piatto
13
Luglio 2001 - Ma in pensione io ci voglio andare |
Caro Barbiere, non sono un giornalista, ma apprezzo
molto il vostro sito. Ho deciso di scrivervi perchè ho trovato
decisamente disgustoso il servizio del Tg 5 delle 20 di ieri sul
provvedimento del Governo in tema di abolizione del limite dell'età
pensionabile.
La notizia era accompagnata da un commento ultrapositivo e
venivano indicati come esempio di longevità lavorativa il
presidente Ciampi, Gianni Agnelli .etc. Con tutto il rispetto
dovuto ai personaggi succitati, mi sembrerebbe più giusto chiedere a
chi fa l'operaio in fabbrica o il muratore , se se la sente di
continuare a stare alle presse o sulle impalcature oltre i 65
anni.
Mio padre, che lavorava in acciaieria,
non vedeva l'ora di andare in pensione.... Mi chiedo se chi ha la
responsabilità di trasmettere determinate notizie a milioni di persone abbia talvolta la maturità di pensare che
di fronte allo schermo c'è
anche chi non vuole essere preso per i fondelli. Cordiali saluti.
Carlo Anaclerio/ Bologna
13
Luglio 2001 - Nulla di piu' inedito del già pubblicato |
Caro Barbiere, nulla è più attuale della carta stampata.
Questo devono aver pensato nella redazione di Sette. Sul numero di
questa settimana ho difatti trovato un servizio di Luigi
Ippolito, dal titolo
"Russia, i bambini di Putin alla scuola della guerra",
corredato dalle foto di
Dimitri Beliakov, dell'Agenzia Rex.
Nell'articolo si parla del "campus" di Cascata, dove
giovanissimi ragazzini
(ambosessi dell'età di 12-16 anni) vengono addestrati alle tecniche militari più varie e disparate, per costruire una
sorte di potenziale
serbatoio di reclute per l'esercito russo.
A parte qualche imprecisione, visto che a parer mio il berretto rosso
attribuito alle truppe speciali del ministero dell'Interno, (che
non si dice essere noti
come Omon) in realtà è color lampone ed è degli
Spetsnaz, le truppe speciali dei tre eserciti russi, (Difesa,
Interni e Fsb, ramo interno
dell'ex Kgb), il servizio mi ricorda in modo
impressionante un altro pezzo apparso su D di Repubblica quasi un
anno orsono, sullo stesso
argomento e con foto identiche (vedi i ragazzini
in mimetica e carapintadas in mezzo a un fiume), di cui però non
ricordo l'autore.
Convinzione aumentata leggendo l'intervento
dell'attivista per i diritti umani ed il passo dove è scritto
che "ogni oggetto,
nelle loro mani diventa un'arma: dal manico di un cucchiaio
reso acuminato ai denti di un pettine avvelenato". Un
passaggio molto simile al
pezzo di D, che allora mi colpì per lo stile James Bond.
Con ciò buone vacanze e buon ristoro alla barberìa tutta
dalla sempre vostra
Piccola Vedetta Prussiana
10
Luglio 2001 - Ma noi ci saremo |
Caro
direttore, nemmeno il tempo di formare il Cdr del
Barbiere della Sera e tu già telefoni. Non ti attieni nemmeno
al contratto e ti fai vivo, seguendo fedelmente l’articolo 34, con 64
ore d’anticipo rispetto a quanto previsto, congratulandoti con me per
la mia nomina.
Basta già questo per conquistare un Cdr o almeno la sua parte
insindacabilizzabile (i free per antonomasia ossia i disoccupati a
vita). Basta anche una segreteria telefonica, un messaggio in bottiglia,
un cenno del Capo, l’idea che esisti per accattivarsi i feroci
sindacalisti di un giornale…Spiegalo ai tuoi colleghi direttori, non
si sa mai che entri loro in testa l’idea che un Cdr è meno cattivo di
quanto possa sembrare.
Non
intendo riferirmi a Enrico Mentina. Anche lui, come noi, ha vinto un
premio in Val di Sole, anche se a lui l’articolo 34 non va proprio a
genio. Mi sono già confrontata con l’irriducibile e perfida Mata Hari
e andrò a riceverlo (sia Mentina che il premio). Anche se il Corriere
non mi citerà io ci sarò. Anonimato più, anonimato meno…
La ragazza del bar
10
Luglio 2001 - Non toccate le minorenni |
Carino
il tuo articolo (sei sempre molto spiritosa). Secondo me, comunque, non
è tanto farsi le seghe un reato quanto massaggiare le minorenni nude:
atti di libidine? Certo il
confine è molto tenue: per questo è meglio non toccare chi non ha
ancora compiuto 18 anni. Ciao.
FGump
P.S.
Seconda riga, piccolo refuso: "me caduto l'occhio" andrebbe
scritto "m'è ...": anche l'occhio vuole la sua parte.
Ok.
Presa da disperazione per l'errore ho controllato sul testo originale e
adesso sto seriamente pensando al suicidio...perché l'ho scritto
proprio così!!!!!! Detesto gli attentati alla lingua italiana (di
solito mi capitano in seguito a veloci taglia incolla non riletti), li
considero peggio di quelli delle Br...purtroppo non posso più
rimediare, ma farò autocritica sul Barbiere, sperando di non venir
giustiziata in diretta.
Quanto
al discorso minorenni non sono per nulla d'accordo. Ne ho due che
(saltuariamente) girano per casa e, dovessero andare dal massaggiatore,
non invidierei quell'uomo. Così come non invidio gli altri maschietti
di passaggio per le loro camerette. Del resto, alla loro età, non ero
molto diversa.
Il
problema non è l'età anagrafica, ma riconoscere la sessualità dei
minori. O meglio ammettere che anche i minori (anche quelli piccoli
piccoli) hanno una sessualità. L'altro problema riguarda la privacy: io
non so se quell'uomo sia ancora in carcere (e non è compito mio
stabilire se è colpevole o innocente) ma, se lo rilasceranno, non
verremo a saperlo. Lui, con la pubblicità che gli è stata fatta, può
praticamente e solo suicidarsi. In ogni caso è uno zombie.
Già che siamo giornalisti, perchè non tentare di difendere la
sessualità dei minori con lo stesso impegno con cui difendiamo i minori
dalla violenza sessuale? Di mano morte non è mai morto nessuno (nè
uomo, nè donna), di sessualità negate sono pieni gli studi degli
psichiatri.
Ti
chiedo ancora scusa per quel 'me'. E spero, anche per le mie ragazze,
che nessuno dei loro amici veda nell'anagrafe un motivo per non voler
loro del bene. Tra un sedicenne inesperto e un ventenne con un minimo di
nozioni, da madre, 'come genero', anche temporaneo, preferisco il
secondo. A parità di
affetto, ovviamente, discriminante fondamentale a tutte le età.
La ragazza del bar
9
Luglio 2001 - Epigoni di Gramellini |
Caro
Barbiere, ti scrivo, così mi distendo un po’. Sono molto colpita dal
fatto che ci sia più di una persona convinta che Marina Cosi, faziosa
ma intelligente, possa far carte false per andare a Seul, città
ipermoderna e priva ormai di alcunché di esotico oltre al nome.
Così come mi stupisce che, in ambiente giornalistico, si pensi
che la conoscenza di almeno una lingua straniera sia privilegio
riservato a pochi eletti (culturalmente, non per votazione) per cui, a
priori, Del Boca parla a stento il piemontese. Per inciso, ha
fatto tre interventi in tre lingue diverse.
Purtroppo queste manifestazioni di pensiero (?) sono coerenti con una
delle correnti dominanti del giornalismo italiano, quella delle
“sapide” indiscrezioni da dietro le quinte, che pur con molto
qualificati esponenti (Gramellini, Latella &C.) ha ormai una troppo
nutrita schiera di maldestri epigoni.
Un’altra grande corrente è quella del “non scostiamoci
dall’ovvio”. Come semplice utente dell’informazione avrei
gradito sapere, nei giorni scorsi, come sono realmente le condizioni di
vita e di lavoro dei conducenti di autobus nelle Baleari, magari
con una piccola inchiestina ad hoc, e invece ho trovato dovunque, su
stampa e TV, prolissi pezzi di colore sul tragico disagio dei turisti.
Disagio indubbiamente reale, ma comunque riguardante gente che
evidentemente ha condizioni di vita che le permettono di andare in
vacanza.
Analogamente
mi piacerebbe sapere quanti sono i metalmeccanici in Italia, e non solo
quanti sono gli iscritti ai tre sindacati, per capire se lo sciopero è
stato un successo o un fallimento, ma anche queste sono notizie troppo
poco di colore, rispetto alla guerra delle cifre sui partecipanti ed
alle note su striscioni o slogan.
Se i tanto vituperati editori fossero veramente astuti,
potrebbero tagliare ulteriormente l’occupazione riciclando sui vari
media i periodici grandi servizi sull’esodo delle vacanze, sui grandi
rientri, sulle epidemie di influenza, sulle spese natalizie, su come sarà
l’estate e su come sarà l’inverno, etc.etc.etc. Da un anno
all’altro, chi di voi, tranne l’autore, può escludere che non si
tratti dello stesso servizio dell’anno precedente?
A
Roma c’è stata recentemente una notevole diffusione di influenza,
probabilmente quella che l’inverno scorso, più volte annunciata, si
è fatta vedere molto poco, ma ormai era una notizia fuori stagione e
non se l’è filata nessuno.
Molti anni fa ho letto un delizioso racconto di fantascienza,
credo fosse di Shekley ma non ricordo esattamente, in cui, in un futuro
imprecisato, un accurato servizio di intercettazione mondiale consentiva
di registrare, e subito multare, chiunque si esprimesse con un luogo
comune. Poiché tante ipotesi della fantascienza hanno spesso precorso
la realtà, mi piacerebbe che anche questa si avverasse.
Nel settore dell’informazione i soldi riscossi potrebbero essere
destinati a viaggi di vacanza a Seul, all’apprendimento delle lingue
straniere, al perfezionamento del linguaggio, ma tra una serie di
“madre coraggio, prete coraggio, figlio coraggio” ed una fioritura
di “la giovane vittima si chiama Giovanna (o Giovanni), ma non è il
suo vero nome”, le entrate sarebbero tante e tali da garantire laute
pensioni anche all’ultimo e più sfigato dei free lance.
Serena
Gana Cavallo
9
Luglio 2001 - Statistiche col calcolatore |
Caro Barbiere,
senti questa. La giornalista di un noto (molto noto) magazine italiano
ha telefonato nei giorni scorsi all'Osservatorio di Pavia (quello che
rileva i dati sui passaggi televisivi).
Voleva sapere quanto tempo è stato dedicato allo scudetto
della Roma, rispetto a quello della Lazio (dello scorso anno).
Dopo una gradevole conversazione e aver fornito tutti i dati richiesti,
l'operatrice dell'Osservatorio si è sentita porre la seguente domanda:
"Scusa, ma quale formula utilizzate, voi, per trasformare in minuti
il dato espresso in secondi?".
La ragazza, invece di trincerarsi dietro al brevetto - un
brevetto notoriamente esclusivo e segretissimo come la formula
della Coca Cola - candidamente ha risposto: "Noi, qui, dividiamo
per sessanta". Ancora una volta, grazie ai colleghi più pagati di
noi.
I corvi (malpagati) della Provincia pavese (che per lo meno sanno
dividere per sessanta)
5
Luglio 2001 - Mai ricevuto telefonate |
Non
è costume del CdR del Tg5 intervenire in qualsivoglia dibattito
se non collegialmente e sempre su temi inerenti i compiti per cui
lo stesso è stato eletto dal corpo redazionale della testata.
Se quindi intervengo è solo per fatto personale e limitatamente
alla parte in cui il direttore del telegiornale, Enrico Mentana,
mi chiama in causa affermando che "il buon Provvisionato avrà
tempo e modo di continuare a fare (bene) il membro del CDR, il suo sito
"Misteri d'Italia", il suo libro annuale e (ovviamente) il
lavoro redazionale di Terra!".
Nel ringraziarlo per le sue cortesie, vorrei però ricordare che scrivo
libri dal lontano 1978, che gestisco il sito Internet "Misteri
d'Italia" (che è un archivio storico) da due anni e che sono
stato eletto nel CdR soltanto da poco più di un mese.
Le prime due cose le faccio, naturalmente, in tempi extra lavoro e molto
spesso di notte (ho la fortuna di aver bisogno di poco sonno),
mentre la terza (il CdR) non ha mai impedito a nessuno, fuori o dentro
il Tg5, di continuare a fare il mestiere di giornalista.
Se Mentana ha nominato Capuozzo "curatore" di Terra!
per farmi un favore, mi dispiace, ma non me l'ha fatto, anche se
questo non toglie che continuerò ad esercitare il mio ruolo di
coordinatore redazionale del settimanale con identico impegno.
Detto questo devo solo aggiungere di aver appreso di avere un nuovo capo
nella figura del collega Capuozzo il 28 giugno scorso, mentre mi trovavo
in vacanza all'estero, solo perché i miei colleghi del CdR mi
hanno avvertito di un improvviso brindisi alle fortune del collega
stesso, avvenuto durante una riunione di redazione del Tg5.
Devo confermare di non aver mai ricevuto telefonate in cui
mi si avvisava dei mutamenti intervenuti né da Mentana, né da
Capuozzo. Per una maggiore ricostruzione dei fatti, devo aggiungere
che il mio colloquio con Mentana è del 24 maggio, la mia elezione nel
CdR è avvenuta il giorno dopo, il 25 maggio, il brindisi a Capuozzo è
di un mese dopo, il 28 giugno scorso.
Sandro Provvisionato
5
Luglio 2001 - Una passeggiata in Corea |
Ragazzi,
Marina Cosi,vice segretario Fnsi,mi ha fatto venire una voglia
pazza di andare in Corea. Marina sostiene di essere andata al congresso
della Federazione Internazionale dei giornalisti pagandosi in biglietto
con i punti Millemiglia dell'Alitalia. Che idea!
Proprio in Corea volevo andare, peccato non averlo saputo prima
altrimenti avrei cercato di volare con la bella "rossa" .
Chiamo il numero 06.65640 e chiedo un bel biglietto (gratis,sennò che
regalo è?), i miei punti accumulati sono tantissimi:voglio partire,
ragazzi. Sorpresa: la gentile operatrice mi dice che l’Alitalia non
vola in Corea e che con i miei punti Millemiglia posso andare in tanti
Paesi, ma in Corea proprio no.
Cosa??? Ma se Marina Cosi dice che lei è andata in Corea con i punti
Millemiglia perchè io non posso? Forse si fanno preferenze perchè lei
ha appoggiato il contratto-bidone e io no? Forse perchè io non ho i
capelli rossi? Insomma Alitalia o Marina Cosi:chi mi impedisce di andare
in Corea? Ditemelo voi...
Rivera
Incuriositi anche noi, abbiamo indagato un po'. Il
volo per e da Seul viene coperto da Alitalia in joint-venture con Korean
Airline. Questo tipo di cooperazione, che riguarda anche altre tratte
non solo estremo-orientali, riserva ad Alitalia una quota di posti sui
vettori e le consente di applicare ai propri clienti le tariffe
previste, inclusa l'emissione di biglietti premio Millemiglia. Cosi'
almeno risulta a noi. Saluti.
Bds
5
Luglio 2001 - Ho perso una puntata del manuale. Aiuto!!! |
Sono
un assiduo lettore del Barbiere della Sera ma purtroppo, siccome ero in
vacanza, ho perso alcune puntate del Manuale
del buon giornalista.
Verranno
rimessi in rete i capitoli oppure devo fare una richiesta particolare
per avere le puntate che ho perso? AIUTATEMI:
è troppo bello quel manuale e poi, visto che anche io sono un vostro
collega, lo trovo assai utile per la mia professione. Grazie-
Siete fantastici!!!
Simone
Il manuale del buon giornalista, nella
sua versione completa, e' reperibile sul sito. Stiamo ora esaminando
la possibilita' di farne un libro di testo per le scuole di giornalismo.
Bds
5
Luglio 2001 - Sfumatura alta per Ambrosi |
Che
novità, docenti universitari e grandi giornalisti hanno le stesse
tariffe di idraulici ed elettricisti
Caro Figaro, constato con soddisfazione che il Presidente
della Scuola di
Giornalisti, dott. Ambrosi, ha risposto ai miei quesiti.
Mi fa piacere che esistano ancora personaggi (grandi giornalisti e
grandi professori universitari) capaci di dedicarsi alla causa
(insegnamento ai colleghi) percependo emolumenti inferiori a
quelli di un idraulico o un elettricista.
E lo dico con sincera soddisfazione
visto che l'unica volta che mi è capitato di organizzare una
conferenza stampa (senza
scopo di lucro) e avevo bisogno di un
collega "testimonial" bravo e famoso mi ha
chiesto un gettone di presenza
a 6 zeri.
Per quello che riguarda i giornaletti, Feltri e le elezioni ahimè non so a cosa si riferisca. Io, da free
lance quale sono, non
sono andato a votare e sarei contento se l'Ordine fosse
abolito. A Feltri sicuramente invidio lo stipendio e la
"penna". A lei, presidente
Ambrosi, oltre che la capacità di far credere che
elettricisti e idraulici siano cosi a buon mercato, la sfumatura
alta...io sono pelato
Il solito collega curioso
5
Luglio 2001 - Professore, grazie di cuore |
Prof.
Magrit, sono tra quelle migliaia di giornalisti che non sa più che
differenza ci sia tra questo termine e quello di collaboratore. L'unica
volta in cui ho avuto l'opportunità di lavorare in una redazione, è
stato (ed è ancora oggi) per un sito internet in cui sono inquadrata
come impiegata al 4° livello di un contratto di formazione lavoro del
settore commercio e dove l'attività richiesta è quella di fare una
sorta di data entry, di lusso se vuole, ma sempre di questo si tratta.
Laurea
in lingue, esperienza ultradecennale come "collaboratrice"
non mi hanno dato la possibilità (non finora) di fare quel salto di
qualità che accomuna coloro che hanno potuto vivere di persona quegli
splendidi scorci di vita quotidiana che lei descrive brillantemente
nel suo "Manuale".
E' per questo che le scrivo. Per ringraziarla... Grazie per avermi resa
partecipe di questo mondo, a cui io continuo a girare attorno, con
immutato desiderio di poterne un giorno far parte. Grazie molte... e a
presto.
Collaboratrice.
4
Luglio 2001 - La fiera delle vanità |
Esimio
Prof. Magrìt. Letto
il tuo manuale.
Mi sono divertito da morire. Hai l'ordine, l'hai voluta ingabbiare la
professione? E ora te la tieni, con il re la regina e i sudditi in
redazione e fuori :).
Ben consapevole che quello che scrivi non conta niente perchè tutti
sanno che è pilotato (da tutti meno che da te). Ti sei dimenticato di
dire che una delle condizioni sine qua non per essere giornalista è
essere vanitosi. Non bravi e intraprendenti, ma vanitosi. Faresti di
tutto per vedere il tuo nome lì (anche io). Giornalisti si può, e sai
una cosa che ti fa sentire bene? La lettera di dimissioni nel cassetto.
Ciao, continua a dilettarci, se puoi.
Cmistico
Hai
perfettamente ragione, non ho affrontato l'argomento vanità. Forse
perchè anch'io sono vanitoso, pur mascherando dietro pseudonimo
la mia folle brama di gratificazione. Infatti sono qui a ringraziarti
per i complimenti.
E
allora diciamola fino in fondo: non sarà insicurezza? Credo di sì. La
conosciamo tutti l'ansia che prende al mattino di fronte a una notizia
per cui ti sei dannato, su richiesta o meno della direzione o di
chicchessia.
Apri il giornale, leggi, guardi il titolo e ne immagini in contemporanea
99 migliori, sbianchi al primo refuso (al settimo/ ottavo non ci fai più
caso)... e ti chiedi se era proprio tutto, se non avresti potuto fare di
meglio o di più, se arriverà la querela, la smentita, al limite un
riconoscimento...che non c'è, perchè la notizia, la tua notizia è già
stata mangiata da quelle del mattino, da quelle che via via arrivano nel
corso della giornata. A sera, quel pezzo di carta con la tua firma è
lontano anni luce, non è più tuo, ma non è nemmeno di nessuno...
Ti
rimane il tuo nome. Più o meno altisonante, più o meno scomodo, più o
meno noto. E il Lexotan o l'analisi. Io propendo per la seconda ipotesi.
Ancora
grazie.
Prof. Magrìt
4
Luglio 2001 - Una torta di mucca
(pazza?) |
Cari Barbieri,
potete fare tutte le più maliziose ricostruzioni che volete sulla
situazione del tg5: ma le palle non si raccontano. Quando saremo
premiati insieme al "Val di Sole" ricordatevene.
E dite a chi vi fa scrivere che avrei
assegnato al collega Provvisionato la responsabilità di
Terra! che vi ha fatto pestare una bella torta di mucca.
Provvisionato, al termine del programma, mi ha solo chiesto di poterci
lavorare anche nella prossima stagione: e siccome mantengo sempre la
parola, così sarà.
Avrà sopra di sè, come accaduto finora, un responsabile. Era Sposini,
sarà Capuozzo. Così il buon Provvisionato avrà tempo e modo di
continuare a fare (bene) il membro del CdR, il suo sito "Misteri
d'Italia", il suo libro annuale e (ovviamente) il lavoro
redazionale di Terra! Questo solo per amor di verità Un saluto, ci
vediamo a Folgarida
Enrico Mentana
Un
grazie al nostro piccolo grande Enrico: Il Barbiere lo critica e
lui cortesemente, risponde: così si fa, ragazzi! E ci dice che il
caporedattore di "Terra", Sandro Provvisionato, dopo un anno
di lavoro (ottimo) a "Terra" non prenderà il posto del
vicedirettore Lamberto Sposini che curava il programma ma si
troverà un nuovo capo, il collega Toni Capuozzo.
Sandro era il numero due, dice Enrico, e tale rimane. Perfetto. Toni
Capuozzo , gerarchicamente dipendente da Sandro Provvisionato fino a
ieri, diventa il suo capo. Dal terzo posto passa al primo scavalcando
Provvisionato.
Ogni direttore decide per il meglio, ovviamente, ed è libero di
prendere le decisioni che crede piu' opportune. Sandro nel frattempo è
stato eletto nel Cdr, lo stesso Mentana-cavallerescamente- gli fa gli
auguri attraverso il Barbiere: ma non poteva almeno dargli un colpo di
telefono per dirgli cosa stava capitando? Quando ci vediamo al "Val
di Sole" Enrico questo ce lo deve proprio spiegare.
Il tenente Colombo
Postilla. Nessuno, caro Enrico,"ci fa scrivere". Noi
scriviamo e basta. Ricordatene quando saremo premiati insieme al
"Val di Sole".
Bds
4
Luglio 2001 - Zincone-Bettanini: un caso
di "friendly fire" |
Caro
Barbiere, non trovo più da settimane il mio press kit sul
sito. Non è così decisivo: è che purtroppo non ho con me in questi
giorni il floppy con le puntate precedenti e non so quale sia il
"press kit" incriminato: quello con cui
Giuliano Zincone polemizza attribuendolo al 19 giugno scorso.
Dettaglio
per dettaglio io credo di averne scritto, di Giuliano, circa un anno fa
(certo deve essere stato Gad Lerner e lo scandalo della
raccomandazione con cui si difese, in modo per me assai infelice, a
darmene l'occasione, unita al ricordo di una mia visita a Il Lavoro. Fu
allora che Ugo Intini mi presentò Walter Tobagi).
Non
so da quale lato della solitudine provenga tutta quella riga di
"puntualizzazioni" ad un testo scritto, questo sì, con
un grande affetto impreciso. Non ho parole. Sono contento che le
abbia ritrovate Giuliano per parlare al barbiere di sé
in quello che a ben pensarci mi sembra solo un classico caso di friendly
fire.
Tonino Bettanini
4
Luglio 2001 - Quel direttore puo' dire cio' che vuole |
Vi
scrivo a proposito dell'articolo di
Luigi Bacialli sul Gazzettino e soprattutto a proposito delle
rimostranze del cdr. Un conto, a mio avviso, è l'imparzialità del
giornale, altra cosa il fondo del direttore. Che, a nome suo e
del giornale, ha il diritto e il dovere di prendere posizione.
L'ha fatto, in questo caso, in modo deciso. E allora? Abbiamo letto
articoli ben più pesanti, in questi anni, scritti in direzione opposta
e non mi pare che nessun cdr sia sceso in campo per tutelare l'interesse
dei lettori. O sbaglio?
Simone
4
Luglio 2001 - E D'Alema dove lo mettiamo? |
Ma
quanto è brava la Mata! Ironica, divertente, puntuta, una vera
"arguta contadinotta siciliana ignorante". Ma leggendo il suo
ultimo intervento devo aggiungere che è anche smemorata. Fra i
colleghi intimiditi da risarcimenti miliardari ne ha dimenticato uno: Giorgio
Forattini, citato per danni e per tre milisrdi da un altro
giornalista, il compagno Massimo D'Alema.
Memoria storica
4
Luglio 2001 - Non è stato il Cdr |
Sono
un membro del Comitato di redazione del Gazzettino e devo dire
che non mi dispiace per nulla che sia uscita la
notizia dell'editoriale del direttore e il testo del nostro
comunicato. Devo soltanto precisare - a nome anche dei colleghi - che
non è stato il Cdr a chiedere la pubblicazione dei due testi.
Cordiali saluti
Carlo Felice Dalla Pasqua
4
Luglio 2001 - Ma perche' non premiano mai un giovane
all'esordio? |
Caro
Figaro, sono una freelance quarantenne. Ho letto che Mentana ha ricevuto
il premio Val di Sole per il giornalismo trasparente (insieme al
Barbiere, cosa di cui mi congratulo con voi). Ma è possibile che questi
premi giornalistici vadano sempre a personaggi già all'apice della
carriera, della ricchezza e del potere? I premi non dovrebbero servire a
far emergere nuovi talenti, o comunque talenti nascosti? E' forse troppo
faticoso cercare giornalisti bravi e impegnati al di fuori del solito
giro di nomi?
Buona osservazione. Il Barbiere, tuttavia, e’ l’eccezione che
conferma la regola. Non vorrai mica considerarci all’apice della carriera… Abbiamo appena cominciato e troppi premi dobbiamo ancora
vincere. E in fondo anche Mentana e’ ancora giovane.
Bds
4
Luglio 2001 - Tg5. Vi manderei tutti a lavorare in Calabria |
I
colleghi del Tg5, che periodicamente fanno sentire i loro tristissimi
lamenti, li manderei tutti a lavorare in Calabria, come ho fatto io per
quasi due anni. 18 ore al giorno a 1.400.000 lire al mese, senza
domeniche pagate e, nei primi mesi, senza riposi di sorta. 18 ore al
giorno, sette giorni su sette.
Responsabile di cronaca nera e giudiziaria in una città (Cosenza) dove
in pochi mesi si sono verificati almeno venti omicidi. E nello stesso
tempo coordinatrice delle pagine cittadine, redattrice della prima
pagina (che di solito si iniziava a preparare alle 22,30, salvo omicidi
in corso) e, per concludere in bellezza la serata, redattrice delle
locandine da diffondere in città.
Dalle 10 del mattino alle 3 del mattino dopo. Senza possibilità di
lamentarsi. E senza un cdr (lì non si sa neanche cosa sia un cdr).
Firmando una busta paga regolare (stipendio da praticante - circa 2
milioni), dietro la consegna di un assegno di 1.400.000 (perché il
resto se lo teneva l'editore.. "Sai com'è: ti sto facendo fare il
praticantato".).
Vi starete chiedendo: e chi ti aveva comandato di farlo? Nessuno. Ma
avevo bisogno di fare questo benedetto praticantato. E non ero sola: la
redazione, che inizialmente comprendeva una ventina di giornalisti, dopo
pochi mesi si ridusse a 5-6 persone.
Licenziarsi significava anche mettere nei guai gli altri, specie se a
farlo era l'unica persona che lì dentro era capace di fare la nera. Ho
resistito per due anni. Poi non ce l'ho fatta più. Ho passato le pene
dell'inferno: ma ho imparato un mestiere (e l'ho imparato bene).
Poi sono "scappata" a Milano. Ora lavoro su Internet, cari
colleghi del Tg5. Dieci ore al giorno con un contratto di collaborazione
(un pezzo di carta che, secondo me, non ha alcun valore legale).
Stipendio: 2.250.000 al mese (ma il 10% dei contributi Inpgi sono a
carico mio).
Dalla padella alla brace? Forse. Certo è che questo lavoro non mi piace
(lì almeno potevo veramente dire di essere animata dalla passione -
facevo del vero giornalismo!). Ma devo adeguarmi: non posso mica andare
a dormire sotto i ponti. E poi, come si dice, la fortuna gira e prima o
poi finirò per incontrarla. E adesso, cari colleghi del Tg5,
lamentatevi!
Sara Protesta
4
Luglio 2001 - Chi difende la Fnsi? |
Caro
BdS, trovo vergognoso che nessuna voce spontanea dalla categoria si sia
levata a difesa dei dirigenti del nostro sindacato, l'amata e stimata
FNSI, i quali fanno mille sacrifici, viaggiano, si sbattono di qua e di
là con aerei, treni, auto e pullman per tutelarci.
Cosa mai saranno poche decine di milioni per alberghi ed aerei a fronte
della difesa dei nostri diritti a livello internazionale in Corea? Cosa
conta il fatto che i Punti MilleMiglia necessari (come lei ha qui
sostenuto per giusta replica) alla vice segretaria Marina Cosi per
raggiungere e tornare dalla Corea, assommino (secondo il regolamento
dell'Alitalia) a oltre 60.000 (ovvero l'aver già fatto, a spese degli
iscritti alla FNSI, il giro del Mondo in aereo)?
Quanti viaggi! Quanta fatica! E quali successi! E poi: perchè, per che
cosa sollevare (come ha fatto giorni fa Giordano Signorini con frasi
velenose), di fronte a tanta abnegazione della Giunta della Federstampa,
dubbi e perplessità sul bilancio della FNSI? Cosa mai si pretende? Di
guardare in tasca al vertice padronale (pardon...sindacale!) che si è
installato a Roma solo perchè sostanzialmente indisturbato e totalmente
incontrollato?
Se i colleghi, pensiamo a R. Fiengo, tanto amanti dell'INCHIESTA, ne
facessero quattro: una sulle spese della Federazione, una sulle spese
dell'Ordine, una sulle spese dell'Inpgi, una sulle spese della Casagit,
allora sì che avremmo toccato il fondo/raggiunto il culmine!!!
Boh
4
Luglio 2001 - Vi ricordate il dibattito sui raccomandati? |
Carissimi.
Mi chiamo Marco e sono uno studente universitario con una grande
passione per il giornalismo. In parole povere vorrei diventare
giornalista anch'io,ecco perchè sono stato molto colpito non tanto
dall'intervento di Dag ma dalle repliche alle sue parole.
"Ciao Dag,frequento una scuola di giornalismo...le tue affermazioni
non hanno senso". Ma come diavolo si può rispondere così a una
persona in preda ad un'evidente stato di sconforto.Cosa volete che
gliene importi delle vostre ierboli al servizio della scuola che
frequentate?
Perchè vi scagliate con tanta veemenza contro chi,
dotato di libero intelletto (la mente è l'ultima vera casa delle libertà)
si permette di dire la sua su di un tema tanto delicato quanto popolare?
Sarebbe bello svegliarsi e dire "Cosa sono le raccomandazioni? Non
ne ho mai sentito parlare!Purtroppo la nostra bella penisola non è
famosa solo per la pizza o Pavarotti, italiano è spesso sinonimo di
furbo nel senso negativo del termine.I calci esistono eccome,specie nei
settori più ambiti e la carriera giornalistica è una delle più
desiderate.
Non voglio accusare nessuno,chiedo soltanto un pò di franchezza.Basta
guardarsi intorno.Ammiro molto voi che riuscite ad entrare in queste
scuole,vedrete che un giorno saremo colleghi.
Ciao
4
Luglio 2001 - Chi non salta Petrina e' |
COME,
COME? Il Petrina salta (quanto ti ho gufato, caro...) ed io lo scopro
cinque giorni dopo? Ha ragione Luongo, noi periferici sappiamo sempre
tutto in ritardo... Comunque grazie Barbiere, almeno ho appreso la
gioiosa notizia da te.
Saluti.
Deusexmachina
2
luglio 2001 - Giuliano cadde in piedi.
Questa e' grossa |
Caro
Barbiere,sono un assiduo frequentatore della tua bottega,ma mi
era sfuggito il pezzetto di Antonio Bettanini del 19 giugno 2000. L'ho
letto solo oggi e vorrei precisare qualche cosa.
1) Sarei molto orgoglioso di aver fatto da chioccia ai colleghi che
assunsi al "Lavoro" (non "Lavoro Nuovo",come
lo chiama AB, che pure mi onorò della sua collaborazione). In realtà
essi erano già professionisti brillantissimi: diventarono famosi
in seguito,non certo per mio merito.
2) "L'esperimento di Zincone andò male". Come mai? AB,
che era presente ,non lo spiega. Andai a Genova come dipendente del Corriere
(sul quale continuai a scrivere) distaccato al Lavoro, per farne una
specie di laboratorio e per affrancarlo da ogni intromissione politica
(il PSI aveva una partecipazione del 20 per cento, e non del 50,
come sostiene AB).
Dopo due anni,esaurito questo compito,il direttore Di Bella mi
invitò a tornare a via Solferino per assumere, dall'interno del
Corriere, il compito di "capo area" per il settore Cultura
dell'intero Gruppo, che allora comprendeva numerose testate.
Scoppiò il "caso D'Urso" e io, unico fra tutti i
direttori Rizzoli, decisi di pubblicare il documento BR, per contribuire
alla liberazione del giudice sequestrato. Ebbi il completo appoggio
della redazione e il "nulla osta" (obtorto collo) degli
operai. Ma la Proprietà s'inviperì e io mi dimisi, per tornare
a tempo pieno al Corriere.
3) "Giuliano cadde in piedi". Questa è grossa. Mentre
tenevo l'interregno in attesa del nuovo direttore, i rapporti con la
Proprietà s'inasprirono ulteriormente. Così mi ordinarono di andarmene
sùbito. La direzione (fatto inaudito) fu assunta provvisoriamente dal
capo della Divisione Quotidiani. Fui depennato dalla lista dei
dipendenti Corsera, ricevetti una lettera di licenziamento.
Tornai a scrivere sul "mio" giornale solo dopo tre anni e
mezzo."Potevi andare altrove", dirai, caro Barbiere. Non lo
feci, per affermare i miei diritti. Dissi (sfacciatamente) in
un'intervista:"Il Corriere è casa mia,sono i padroni che
devono andarsene". Così fu. Piero Ostellino mi rimise
all'opera. Ma ciascuno può immaginare che cosa significhino tre anni e
mezzo di silenzio, per un giornalista di quarant'anni. Altro che
"cadere in piedi"!
L'Azienda, nel frattempo, spargeva sul mio conto calunnie
talmente infami che sentii la necessità di rivolgermi a una gruppo di
di garanti (tra i quali Aldo Bozzi e Massimo Severo Giannini),
pronti a mettere la mano sul fuoco a mio favore se (per caso) si fossero
trovati pacchi di cocaina nella mia vettura.
4) Walter Tobagi era un mio fraterno amico, ma non mi raccomandò
Gad Lerner, che assunsi perchè lo stimavo, dopo averlo
conosciuto come vicedirettore di Lotta Continua. Con me le
raccomandazioni non funzionavano:non tenni conto nemmeno di una calorosa
segnalazione di Sandro Pertini, presidente della Repubblica in
carica e amatissimo nume tutelare del Lavoro. Ciao, caro Barbiere, mi
raccomando le sfumature. Tuo
Giuliano Zincone
2
luglio 2001 - Bravi, avanti così |
Bravi,
fate un lavoro di informazione prezioso, con toni giustamente ironici ma
sempre entro i limiti del buon gusto e dello stile. Grazie.
Rico
2
luglio 2001 - Non sputo nel piatto dove
mangio |
Dal
"supercarcere di lusso" di Saxatraz devo una risposta a
Carlo Gariboldi, che critica Jack Folla
per il suo "Diario" sull'ubiquo Rizzo Nervo,
rinfacciandomi di fatto la colpa di sputare nel piatto in cui
mangio, mentre "ci sono centinaia di giornalisti freelance che
farebbe carte false per entrare in quelle celle con il trattamento
economico di cui godono i colleghi della Rai".
Questo è un dato oggettivo, anche se - a onor del vero - bisogna dire
che nei grandi gruppi editoriali della carta stampata ed a Mediaset gli
stipendi sono nettamente più alti rispetto alla RAI.
Il fatto rilevante è però un altro, e cioè che le accuse di Gariboldi
falliscono il bersaglio per una complessa serie di ragioni. Anzitutto,
perché anche chi lavora in RAI, nella quasi totalità dei casi, ha
fatto una durissima gavetta per arrivare dov'è. E la gavetta spesso è
cominciata proprio in un giornale di provincia, uno di quelli evocati
dal collega della "Provincia Pavese".
Non tutti poi hanno potenti padri e padrini politici in grado di
assicurare prebende e promozioni. C'è chi le promozioni se le è dovute
guadagnare a forza di giorni di trasferta né più e né meno come al
distributore di benzina ti regalano la valigia, quando hai completato la
tessera della raccolta punti: se non sei raccomandato a Saxatraz
le cose te le concedono solamente quando non possono proprio dirti di
no.
E alcuni devono ricorrere alle commissioni paritetiche (se il sindacato
li spalleggia), oppure addirittura ai tribunali (se il sindacato latita)
per far valere le proprie sacrosante ragioni. Ci sono molti imboscati
e nullafacenti in RAI, ma c'è anche chi lavora undici ore al giorno,
dal momento che l'unico strumento di difesa a disposizione dei non
raccomandati è non solo la qualità, ma anche la quantità del proprio
lavoro. E così si possono accumulare anche 200 giorni di ferie e
riposi non goduti in dieci anni di lavoro.
Quello che Jack Folla ha tentato di
dire nelle modeste trenta righe del suo Diario è che il servizio
pubblico radiotelevisivo dovrebbe essere diverso da così. Invece rimane
desolatamente eguale a se stesso. La politica continua a far sentire il
proprio tallone, e l'unico elemento di novità in vista per il
prossimo futuro è il cambio di tallone medesimo, da quello sinistro a
quello destro. Jack Folla, come ogni condannato a morte che si
rispetti, è pessimista per natura, ma in fondo al cuore mantiene la
speranza che le cose possano cambiare. Magari con l'aiuto dei colleghi
che stanno fuori, perché dentro alla RAI appare arduo trovare alleati
per cambiare le cose.
Jack Folla