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La festa di S. Antonio abate
descritta
da Johann Wolfgang Goethe
L'Italia ha sempre esercitato una forte
attrattiva nel mondo letterario tedesco, tra i tanti personaggi che l'hanno visitata un
posto d'onore merita Johann Wolfgang Goethe (1749-1832), poeta, drammaturgo,
pensatore e giurista tedesco, che ha dedicato all'Italia la sua più grande opera, il suo
diario "Die Italienische Reise" ovvero "Viaggio in Italia".
Tra i diversi motivi che nel 1786 indussero Goethe a partire
per l'Italia vi fu il desiderio di allontanarsi dalla corte di Weimar e da Charlotte von
Stein , sua amante, ma soprattutto la brama di trovare nuovi stimoli, di dare nuovi
orizzonti alla sua vena poetica e di entrare in contatto con l'arte e la cultura italiana,
in particolare di quella classica. Dopo aver visitato le città dell'Italia
settentrionale, la Sicilia e Napoli, Goethe si stabilì a Roma dove rimase fino al 1788.
Nel nostro paese si dedicò con fervore a studiare l'arte, l'architettura e la
letteratura della Grecia, di Roma e del Rinascimento, che gli suggerirono forme di
mirabile equilibrio per esprimere il fremito e la tensione della passione autentica. Di
questo incontro resta affascinante testimonianza nel Viaggio in Italia, che venne
pubblicato molti anni dopo (1816 e 1829). Nel suo diario di viaggio, l'approccio di Goethe
con l'Italia è spesso affettuosamente ilare, spesso attraversato da descrizioni di colore
sulla vita popolare, sul clima, sulle piante e i luoghi italiani.
Pieno di ammirazione per le sue città e per i suoi abitanti scrive: "Ich
finde in diesem Volk die lebhafteste und geistreichste Industrie, nicht um reich zu
werden, sondern um sorgenfrei zu leben." (Anche a me qui sembra di essere un
altro. Dunque le cose sono due: o ero pazzo prima di giungere qui, oppure lo sono adesso).
Un Diario che insieme alla dettagliata descrizione delle sue esperienze di viaggio,
delle sue passeggiate e dei vari pranzi in compagnia di nobili e di artisti, ci aiuta a
comprendere la profonda maturazione artistica e umana che questo periodo ebbe
sullopera e la vita di Goethe. Ma il suo "diario" è anche una
testimonianza interessantissima per riscoprire la vita di un'Italia del passato, vista
attraverso l'occhio divertito e stupito di un viaggiatore d'eccezione che volle scoprire
"il Paese dove fioriscono i limoni".
Proprio dal suo "Viaggio in Italia" traiamo la descrizione che fece Goethe della
festa popolare di S. Antonio abate, così come si festeggiava a Roma nel gennaio del 1786.
18 gennaio 1786 - Ieri, festa di Sant'Antonio Abate,
abbiamo goduto una divertente giornata. Faceva il più bel dì del mondo, durante la notte
c'era stato il gelo e il giorno era sereno e tiepido.
E' facile constatare che tutte le religioni che hanno allargato i limiti del loro culto o
della loro meditazione filosofica, hanno finito col rendere in certa misura partecipi dei
favori della spiritualità anche gli animali. Sant'Antonio, abate o vescovo, è il patrono
delle creature a quattro zampe, e la sua festa diventa un saturnale delle bestie
normalmente addette a portare la soma, nonché dei loro guardiani e conducenti. Oggi tutti
i padroni debbono restarsene a casa, oppure girare a piedi, e non si manca mai di
raccontare qualche brutta storia di signori miscredenti che, avendo obbligato in questo
giorno i loro cocchieri ad attaccare gli equipaggi, sono stati puniti con gravi sciagurre.
La chiesa sorge su una piazza così vasta da sembrare quasi deserta, ma che nella
ricorrenza è animatissima; cavalli e muli, con le criniere e le code intrecciate di
nastri vistosi e sovente sfarzosi, vengono condotti davanti a una cappelletta alquanto
discosta dalla chiesa, dove un prete, con un grande aspersorio in mano e una fila di
secchi e tinozze d'acqua benedetta dinanzi a se, annaffia senza risparmio i vispi animali,
a volte raddoppiando maliziosamente d'energia per incitarli. Cocchieri devoti portano ceri
grandi e piccoli, i signori inviano elemosine e doni, affinché per tutto l'anno le
preziose e utili bestie siano preservate da ogni guaio. Asini e bestiame cornuto, oggetto
di non minori cure per i proprietari, beneficiano di questa distribuzione di grazie per la
parte loro destinata.
Ci concedemmo poi il piacere d'una lunga passeggiata sotto quel cielo così benigno,
circondati da oggetti del massimo interesse, cui stavolta dedicammo, però, poca
attenzione, indulgendo senza ritegno all'allegria e agli scherzi". |
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Il
culto popolare
di S.
Antonio abate
SantAntonio
abate
Signore
del fuoco
Feste
e tradizioni in onore
di S. Antonio abate in Italia
Il
culto di Sant'Antonio abate
in Emilia Romagna
Il culto di Sant'Antonio abate
nel Bormiese (Lombardia)
Il
culto di Sant'Antonio abate
nel carrarese (Toscana)
La Festa di
S. Antonio abate
a Ripabottoni (Molise)
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