Il libro antico digitale
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La biblioteca digitale:


  Aspetto biblioteconomico

ASPETTO INFORMATICO: DEFINIZIONE

 

Un libro digitale è una collezione di testi e/o immagini ottenuta tramite l'acquisizione degli stessi mediante strumenti di conversione da analogico a digitale. Per comprendere al meglio tutte le sfaccettature delle biblioteche digitali e per meglio orientarsi nella Babele della terminologia informatica è opportuno soffermarsi sulla spiegazione di alcuni concetti. Per prima cosa occorre chiarire un termine chiave: "digitalizzazione".
Per digitalizzazione s'intende la conversione di un'immagine in serie di elementi grafici meglio detti pixel (contrazione inglese di picture elements), vale a dire piccoli quadrati neri o bianchi, o di una specifica tonalità di scala di grigio o colorati. Ogni pixel è rappresentato da un'unica o da una serie di cifre binarie, 1 e/o 0; la totalità dei pixel è organizzata in base ad una tabella bidimensionale chiamata bitmap. Nella rappresentazione normale non è possibile riconoscere la trama dell'immagine ma, nel momento in cui si aumenta la percentuale dello zoom, si visualizzerà come una serie di file e di colonne dei pixel quadrati.

Ma com'è possibile trasformare un'immagine analogica (vale a dire ricca dei suoi colori, delle sue sfumature, delle sue tonalità, etc) in una serie di cifre binarie digitali leggibili da un calcolatore? La conversione avviene proprio "sovrapponendo" all'immagine analogica una griglia fittissima di cellette, cioè di pixel: tanto più fitta sarà la griglia, tanto più piccole saranno le cellette, tanto migliore sarà l'illusione di vedere un'immagine fedele in tutto e per tutto all'originale.
Una volta scomposta l'immagine, attraverso una tavola di corrispondenza, ogni celletta verrà fatta corrispondere ad un numero, differenziando in questo modo i vari colori e le varie sfumature. All'inizio, i primi computer usavano griglie molto larghe e ci si limitava a solo due colori (bianco e nero): immaginando di avere una griglia di 80 colonne per 60 righe, si otteneva una totalità di 4.800 pixel; ogni pixel poi era rappresentato attraverso un solo bit (l'1, ad esempio, poteva rappresentare il nero e lo 0 il bianco). Con 4800 bit si era codificato l'immagine.
Con il passare degli anni, le tecniche di visualizzazione delle immagini si sono affinate: come vedremo, oggi si spendono 8, 16 o 24 bit per pixel; in questo modo sarà possibile codificare 256 colori diversi, o 65.536 o più di 16 milioni. Se si calcola poi che un'immagine viene oggi visualizzata ad una risoluzione minima di almeno 800 x 600 pixel a 24 bit, la totalità dei bit necessari per rappresentare una singola immagine saranno dati dal risultato di 800 x 600 x 24, cioè 11.520.000 bit!

 

 

 

 
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