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Priolo / La scoperta fatta dagli studenti della media
Vittorini in visita nel sito archeologico
PENISOLA DI MAGNISI Alcuni studenti della "Vittorini" mostrano la sconcertante "scoperta". PRIOLO – Gli studenti della scuola media Statale “Elio Vittorini” di Siracusa, scoprono il fascino di una visita della penisola di Magnisi-Thapsos ma anche gli affronti ambientali quotidiani che essa è costretta a subire. Infatti, oltre all'assedio della spazzatura e di materiali inerti ingombranti, che nonostante le tante denunce rimangono al loro posto (tra tombe micenee e villaggio thapsiano) deturpando così l'immagine complessiva del prestigioso sito archeologico, gli studenti hanno scoperto, un fatto che sinora non si era registrato, l'abbandono, accanto alla Torre di Magnisi, di siringhe. A parte questa spiacevole "scoperta", i 45 studenti, accompagnati dagli insegnanti Rosario Lancilla e Salvatore Messina, hanno potuto toccare con mano le straordinarie peculiarità storico-culturali-ambientali della penisola di Magnisi, sito dell'antica citta di Thapsos, fiorita 3.500 anni fa in un periodo compreso tra il XV e il XIII secolo a.C. Questa visita ambientale guidata rientra nei programmi del "Laboratorio di Educazione Ambientale", ideati dall'associazione priolese “Amica Terra” e avviati grazie al contributo della Provincia Regionale di Siracusa, XII Settore Tutela Ambientale. A guidare le due scolaresche di II e II media dell'Ottavo Istituto comprensivo di Siracusa sono stati gli esperti di storia e natura dell'associazione. «In questo meraviglioso laboratorio all'aperto – informa una nota di Aldo Scaravilli, responsabile del settore Beni Culturali e Ambientali dell'associazione "Amica Terra" – gli studenti hanno iniziato a conoscere, innanzitutto, la straordinaria vegetazione che cresce spontanea sopra quel caratteristico mantello vegetale discontinuo, ove in più punti affiora la roccia calcarea. In questo contesto gli studenti, attentissimi, hanno imparato ad effettuare esperimenti e test chimici di rionoscimento della vegetazione e soprattutto dei licheni (una risultanza dell'unione di un'alga e di un fungo) "attaccati" tra le pareti della Torre di Magnisi. «E' stato poi eseguito un ulteriore test – spiega Scaravilli – per far comprendere ai ragazzi come si può separare facilmente il fungo dall'alga, bagnando con dell'acqua il lichene. Subito dopo si è proceduto alla sperimentazione sui ravanelli, ottimi bioindicatori di inquinamento da ozono, determinando la massa su parti della pianta. Proseguendo nel Laboratorio di Educazione Ambientale – aggiunge Scaravilli – ai 45 studenti sono state impartite lezioni di storia, con un bree ma comprensibilissimo excursus storico delle vicende umane che si sono susseguite sulla penisola di Magnisi in 3.500 anni. Quindi i ragazzi sono stati condotti davanti alla zona archeologica della città di Thapsos, nella Torre di Magnisi, e nella necropoli meridionale ove hanno potuto scoprire la bellezza e l'incanto delle tante tombe a grotticella naturale, scavate nel terreno, e la loro conformazione interna caratterizzata da coperture a falsa cupola (tholos)».
PENISOLA DI MAGNISI Gli studenti della "Vittorini" in foto ricordo sul terrazzo della Torre di Magnisi.
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