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                              Lunedì 06 maggio 2002

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Priolo / Una coppia di Occhioni ha nidificato sulla Penisola di Magnisi
Occorre vietare l'accesso alle autovetture non autorizzate per salvaguardare la riproduttività degli Occhioni di Magnisi


Salvo Maccarrone

 

Eccezionale documento della nuova covata di una coppia di Occhioni che si è integrata con l'ambiente selvaggio di Magnisi.Ci si augura che tali uova possano schiudersi rinnovando la specie in estinzione (Cliccare sulla foto per ingrandirla).

 

PENISOLA DI MAGNISI (Priolo) - Allertati dalle segnalazioni di Francesco Calvo (lo “scienziato-contadino”) e dalle foto pubblicate su questo sito, circa la nidificazione di una coppia di Occhioni ormai in diminuizione,  sulla Penisola di Magnisi sono giunti due studiosi dell’Università di Catania, Rosario Grasso e Renzo Ientile, del Dipartimento di biologia animale.

I due studiosi, partecipando, nel settembre 2001, all’ XI Convegno Italiano di Ornitologia, svoltosi a Castiglioncello (Livorno), pubblicarono, sugli Atti di quel convegno una relazione sulla Biologia dell’Occhione in ambiente rurale, evidenziarono la rarità di questa specie protetta, le sue caratteristiche, e il basso successo riproduttivo in ambiente rurale per disturbo antropico.

La presenza di Grasso e Ientile su Magnisi , divenuta ormai anche area di studi di biologia animale, è servita innanzitutto a toccare con mano la valenza scientifica della covata che, pare, non si verificasse da qualche anno a causa dell’eccessivo via vai di mezzi di trasporto che, senza alcun controllo e disordinatamente, girovagano per l’intera area.

I risultati della loro visita non sono stati ancora resi noti. “La presenza dell’Occhione – si legge negli Atti del Convegno di Castiglioncello – è stata rilevata negli anni 1999 e 2000, durante tutto il periodo e in particolare nella stagione riproduttiva. Ha collaborato alla ricerca il sig. Francesco Calvo, presente giornalmente nella penisola per motivi di lavoro, comunicandoci osservazioni e i ritrovamenti dei nidi. Altre informazioni sono state acquisite negli anni precedenti ma  in modo meno regolare”.

Secondo questa relazione di Grasso e Ientile la prima deposizione di uova accertata è avvenuta il 12 aprile, la più tardiva tra il 25 e il 27 luglio. Nel 1999 sono stati osservati quattro “pulli”(pulcini) appartenenti a due covate. Nel 2000 vennero rintracciati sette nidi , sei dei quali contenenti due uova ciascuno, il settimo con un solo uovo. Di queste sette nidi però solo due covate si sono schiuse mentre le altre due sono state abbandonate per l’eccessivo disturbo provocato dagli automezzi. Un nido addirittura è stato distrutto dal passaggio di un fuoristrada. Questa distruzione avviene inavvertitamente poiché gli Occhioni a Magnisi depongono le loro uova sul terreno pietroso mimetizzandole e, quindi, rendendole poco visibili all’occhio umano disattento. Gli Occhioni avrebbero trovato un loro equilibrio  riproduttivo a Magnisi grazie alla zona interessata al pascolo. Quindi mucche e pecore garantiscono la sopravvivenza a questo uccello che, non a caso, ha scelto Magnisi quale sito di nidificazione. Da quanto detto appare oltremodo urgente salvaguardare l’esistenza di questa specie animale minacciata vietando l’accesso alle autovetture non autorizzate.

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