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GUERRE,DITTATURE E 

SEGRETI DI STATO.

Dal Cile all'Italia.La politica estera dei "difensori della democrazia".

AFGHANISTAN

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Letture disponibili:

 

Per colpire un talebano, uccisi 9 bambini

Guantanamo: fra i prigionieri anche bambini

Processo farsa ai primi sei detenuti di Guantanamo

Nel lager di  Guantanamo

Afghanistan: dopo la "liberazione", torna l'oppio.

Afghanistan: la storia. 

Il petrolio: interessi di Bush e Bin Laden

 

 

Rispondendo alle critiche relative alla costruzione di un oleodotto dall'Asia centrale al Pakistan attraverso l'Afghanistan, il portavoce del gigante petrolifero americano Unocal spiegava perché il capitalismo non si cura di questioni sessuali: «Non siamo d'accordo con alcuni gruppi di femministe americane sul modo in cui la Unocal dovrebbe affrontare questa questione (…) Siamo ospiti di paesi che godono di pieni diritti sovrani e hanno proprie credenze in campo politico, sociale e religioso. Se ce ne andassimo dall'Afghanistan, non risolveremmo il problema». Né, tantomeno, aumenterebbero il tasso di profitto dei loro investimenti futuri.

http://www.carta.org/articoli/00_01/011129boomerang.htm

mirror: http://spazioinwind.libero.it/

usacrimes

http://usacrimes.cjb.net/


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Centinaia di prigionieri talebani sarebbero morti lo scorso novembre in seguito alle privazioni (chiusi vivi dentro dei container sotto il sole e abbandonati a se stessi)cui sarebbero stati sottoposti da parte dell’opposizione afghana appoggiata dagli Stati Uniti. E’ questo il pesante atto d’accusa contenuto in un rapporto dell’Onu, pubblicato stamattina dal rotocalco americano “Newsweek”. L’America, naturalmente, non ci sta e chiede chiarimenti al governo afghano sui crimini di guerra e sulle violazioni dei diritti dell'uomo che sarebbero stati compiuti durante la guerra contro il terrorismo e che sono oggetto di denunce pervenute all’ambasciata degli Usa a Kabul. Il portavoce del Dipartimento di Stato Philip Reeker ha dichiarato che l’Amministrazione di Washington sollecita il governo di Kabul al rispetto dei diritti dell’uomo. Il Pentagono aveva già negato fin da domenica che soldati americani fossero presenti alle violenze denunciate e le avessero tollerate. Alcune organizzazioni umanitarie americane chiedono che una commissione d’inchiesta indipendente indaghi sugli episodi e su una presunta fossa comune che sarebbe stata scoperta nei pressi di Sheberghan, nel nord dell’Afghanistan.

http://www.liberazione.it/notizia.asp?id=898

Tornando ai contratti d’appalto, pensate a cosa successe dopo l’attacco terroristico al complesso delle torri Khobar in Bahrein il 25 di Giugno 1996. Osama bin Laden fu accusato dagli Americani di avere ideato quell’attacco, che uccise 19 aviatori Americani e ne ferì altri 500. Successivamente venne costruito un nuovo complesso "super-sicuro": "Il complesso è molto probabilmente l’installazione operativa usata dall’esercito Americano con il maggior numero di guardie al mondo. Questo è chiaramente ciò che il generale dell’esercito Wayne A. Downing, ora in pensione, aveva in mente quando nel 1996 rilasciò un rapporto che criticava il sistema di sicurezza alle torri Khobar e raccomandava il rafforzamento delle misure di protezione.
"… Per ironia del caso il complesso fu costruito dal gigante dell’edilizia "Saudi Binladin Group" – posseduto dalla stessa famiglia che produsse il terrorista internazionale Osama bin Laden, reietto nella sua stessa patria" (Dalla rivista "Air Force Magazine", Febbraio 1999).
http://digilander.libero.it/rivistaprolet/cia.html

Talebani torturati e uccisi dagli ufficiali americani durante gli interrogatori.

Ufficiali dell'esercito americano hanno riconosciuto che due prigionieri catturati in Afghanistan a dicembre sono stati uccisi mentre erano sotto interrogatorio alla base aerea di Bagram a nord di Kabul. La notizia ha fatto rivivere i timori che gli Usa abbiano ripristinato l'uso della tortura nel trattamento dei guerriglieri talebani e i sospetti operativi di al Qaeda. Ne dà notizia il quotidiano britannico "The Independent".

Un portavoce della base aerea ha confermato che le cause ufficiali della morte dei due uomini è «omicidio», contraddicendo le affermazioni iniziali per le quali uno era morto di attacco cardiaco e l'altro di embolia polmonare. Uno di loro si chiamava Dilawar, 22 anni, dalla regione di Khost, l'altro Mullah Habibullah, 30 anni.

Ufficiali americani in principio avevano ammesso di usare metodi duri e stressanti sui prigionieri, inclusa la privazione del sonno, la negazione di cure mediche per ferite da combattimento, costringendoli a stare in piedi o in ginocchio per ore, costringendoli a subire rumori forti o lampi di luce improvvisi a pratiche di umiliazione culturale come essere presi a calci da ufficiali donne.

Mentre gli Stati uniti reclamano che questi metodi possono ancora essere considerati "trattamenti umani", i gruppi come Amnesty International e Human Rights Watch, li denunciano come torture, secondo la definizione dei trattati internazionali. Gli Stati Uniti sono stati anche criticati fortemente per la loro politica di consegnare i sospetti nelle mani di paesi, come la Giordania, l'Egitto e il Marocco, in cui le tecniche di tortura sono una parte stabile dell'apparato militare.

http://www.liberazione.it/giornale/030308/default.asp 

 

 


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