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GUERRE,DITTATURE E SEGRETI DI STATO. Dal Cile all'Italia.La politica estera dei "difensori della democrazia". | ITALIA | Viewing Requirements: Internet Explorer 3.0 or Netscape 3.0 or above, 800X600 or higher res. | |
Letture disponibili: Campi di addestramento in Italia ..."Quello schema operativo deciso a Roma contro il pci sarebbe divenuto un esempio per le operazioni contro i partiti politici filo-sovietici in altre parti del mondo"... http://web.tiscali.it/almanacco/gladiogennaio2002.htm Nessuna possibilità di scelta per gli italiani Impedire, a costo di una nuova guerra, che le sinistre possano - legittimamente e attraverso libere e democratiche elezioni - giungere al governo del paese. | Vedi anche: La CIA continua a spiare il Viminale Su Gladio: mafia,massoneria,USA Camp Darby, il più grande arsenale Usa all'estero. + le foto della base Sigonella. Una polveriera nel Mediterraneo
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La Cia è venuta meno alla promessa di rendere pubblico il materiale d'archivio su diverse operazioni all'estero, tra cui un intervento sulle elezioni italiane del 1948: in base a questa accusa la mega-agenzia spionistica è stata citata in giudizio da un centro studi privato che si batte per l'apertura degli archivi storici. Il "National Security Archive", un'organizzazione senza scopo di lucro di Washington, ha intentato causa presso il tribunale federale, accusando la Cia di «rifiutare di rivelare la vera storia del colpo di stato in Iran del 1953, per esempio, soprattutto perché vuole nascondere il ruolo dello spionaggio britannico nell'operazione». Nella causa - affermano i querelanti - l'agenzia viene anche citata per aver rinviato a tempo indeterminato l'apertura dell'archivio relativo «all'intervento clandestino della Cia nelle elezioni del 1948 in Italia». L'organizzazione infine accusa la Cia di aver nascosto l'esistenza delle biografie di nove ex leader comunisti dell'Est Europa, sette dei quali ormai morti. http://www.geocities.com/CapitolHill/Congress/8506/archivio99/ma150599b.html 14/11/02 LA MADDALENA. Da ieri è ufficiale: gli Stati Uniti chiedono di raddoppiare l'insediamento di Santo Stefano, la base appoggio per sottomarini nucleari di fronte all'isola della Maddalena. Edifici alti 11 e 14 metri, per 56.000 metri cubi, ottantamila metri quadri, un investimento di 35 milioni di dollari: tutto è senza precedenti. Ieri i documenti sono stati presi in visione dal Comitato regionale paritetico per le servitù militari riunito a Cagliari. C'è scritta solo una parte della verità. L'altra, segreta, lascia sospettare ai Ds e a Forza Italia, in sede locale, di un progetto di trasferimento alla Maddalena delle basi Usa in Turchia. Sono diventati 3500 in questo arco di tempo, negli ultimi anni si era sentito dire più volte di una progressiva smobilitazione, dopo la caduta del muro di Berlino. Adesso, contrordine. Trent'anni dopo, ma con gli stessi modi, abbastanza spicci. Del proposito della marina USA non è stata informata l'amministrazione comunale, non la Regione. Ieri è balzato all'ordine del giorno del Comitato regionale paritetico sulle servitù militari, nella sede del Comando Marina, a Cagliari. Il comitato regionale ha detto no, anche a quel poco che è stato dichiarato. Parere non favorevole, è la formula tecnica. È bastato il voto contrario di uno dei 14 membri (sette militari e sette civili). La legge richiede l'unanimità, perché il parere sia favorevole. Il "bastian contrario", solo e così decisivo, è Agostino Bifulco, membro nominato dal consiglio regionale su indicazione di Rifondazione comunista. Bifulco non è un radicale: era il solo maddalenino della compagnia, è un falegname molto stimato in Gallura, era dirigente del Pci, sempre eletto con moltissimi voti consigliere comunale alla Maddalena. Dice: «A prescindere dalla presenza nucleare mai svelata nei suoi pericoli, qui vogliono insediare palazzi nuovi al posto di vecchie caserme in riva al mare, in un parco nazionale, dove se un mio concittadino tocca un sasso lo arrestano». Il sindaco della città, ha mandato a Cagliari un suo rappresentante, un consigliere comunale della nuova maggioranza di centrodestra, Giacomo Grondona (An): l'uomo è dipendente civile dell'apparato della marina militare italiana, non si è opposto al disegno affacciato dagli USA. | |||
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