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Nave senza nome |
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Se
piangeva nella notte, Jon lo consolava come una madre. Il
terribile giorno in cui dovette cominciare la scuola di addestramento, e
lo separarono da lui, che non doveva frequentarla. Era
stato tanto male, con una febbre altissima e il rischio di una psicosi
permanente, che erano stati costretti a fare frequentare la scuola anche a
Jon. Cosa
CHE Ora tornava utile. "Non
ti lascerò solo." Mormorò
Jonas a colui che era più di un fratello. Anche
nella mia nuova forma, sarò sempre con te, e non permetterò che tu
rischi niente. Aspettami
se dovessi tardare ed abbi fede in te stesso. Ma,
soprattutto, per una volta abbi fiducia in me…" Poi
gli occhi si chiusero nel sonno. Tutto
era stato deciso. Jon e Jonas riposavano in pace.
Eco di un’armonia nascente Roman ascoltò,
stupito. Proprio mentre
pensava che niente potesse più stupirlo, in quel mondo d’armonie e di
pace eterna, ecco che qualcosa lo faceva. Era l'eco di un’armonia
nascente. Naturalmente una
nuova armonia nasceva ogni giorno (se si poteva chiamare tale), ogni ora. Ma
quell’armonia lo riguardava. Osservandola con
gli occhi disumani che possedeva, si rese conto che una delle componenti
di essa aveva in parte il suo codice genetico. Si ricordò di avere una figlia, anche se questo ricordo non gli trasmise un’emozione umana. |