Niccolò
Macchiavelli: discorso intorno alla nostra lingua a cura
del prof. Giuseppe Bonghi
Lungamente contestata fu l'attribuzione di questo Discorso o dialogo intorno alla nostra lingua al Machiavelli, rimasto inedito fino a quando venne pubblicato dal Bottari nel 1730, senza il nome dell'autore e privato del passo che riguardava la Curia romana. Comunemente si accetta l'ipotesi che sia stato scritto nell'autunno del 1514; tutt'al più si sposta la data fino al 1515-1516.
Anche questo discorso è collegato alle discussioni che avvenivano negli Orti
Oricellari, in seguito alla visita di Giangiorgio
Trissino, durante la quale aveva fatto conoscere il contenuto del De vulgari eloquentia di Dante. Si può dire che questa operetta machiavelliana potrebbe in qualche modo rappresentare una confutazione delle tesi che lo stesso Trissino esporrà nel Castellano prendendo una netta presa di posizione antipuristica, simile a quella simile a quella che assumerà qualche decennio più tardi Benedetto Varchi, uno dei più noti grammatici del tempo, che difese la tesi della fiorentinità nel dialogo
L'Ercolano.
Questi i temi principali dell'opera:
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fiorentinità della tradizione linguistica nazionale,
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divaricazione fra arte e natura, fra tradizione scritta e lingua parlata, che è ineliminabile almeno nel campo del linguaggio comico
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definizione della commedia come "specchio d'una vita privata", da trattarsi "ridicularmente", con "termini e motti che faccino questi effetti, cioè che muovano il riso;
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il comico come saldatura tra linguaggio della tradizione e linguaggio appartenente alla sfera dell'uso familiare.
http://www.fausernet.novara.it/fauser/biblio/index007.htm
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