Francesco Guicciardini: le opere
Decisamente l'opera sua maggiore è
la "Storia d'Italia", in venti
libri, composta nel ritiro di Arcetri dal 1537 al 1540, e pubblicata
integralmente soltanto nel XIX sec.,
primo esempio di storiografia
italiana che si interessi di tutta la penisola e non già di una sola città.
In quest’opera, il cui stile è composto ma non artefatto, il
Guicciardini dà alta prova della sua capacità di osservatore acuto e
spregiudicato, la misura del suo intelletto capace di dominare, senza le
forzature del teorico Machiavelli, un vasto quadro di vicende e un mondo
di personaggi, che egli non descrive retoricamente dall’esterno, ma
interpreta nei segreti moventi psicologici.
Espone criticamente i fatti salienti
che vanno dalla morte di Lorenzo il Magnifico (1492) alla morte di
Clemente VII (1534): le invasioni francesi di Carlo VIII e di Luigi XII,
le guerre tra Francesco I e Carlo V, la Lega Italica del 1495, la Lega di
Cambrai contro Venezia, la Lega Santa contro i Francesi e la Lega di
Cognac contro Carlo V. L'indagine storica è condotta con rigore ed acume
su documenti ufficiali e l'esposizione è fatta in una elegante prosa
classicheggiante. Particolarmente pregevoli sono le pagine in cui con
brevi ma incisivi tratti descrive le personalità dei protagonisti di quei
fatti: Carlo VIII, Luigi XII, Francesco I , Carlo V è Ludovico il Moro,
Girolamo Savonarola, Alessandro VI, Cesare Borgia, Giulio II, Leone X,
Clemente VII.
Il suo pensiero politico è pero
espresso nei "Ricordi politici e civili" (403 pensieri scritti
in varie occasioni, contenenti il succo della propria esperienza politica
e civile e destinati pertanto ai propri "nipoti" e non già alla
pubblicazione: furono infatti scoperti e pubblicati solo nel 1857) e nelle
"Considerazioni sui Discorsi del Machiavelli" (39 osservazioni
con cui respinge le conclusioni cui è pervenuto l'amico Machiavelli nei
suoi ragionamenti sulla politica; l'opera fu scritta tra il 1528 e il
1529.
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