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4. Gehry: Fondere/
Appunti del docente illustrati a lezione
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Antonino Saggio Home
Il materiale qui presentato è servito nel 1996-1997 alla produzione
del volume
Antonino Saggio, Frank O. Gehry, Architetture residuali, Testo&Immagine,
1997, a cui si rimanda per approfondimenti ed una esauriente trattazione
dei temi esposti. Il materiale grafico proviene dallo studio Gehry
o dall'archivio dell'autore.
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*Allestimento della retrospettiva The Architecture
of Frank Owen Gehry, Curatore M. Friedman, Walker art center, Minneapolis
1986
La mostra (un onore raro e una manifestazione controcorrente) crea
la sensazione di essere dentro una delle sue architetture. L'entrata è
attraverso un'ogiva rivestita di scaglie e illuminata da lampade in formica,
la scultura di un pesce volge la testa verso un lucernario, i mobili in
cartoncino realizzati dal 1969 sono inseriti in una stanza fatta dello
stesso materiale, le scale sono accompagnate dalle sue foreste pietrificate.
Gerhy ommincia ad affrontare una nuova faseche
è proprio quella di Fondere. Prima celebrazione del percorso non
presenta più una duplicazione all'infinito. Lui capisce in questa
fase esperimentale il motivo fondamentale delle ricerche architettoniche
personale, che include in se la grande dimensione del rischio. E' la perseguizione
di seguire un altra strada progettuale.
Le masse e i volumi tendono di incastrarsi uno
con l'altro che se fossero un operazione booleane.
    
*Museo e fabbrica della Vitra, Weil am Rhein,
Germania 1987-1989
Opera di apertura di un nuovo ciclo. Le traiettorie nello spazio, la
capacità di sagomare masse sinuose e dinamiche che rimbombano nell'aria
e deformano l'atmosfera, le linee forze e le collisioni ricordano la plastica
futurista. È architettura o scultura? Domande irrilevanti per Gehry,
cui aveva già risposto Boccioni. "Nessuna paura è più
stupida di quella che ci fa temere di uscire dall'arte che esercitiamo.
Non v'è pittura, né scultura, né musica, né
poesia, non v'è che creazione." Come dimostrano qui gli smaglianti
interni.


*Edificio dell'American center, Parigi 1988-1993
61
"Capolavoro dell'architettura moderna" merita una trattazione a sé,
anche per capire gli aspetti dell'ideazione e della costruzione e le vicende
dell'abbandono del committente. In ogni caso, sull'angolo verso il parco,
si è di fronte a una delle sue più incandescenti creazioni.
Volumi ora circolari, ora prismatici, ora rettilinei, ora inclinati sbattono
uno sull'altro. Prevale la pietra, ma l'innesto della pensilina in ferro
e vetro lancia l'opera nell'atmosfera. Nell'atrio riscopriamo la capacità
dell'antico Gehry di circondare con oggetti plastici lo spazio pubblico,
questa volta, naturalmente, introiettato.
 
Gerhy mette incastrare quasi di fondere i volumi
uno con l'altro. Lui ha la capacità di creare dei paesaggi interni.
*Sede degli uffici nazionali olandesi, Praga
1992-1997 76
Progetto complesso, sostenuto anche dal presidente Havel, e oggetto
di sondaggi pubblici. Il programma prevede funzioni commerciali ai primi
piani, uffici ai superiori, un ristorante in cima. Le caratteristiche del
lotto d'angolo implicano il tema della transizione tra le due vie e la
creazione di un punto focale percepibile anche dalla sponda opposta del
fiume. Gehry, neanche nella vecchia Europa, accetta compromessi. Studia
le torri e l'architettura della magica città, lo skyline, il fiume,
le viste e approda a un edificio caratterizzato da una conturbante deformazione
dell'angolo. Il barocco praghese è spremuto, alle soglie del Duemila,
a cercarne l'essenza.


In questo intervento troviamo movimento quasi
intati per mettere insieme due forme.
*Fabbrica Herman Miller Inc., Rocklin 1987-1989
60
I corpi si dipartono da un asimmetrico slargo centrale, popolato da
edifici e strutture scultoree, per allungarsi e adagiarsi sul paesaggio.
La mensa è di S. Tigerman, le sistemazioni esterne affidate a P.
Walker e M. Schwartz echeggiano, soprattutto nei grandi massi lungo il
perimetro, i motivi della Land Art.

*Centro di arti visive, University of Toledo,
Ohio 1990-1992
Il nuovo Centro si conforma su una "L" aperta verso il museo già
esistente nel campus. Si determina così una corte di mediazione
su cui affaccia un percorso galleria che organizza i flussi dell'edificio.
Semplici
rapporti cromatici e spaziali si instaurano tra il neoclassico edificio
esistente, il vetro verde della galleria, i pannelli color piombo del rivestimento.
Nella nuova piazza interna, i volumi vetrati richiamano i fenomeni di cristallizzazione
dei minerali, mentre il perimetro esterno è la scorza di una splendente
montagna artificiale.

  
*Museo dei bambini, Boston 1991
Un lungo ex magazzino che ospita il museo funziona da fondale per un
addizione scultorea che si articola come un percorso che, attraverso una
serie di giocosi eventi, arriva prima alla banchina e poi a una piattaforma
galleggiante sul canale.

*Museo F. Weisman, Univ. of Minnesota, Minneapolis
1990-93
*Pista di pattinaggio Disney, Anaheim 1993-1995
Due progetti opposti che rivelano la duttilità del suo progettare.
La pista di pattinaggio è una montagna di ghiaccio ondulata, tagliata
sui fronti come un igloo. Esterno minimalista in lamiera bianca. Nel Museo
Frederick Weisman, Gehry crea una massa contorta e dilaniata che assume
valore dalle rive del Mississippi come segnale o, di nuovo, manifesto.
Gran parte del museo è contenuto in una grande e amorfa scatola:
una strategia pratica e funzionale che, in questo caso, non porta a un
esito d'insieme convincente

 
*Auditorio Walt Disney, Los Angeles 1988-
Lavoro di grande complessità (destinatao a essere il principale
Auditorio della città e uno dei più importanti al mondo)
necessita di una grande sala per 2400 persone, numerosi servizi tecnici
ma anche spazi sempre aperti al pubblico per funzioni ricreative e commerciali.
L'ultima di una lunga serie di alternative prevede la localizzazione centrale
della sala con attorno gli spazi accessori. Il perimetro dell'isolato viene
eroso: il verde vi si incunea e i cittadini possono attraversare diagonalmente
l'area.
Irradiare

L'opera canta le superfici curve, le traiettorie che da rette si inarcano
nello spazio, l'irradiarsi con la forza vegetale e intensa di un fiore.
All'interno, i pilastri si arcuano come alberi a sorreggere le lastre ondulate
dei pannelli. La grande sala concerti è come un violino, un contrabbasso,
una chitarra. I requisiti acustici sono risolti con listelli arcuati che
formano rigonfie vele pendenti dal soffitto; un grande organo-scultura
è posto nella gradinate dietro l'orchestra e asole vetrate fanno
penetrare la luce naturale.
  

Un auditorium che funziona bene è una
scattola, una cassa accordabile. Gerhy lavora molto su spazi serviti e
spazi serventi con un maggiore livello di libertà.
*Museo Guggenheim, Bilbao Spagna 1991-1997
Gehry sceglie per il progetto un'"intersezione"
cittadina: una zona industriale inutilizzata, allungata longitudinalmente
lungo il fiume, scavalcata da una rampa e posta tra il centro e le nuove
espansioni. L'idea principale del progetto è la concatenazione tra
i corpi che s'intrecciano con virulenza meccanica uno sull'altro. Viene
creata una piazza su cui gravita non solo la biglietteria al museo, ma
anche un piccolo auditorium, ristoranti e negozi. Ne risulta un progetto
strettamente connesso alla città e alle banchine sul fiume: ai migliaia
di automobilisti che percorrono giornalmente il Ponte sul Nevrion si apre
una delle più spettacolari creazioni plastiche mai costruite.
Urbanscape (cheapscape) Iperfunzionalismo, Cattedrale,
Traiettoria, Costruzione, Computer

La prima idea era quella della consapevolezza del
inserimento del progetto in una area trascurata per ridare un secondo paesaggio.
Il secondo concetto è l'idea di derivazione Boccioniane, di questo
rapporto molto forte di cui Gerhy è e non è inconscio.
Grerhy riporta tutto il concetto del movimento. Il problema è che
la scultura futurista vuol diventare anche un piedistallo.
L'idea che le linee forti della scultura futurista
serve per dinamizzare lo spazio.
Gerhy è consapevole che dell sapere del
fondere per poi lanciare all'esteno.
Ci troviamo davanti a un certo atteggiamentoscultoreo
che ha un principio architettonico.

Vedi un breve filmato dell'opera di Boccioni
In questo progetto ci fermiamo in quattro parole
chiave:
1.Punto e urbanscape
2.L'idea della scultura
dell'ambiente. Architettura muove l'ambiente, dove traiettoria è
la parola fondamentale. Le traietore servono per dinamizzare l'ambiente.
3.La terza parola
chiave è la cattedrale.
La torre si incunea dall'altra parte del ponte.
4.Iperfunzionalità
è la quarta parola chiave.
Questo museo funziona cosi bene perche tutti gli
elementi non sono fatti per essere plastici, ma sono fatti contemporanemente
per aprirsi al massimo la funzionalità della macchina. Questi meccanismi
hanno una doppia valenza, di creare degli spazi urbani e di differenziarli
tra loro.

 



Per approfondire ulteriormente le tematiche sul Museo Guggenheim vai
a questo
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(con articoli, interviste e interventi a convegni)
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