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(4-4-2): Mancini 6.5, Saber 5, Caruso 6, Luppi 6.5, Bocchetti 6 (26' st Sesa sv), Magoni 6, Husain 6, Montezine 5 (35' st Bonomi sv), Jankulovski 5.5, Graffiedi 6.5 (38' st Floro Flores sv), Stellone 6. (33 Roccati, 21 Troise, 4 Baccin, 13 Ametrano). All. De Canio |
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(1-3-4-2): Sterchele 6, Dal Canto 6, Tomas 5.5, Guastalvino 6, Maggio 6, Della Morte 6.5 (1' st Sgrigna 5.5), Cristallini 6, Bernardini 6 (19' st Adami 6), Marcolini 6.5, Margiotta 5 (19' st Chianese), Schwoch 5. (79 Avramov, 44 Faisca, 3 Zanchetta, 90 Jeda). All. Fascetti. |
Benevento, 01 Novembre 2001 Un punto ciascuno. Un punto che il Vicenza accoglie come una sorte di liberazione dopo le cinque sberle prese domenica scorsa dal Modena. Un punto che il Napoli si mette in tasca col sorriso amaro di chi sa di aver fallito un'altra occasione d'oro. In casa è un altro Napoli. Diverso da quello pratico e vincente ammirato in trasferta. In casa (che poi casa sua non è essendo Benevento una soluzione d'emergenza in attesa che il San Paolo torni disponibile) è un Napoli che non sa vincere: secondo pari in quattro giorni dopo quello rimediato con la Sampdoria. Vabbè, ai punti la squadra di De Canio avrebbe meritato il risultato pieno. Ma questo è calcio. E vince chi la butta dentro. Il Napoli ci ha provato. Davanti, però, si è trovato una difesa che da parco dei divertimenti (contro il Modena) si è trasformata in fortino invalicabile. Bisogna capire Fascetti. Sfidare un Napoli a viso aperto era come scrivere una condanna ancora prima di scendere in campo. E, infatti, il Vicenza ha puntato soprattutto a non prenderle. E c'è riuscito in pieno. In fondo, Sterchele non è stato mai chiamato agli straordinari. Anche perché nell'unica circostanza in cui il Napoli è riuscito a sfondare centralmente, Stellone, dopo aver saltato anche il numero uno vicentino, ha messo sul fondo. E allora? Perché il Napoli avrebbe meritato di vincere? Beh, perché la partita è stata comandata dagli azzurri. Oddio, niente d'eccezionale, nessuno spunto da far strappare i capelli. Ma cose fatte con un certo garbo. Pressing, ricerca del gioco in velocità e cose di questo tipo. Il Vicenza ha fatto un po' di conti e ha capito che tutto sommato il pari sarebbe stato la miglior medicina per riprendersi dallo shock causato dal Modena. Così Fascetti ha messo in campo una squadra con della Morte in luogo di Sommese e Marcolini al posto di Zanchetta. Idea chiara: coprirsi e ripartire sperando in qualche giocata di Schwoch e Margiotta. E il Napoli? Con Stellone dal primo minuto (gran movimento ma zero palloni giocabili) e Husain e Jankulovski al centro del campo. Chiaro l'intento di De Canio: sfondare per vie centrali. Idea ancora più evidente quando nel primo tempo sia Bocchetti (a destra) che Saber (sull'altro lato) si vedevano costretti alla difensiva da Della Morte e Marcolini. Più Napoli che Vicenza. Ma di vere palle gol neanche l'ombra. Predominio azzurro, però. Un tentativo dell'ex Schwoch, qualche mischia nell'area veneta.Troppo importante il risultato. Diverso il discorso nella ripresa. Senza Della Morte (rimasto negli spogliatoi per un problema alla coscia destra), Fascetti si vedeva costretto a buttare nella mischia l'acerbo Sgrigna e, dopo venti minuti, intuendo che il Napoli si era messo di casa nella metà campo vicentina, a rinforzare la difesa con Adami. Già dura prima, figuriamoci ora con un difensore in più. Il Napoli chinava la testa e attaccava a testa bassa. Ma senza ordine, affidandosi spesso e volentieri e lanci che Stellone vedeva passare sulla testa e finire nelle mani di Sterchele. Quando poi gli capitava il pallone giusto, l'attaccante romano faceva tutto alla perfezione tranne la cosa più importante: buttarla dentro. |
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All.: Luigi De Canio | |
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Stellone (3), Rastelli (1).
*** 1 partita in meno (recuperata il 1 novembre 2001). |
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Camp.
2001/02 3^ giornata |
Camp.
2001/02 |